Bulimia nervosa
ho sempre pensato che per bulimia si intendesse soltanto un disturbo alimentare che porta a ingerire grandi quantità di cibo e poi a ricorrere al vomito autoindotto. il fatto è che recentemente mi è capitato di leggere su diversi articoli che è bulimico anche chi ingerisce smodate quantità di cibo senza una ragione. a volte sono ricorsa anche ai lassativi e qunado mi rendevo conto che una pillola non funzionava sono arrivata a prendene anche tre insieme. ho seguito una dieta dimagrante l'anno scorso, ma poi in un mese ho rimesso 8 kg. ho ricominciato la dieta a settembre 2011 e lunedì ho il mio ultimo appuntamento dal dietologo (che mi ha detto che sono arrivata al mio peso forma). il fatto è che io non riesco a resistere al cibo, sono stata capace di mangiare in mezz'ora biscotti, pane, frutta, nutella, marmellata, cioccolata, formaggio e tutto quello che mi capitava per le mani. e quando dico che non so resistere intendo che di questa roba riesco a mangiare un pacco intero di biscotti, mezzo barattolo di nutella o marmellata..una volta ho mangiato oltre a queste cose anche 5 scamorzine.faccio tutto questo di nascosto e non prendo tutto insieme, ma poco alla volta(un po per illudermi di mangiare solo quello che ho preso, un po per non farmi accorgere). fino a poco tempo fa credevo che non fosse un problema serio, ma più vado avanti e più è peggio. non riesco a controllarmi e non capisco perchè. quando mangio mi sento bene, ma poi mi sento terribilmente in colpa e mi faccio schifo. sono malata?
[#1]
Cara Ragazza,
i disturbi alimentari si possono manifestare con modalità differenti da persona a persona e le abbuffate incontrollate ne fanno parte anche senza che siano seguite da vomito autoindotto.
Il dietologo che ti segue conosce la situazione?
Ne hai parlato con qualcuno?
Penso che ti sarebbe utile leggere questo libro che parla proprio dell'utilizzo del cibo con valenze differenti rispetto al suo valore alimentare: "Donne che mangiano troppo" di R. Gockel.
Ti segnalo anche questo articolo che può darti qualche ulteriore spunto di riflessione:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1135-il-cibo-come-compensazione-l-obesita-psicogena.html
i disturbi alimentari si possono manifestare con modalità differenti da persona a persona e le abbuffate incontrollate ne fanno parte anche senza che siano seguite da vomito autoindotto.
Il dietologo che ti segue conosce la situazione?
Ne hai parlato con qualcuno?
Penso che ti sarebbe utile leggere questo libro che parla proprio dell'utilizzo del cibo con valenze differenti rispetto al suo valore alimentare: "Donne che mangiano troppo" di R. Gockel.
Ti segnalo anche questo articolo che può darti qualche ulteriore spunto di riflessione:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1135-il-cibo-come-compensazione-l-obesita-psicogena.html
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#3]
Gentile utente,
credo sarebbe opportuna una valutazione psichiatrica che permettesse di valutare la situazione descritta, formulando l'eventuale diagnosi e la conseguente eventuale terapia.
credo sarebbe opportuna una valutazione psichiatrica che permettesse di valutare la situazione descritta, formulando l'eventuale diagnosi e la conseguente eventuale terapia.
Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com
[#4]
Ex utente
comunque riguardo all'articolo ci tenevo a dirle che io non voglio ingrassare, non voglio avere il grasso come protezione. io voglio dimagrire, anzi a dire la verità adesso mi sento bene con me stessa (sono alta 171cm e peso 66 kg), ma tanto so che ci ricadrò e riprenderò anche 3 kg in una settimana.
[#5]
(..)quando mangio mi sento bene, ma poi mi sento terribilmente in colpa e mi faccio schifo (..)
gentile ragazza questo è l'atteggiamento tipico dei portatori di questo problema, ma il comportamento disfunzionale sta proprio nel circolo vizioso che si crea tra il tentativo di perdere peso e la conseguente perdita di controllo.
in questo articolo comprenderà meglio il concetto
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1121-cibo-e-ossessione-quando-la-malattia-sta-nella-dieta.html
solo l'aiuto di un terapetua le potrà dare le strategie necessarie per spezzare questo circolo chiuso.
Una valutazione specialistica si rende necessaria.
saluti
gentile ragazza questo è l'atteggiamento tipico dei portatori di questo problema, ma il comportamento disfunzionale sta proprio nel circolo vizioso che si crea tra il tentativo di perdere peso e la conseguente perdita di controllo.
in questo articolo comprenderà meglio il concetto
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1121-cibo-e-ossessione-quando-la-malattia-sta-nella-dieta.html
solo l'aiuto di un terapetua le potrà dare le strategie necessarie per spezzare questo circolo chiuso.
Una valutazione specialistica si rende necessaria.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#6]
>>> ho sempre pensato che per bulimia si intendesse soltanto un disturbo alimentare che porta a ingerire grandi quantità di cibo e poi a ricorrere al vomito autoindotto.
>>>
Quando c'è il vomito può trattarsi di una sindrome diversa dalla bulimia, che alcuni autori denominano appunto sindrome da vomiting. Puoi leggere qui:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/274-il-disturbo-da-vomiting.html
Nel tuo caso non sembra trattarsi neanche di bulimia, ma piuttosto di disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating).
Devi comunque rivolgerti a uno psicologo psicoterapeuta esperto in disturbi dell'alimentazione, per stabilire di cosa si tratta e per ricevere, se necessario, una cura appropriata.
Spessi i disturbi dell'alimentazione sono la manifestazione di un problema che sta nella sfera affettiva e relazionale. Ma non è detto, la valutazione può essere fatta solo attraverso colloqui clinici di persona.
Cordiali saluti
>>>
Quando c'è il vomito può trattarsi di una sindrome diversa dalla bulimia, che alcuni autori denominano appunto sindrome da vomiting. Puoi leggere qui:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/274-il-disturbo-da-vomiting.html
Nel tuo caso non sembra trattarsi neanche di bulimia, ma piuttosto di disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating).
Devi comunque rivolgerti a uno psicologo psicoterapeuta esperto in disturbi dell'alimentazione, per stabilire di cosa si tratta e per ricevere, se necessario, una cura appropriata.
Spessi i disturbi dell'alimentazione sono la manifestazione di un problema che sta nella sfera affettiva e relazionale. Ma non è detto, la valutazione può essere fatta solo attraverso colloqui clinici di persona.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#7]
Ti ho indicato quell'articolo non perchè tu soffra di obesità psicogena, ma perchè tu rifletta sul fatto che il cibo può assumere molte valenze oltre a quella puramente nutritiva, ed assolvere ad es. ad una funzione consolatoria.
Quando ti abbuffi nel modo che ci hai descritto senti fame o, per così dire, non ti poni il problema?
In questo periodo ti senti stressata?
Quando ti abbuffi nel modo che ci hai descritto senti fame o, per così dire, non ti poni il problema?
In questo periodo ti senti stressata?
[#8]
Ex utente
quando mangio non ho affatto fame, anzi a volte mi sento piena, ma più mangio e più mi sento meglio. poi quando smetto mi sento in colpa. comunque non è che io sia stressata, sto solo facendo una cosa contro la mia volontà (ho subito pressioni per diversi mesi e alla fine ho ceduto), ma non credo che questo c'entri.
[#9]
Gentile ragazza,
io non focalizzerei l'attenzione esclusivamente sulla sua domanda circa l'appartenenza o meno del suo caso a problematiche di tipo bulimico.
Non penso infatti che l'inquadramento sintomatico (del tipo: sono Bulimica, sono anoressica perchè ci sono i criteri ecc..) sia di per se stesso l'unico ed il solo indizio che qualcosa non gira più bene.Trovo altresì sintomatico, nel senso buono del termine, il fatto che lei trova quelle modalità di condotta alimentare come qualcosa che non l'appartengono.
Ecco, l'estraneità di ciò che ci accade è di per se stesso sintomatico nel senso che non è più in accordo su come noi vorremmo essere, con l'ideale quindi.
Questo per me rappresenta la forma sintomatica del soggetto, dico soggetto per cercare di integrare il suo sintomo con la sua soggettività in quanto l'operazione che sempre più spesso viene messa in atto è un' operazione di catalogazione abbastanza sterile.
Mi spiego, lei riferisce i sintomi ed il terapeuta la inquadra in una condizione patologica e di per se stesso, secondo il mio punto di vista perde di vista il soggetto.
Inoltre trovo che le sarebbe utile parlarne con uno Psicologo in quanto tali problematiche tendono a strutturarsi nel tempo.
Le auguro una serena giornata.
Saluti,
Antonio Raia
www.psicologibenevento.it
3298029784
io non focalizzerei l'attenzione esclusivamente sulla sua domanda circa l'appartenenza o meno del suo caso a problematiche di tipo bulimico.
Non penso infatti che l'inquadramento sintomatico (del tipo: sono Bulimica, sono anoressica perchè ci sono i criteri ecc..) sia di per se stesso l'unico ed il solo indizio che qualcosa non gira più bene.Trovo altresì sintomatico, nel senso buono del termine, il fatto che lei trova quelle modalità di condotta alimentare come qualcosa che non l'appartengono.
Ecco, l'estraneità di ciò che ci accade è di per se stesso sintomatico nel senso che non è più in accordo su come noi vorremmo essere, con l'ideale quindi.
Questo per me rappresenta la forma sintomatica del soggetto, dico soggetto per cercare di integrare il suo sintomo con la sua soggettività in quanto l'operazione che sempre più spesso viene messa in atto è un' operazione di catalogazione abbastanza sterile.
Mi spiego, lei riferisce i sintomi ed il terapeuta la inquadra in una condizione patologica e di per se stesso, secondo il mio punto di vista perde di vista il soggetto.
Inoltre trovo che le sarebbe utile parlarne con uno Psicologo in quanto tali problematiche tendono a strutturarsi nel tempo.
Le auguro una serena giornata.
Saluti,
Antonio Raia
www.psicologibenevento.it
3298029784
Dr. Antonio Raia
329.80.29.784
www.centropsicologicodelsannio.it
[#10]
Quindi quello che ti succede non ha a che fare per nulla con la cosiddetta "fame nervosa" (e nemmeno con la fame), ma l'innesco delle abbuffate è completamente psicologico.
Vista la situazione ti consiglio di non farti seguire dal solo dietologo, ma di rivolgerti ad un centro ospedaliero per la cura dei disturbi del comportamento alimentare:
www.disturbialimentarionline.it/MappaDCA/index.php?option=com_content&view=article&id=6&Itemid=8
Vista la situazione ti consiglio di non farti seguire dal solo dietologo, ma di rivolgerti ad un centro ospedaliero per la cura dei disturbi del comportamento alimentare:
www.disturbialimentarionline.it/MappaDCA/index.php?option=com_content&view=article&id=6&Itemid=8
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 19.2k visite dal 21/02/2012.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su DCA: Disturbi del Comportamento Alimentare
I disturbi alimentari (DCA), come anoressia, bulimia e binge eating, sono patologie legate a un comportamento disfunzionale verso il cibo. Sintomi, cause, cura.