Separarsi o no per il bene dei figli

salve,
sono da un pò di tempo assieme ad un uomo sposato con un bimbo di 1 anno, il nostro rapporto è fondato sulla sincerità e amore (ne sono totalmente sicura).già prima di conoscere me il sentimento per sua moglie non esisteva, vorrei solo esser chiara che ciò che mi preoccupata non è il nostro rapporto, ma bensì dare un consiglio al mio uomo, vuole separarsi e dopo aver affrontato il problema con sua moglie, lei si è rifiutata, non vuole sentir parlare di separazione e minaccia di mettergli il figlio contro.C'è anche da dire che lei sospettata della relazione che ci unisce. Dopo questo tentativo, i loro rapporti sono diventati ancor peggiori,insostenibili, tante che lui evita il più possibile la presenza in casa.L'unico motivo che lo blocca è l' amore per il figlio, e ha paura di" rovinargli la vita", ma è sicuro del fatto che non potrà mai recuperare il rapporto con la moglie.abbiamo cercato di separarci, visto che lui si sente costretto a vivere in quella situazione e non vuole che io rimanga legata a lui.ma non riusciamo a stare separati!alchè mi chiedo vista l'età del piccolino è meglio affrontare una separazione difficile ora oppure continuare a farlo vivere in una famiglia finta, con litigi continui, dove si prospetta prima o poi una separazione dei genitori?
vi ringrazio, in anticipo.spero d'essere stata chiara nell'esporre il nostro problema,
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Dr. Alessandro Raggi Psicologo, Psicoterapeuta 483 14
Gentile Signora,
si può rispondere alla sua domanda solo in linea generale poiché lei riporta fondamentalmente una condizione di scelta che, nonostante lei sia chiaramente molto coinvolta, riguarda essenzialmente un'altra persona.

La separazione tra i genitori può essere resa molto meno traumatica per i figli quando c'è accordo sul ruolo genitoriale da parte dei membri della coppia. Molto sinteticamente, si può scegliere di separarsi dal coniuge, ma non necessariamente dai figli (auspicabilmente per i figli evidentemente). Ciò detto, numerose evidenze empiriche, hanno dimostrato che per i figli è meno difficile elaborare una separazione tra i genitori che affrontare situazioni familiari potenzialmente traumatiche e comunque fonte di possibile e prolungato stress, come quelle causate da frequenti situazioni di forte tensione e litigio. In nessun caso però, i genitori dovrebbero "triangolare" (usare, gestire il figlio per affrontare le problematiche di coppia) il figlio rispetto alla loro situazione conflittuale. Il conflitto può riguardare la coppia, ma nessuno dei due genitori dovrebbe "farsi scudo" usando il figlio, anzi, l'unico punto di accordo (minimo) deve poter restare la gestione del/dei figli. Purtroppo ciò vale spesso solo in teoria e sono molte le situazioni in cui i bambini vengono a trovarsi incolpevoli e inconsapevoli "alleati" dell'uno o dell'altro genitore.

il bambino in questione è ancora molto piccolo e proprio perché così piccolo le scelte devono essere fatte anche considerando la condizione di minor stress per lui ed evitando accuratamente di compiere alcuna scelta che non sia nella piena salvaguardia della futura salute mentale del bambino. Ivi incluso l'evitare di usare il bambino come un'arma puntata verso l'altro genitore.

tornando però alla sua specifica situazione, le chiedo e vorrei che anche lei si chiedesse: come mai questa coppia ha deciso di avere un bambino se lei e l'altra persona avevate una relazione, che lei dice fondata su basi d'amore? Il suo uomo si è accorto solo ora (dopo aver avuto un bambino da poco?) di non amare più la moglie? Se no, perché ha deciso di avere un figlio con lei? Se si, non le sembra un po poco il tempo che è trascorso prima di affermare di non mare più una persona? Inoltre, lei e il suo compagno, da quanto vi conoscete? siete certi che sia davvero l'amore a legarvi, o il vostro legame è sovra-alimentato da una situazione difficile che non vi consente di stare assieme?
La saluto cordialmente

Dr. Alessandro Raggi
psicoterapeuta psicoanalista
www.psicheanima.it

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Dr.ssa Federica Meriggioli Psicologo, Psicoterapeuta 354 3
Gentile signora,
come le ha detto il collega è difficile rispondere ad una domanda che implica una scelta e che viene fatta per interposta persona.

Posto che la decisione del suo compagno sia quella di separarsi dalla moglie e che l'unico motivo che lo blocca in questa presa di decisione è la paura di nuocere al figlio o di perderlo perchè strumentalizzato dalla madre, la scelta più opportuna potrebbe essere quella di rivolgersi ad un terapeuta esperto in dinamiche familiari che accompagni la coppia verso la decisione più consona per loro, salvaguardando l'equilibrio emotivo del bambino ed evitando che venga tirato dentro il vortice di rabbie e recriminazioni che spesso accompagna le separazioni.


Cordiali saluti

Dr.ssa Federica Meriggioli - Psicologa Psicoterapeuta
Via Roma 131, Spinea Ve
Tel. 3498534295 www.federicameriggioli.com

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile Utente,

a quanto detto molto opportunamente dai Colleghi vorrei aggiungere una riflessione.
Lei ci dice che:
"già prima di conoscere me il sentimento per sua moglie non esisteva",

ma ci dice anche che hanno un bambino di un anno e che voi vi frequentate già da qualche tempo.

Aspetto anch'io che ci dica quando e come avete iniziato a frequentarvi, ma secondo lei come mai quest'uomo ha fatto un figlio con la moglie che non amava già più?
Oppure: come mai ha smesso di amarla dopo che è nato il bambino?

Dal nostro punto di vista è possibile ipotizzare che sia subentrata una crisi di coppia nel momento in cui la moglie è rimasta incinta o dopo la nascita del bambino, perchè si tratta di fasi della vita familiare che possono mettere a dura prova la coesione di coppia (specialmente se la moglie incinta rifiuta i rapporti sessuali e/o se la nascita del bambino porta il padre a sentirsi geloso perchè ha perso l'attenzione che prima la moglie riservava a lui, e che ora è spostata sul neonato).

Se lei volesse il mio parere in linea di massima le direi che quando un rapporto non è recuperabile è meglio una separazione chiara che una vita familiare costellata da tensioni e ipocrisie.

Oltre al fatto però che quanto porta alla nostra attenzione non riguarda direttamente lei, aggiungerei anche che forse lei non è in possesso di tutti gli elementi utili a farsi un'idea chiara di quello che è successo nella vita del suo uomo.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Utente
Utente
Gentili dottori,
grazie per avermi risposto con tempestività, io e il mio compagno abbiamo letto le vostre risposte con molta attenzione, sicuramente i vostri"dubbi" o domande sono legittime, ed in effetti sono stati argomenti all'inizio della nostra conoscenza circa 5 mesi fà, ci siamo dopo 2 mesi, uniti in modo univoco.nel primo periodo mi sono posta ed ho posto proprio tutte quelle domande.lui mi ha raccontato che non era convinto di voler concepire un figlio, ma si è lasciato trasportare, durante la gravidanza già si sentiva lontano mentalmente interessato solo alla prosecuzione della gravidanza, ed era lui che rifiutava i rapporti intimi, mi racconta che non c'è nessun avvenimento scatenante ma che non sentiva più sentimenti oltre all'affetto per sua moglie, disinteressato alla sua vita di tutti i giorni, si è riscoperto pian piano non più geloso, e non più coinvolto in altri sentimenti. Poi sono arrivata io.Vi vorrei anche dire, che non sono state solo le sue parole a convincermi della sua onesta nei miei confronti, la mia fiducia ha dovuto conquistarla duramente,sappiamo che il tempo che ci conosciamo non è lunghissimo, non ho mai creduto al colpo di fulmine ne mi sento una crocerossina, ma mi sono innamorata, si è innamorato.E' stato da un legale, suo amico, che oltre a destinarlo alla miseria a seguito di un divorzio,(poco ci importa), quest'ultimo a puntato sui problemi che potevano ricadere sul bimbo, ed è stato lì che la sua sicurezza è crollata.sembrerà una sciocchezza, ma da qualche giorni, dopo che lui gli ha parlato di separazione si parlano a mala pena, lei fa finta di niente, anche davanti al fatto che lui non porta più la fede, lei non ha detto nulla, se prima lo chiamava ora non lo chiama più, lo so, perchè da quando ci conosciamo passiamo molto tempo insieme, diciamo dal tardo pomeriggio, fino a dopo cena a volte anche di più, certo che per il suo lavoro, già prima succedeva che facesse tardi qualche volta la sera, ma non tutte le sere, da circa 4 mesi ad oggi.Lui si dice convinto, di non voler recuperae il rapporto sentimentale con la moglie.Spero d'aver reso meglio l'idea, entrando più nello specifico.Ancora grazie!
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Il bambino è stato cercato e concepito con l'idea di raddrizzare le sorti del matrimonio?
Non andavano più d'accordo già da prima?

Penso che nessun esito che si possa configurare sarà l'ideale per il bambino, nè la separazione dei genitori nè la convivenza motivata da questioni di opportunità di vario genere.

A questo punto a mio avviso va cercata la soluzione meno dolorosa e quindi il male minore: questo potrebbe essere rappresentato da una separazione gestita con maturità da parte dei genitori, che si potranno avvalere ad es. di un percorso di mediazione familiare per tentare di stabilire degli accordi che mirino prima di tutto a salvaguardare la serenità del piccolo.