Ansia immotivata: qualche consiglio?
Salve.
Premesso: che ho fatto mille esami fisici per escludere "cause organiche" dell'ansia (non li sto a elencare tutti).
Premesso anche che sto assumendo: Valdoxan (per aiutarmi a dormire) e Elontril (per darmi voglia di fare) dietro consiglio del mio psichiatra.
Premesso anche che ho seguito una terapia psicologica per l'ansia e questo mi ha aiutato.. L'ho interrotta per un po (per mancanza di tempo e motivi economici) ma comunque ho appena contattato lo stesso psicologo per un'altro appuntamento.
Ho ancora 3 grossi problemi:
1) Ansia somatizzata (rigidità,problemi gastrointestinali,giramenti di testa..)
2) Agitazione (anche quando tutto va bene e sono sereno).
3) Depressione,intesa come calo dell'umore (nonostante prenda ben 2 antidepressivi! Anche se per altri scopo) momentanea (del tipo alcune ore).
Forse la verità è che non ho mai insegnato a vivere serenamente (perchè nessuno me l'ha mai insegnato forse).
Ma la DOMANDA che vorrei fare è la seguente: (la domanda sorge sia dall'esperienza sia dal fatto che il mio psicologo,che comunque si vede che sa le cose, mi dice sempre "se con le tecniche che ti insegno non superi l'ansia vuol dire che devi prendere farmaci". Che centrino qualcosa le varie sostanze che magari sono sballate? dopamina,serotonina,...)
E' possibile che l'ansia sia di "origine sconosciuta"?
Voglio dire...come è possibile che mi vengano tremori anche se sono tranquillo? Perchè mi viene l'ansia quando faccio cose che mi piacciono? Perchè ho paura di parlare anche con i miei amici (che so che non mi giudichirebbero mai) perchè sento che potrei dire qualcosa di sbagliato)? e cosi via..
So che qualcuno (come mi è già stato detto) potrebbe dirmi "finche ci pensi non ne esci,non è quello il punto". Io vorrei un parere medico sulla POSSIBILITA' che l'ansia sia di origine non solo psicologica
Cordiali saluti e grazie
Premesso: che ho fatto mille esami fisici per escludere "cause organiche" dell'ansia (non li sto a elencare tutti).
Premesso anche che sto assumendo: Valdoxan (per aiutarmi a dormire) e Elontril (per darmi voglia di fare) dietro consiglio del mio psichiatra.
Premesso anche che ho seguito una terapia psicologica per l'ansia e questo mi ha aiutato.. L'ho interrotta per un po (per mancanza di tempo e motivi economici) ma comunque ho appena contattato lo stesso psicologo per un'altro appuntamento.
Ho ancora 3 grossi problemi:
1) Ansia somatizzata (rigidità,problemi gastrointestinali,giramenti di testa..)
2) Agitazione (anche quando tutto va bene e sono sereno).
3) Depressione,intesa come calo dell'umore (nonostante prenda ben 2 antidepressivi! Anche se per altri scopo) momentanea (del tipo alcune ore).
Forse la verità è che non ho mai insegnato a vivere serenamente (perchè nessuno me l'ha mai insegnato forse).
Ma la DOMANDA che vorrei fare è la seguente: (la domanda sorge sia dall'esperienza sia dal fatto che il mio psicologo,che comunque si vede che sa le cose, mi dice sempre "se con le tecniche che ti insegno non superi l'ansia vuol dire che devi prendere farmaci". Che centrino qualcosa le varie sostanze che magari sono sballate? dopamina,serotonina,...)
E' possibile che l'ansia sia di "origine sconosciuta"?
Voglio dire...come è possibile che mi vengano tremori anche se sono tranquillo? Perchè mi viene l'ansia quando faccio cose che mi piacciono? Perchè ho paura di parlare anche con i miei amici (che so che non mi giudichirebbero mai) perchè sento che potrei dire qualcosa di sbagliato)? e cosi via..
So che qualcuno (come mi è già stato detto) potrebbe dirmi "finche ci pensi non ne esci,non è quello il punto". Io vorrei un parere medico sulla POSSIBILITA' che l'ansia sia di origine non solo psicologica
Cordiali saluti e grazie
[#1]
Gentile Signore, dallo 'storico' dei consulti da Lei richiesti si evince che Lei ha una lunga storia di disturbi di ansia. E depressione, ma da quello che dice ha uno psicologo e uno psichiatra che La stanno curando. . Si trova quindi nelle migliori condizioni. Investa nell'alleanza con il Suo psico terapeuta che La conosce di persona e sa indicarLe le ragioni della Sua ansia. L'ansia e' come la febbre, e' un sintomo a-specifico . La causa o le cause che la determinano sono individuale e anche la/le terapia/e.
Abbia fiducia percio' e speranza!
I migliori saluti.
Abbia fiducia percio' e speranza!
I migliori saluti.
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Gentile ragazzo, da quello che scrive mi pare di aver capito che abbia fatto già tutti gli esami medici per escludere una causa organica dell'ansia.
L'asia è qualcosa di molto utile nella vita di tutti i giorni, è il nostro "campanello d'allarme" che ci avverte quano c'è una minaccia in vista, ma può diventare assai disfunzione nel momento in cui si sente in un costante stato di attivazione.
Mi trovo d'accordo con la collega: sta intraprendendo un'ottima stada, ovvero sta seguendo un percorso sia psicologico che farmacologico.
Parli al suo terapeuta e al suo psichiatra delle cose che la preoccupano e di tutti i dubbi e domande che le vengono in mente; una buona alleanza terapeutica è il primo passo per il cambiamento positivo!
L'asia è qualcosa di molto utile nella vita di tutti i giorni, è il nostro "campanello d'allarme" che ci avverte quano c'è una minaccia in vista, ma può diventare assai disfunzione nel momento in cui si sente in un costante stato di attivazione.
Mi trovo d'accordo con la collega: sta intraprendendo un'ottima stada, ovvero sta seguendo un percorso sia psicologico che farmacologico.
Parli al suo terapeuta e al suo psichiatra delle cose che la preoccupano e di tutti i dubbi e domande che le vengono in mente; una buona alleanza terapeutica è il primo passo per il cambiamento positivo!
Dr.ssa Daniela Iannini
Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
[#3]
Gentile Ragazzo,
per quanto riguarda la valutazione dell' adeguatezza dei farmaci che sta assumendo (tipologia e dosi), se ritiene, può chiedere un parere ad un altro psichiatra, in modo da non aver dubbi su questo aspetto.
Rispetto la terapia psicologica, invece, da quanto tempo la sta effettuando? Di che orientamento si tratta? Quali obiettivi sono stati concordati col terapeuta e quali sono (almeno in parte) già stati raggiunti?
Può chiarire meglio la sua affermazione <<perchè nessuno me l'ha mai insegnato forse>>?
Cordiali saluti.
per quanto riguarda la valutazione dell' adeguatezza dei farmaci che sta assumendo (tipologia e dosi), se ritiene, può chiedere un parere ad un altro psichiatra, in modo da non aver dubbi su questo aspetto.
Rispetto la terapia psicologica, invece, da quanto tempo la sta effettuando? Di che orientamento si tratta? Quali obiettivi sono stati concordati col terapeuta e quali sono (almeno in parte) già stati raggiunti?
Può chiarire meglio la sua affermazione <<perchè nessuno me l'ha mai insegnato forse>>?
Cordiali saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#4]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, mi associo alle indicazioni fornite dalle colleghe, ma vorrei chiederle se lo psicologo con cui sta lavorando è anche psicoterapeuta, e se sì di che formazione (ad es., psicoanalista, cognitivo-comportamentale, strategico, etc.).
La domanda che ci pone, se ben comprendo, è "che cosa c'è dietro l'ansia".
Da un punto di vista cognitivo-comportamentale si potrebbe valutare se, nel suo caso, vi sono degli schemi di valutazione di sè stesso, degli altri e del mondo circostante che possono sostenere dei "modi di pensare" ansiosi.
Ad esempio, lei ci dice:
>>Perchè ho paura di parlare anche con i miei amici (che so che non mi giudichirebbero mai) perchè sento che potrei dire qualcosa di sbagliato)
In terapia cognitivo-comportamentale si potrebbe indagare cosa teme che possa accadere dicendo qualcosa di sbagliato.
A questo, in molti funzionamenti ansiosi si aggiungono una serie di pensieri e comportamenti volti ad evitare gli stati ansiosi (ad esempio, l'evitamento di situazioni in cui si teme di essere in ansia o il ricorso a pensieri "tranquillizzanti").
Per rimanere all'esempio tratto dalla sua affermazione, potrebbe cominciare a pensare qualcosa del tipo "devo stare attento a quello che dico per non sbagliare": se così fosse, potrebbe mettere in atto delle strategie (ad esempio, parlare poco o monitorare attentamente quello che dice) che avrebbero il risultato di dare maggior forza alla sua paura di dire qualcosa di sbagliato.
Tutte queste ipotesi (sono solo esempi, non so se si adattano alla sua situazione) fanno parte di una metodologia di lavoro, quella cognitivo-comportamentale; ma ne esistono altre, a volte anche molto diverse.
L'importante è che l'utente sia adeguatamente a conoscenza del tipo di lavoro che sta facendo con il professionista che lo segue.
Cordialmente
La domanda che ci pone, se ben comprendo, è "che cosa c'è dietro l'ansia".
Da un punto di vista cognitivo-comportamentale si potrebbe valutare se, nel suo caso, vi sono degli schemi di valutazione di sè stesso, degli altri e del mondo circostante che possono sostenere dei "modi di pensare" ansiosi.
Ad esempio, lei ci dice:
>>Perchè ho paura di parlare anche con i miei amici (che so che non mi giudichirebbero mai) perchè sento che potrei dire qualcosa di sbagliato)
In terapia cognitivo-comportamentale si potrebbe indagare cosa teme che possa accadere dicendo qualcosa di sbagliato.
A questo, in molti funzionamenti ansiosi si aggiungono una serie di pensieri e comportamenti volti ad evitare gli stati ansiosi (ad esempio, l'evitamento di situazioni in cui si teme di essere in ansia o il ricorso a pensieri "tranquillizzanti").
Per rimanere all'esempio tratto dalla sua affermazione, potrebbe cominciare a pensare qualcosa del tipo "devo stare attento a quello che dico per non sbagliare": se così fosse, potrebbe mettere in atto delle strategie (ad esempio, parlare poco o monitorare attentamente quello che dice) che avrebbero il risultato di dare maggior forza alla sua paura di dire qualcosa di sbagliato.
Tutte queste ipotesi (sono solo esempi, non so se si adattano alla sua situazione) fanno parte di una metodologia di lavoro, quella cognitivo-comportamentale; ma ne esistono altre, a volte anche molto diverse.
L'importante è che l'utente sia adeguatamente a conoscenza del tipo di lavoro che sta facendo con il professionista che lo segue.
Cordialmente
[#5]
Utente
Gentili medici,
Vi ringrazio molto per le risposte e i consigli
Qui sotto scrivo le risposte alle domande che mi avete posto:
1) Dottoressa Paola:
Rispetto la terapia psicologica, invece, da quanto tempo la sta effettuando? Di che orientamento si tratta? Quali obiettivi sono stati concordati col terapeuta e quali sono (almeno in parte) già stati raggiunti?
Può chiarire meglio la sua affermazione <<perchè nessuno me l'ha mai insegnato forse>>?
==>
- La terapia psicologica l'ho fatta per circa un mese e mezzo (sono all'astero in Spagna),poi sono tornato in Italia (per un mese) e adesso sono tornato in Spagna e vorrei riprenderla (anche se purtroppo ho il doppio degli impegni di prima quindi anche solo trovare un'ora per lo psicologo può essere un problema).
- Non capisco cosa intende per orientamento (forse quello che diceva l'altro collega su che tipo di specializzazione ha lo psicologo?)
- Non mi risulta ci siano "chiari obbiettivi" se non insegnarmi un insieme di tecniche atte a imparare a non essere ansioso.
- Risultati raggiunti: più serenità,miglior controllo (non totale) degli effetti psicosomatici e meno (ma non totale) proiezione al futuro.
- <<Nessuno me l'ha mai insegnato>>: Voglio dire che io prendo farmaci da oltre 8 anni,sono stato in comunità,ho sempre avuto un rapporto conflittuale con i miei genitori.. e,tutto quello che ricordo (quello che ho vissuto prima dei 10 anni praticamente non me lo ricordo neanche più) è una storia di ansia,problemi sociali (ovvero fare più fatica dei miei coetanei) a fare e mantenere amicizie ecc..
2) Dr. Gianluca Cali':
- I consigli che lei ha qui riportato sono molto simili a quelli riportati dal mio psicologo.
Di fatto pero non sono sufficienti (ed è questo il motivo della domanda posta "può essere una questione chimica?"),ad esempio mi capita spesso,magari appena svegliato o dopo di avere tremori (fino ad avere difficoltà a maneggiare oggetti!) alle mani e forte rigidità.
- Per quanto riguarda la specializzazione dello psicologo: evinco solo che è "specializzato in psicologia"(dal suo biglietto da visita) e se non ricordo male nel suo studio ha un "quadretto" con scritto "in psicologia e psicoterapia".
Poi,da quanto mi ha detto lui (sempre se non ricordo male) tutte le "correnti" sono incluse..nel senso che io vedo i suoi consigli quelli di una terapia tecnica-comportamentale.
Elenco qui i consigli che mi ha insegnato per spiegarmi meglio (li riporto copia-incolla da alcuni miei appunti) :
--> Se mi rendo conto che sto pensando troppo "al dopo" (non sempre ce ne si accorge subito) mi dico "fermati,ce la puoi fare,rilassati che se stai bene poi sarai più produttivo. Adesso sei al sicuro,qui nessuno può farti del male").
--> Quando sto proprio male psicoligicamente/fisicamente penso "la vita è bella!" ed elenco i vari motivi per cui mi piace (la natura,viaggiare,...). Per simboleggiare questo mi sono fatto anche un tatuaggio sulla schiena! (un delfino con un colibri,un sole con il kanji giapponese di "purezza").
--> Quando individuo uno specifico motivo che mi preoccupa applico due tecniche che mi sono state insegnate da uno psicologo.
1. DISTRAZIONE COGNITIVA: Penso ad altro,faccio qualcosa che mi piace,esco,...
2. C'E' evidenza? . Se l'ansia è data da un problema specifico mi chiedo. "C'è evidenza che questo sia un problema reale?" e rispondo si/no. Se rispondo SI proseguo e mi chiedo --> "Ok è un problema,ci sono delle conseguenze?" --> si/no --> Se si --> "è utile che mi preoccupo per questo?" (e quindi il "problema se ne va" perchè preoccuparsi per qualcosa NON serve MAI).
Spero di aver spiegato tutto bene e se avete qualche ulteriore consiglio (anche orientativo) da darmi vi ringrazio molto.
Un cordiale saluto
Vi ringrazio molto per le risposte e i consigli
Qui sotto scrivo le risposte alle domande che mi avete posto:
1) Dottoressa Paola:
Rispetto la terapia psicologica, invece, da quanto tempo la sta effettuando? Di che orientamento si tratta? Quali obiettivi sono stati concordati col terapeuta e quali sono (almeno in parte) già stati raggiunti?
Può chiarire meglio la sua affermazione <<perchè nessuno me l'ha mai insegnato forse>>?
==>
- La terapia psicologica l'ho fatta per circa un mese e mezzo (sono all'astero in Spagna),poi sono tornato in Italia (per un mese) e adesso sono tornato in Spagna e vorrei riprenderla (anche se purtroppo ho il doppio degli impegni di prima quindi anche solo trovare un'ora per lo psicologo può essere un problema).
- Non capisco cosa intende per orientamento (forse quello che diceva l'altro collega su che tipo di specializzazione ha lo psicologo?)
- Non mi risulta ci siano "chiari obbiettivi" se non insegnarmi un insieme di tecniche atte a imparare a non essere ansioso.
- Risultati raggiunti: più serenità,miglior controllo (non totale) degli effetti psicosomatici e meno (ma non totale) proiezione al futuro.
- <<Nessuno me l'ha mai insegnato>>: Voglio dire che io prendo farmaci da oltre 8 anni,sono stato in comunità,ho sempre avuto un rapporto conflittuale con i miei genitori.. e,tutto quello che ricordo (quello che ho vissuto prima dei 10 anni praticamente non me lo ricordo neanche più) è una storia di ansia,problemi sociali (ovvero fare più fatica dei miei coetanei) a fare e mantenere amicizie ecc..
2) Dr. Gianluca Cali':
- I consigli che lei ha qui riportato sono molto simili a quelli riportati dal mio psicologo.
Di fatto pero non sono sufficienti (ed è questo il motivo della domanda posta "può essere una questione chimica?"),ad esempio mi capita spesso,magari appena svegliato o dopo di avere tremori (fino ad avere difficoltà a maneggiare oggetti!) alle mani e forte rigidità.
- Per quanto riguarda la specializzazione dello psicologo: evinco solo che è "specializzato in psicologia"(dal suo biglietto da visita) e se non ricordo male nel suo studio ha un "quadretto" con scritto "in psicologia e psicoterapia".
Poi,da quanto mi ha detto lui (sempre se non ricordo male) tutte le "correnti" sono incluse..nel senso che io vedo i suoi consigli quelli di una terapia tecnica-comportamentale.
Elenco qui i consigli che mi ha insegnato per spiegarmi meglio (li riporto copia-incolla da alcuni miei appunti) :
--> Se mi rendo conto che sto pensando troppo "al dopo" (non sempre ce ne si accorge subito) mi dico "fermati,ce la puoi fare,rilassati che se stai bene poi sarai più produttivo. Adesso sei al sicuro,qui nessuno può farti del male").
--> Quando sto proprio male psicoligicamente/fisicamente penso "la vita è bella!" ed elenco i vari motivi per cui mi piace (la natura,viaggiare,...). Per simboleggiare questo mi sono fatto anche un tatuaggio sulla schiena! (un delfino con un colibri,un sole con il kanji giapponese di "purezza").
--> Quando individuo uno specifico motivo che mi preoccupa applico due tecniche che mi sono state insegnate da uno psicologo.
1. DISTRAZIONE COGNITIVA: Penso ad altro,faccio qualcosa che mi piace,esco,...
2. C'E' evidenza? . Se l'ansia è data da un problema specifico mi chiedo. "C'è evidenza che questo sia un problema reale?" e rispondo si/no. Se rispondo SI proseguo e mi chiedo --> "Ok è un problema,ci sono delle conseguenze?" --> si/no --> Se si --> "è utile che mi preoccupo per questo?" (e quindi il "problema se ne va" perchè preoccuparsi per qualcosa NON serve MAI).
Spero di aver spiegato tutto bene e se avete qualche ulteriore consiglio (anche orientativo) da darmi vi ringrazio molto.
Un cordiale saluto
[#6]
Gentile Utente,
come mai è stato in una comunità? Da otto anni assume farmaci per la cura dell'ansia e della depressione?
Ha già effettuato visite mediche per escludere disturbi organici?
Se vuole può leggere questo articolo:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1633-asportazione-chirurgica-dello-stato-ansioso.html
Cordiali saluti,
come mai è stato in una comunità? Da otto anni assume farmaci per la cura dell'ansia e della depressione?
Ha già effettuato visite mediche per escludere disturbi organici?
Se vuole può leggere questo articolo:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1633-asportazione-chirurgica-dello-stato-ansioso.html
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#7]
Utente
Ecco le rispote:
- Sono stato in comunità per ordine del tribunale minorile (disturbo ossessivo-compulsivo e rapporto conflittuale con i miei genitori)
- Ho presso diversi tipi di farmaci (di cui alcuni probabilmente prescrittimi,secondo quanto mi hanno detto,perchp non potevano darmi "altro" essendo minorenne):ansiolitici,seroquel,carbolithium,zoloft
- Come ho precisato ho fatto centinaia (letteralmente) di esami medici (analisi e anche cose più invasive come TAC e gastroscopia)
Ho visto l'articolo e sono d'accordo con quello che è scritto,ma è proprio quello che non riesco a fare.
- Sono stato in comunità per ordine del tribunale minorile (disturbo ossessivo-compulsivo e rapporto conflittuale con i miei genitori)
- Ho presso diversi tipi di farmaci (di cui alcuni probabilmente prescrittimi,secondo quanto mi hanno detto,perchp non potevano darmi "altro" essendo minorenne):ansiolitici,seroquel,carbolithium,zoloft
- Come ho precisato ho fatto centinaia (letteralmente) di esami medici (analisi e anche cose più invasive come TAC e gastroscopia)
Ho visto l'articolo e sono d'accordo con quello che è scritto,ma è proprio quello che non riesco a fare.
[#8]
Psicologo, Psicoterapeuta
>>I consigli che lei ha qui riportato sono molto simili a quelli riportati dal mio psicologo.
Di fatto pero non sono sufficienti (ed è questo il motivo della domanda posta "può essere una questione chimica?"),ad esempio mi capita spesso,magari appena svegliato o dopo di avere tremori (fino ad avere difficoltà a maneggiare oggetti!) alle mani e forte rigidità
Gentile utente, non le ho riportato "consigli", le ho solo illustrato alcune ipotesi per spiegarle come si lavora all'interno di un certo orientamento. Nessuna delle ipotesi che le ho esposto rappresenta un consiglio su "cosa fare o pensare", primo perchè non offriamo un servizio di terapia online, e secondo perchè queste operazioni si effettuano all'interno di un percorso di persona.
>>tutte le "correnti" sono incluse..nel senso che io vedo i suoi consigli quelli di una terapia tecnica-comportamentale
In genere, chi si specializzi in psicoterapia lo fa seguendo un indirizzo teorico di riferimento (a cui magari aggiunge una doppia specializzazione o alcune tecniche da altri repertori). Se lei stesse effettuando una terapia cognitivo-comportamentale o comportamentale probabilmente lo saprebbe.
>>Non mi risulta ci siano "chiari obbiettivi" se non insegnarmi un insieme di tecniche atte a imparare a non essere ansioso
E' possibile che non le siano sufficientemente chiari gli obiettivi del percorso terapeutico. "Non essere ansioso", in genere, non è un obiettivo: è il desiderio di chi si rivolge ad una terapia, e spesso è proprio uno dei primi pensieri ad essere messo in discussione.
Allego alcuni link che trattano temi che possono esserle utili:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Cordialmente
Di fatto pero non sono sufficienti (ed è questo il motivo della domanda posta "può essere una questione chimica?"),ad esempio mi capita spesso,magari appena svegliato o dopo di avere tremori (fino ad avere difficoltà a maneggiare oggetti!) alle mani e forte rigidità
Gentile utente, non le ho riportato "consigli", le ho solo illustrato alcune ipotesi per spiegarle come si lavora all'interno di un certo orientamento. Nessuna delle ipotesi che le ho esposto rappresenta un consiglio su "cosa fare o pensare", primo perchè non offriamo un servizio di terapia online, e secondo perchè queste operazioni si effettuano all'interno di un percorso di persona.
>>tutte le "correnti" sono incluse..nel senso che io vedo i suoi consigli quelli di una terapia tecnica-comportamentale
In genere, chi si specializzi in psicoterapia lo fa seguendo un indirizzo teorico di riferimento (a cui magari aggiunge una doppia specializzazione o alcune tecniche da altri repertori). Se lei stesse effettuando una terapia cognitivo-comportamentale o comportamentale probabilmente lo saprebbe.
>>Non mi risulta ci siano "chiari obbiettivi" se non insegnarmi un insieme di tecniche atte a imparare a non essere ansioso
E' possibile che non le siano sufficientemente chiari gli obiettivi del percorso terapeutico. "Non essere ansioso", in genere, non è un obiettivo: è il desiderio di chi si rivolge ad una terapia, e spesso è proprio uno dei primi pensieri ad essere messo in discussione.
Allego alcuni link che trattano temi che possono esserle utili:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 12.2k visite dal 11/02/2012.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.