Ansia, depressione e gravidanza

Buongiorno dottori,
mi rivolgo a voi per un parere, un aiuto.
Ho circa 30 anni, sono sempre stata una persona molto ansiosa, tendente alle preoccupazioni e anche un pò ipocondriaca.
A Maggio 2011 una notte in cui ero sola in casa ho avuto una forte crisi d'ansia quasi sfociata in panico. Mi sono rivolta a uno specialista psichiatra che appunto mi ha diagnosticato un disturbo d'ansia con una depressione lieve.
Con una cura consistente in 20 mg fi daparox al giorno e 20 gocce di valium al bisogno abbinati a una psicoterapia, in 4 mesi stavo decisamente meglio.
A novembre ho scoperto di essere incinta e d'accordo con il ginecologo ho scalato tutte le medicine in un mesetto, con qualche effetto di sospensione.
Da allora l'ansia non ha smesso mai di "essere presente" ma devo dire che in questi 2 mesi l'ho tenuta sotto controllo. Fino alla settimana scorsa: mi sono messa a letto con un'influenza e forse complice lo stare sola tutta la giornata da domenica sto di nuovo maluccio: all'ansia si è aggiunto il calo dell'umore e la voglia di non fare nulla.
Al mattino vengo a lavoro per non abbattermi, ma sono molto svogliata. Ho poca voglia di uscire e spesso mi viene da piangere. Mio marito cerca di spronarmi ma è contrario a che prenda farmaci in gravidanza.
Allo stesso tempo ho "rotto" con la mia terapista perchè dopo 6 mesi non trovavo supporto, lei è una cognitivista specializzata in tecniche di mindfulness, una pratica che io non riesco a fare mia.
Adesso sono alla ricerca di un nuovo terapista che spero mi possa aiutare....ma non è facile trovarne uno nuovo di cui fidarsi. Ho tanta paura di saltellare da un medico all'altro e non guarire mai.In più mi sento molto in colpa perchè essendo incinta mi sento in dovere di godermi la gravidanza e non lasciarmi andare.
Che tipo di terapia potrebbe fare al caso mio?

vi ringrazio per la pazienza.
[#1]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile signora,

è difficile consigliarle un tipo di terapia piuttosto che un altro perchè solo quando incontrerà di persona lo psicologo al quale si rivolgerà si potrà rendere conto di come si trova - e trovarsi bene con il professionista dal quale si è seguiti è un requisito indispensabile perchè una percorso psicologico dia i suoi frutti.

DI conseguenza non le resta che prendere contato con un altro nostro collega, possibilmente quanto prima perchè l'ansia e la depressione in gravidanza fanno male sia alla mamma che al bambino.
Non ha davvero nessun motivo per sentirsi in colpa perchè questo malessere non è certo colpa sua e può concentrasi sulla ricerca di un professionista che possa occuparsi del suo caso.

Lo psichiatra ha indicato come tassativa la sospensione del farmaco?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
Utente
Utente
Gentile dott.ssa,
la ringrazio.
no lo psichiatra non esclude l'uso di farmaci, in quanto mi dice che essendo passato il primo trimestre della gravidanza e andando verso il terzo ci sono farmaci assumibili.

Il mio problema è che mio marito è molto contrario e non vorrei creare un ulteriore fonte di tensione con lui.

Lunedi devo in ogni caso contattare il ginecologo per spiegargli la situazione perchè non vorrei creare danni anche al bambino.

Adesso ho reperito i nomi di qualche psicologo, il mio problema è che non abito nel mio paese natale e qui non conosco molte persone.

Saluti.
[#3]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"il mio problema è che non abito nel mio paese natale e qui non conosco molte persone"

Intende dire che avrebbe bisogno di essere accompagnata in seduta e suo marito non ha tempo per farlo?

Se potrà evitare di assumere farmaci lo faccia, ma se lo stato di ansia è tale da provocarle un marcato malessere sarà sempre meglio riparlarne con il suo psichiatra piuttosto che far soffrire il feto per l'iperproduzione di ormoni come il cortisolo che gli arrivano attraverso il cordone ombelicale.

"non vorrei creare un ulteriore fonte di tensione con lui"

Quali altri motivi di tensione ci sono fra voi in questo momento?
[#4]
Utente
Utente
No, non intendevo che lui non può accompagnarmi.
E' che essendo molto lontani da casa, in un posto dove non abbiamo molto riferimenti mi è difficile capire a chi rivolgermi per non sprecare altro tempo.

In linea generale io e mio marito andiamo molto daccordo, lui mi sostiene molto. Ma probabilmente per carattere non è capace di accettare al 100% questo mio malessere e il fatto che vada curato anche con farmaci.

Lui ritiene che facendomi forza e con un bravo psicologo posso farcela. Io non lo escludo però non so come agire nell'immediato.
[#5]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile signora,

può dirci qualcosa di più sulla psicoterapia che ha interrotto? Venivano utilizzate tecniche di mindfulness durante le sedute?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#6]
Utente
Utente
Si certo.

All'inizio la terapia prevedeva una valutazione dei sintomi, e anche lì emerse un quadro di ansia molto forte associata a depressione lieve.
Poi si è fatto un lavoro sui pensieri distorsivi, di paura che l'ansia provocava: come paure di perdere il controllo, di impazzire o di fare del male.
La terapeuta ha cercato di farmi degli esempio spiegandomi che la mente ci fa credere tutto possibile ma non è vero.

Passata questa fase in concomitanza con l'effetto positivo dell'antidepressivo e conseguente mio miglioramento siamo passati alla pratica durante le sedute.
La pratica mi veniva assegnata poi per casa e al mio ritorno ogni 15 giorni dovevo riferire le sensazioni provate.

Il mio problema era duplice: lo scarso tempo che impiegavo a casa e il fatto che quando sono molto agitata mi riesce difficile state ferma a osservare la mente.

Con questo non voglio mettere in dubbio l'efficacia della terapia non essendo un'esperta, ma non ho trovato che fosse idonea alle mie esigenze.
[#7]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Signora,
La gravidanza e" sempre un momento estremamente delicato sia per il bagno ormonale, che per le modificazioni corporee, che per il senso di responsabilita' ed ansia sperimentate, lo e' anor di piu', quando vi e'' uno storico di disturbi d' ansia e depressione.
La scelta del terapeuta, e' sempre una scelta soggettiva e personale, nessuno di noi puo' suggerirle il da farsi, ma dopo qualche colloquio propedeutico, potra' gia' comprendere se il clinico da lei scelto, va per lei, sia per l' empatia provata, che per il clima di alleanza terapeutica che si verra' a creare.
Cari saluti e tantissimi auguri .

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#8]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"si è fatto un lavoro sui pensieri distorsivi, di paura che l'ansia provocava: come paure di perdere il controllo, di impazzire o di fare del male..."

Da come descrive il trattamento sembrerebbe adeguato alla gestione di un disturbo d'ansia, in cui il focus deve riguardare principalmente le convinzioni e le credenze che generano e mantengono l'ansia, e non tanto i sintomi perchè, nei disturbi d'ansia, più si trattano i sintomi e più si amplificano.

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1384-e-davvero-psicoterapia-cognitivo-comportamentale.html

Le tecniche di mindfulness, mi pare di capire, non sono state utilizzate...

Io ritengo che, per tirare le somme, i prossimi passi possono essere:

- la terapia farmacologica deve rivederla il medico psichiatra, fermo restando che solitamente gli ansiolitici attorno al 7-8 mese di gravidanza devono essere interrotti

- una buona psicoterapia efficace per l'ansia, come quella di tipo cognitivo-comportamentale, sarebbe indicata, sia per lavorare sull'ansia sia per fornirLe ulteriori strumenti per stare bene quando sarà mamma. Tenga presente che le psicoterapie di tipo cognitivo-comportamentale non sono magiche e hanno bisogno del loro tempo per agire e della massima aderenza alle prescrizioni da parte del paziente. Sarebbe interessante capire che cosa non ha funzionato nella Sua terapia.

- un po' di psicoeducazione anche a Suo marito non farebbe male, sia per la questione dei farmaci che, in alcune occasioni e determinati disturbi, sono necessari, sia per per capire come starLe accanto. Spesso sono proprio i parenti dei pazienti a patire moltissimo il disagio del congiunto.

Le segnalo a tal proposito un articolo:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1583-depressione-patologia-o-poca-forza-di-volonta.html

Un cordiale saluto,
[#9]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Signora,
per farsi un'idea sui vari orientamenti terapeutici può leggere questo articolo al link
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#10]
Utente
Utente
Gentili dottori vi ringrazio per risposte e spunti che mi saranno senz'altro utili.

Rispondo alla dr.ssa Pelaci: sicuramente la prima parte della terapia focalizzata sui sintomi d'ansia è stata molto utile, tuttavia non è corretto dire che la pratica non è stata usata. Passata questa prima fase le sedute erano incentrate sulla pratica del body scan o sull'osservazione del respiro o della mente
.
In più io non penso che la psicoterapia abbia formule magiche, perchè tanto dipende dalla forza di volontà di ognuno, ma non ho ritenuto idoneo per me un metodo che si focalizza solo su queste pratiche, che ritengo comunque interessanti.

Per quanto riguarda mio marito le dò ragione, ma credo che lui non entrerebbe mai nello studio di uno psicologo e mi rendo conto che per come è fatto fa quello che può.

Settimana prossima comincerò la nuova terapia, vi terrò aggiornati.

Saluti.

[#11]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Da quanto scrive pare sia mancata in quella terapia la fase successiva, ovvero la problematicizzazione delle convinzioni e credenze disfunzionali sull'ansia e la pratica, cioè come affrontare gli stimoli ansiogeni. Va bene assegnare i compiti, ma per non amplificare i sintomi una buona TCC prevede parallelamente un lavoro sulle idee e convinzioni che mentengono il problema. Quindi tutto utile, ma credo dovrebbe indicare al Suo "nuovo" terapeuta gli insuccessi di questa terapia e le difficoltà incontrate.

Spero possa risolvere definitivamente il Suo disagio con la nuova terapia.
Certamente attendiamo Sue notizie.

Auguri per tutto.
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