Sessualità e fantasie
Buonasera, torno a scrivere in questo sito perchè in passato gli specialisti a cui mi sono rivolta, qui, mi hanno dato sempre risposte molto valide.
Sto insieme a un ragazzo che amo e che mi ama e tra noi c'è molta intesa a livello caratteriale, di interessi e affettivo. La sessualità va bene, lui riesce sempre a farmi star bene (e anche a farmi giungere all'orgasmo, cosa che prima di star con lui succedeva raramente -durante i rapporti- col mio ex) durante il rapporto... però c'è una cosa che non riesco a capire: il mio ragazzo non ama che io gli dica determinate cose..cose che a volte dico per "provocarlo" (ma non in modo volgare!) e fargli capire che ho voglia di intimità con lui..a me questa cosa fa sentire stupida e fuori luogo e mi vengono dubbi sul fatto che lui mi desideri come io desidero lui, anche se nel concreto poi vedo e so che mi desidera eccome.
Abbiamo affrontato + volte l'argomento e lui mi dice semplicemente che "lui è fatto così" e si sente un po' a disagio di parlare di certe cose e preferisce "fare".
Un'altra cosa che ho notato è che, quando gli chiedo scherzosamente di fare determinate cose (ad esempio, cambiare posizione -scusate se sono cosi esplicita, ma è per farvi capire!) lui sembra non volere... ma vuole solo quando "si sente pronto" o gli va. Ha 3 anni meno di me..ho pensato che questo potesse centrare, inizialmente, per un discorso di esperienza ma ora stiamo insieme da + di 2 anni e l'intesa si è creata ed è solida.
Vi chiedo quindi da cosa può dipendere questa sua chiusura nei miei confronti e cosa posso fare per risolvere il problema.
Un'altra cosa che vi vorrei chiedere è: è "normale" che io abbia, a volte -da un paio di settimane- fantasie sul fatto di avere dei rapporti sessuali con ragazze? Sono sempre stata etero e non sono mai stata attratta da femmine..come mai ogni tanto mi capitano queste fantasie?
Dopo mi viene da chiedermi: "oddio, non è che mi piacciono le ragazze?"--> e poi mi verrebbe da "far le prove" e guardare una ragazza per capire che non sono attratta da lei...ma siccome ho sofferto di ipocondria e disturbo ossessivo in passato (ora l'ho superato, diciamo che qualche domanda ossessiva mi torna nei giorni o nei periodi di forte stress, come questo che sto vivendo ora per tanti motivi) non vorrei alimentare il pensiero cosi facendo.
Quindi vi chiedo: è possibile che questo sia un segnale del fatto che mi piacciono le ragazze? Oppure è una specie di paura-ossessiva? Come si distingue? Io sono sicura di essere etero ma in quei momenti mi assale il dubbio e per fortuna ho imparato a gestire i pensieri ossessivi e a lasciarli scorrere...
Grazie e scusate se mi sono dilungata.
Sto insieme a un ragazzo che amo e che mi ama e tra noi c'è molta intesa a livello caratteriale, di interessi e affettivo. La sessualità va bene, lui riesce sempre a farmi star bene (e anche a farmi giungere all'orgasmo, cosa che prima di star con lui succedeva raramente -durante i rapporti- col mio ex) durante il rapporto... però c'è una cosa che non riesco a capire: il mio ragazzo non ama che io gli dica determinate cose..cose che a volte dico per "provocarlo" (ma non in modo volgare!) e fargli capire che ho voglia di intimità con lui..a me questa cosa fa sentire stupida e fuori luogo e mi vengono dubbi sul fatto che lui mi desideri come io desidero lui, anche se nel concreto poi vedo e so che mi desidera eccome.
Abbiamo affrontato + volte l'argomento e lui mi dice semplicemente che "lui è fatto così" e si sente un po' a disagio di parlare di certe cose e preferisce "fare".
Un'altra cosa che ho notato è che, quando gli chiedo scherzosamente di fare determinate cose (ad esempio, cambiare posizione -scusate se sono cosi esplicita, ma è per farvi capire!) lui sembra non volere... ma vuole solo quando "si sente pronto" o gli va. Ha 3 anni meno di me..ho pensato che questo potesse centrare, inizialmente, per un discorso di esperienza ma ora stiamo insieme da + di 2 anni e l'intesa si è creata ed è solida.
Vi chiedo quindi da cosa può dipendere questa sua chiusura nei miei confronti e cosa posso fare per risolvere il problema.
Un'altra cosa che vi vorrei chiedere è: è "normale" che io abbia, a volte -da un paio di settimane- fantasie sul fatto di avere dei rapporti sessuali con ragazze? Sono sempre stata etero e non sono mai stata attratta da femmine..come mai ogni tanto mi capitano queste fantasie?
Dopo mi viene da chiedermi: "oddio, non è che mi piacciono le ragazze?"--> e poi mi verrebbe da "far le prove" e guardare una ragazza per capire che non sono attratta da lei...ma siccome ho sofferto di ipocondria e disturbo ossessivo in passato (ora l'ho superato, diciamo che qualche domanda ossessiva mi torna nei giorni o nei periodi di forte stress, come questo che sto vivendo ora per tanti motivi) non vorrei alimentare il pensiero cosi facendo.
Quindi vi chiedo: è possibile che questo sia un segnale del fatto che mi piacciono le ragazze? Oppure è una specie di paura-ossessiva? Come si distingue? Io sono sicura di essere etero ma in quei momenti mi assale il dubbio e per fortuna ho imparato a gestire i pensieri ossessivi e a lasciarli scorrere...
Grazie e scusate se mi sono dilungata.
[#1]
Gentile utente,
è possibile che quanto ci ha riferito sul suo ragazzo sia effettivamente una sua caratteristica e che non abbia a che fare con lei, nel senso che non è provocata dal fatto che è lei la sua partner, ma si manifesterebbe con qualunque altra ragazza.
Forse le sembra strano che un ragazzo appaia imbarazzato o impacciato in certi momenti, ma è possibile che lo sia senza che questo abbia particolari significati rispetto al desiderio che prova nei suoi confronti.
Lei ha molta più esperienza di lui, oltre ad essere più grande?
Se la situazione fosse fonte di particolare disagio potrete richiedere una consulenza di coppia, ma prima di tutto vorrei domandarle come mai insiste con comportamenti che lo mettono a disagio, se sa che lo mettono a disagio.
La sua seconda domanda è tipica del disturbo del quale ci dice di aver sofferto: è un tipico dubbio ossessivo che si organizza attorno a tematiche sessuali e in particolare attorno al tema dell'omosessualità.
Lei si ritiene "guarita", ma vorrei sapere se ha effettuato una psicoterapia o se la sua è solamente un'impressione dettata dal temporaneo attenuarsi della sintomatologia ossessiva.
Come stanno le cose?
è possibile che quanto ci ha riferito sul suo ragazzo sia effettivamente una sua caratteristica e che non abbia a che fare con lei, nel senso che non è provocata dal fatto che è lei la sua partner, ma si manifesterebbe con qualunque altra ragazza.
Forse le sembra strano che un ragazzo appaia imbarazzato o impacciato in certi momenti, ma è possibile che lo sia senza che questo abbia particolari significati rispetto al desiderio che prova nei suoi confronti.
Lei ha molta più esperienza di lui, oltre ad essere più grande?
Se la situazione fosse fonte di particolare disagio potrete richiedere una consulenza di coppia, ma prima di tutto vorrei domandarle come mai insiste con comportamenti che lo mettono a disagio, se sa che lo mettono a disagio.
La sua seconda domanda è tipica del disturbo del quale ci dice di aver sofferto: è un tipico dubbio ossessivo che si organizza attorno a tematiche sessuali e in particolare attorno al tema dell'omosessualità.
Lei si ritiene "guarita", ma vorrei sapere se ha effettuato una psicoterapia o se la sua è solamente un'impressione dettata dal temporaneo attenuarsi della sintomatologia ossessiva.
Come stanno le cose?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Grazie dottoressa Massaro.
Sono in psicoterapia da tre anni, iniziai ad andare dalla mia psicoterapeuta quando mi si manifestarono per la prima volta attacchi di panico e ossessioni ipocondriache.
Ho anche intrapreso una cura farmacologica con Cipralex sotto controllo dello psichiatra e lui stesso, ritenendomi ormai praticamente "a posto", dopo 1 anno e mezzo a dosaggio pieno ha deciso di scalarmi gradualmente il farmaco fino a 5gocce al giorno x poi toglierlo definitivamente verso fine 2012.
Gli obiettivi che ci siamo date in psicoterapia miravano al riconoscimento delle mie emozioni e alla gestione dei pensieri ossessivi, oltre che alla loro comprensione (la mia terapeuta è di orientamento dinamico e psico-corporeo).
Non so se posso dirmi "guarita" dal disturbo, nel senso che noto che quando vivo periodi di grosso stress (sto prendendo una seconda laurea e lavoro) capita qualche giorno in cui le rimuginazioni tornano a farmi visita, anche se molto molto più attenuate di un tempo.
So anche che non dovrei mai discutere i contenuti delle ossessioni e che anche chiedervi un consulto sarebbe da evitare, poichè dovrei chiederlo alla mia terapeuta. Però non la vedo da un mese, xche' mi ha distanziato enormemente le sedute visti i miei progressi, e volevo avere un vostro parere.
Il disturbo ossessivo probabilmente farà sempre parte di me, poichè non credo si possa guarire da esso, ma solo accettarlo e godere dei momenti di benessere facendo in modo che siano sempre maggiori rispetto a quelli di malessere. Sbaglio?
P.s. lei mi chiede perchè continuo a metterlo in imbarazzo nonostante lui mi abbia detto che non gradisce parlarne.. mi ha dato uno spunto di riflessione, la ringrazio. Ci penserò su.. forse a volte è quasi un modo sottile per "punirlo" del fatto che non mi dà quel che vorrei.
P.s.2 Si io ho + esperienza di lui ,xche prima di lui ho avuto una relazione di 6 anni con un altro ragazzo mentre il mio attuale ragazzo ha avuto solo storielle molto brevi e presumo che certe cose non le abbia mai fatte non avendo avuto l'opportunità di entrare in confidenza e sintonia con queste ragazze...
Sono in psicoterapia da tre anni, iniziai ad andare dalla mia psicoterapeuta quando mi si manifestarono per la prima volta attacchi di panico e ossessioni ipocondriache.
Ho anche intrapreso una cura farmacologica con Cipralex sotto controllo dello psichiatra e lui stesso, ritenendomi ormai praticamente "a posto", dopo 1 anno e mezzo a dosaggio pieno ha deciso di scalarmi gradualmente il farmaco fino a 5gocce al giorno x poi toglierlo definitivamente verso fine 2012.
Gli obiettivi che ci siamo date in psicoterapia miravano al riconoscimento delle mie emozioni e alla gestione dei pensieri ossessivi, oltre che alla loro comprensione (la mia terapeuta è di orientamento dinamico e psico-corporeo).
Non so se posso dirmi "guarita" dal disturbo, nel senso che noto che quando vivo periodi di grosso stress (sto prendendo una seconda laurea e lavoro) capita qualche giorno in cui le rimuginazioni tornano a farmi visita, anche se molto molto più attenuate di un tempo.
So anche che non dovrei mai discutere i contenuti delle ossessioni e che anche chiedervi un consulto sarebbe da evitare, poichè dovrei chiederlo alla mia terapeuta. Però non la vedo da un mese, xche' mi ha distanziato enormemente le sedute visti i miei progressi, e volevo avere un vostro parere.
Il disturbo ossessivo probabilmente farà sempre parte di me, poichè non credo si possa guarire da esso, ma solo accettarlo e godere dei momenti di benessere facendo in modo che siano sempre maggiori rispetto a quelli di malessere. Sbaglio?
P.s. lei mi chiede perchè continuo a metterlo in imbarazzo nonostante lui mi abbia detto che non gradisce parlarne.. mi ha dato uno spunto di riflessione, la ringrazio. Ci penserò su.. forse a volte è quasi un modo sottile per "punirlo" del fatto che non mi dà quel che vorrei.
P.s.2 Si io ho + esperienza di lui ,xche prima di lui ho avuto una relazione di 6 anni con un altro ragazzo mentre il mio attuale ragazzo ha avuto solo storielle molto brevi e presumo che certe cose non le abbia mai fatte non avendo avuto l'opportunità di entrare in confidenza e sintonia con queste ragazze...
[#3]
Gentile utente,
tenga presente che una appagante sessualità di coppia richiede un "alfabeto" comune, che deve trovare il tempo di essere dai due partner assimilato.
Non è scontato che all'intesa su altri versanti corrisponda di per sè un'intesa in ambtio sessuale.
Per inciso, quando assumeva il cipralex è anche quando aveva problemi di orgasmo? Se così fosse tenga presente che potrebbe essere stata la collateralità del farmaco ad averle dato i problemi in tal senso.
tenga presente che una appagante sessualità di coppia richiede un "alfabeto" comune, che deve trovare il tempo di essere dai due partner assimilato.
Non è scontato che all'intesa su altri versanti corrisponda di per sè un'intesa in ambtio sessuale.
Per inciso, quando assumeva il cipralex è anche quando aveva problemi di orgasmo? Se così fosse tenga presente che potrebbe essere stata la collateralità del farmaco ad averle dato i problemi in tal senso.
Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com
[#4]
Utente
La ringrazio del suo intervento dottor Grabolino.
Sono soddisfatta dei rapporti che ho col mio attuale ragazzo, ma vorrei riuscire anche a "chiedere" determinate cose senza sentirmi stupida o non compresa o senza metterlo in imbarazzo...ecco tutto.
Il problema che avevo nel raggiungere l'orgasmo non dipendeva da Cipralex, che assumo tutt'ora in dose di 5gocce/die... dipendeva dal fatto che un tempo non sapevo come chiedere al mio ex ragazzo le cose che mi facevano "star bene" durante i rapporti e, quindi, capitava spesso che io non riuscissi a provare l'orgasmo.
Il cipralex per quanto mi riguarda non ha mai influito negativamente sulla mia sessualità, nemmeno in dose di 20gocce/die.
Cordiali saluti e grazie.
Sono soddisfatta dei rapporti che ho col mio attuale ragazzo, ma vorrei riuscire anche a "chiedere" determinate cose senza sentirmi stupida o non compresa o senza metterlo in imbarazzo...ecco tutto.
Il problema che avevo nel raggiungere l'orgasmo non dipendeva da Cipralex, che assumo tutt'ora in dose di 5gocce/die... dipendeva dal fatto che un tempo non sapevo come chiedere al mio ex ragazzo le cose che mi facevano "star bene" durante i rapporti e, quindi, capitava spesso che io non riuscissi a provare l'orgasmo.
Il cipralex per quanto mi riguarda non ha mai influito negativamente sulla mia sessualità, nemmeno in dose di 20gocce/die.
Cordiali saluti e grazie.
[#5]
In effetti se lei è in psicoterapia per un disturbo ossessivo non è una buona idea che chieda rassicurazioni ad altri professionisti.
Ad ogni modo penso che, visto il lavoro che ha già svolto su di sè, sia in grado di riconoscere un'ossessione dal modo in cui si manifesta.
Per quanto riguarda il suo ragazzo, intendevo esattamente quello che lei mi ha confermato con la sua risposta: nel continuare a compiere gesti che lo mettono in difficoltà può esprimere aggressività nei suoi confronti in maniera mascherata, attribuendo oltretutto a lui la responsabilità "morale" del suo comportamento, nel momento in cui dice che è lui ad essere "un po' strano" e che forse non la desidera a sufficienza ed è chiuso nei suoi confronti.
Di questo potrà parlare con la sua psicoterapeuta alla prossima seduta, e potrà anche rifletttere con lei sulla possibilità che questa recrudescenza di sintomi ossessivi possa derivare dal timore di terminare la terapia e di trovarsi quindi priva di sostegno psicologico.
Ad ogni modo penso che, visto il lavoro che ha già svolto su di sè, sia in grado di riconoscere un'ossessione dal modo in cui si manifesta.
Per quanto riguarda il suo ragazzo, intendevo esattamente quello che lei mi ha confermato con la sua risposta: nel continuare a compiere gesti che lo mettono in difficoltà può esprimere aggressività nei suoi confronti in maniera mascherata, attribuendo oltretutto a lui la responsabilità "morale" del suo comportamento, nel momento in cui dice che è lui ad essere "un po' strano" e che forse non la desidera a sufficienza ed è chiuso nei suoi confronti.
Di questo potrà parlare con la sua psicoterapeuta alla prossima seduta, e potrà anche rifletttere con lei sulla possibilità che questa recrudescenza di sintomi ossessivi possa derivare dal timore di terminare la terapia e di trovarsi quindi priva di sostegno psicologico.
[#6]
Utente
Si.. l'ossessione in genere provoca ansia e si manifesta in determinati modi ben precisi... mentre penso che una sessualità "sana" non porti con sè paura. E' questa, secondo me, la differenza.. anche se il meccanismo ossessivo a volte è ingannevole e anche x una persona che ormai si conosce bene non è sempre facile capire la differenza.
La ringrazio dei consigli, in effetti ho molta paura di una eventuale interruzione di terapia (vedo che mi sta distanziando sempre + le sedute...) e forse inconsciamente i pensieri sono una richiesta inconscia di aiuto? E' questo che intendeva?
P.s. lei è d'accordo con il fatto che dal disturbo ossessivo non si guarisce e che tornerà sempre fuori nei periodi di stress oppure è una falsa convinzione?
Grazie per le sue risposte. Buona serata
La ringrazio dei consigli, in effetti ho molta paura di una eventuale interruzione di terapia (vedo che mi sta distanziando sempre + le sedute...) e forse inconsciamente i pensieri sono una richiesta inconscia di aiuto? E' questo che intendeva?
P.s. lei è d'accordo con il fatto che dal disturbo ossessivo non si guarisce e che tornerà sempre fuori nei periodi di stress oppure è una falsa convinzione?
Grazie per le sue risposte. Buona serata
[#7]
Sì, intendevo farle presente che a volte quando un percoso psicoterapeutico si avvia a conclusione il paziente può manifestare un improvviso peggioramento, che altro non è che la concretizzazione del timore di perdere il rapporto con lo psicoterapeuta: questo rischio è scongiurato dimostrando di avere ancora bisogno d'aiuto.
Dal momento che però non conosco il suo caso nel dettaglio non posso dire altro e deve parlarne con chi si occupa di lei.
Dai disturbi psicologici si guarisce, a patto che si intraprenda un percorso strutturato in maniera adeguata.
Da quello che ci scrive penso che nel suo caso questo sia avvenuto e che dovrebbe parlare con la sua psicoterapeuta anche di questa sua convinzione errata circa i risultati della psicoterapia, specialmente nel caso in cui non sia sorta di recente ma sia preesistente rispetto all'ossessione della quale ci ha parlato oggi.
Dal momento che però non conosco il suo caso nel dettaglio non posso dire altro e deve parlarne con chi si occupa di lei.
Dai disturbi psicologici si guarisce, a patto che si intraprenda un percorso strutturato in maniera adeguata.
Da quello che ci scrive penso che nel suo caso questo sia avvenuto e che dovrebbe parlare con la sua psicoterapeuta anche di questa sua convinzione errata circa i risultati della psicoterapia, specialmente nel caso in cui non sia sorta di recente ma sia preesistente rispetto all'ossessione della quale ci ha parlato oggi.
[#8]
Utente
Grazie dei consigli, le farò sapere -se le fa piacere- cosa dirà in proposito la mia terapeuta.
Sono convinta che la psicoterapia sia un'arma molto efficace e credo di aver sicuramente raggiunto buoni risultati e di aver fatto un gran lavoro su me stessa.
Intendevo dire che mi sembra, a volte, che le rimuginazioni siano un po' il mio punto debole nei momenti di grande stress, x questo avevo l'impressione che potessero ripresentarsi ciclicamente, dato che la vita non è esente da momenti stressanti; solitamente, quando penso ad un concetto come quello della "guarigione" -come può essere per le patologie mediche "organiche"- penso alla totale scomparsa dei sintomi una volta per tutte, mentre qui a volte vi è un ritorno degli stessi ed è difficile capire se tale ritorno sia o meno indice di cronicità del disturbo.
E' anche vero che, oltre la conclusione della psicoterapia, mi spaventa un po' anche la sospensione del Cipralex (di questo ho parlato con lo psichiatra e ne parlerò sicuramente anche alla mia terapeuta)...
Cordiali saluti
Sono convinta che la psicoterapia sia un'arma molto efficace e credo di aver sicuramente raggiunto buoni risultati e di aver fatto un gran lavoro su me stessa.
Intendevo dire che mi sembra, a volte, che le rimuginazioni siano un po' il mio punto debole nei momenti di grande stress, x questo avevo l'impressione che potessero ripresentarsi ciclicamente, dato che la vita non è esente da momenti stressanti; solitamente, quando penso ad un concetto come quello della "guarigione" -come può essere per le patologie mediche "organiche"- penso alla totale scomparsa dei sintomi una volta per tutte, mentre qui a volte vi è un ritorno degli stessi ed è difficile capire se tale ritorno sia o meno indice di cronicità del disturbo.
E' anche vero che, oltre la conclusione della psicoterapia, mi spaventa un po' anche la sospensione del Cipralex (di questo ho parlato con lo psichiatra e ne parlerò sicuramente anche alla mia terapeuta)...
Cordiali saluti
[#9]
<<lui mi dice semplicemente che "lui è fatto così" e si sente un po' a disagio di parlare di certe cose e preferisce "fare">>
<<il mio ragazzo non ama che io gli dica determinate cose..cose che a volte dico per "provocarlo" (ma non in modo volgare!) e fargli capire che ho voglia di intimità con lui>>
Gentile Utente,
molte persone preferiscono non parlare di sessualità col proprio partner (con diverse motivazioni), ma questo non significa che non lo desiderino o che a loro non piaccia fare l'amore. D'altro canto, mi consenta una battuta: una volta di sesso non si parlava più di tanto, ma se ne faceva forse più di ora che se ne parla senza tabù.
Inoltre, mentre alcuni uomini sono eccitati dal fatto che sia la donna a prendere l'iniziativa, ad altri (magari neanche troppo consapevolmente) può "infastidire" il fatto che la compagna si mostri esplicitamente disponibile. Questo anche perché, a dispetto dei tempi, permangono dentro di noi certe "prescrizioni" legate ai ruoli sessuali e alle aspettative sui comportamenti considerati più o meno "adeguati" ai due sessi.
E si innestano in tale discorso le osservazioni relative alle dinamiche di potere all'interno della coppia che si manifestano proprio anche attraverso la decisione della frequenza e del tipo di attività sessuale che viene praticata.
Ad esempio, nella nostra cultura la posizione più tradizionale è quella "del missionario", in cui l'uomo si trova in una posizione dominante, potendo definire maggiormente ritmo e variazioni di contatto rispetto alla donna. Da alcune ricerche è stato però evidenziato che nelle coppie dove c'è una più equa distribuzione di potere tra i partner, si tende ad utilizzarla molto meno. Consideri inoltre, la quantità di uomini con disturbi sessuali su base psicogena che, non a caso, si manifestano solo in talune posizioni e non in altre.
Tutto questo per suggerirle di non leggere necessariamente gli atteggiamenti del suo ragazzo come legati a Lei, ma senza eccessive forzature, di cercare un punto d'incontro tra i vostri differenti modi di essere.
Cordiali saluti.
<<il mio ragazzo non ama che io gli dica determinate cose..cose che a volte dico per "provocarlo" (ma non in modo volgare!) e fargli capire che ho voglia di intimità con lui>>
Gentile Utente,
molte persone preferiscono non parlare di sessualità col proprio partner (con diverse motivazioni), ma questo non significa che non lo desiderino o che a loro non piaccia fare l'amore. D'altro canto, mi consenta una battuta: una volta di sesso non si parlava più di tanto, ma se ne faceva forse più di ora che se ne parla senza tabù.
Inoltre, mentre alcuni uomini sono eccitati dal fatto che sia la donna a prendere l'iniziativa, ad altri (magari neanche troppo consapevolmente) può "infastidire" il fatto che la compagna si mostri esplicitamente disponibile. Questo anche perché, a dispetto dei tempi, permangono dentro di noi certe "prescrizioni" legate ai ruoli sessuali e alle aspettative sui comportamenti considerati più o meno "adeguati" ai due sessi.
E si innestano in tale discorso le osservazioni relative alle dinamiche di potere all'interno della coppia che si manifestano proprio anche attraverso la decisione della frequenza e del tipo di attività sessuale che viene praticata.
Ad esempio, nella nostra cultura la posizione più tradizionale è quella "del missionario", in cui l'uomo si trova in una posizione dominante, potendo definire maggiormente ritmo e variazioni di contatto rispetto alla donna. Da alcune ricerche è stato però evidenziato che nelle coppie dove c'è una più equa distribuzione di potere tra i partner, si tende ad utilizzarla molto meno. Consideri inoltre, la quantità di uomini con disturbi sessuali su base psicogena che, non a caso, si manifestano solo in talune posizioni e non in altre.
Tutto questo per suggerirle di non leggere necessariamente gli atteggiamenti del suo ragazzo come legati a Lei, ma senza eccessive forzature, di cercare un punto d'incontro tra i vostri differenti modi di essere.
Cordiali saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#10]
Utente
Grazie dott.ssa Scalco. Quando lei dice "di non leggere necessariamente gli atteggiamenti del suo ragazzo come legati a Lei, ma senza eccessive forzature, di cercare un punto d'incontro tra i vostri differenti modi di essere", mi suggerisce quindi di non parlargliene apertamente e magari provare a vedere come va, pian piano?
Mi rendo conto del fatto che forse al mio ragazzo può dar fastidio il fatto che sia io -certe volte- a voler prendere l'iniziativa, a scherzare sull'argomento ecc... Si tende a pensare che ai ragazzi piaccia la ragazza disinibita ma ovviamente è un errore, poichè siamo tutti diversi e non è detto che qualcosa valga per l'intera categoria.
Mio errore.
L'importanza che dò a questa cosa può dipendere dal fatto che, nella precedente relazione, il sesso mi "serviva" a sentirmi + vicina al mio ex ragazzo, che era sempre sfuggente (al contrario del mio attuale ragazzo, che è sempre presente e ha voglia di vedermi e passar tanto tempo insieme)?
Mi rendo conto del fatto che forse al mio ragazzo può dar fastidio il fatto che sia io -certe volte- a voler prendere l'iniziativa, a scherzare sull'argomento ecc... Si tende a pensare che ai ragazzi piaccia la ragazza disinibita ma ovviamente è un errore, poichè siamo tutti diversi e non è detto che qualcosa valga per l'intera categoria.
Mio errore.
L'importanza che dò a questa cosa può dipendere dal fatto che, nella precedente relazione, il sesso mi "serviva" a sentirmi + vicina al mio ex ragazzo, che era sempre sfuggente (al contrario del mio attuale ragazzo, che è sempre presente e ha voglia di vedermi e passar tanto tempo insieme)?
[#11]
Così come ogni persona è unica, ogni coppia è unica, pertanto non è possibile fare confronti, anzi, a volte può risultar deleterio.
Vero è, però, che ciò che siamo oggi è influenzato anche dalle esperienze e dalle relazioni vissute in precedenza: ciascuno di noi porta nella coppia la sua educazione, le sue convinzioni (tacite ed esplicite), le sue abitudini.....
Mettere insieme questi due differenti "mondi" al fine di costruire una coppia è un'impresa stimolante, ma anche piuttosto impegnativa.
Anche la sessualità, come tanti altri aspetti della nostra vita, è tra i partner argomento di contrattazione, a volte a parole, altre volte con semplici gesti.
Per comunicare qualcosa, in particolare riguardo la sessualità, non è detto che sia indispensabile parlare: può bastare una carezza data in un certo modo in un preciso momento, spostare con dolcezza la mano del partner per "fargli sapere" cosa ci fa più (o meno) piacere, uno sguardo pieno di emozione......
La prospettiva da cui guardare le cose dovrebbe sempre esser duplice: cosa desidero, cosa mi piace / cosa desidera, cosa piace a chi sta con me.
Questo potrebbe essere un punto di partenza per vivere con maggior soddisfazione reciproca la sessualità di coppia (e forse non solo).
Cordialità.
Vero è, però, che ciò che siamo oggi è influenzato anche dalle esperienze e dalle relazioni vissute in precedenza: ciascuno di noi porta nella coppia la sua educazione, le sue convinzioni (tacite ed esplicite), le sue abitudini.....
Mettere insieme questi due differenti "mondi" al fine di costruire una coppia è un'impresa stimolante, ma anche piuttosto impegnativa.
Anche la sessualità, come tanti altri aspetti della nostra vita, è tra i partner argomento di contrattazione, a volte a parole, altre volte con semplici gesti.
Per comunicare qualcosa, in particolare riguardo la sessualità, non è detto che sia indispensabile parlare: può bastare una carezza data in un certo modo in un preciso momento, spostare con dolcezza la mano del partner per "fargli sapere" cosa ci fa più (o meno) piacere, uno sguardo pieno di emozione......
La prospettiva da cui guardare le cose dovrebbe sempre esser duplice: cosa desidero, cosa mi piace / cosa desidera, cosa piace a chi sta con me.
Questo potrebbe essere un punto di partenza per vivere con maggior soddisfazione reciproca la sessualità di coppia (e forse non solo).
Cordialità.
[#12]
"mi sembra, a volte, che le rimuginazioni siano un po' il mio punto debole nei momenti di grande stress"
Un obiettivo della psicoterapia in generale è quello di aumentare la resilienza del paziente, e cioè - in estrema sintesi - la sua capacità di resistere alle avversità e quindi allo stress uscendone perfino rafforzato o comunque senza riportarne conseguenze.
Di conseguenza lei, come tutti, incontrerà più volte occasioni in cui si sentirà sotto pressione, ma la sua risposta in queste occasioni sarà gradualmente sempre più divergente dalla risposta ossessiva che aveva precedentemente al percorso psicoterapeutico.
Un obiettivo della psicoterapia in generale è quello di aumentare la resilienza del paziente, e cioè - in estrema sintesi - la sua capacità di resistere alle avversità e quindi allo stress uscendone perfino rafforzato o comunque senza riportarne conseguenze.
Di conseguenza lei, come tutti, incontrerà più volte occasioni in cui si sentirà sotto pressione, ma la sua risposta in queste occasioni sarà gradualmente sempre più divergente dalla risposta ossessiva che aveva precedentemente al percorso psicoterapeutico.
[#13]
Utente
"Per comunicare qualcosa, in particolare riguardo la sessualità, non è detto che sia indispensabile parlare: può bastare una carezza data in un certo modo in un preciso momento, spostare con dolcezza la mano del partner per "fargli sapere" cosa ci fa più (o meno) piacere, uno sguardo pieno di emozione...... " --> grazie dott.ssa Calco per le sue considerazioni.
"Di conseguenza lei, come tutti, incontrerà più volte occasioni in cui si sentirà sotto pressione, ma la sua risposta in queste occasioni sarà gradualmente sempre più divergente dalla risposta ossessiva che aveva precedentemente al percorso psicoterapeutico." --> grazie anche a lei dott.ssa Massaro. La psicoterapia ha prodotto in me notevoli cambiamenti durante questo lungo percorso.
Anche il farmaco mi ha aiutata a lavorare meglio in psicoterapia poichè quando non lo prendevo mi rendo conto che raccontavo e parlavo solo dei miei sintomi piuttosto che di quello che c'era dietro, dei miei veri disagi. E' un po' questo il significato del farmaco, giusto? Permettere un maggior lavoro in psicoterapia x dare poi gli strumenti al paziente di cavarsela da solo un giorno, quando non assumerà + il farmaco e non avrà + le sedute di psicoterapia a sostenerlo.
Io mi sto laureando in psicologia e ammetto che sono molto affascinata dalle neuroscienze e anche dalla farmacologia, ma sono anche altrettanto confusa xchè da un lato ci sono gli strenui sostenitori del farmaco e dall'altro c'è chi dice che il farmaco da solo non è risolutivo.
"Di conseguenza lei, come tutti, incontrerà più volte occasioni in cui si sentirà sotto pressione, ma la sua risposta in queste occasioni sarà gradualmente sempre più divergente dalla risposta ossessiva che aveva precedentemente al percorso psicoterapeutico." --> grazie anche a lei dott.ssa Massaro. La psicoterapia ha prodotto in me notevoli cambiamenti durante questo lungo percorso.
Anche il farmaco mi ha aiutata a lavorare meglio in psicoterapia poichè quando non lo prendevo mi rendo conto che raccontavo e parlavo solo dei miei sintomi piuttosto che di quello che c'era dietro, dei miei veri disagi. E' un po' questo il significato del farmaco, giusto? Permettere un maggior lavoro in psicoterapia x dare poi gli strumenti al paziente di cavarsela da solo un giorno, quando non assumerà + il farmaco e non avrà + le sedute di psicoterapia a sostenerlo.
Io mi sto laureando in psicologia e ammetto che sono molto affascinata dalle neuroscienze e anche dalla farmacologia, ma sono anche altrettanto confusa xchè da un lato ci sono gli strenui sostenitori del farmaco e dall'altro c'è chi dice che il farmaco da solo non è risolutivo.
[#14]
Come saprà grazie ai suoi studi esistono posizioni differenti a seconda di come viene considerato il disturbo mentale, come un'affezione del snc o una patologia psichica.
All'atto pratico comunque i farmaci abbinati alla psicoterapia danno generalmente buoni risultati per il motivo che lei ha individuato, dal momento che può essere molto difficile lavorare sul fronte psicologico con una persona colpita da sintomi talmente invalidanti da non permetterle di occuparsi d'altro.
All'atto pratico comunque i farmaci abbinati alla psicoterapia danno generalmente buoni risultati per il motivo che lei ha individuato, dal momento che può essere molto difficile lavorare sul fronte psicologico con una persona colpita da sintomi talmente invalidanti da non permetterle di occuparsi d'altro.
[#15]
>>> per fortuna ho imparato a gestire i pensieri ossessivi e a lasciarli scorrere...
>>>
Direi che forse c'è ancora del lavoro da fare, perché la paura di essere omosessuali è un tipico tema ossessivo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/790-e-se-fossi-omosessuale.html
Anche le preoccupazioni sui modi di fare del suo ragazzo potrebbero essere influenzate dall'ossessività, oppure anche lui potrebbe essere ansioso, da qui è difficile capire come stanno le cose, senza vedervi.
Dovrebbe parlarne in terapia.
>>> Il disturbo ossessivo probabilmente farà sempre parte di me, poichè non credo si possa guarire da esso, ma solo accettarlo e godere dei momenti di benessere facendo in modo che siano sempre maggiori rispetto a quelli di malessere. Sbaglio?
>>>
In generale, sì, si sbaglia. È vero che l'ossessività è considerata una bestia nera da molti terapeuti, ma vi sono terapie più efficaci ed efficienti di altre per l'ansia. Molto dipende da questo.
C'è però una parte di verità in ciò che dice, ossia l'ossessività (non il disturbo ossessivo) può essere vissuta in modo funzionale e diventare una risorsa, se si trasforma ad esempio in precisione, puntualità, desiderio di "fare le cose per bene". Ma non è affatto detto che chi soffre di disturbo ossessivo debba portarselo dietro a vita.
Cordiali saluti
>>>
Direi che forse c'è ancora del lavoro da fare, perché la paura di essere omosessuali è un tipico tema ossessivo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/790-e-se-fossi-omosessuale.html
Anche le preoccupazioni sui modi di fare del suo ragazzo potrebbero essere influenzate dall'ossessività, oppure anche lui potrebbe essere ansioso, da qui è difficile capire come stanno le cose, senza vedervi.
Dovrebbe parlarne in terapia.
>>> Il disturbo ossessivo probabilmente farà sempre parte di me, poichè non credo si possa guarire da esso, ma solo accettarlo e godere dei momenti di benessere facendo in modo che siano sempre maggiori rispetto a quelli di malessere. Sbaglio?
>>>
In generale, sì, si sbaglia. È vero che l'ossessività è considerata una bestia nera da molti terapeuti, ma vi sono terapie più efficaci ed efficienti di altre per l'ansia. Molto dipende da questo.
C'è però una parte di verità in ciò che dice, ossia l'ossessività (non il disturbo ossessivo) può essere vissuta in modo funzionale e diventare una risorsa, se si trasforma ad esempio in precisione, puntualità, desiderio di "fare le cose per bene". Ma non è affatto detto che chi soffre di disturbo ossessivo debba portarselo dietro a vita.
Cordiali saluti
[#16]
Utente
Caro dottor Santonocito, grazie per il suo intervento.
>>> per fortuna ho imparato a gestire i pensieri ossessivi e a lasciarli scorrere...
>>>
Direi che forse c'è ancora del lavoro da fare, perché la paura di essere omosessuali è un tipico tema ossessivo--> Lo so :) ne sono consapevole che quella è una tipica domanda ossessiva. Non mi era mai capitato di averla ma so anche che le domande ossessive possono cambiare contenuto e non è quello ciò che conta!
Il mio psichiatra e la mia psicoterapeuta non mi hanno mai "categorizzata" dentro la categoria diagnostica del DOC, entrambi sostengono che le ossessioni di chi ha il DOC sono molto + radicate e persistenti rispetto a quelle che avevo io.
L'ossessione positiva penso sia nata con me, nel senso che sono stata dall'eta' di 5 anni una sportiva a livello agonistico, e mi sono sempre sottoposta a lunghi allenamenti quotidiani di ginnastica, essendo "costretta" a organizzare al meglio il mio tempo tra sport e scuola riuscendo ad avere buoni risultati in entrambe le cose.
Poi sono cresciuta e il vuoto lasciato dall'interruzione dell'attività ginnica (a 20 anni si è "vecchi") mi ha parecchio scombussolata. L'università all'inizio non andava bene, xche non studiavo ed era un periodo in cui la me studiosa e diligente, sempre preparata e brava aveva lasciato il posto ad una me menefregista e apatica.
Ricordo i primi anni di università come i + brutti della mia vita.
Poi cmq mi sono laureata e finalmente qualcosa è iniziato a cambiare: ho incontrato il mio attuale ragazzo e ho trovato la determinazione ela forza necessarie per affrontare una nuova sfida, la laurea in psicologia che è stata da sempre il mio grande sogno (ci vorrebbero 20 pagine adesso xspiegarvi xche non l'ho fatta prima e ve le risparmio!!).
Conosco i miei limiti, so che spesso sono troppo esigente cn me stessa e pretendo molto anche dagli altri, vedi il mio ragazzo. A questo proposito, non credo c'entri la mia ossessività in questo caso!! Il mio ragazzo è molto ansioso, anche se non ha i classici "sintomi" dell'ansia, il suo essere ansioso si evince da tutte quelle situazioni in cui non ha il pieno controllo delle cose.
Sicuramente, appena avrò la seduta con la mia psicoterapeuta le farò presente questi miei timori e questi miei dubbi. Mi piace molto la psicoterapia che sto facendo con la mia terapeuta ma so bene che per i disturbi d'ansia sono + specifiche altre terapie come la Breve strategica (sono una "fan" di Nardone e conosco le sue tecniche, xche ho fatto delle sedute da uno dei suoi terapeuti 2 anni fa contemporaneamente a questa psicoterapia) o la TCC... non escludo che, terminato questo percorso, riprenderò la TBS.
>>> per fortuna ho imparato a gestire i pensieri ossessivi e a lasciarli scorrere...
>>>
Direi che forse c'è ancora del lavoro da fare, perché la paura di essere omosessuali è un tipico tema ossessivo--> Lo so :) ne sono consapevole che quella è una tipica domanda ossessiva. Non mi era mai capitato di averla ma so anche che le domande ossessive possono cambiare contenuto e non è quello ciò che conta!
Il mio psichiatra e la mia psicoterapeuta non mi hanno mai "categorizzata" dentro la categoria diagnostica del DOC, entrambi sostengono che le ossessioni di chi ha il DOC sono molto + radicate e persistenti rispetto a quelle che avevo io.
L'ossessione positiva penso sia nata con me, nel senso che sono stata dall'eta' di 5 anni una sportiva a livello agonistico, e mi sono sempre sottoposta a lunghi allenamenti quotidiani di ginnastica, essendo "costretta" a organizzare al meglio il mio tempo tra sport e scuola riuscendo ad avere buoni risultati in entrambe le cose.
Poi sono cresciuta e il vuoto lasciato dall'interruzione dell'attività ginnica (a 20 anni si è "vecchi") mi ha parecchio scombussolata. L'università all'inizio non andava bene, xche non studiavo ed era un periodo in cui la me studiosa e diligente, sempre preparata e brava aveva lasciato il posto ad una me menefregista e apatica.
Ricordo i primi anni di università come i + brutti della mia vita.
Poi cmq mi sono laureata e finalmente qualcosa è iniziato a cambiare: ho incontrato il mio attuale ragazzo e ho trovato la determinazione ela forza necessarie per affrontare una nuova sfida, la laurea in psicologia che è stata da sempre il mio grande sogno (ci vorrebbero 20 pagine adesso xspiegarvi xche non l'ho fatta prima e ve le risparmio!!).
Conosco i miei limiti, so che spesso sono troppo esigente cn me stessa e pretendo molto anche dagli altri, vedi il mio ragazzo. A questo proposito, non credo c'entri la mia ossessività in questo caso!! Il mio ragazzo è molto ansioso, anche se non ha i classici "sintomi" dell'ansia, il suo essere ansioso si evince da tutte quelle situazioni in cui non ha il pieno controllo delle cose.
Sicuramente, appena avrò la seduta con la mia psicoterapeuta le farò presente questi miei timori e questi miei dubbi. Mi piace molto la psicoterapia che sto facendo con la mia terapeuta ma so bene che per i disturbi d'ansia sono + specifiche altre terapie come la Breve strategica (sono una "fan" di Nardone e conosco le sue tecniche, xche ho fatto delle sedute da uno dei suoi terapeuti 2 anni fa contemporaneamente a questa psicoterapia) o la TCC... non escludo che, terminato questo percorso, riprenderò la TBS.
[#17]
Gentile Utente,
Alle risposte gia' ricevute, desideravo aggiungere un mio commento sull' immaginario e sulle fantasie erotiche.
Il potere erogeno dell' immaginario risiede proprio nell"impossibilita' di attuare le fantasie, anzi rappresentano una preziosa risorsa immaginativa sia per il songolo, che per la coppia.
Le allego un mio articolo sull'argomento.
Di tutto il resto dovrebbe discuterne in terapia .
Saluti
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1221-mancanza-d-orgasmo-femminile-e-cattivo-utilizzo-dell-immaginario-erotico.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/516-e-normale-avere-delle-fantasie-perverse-durante-il-rapporto-sessuale.html
Alle risposte gia' ricevute, desideravo aggiungere un mio commento sull' immaginario e sulle fantasie erotiche.
Il potere erogeno dell' immaginario risiede proprio nell"impossibilita' di attuare le fantasie, anzi rappresentano una preziosa risorsa immaginativa sia per il songolo, che per la coppia.
Le allego un mio articolo sull'argomento.
Di tutto il resto dovrebbe discuterne in terapia .
Saluti
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1221-mancanza-d-orgasmo-femminile-e-cattivo-utilizzo-dell-immaginario-erotico.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/516-e-normale-avere-delle-fantasie-perverse-durante-il-rapporto-sessuale.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#18]
Benissimo, ma ricordi che non basta essere appassionati di una terapia perché essa abbia effetto. Potrebbe anche essere, chissà, che per quanto la TBS sia efficace con le ossessioni, non sia adatta a lei. Come saprà la TBS in effetti non è adatta a tutti, esige motivazione, impegno e costanza nel mettere in pratica le prescrizioni ricevute dal terapeuta. Mentre alcuni pazienti arrivano in terapia richiedendo il colpo di bacchetta magica: "Sono qui, sono malato, lei è l'esperto: mi curi!"
Perciò, se deciderà d'intraprenderla, usi la sua "esigenza" per mettere previamente a dura prova la sua motivazione ;)
Cordiali saluti
Perciò, se deciderà d'intraprenderla, usi la sua "esigenza" per mettere previamente a dura prova la sua motivazione ;)
Cordiali saluti
[#19]
Utente
Dott.ssa Randone, ho letto gli articoli e sono molto interessanti...grazie!
Dott. Santonocito, forse non mi sono spiegata bene: ho completato la TBS, dopo 7 sedute il terapeuta mi disse che avevamo concluso e che ci saremmo rivisti dopo 3 mesi per un'ultima seduta di controllo, ma poi lui ha disdetto x problemi suoi e io non ho + fissato un altro appuntamento xche stavo bene.
Io ho sempre preso i compiti (come la mezz'ora o la peggiore fantasia, ecc) con serietà e determinazione. Il dire che sono "fan" è anche xche studio queste cose e sono molto interessata alla TBS ma quando l'ho fatta io l'ho vissuta da paziente ovviamente, impegnandomi al massimo.
Ora c'è solo qualche gg al mese (2 o 3) in cui mi tornano certi pensieri e x il resto del tempo sto davvero bene.
Valutavo il fatto di tornare a fare un paio di sedute per questi pensieri sporadici, ma forse nn ha + di tanto senso!!
Ecco tutto :)
Dott. Santonocito, forse non mi sono spiegata bene: ho completato la TBS, dopo 7 sedute il terapeuta mi disse che avevamo concluso e che ci saremmo rivisti dopo 3 mesi per un'ultima seduta di controllo, ma poi lui ha disdetto x problemi suoi e io non ho + fissato un altro appuntamento xche stavo bene.
Io ho sempre preso i compiti (come la mezz'ora o la peggiore fantasia, ecc) con serietà e determinazione. Il dire che sono "fan" è anche xche studio queste cose e sono molto interessata alla TBS ma quando l'ho fatta io l'ho vissuta da paziente ovviamente, impegnandomi al massimo.
Ora c'è solo qualche gg al mese (2 o 3) in cui mi tornano certi pensieri e x il resto del tempo sto davvero bene.
Valutavo il fatto di tornare a fare un paio di sedute per questi pensieri sporadici, ma forse nn ha + di tanto senso!!
Ecco tutto :)
[#20]
Utente
Salve :)
torno a scrivervi perchè siete stati sempre gentili e numerosi nel rispondermi che mi fa piacere confrontarmi con voi ed aprirmi con voi.
Volevo chiedervi se, secondo la vostra esperienza e al dilà dei vostri diversi orientamenti teorici, la paura di essere omosessuale possa essere riconducibile alla paura di perdere il controllo sulla propria vita e, in particoare, del proprio amore (nel senso paura di perdere il legame col proprio partner).
Ve lo chiedo xche' nei giorni in cui mi torna il "dubbio" (che riconosco essere una paura infondata ma che, allo stesso tempo, mi dà fastidio quando viene) sento, allo stesso modo, la paura di poter perdere il mio ragazzo., non xchè lui faccia qualcosa x farmi presagire un suo allontanamento, la vivo + come una paura mia di poter "rovinare" quello che abbiamo , magari come è successo col mio ex che ho lasciato dopo tanti anni xchè non mi sentivo + felice con lui.
So che tutto questo è una contraddizione, so che non dovrei aver paura delle mie decisioni, e so anche che l'amore non può essere "controllato"...ma nonostante sappia tutto ciò la mente a volte viaggia :)
Un'ultima cosa: una persona che si scopre omosessuale in età adulta e che rifiuta di esserlo, dentro di sè lo sa e l'ha sempre saputo e lo negava a se stesso anche in adolescenza oppure può avvenire anche come un fulmine a ciel sereno?
Mi rendo conto che questa è una richiesta di rassicurazione che vi sto chiedendo...ma è che a me son sempre piaciuti solamente i ragazzi e quindi non riesco a capire xchè i dubbi ossesivi ora mi capitino (seppur di rado) su quel versante.
Grazie se vorrete rispondermi
Buona serata
torno a scrivervi perchè siete stati sempre gentili e numerosi nel rispondermi che mi fa piacere confrontarmi con voi ed aprirmi con voi.
Volevo chiedervi se, secondo la vostra esperienza e al dilà dei vostri diversi orientamenti teorici, la paura di essere omosessuale possa essere riconducibile alla paura di perdere il controllo sulla propria vita e, in particoare, del proprio amore (nel senso paura di perdere il legame col proprio partner).
Ve lo chiedo xche' nei giorni in cui mi torna il "dubbio" (che riconosco essere una paura infondata ma che, allo stesso tempo, mi dà fastidio quando viene) sento, allo stesso modo, la paura di poter perdere il mio ragazzo., non xchè lui faccia qualcosa x farmi presagire un suo allontanamento, la vivo + come una paura mia di poter "rovinare" quello che abbiamo , magari come è successo col mio ex che ho lasciato dopo tanti anni xchè non mi sentivo + felice con lui.
So che tutto questo è una contraddizione, so che non dovrei aver paura delle mie decisioni, e so anche che l'amore non può essere "controllato"...ma nonostante sappia tutto ciò la mente a volte viaggia :)
Un'ultima cosa: una persona che si scopre omosessuale in età adulta e che rifiuta di esserlo, dentro di sè lo sa e l'ha sempre saputo e lo negava a se stesso anche in adolescenza oppure può avvenire anche come un fulmine a ciel sereno?
Mi rendo conto che questa è una richiesta di rassicurazione che vi sto chiedendo...ma è che a me son sempre piaciuti solamente i ragazzi e quindi non riesco a capire xchè i dubbi ossesivi ora mi capitino (seppur di rado) su quel versante.
Grazie se vorrete rispondermi
Buona serata
[#21]
Carissima,
lei ci chiede se
"la paura di essere omosessuale possa essere riconducibile alla paura di perdere il controllo sulla propria vita e, in particoare, del proprio amore (nel senso paura di perdere il legame col proprio partner)."
e
"una persona che si scopre omosessuale in età adulta e che rifiuta di esserlo, dentro di sè lo sa e l'ha sempre saputo e lo negava a se stesso anche in adolescenza oppure può avvenire anche come un fulmine a ciel sereno?"
In una certa misura i dubbi sono gli stessi di mesi fa e vorrei dunque chiederle se è ancora in terapia e se ha poi discusso la questione con la nostra collega.
E' possibile che i dubbi sull'omosessualità siano legati al pensiero di poter avere una caratteristica che condurrebbe alla fine della relazione eterosessuale in corso, ed è possibile che chi accetta di essere omosessuale da adulto l'abbia in fondo sempre saputo, ma si tratta di considerazioni generiche che non aggiungono nulla alla sua consapevolezza della natura ossessiva di questi dubbi e della necessità di occuparsene in terapia.
lei ci chiede se
"la paura di essere omosessuale possa essere riconducibile alla paura di perdere il controllo sulla propria vita e, in particoare, del proprio amore (nel senso paura di perdere il legame col proprio partner)."
e
"una persona che si scopre omosessuale in età adulta e che rifiuta di esserlo, dentro di sè lo sa e l'ha sempre saputo e lo negava a se stesso anche in adolescenza oppure può avvenire anche come un fulmine a ciel sereno?"
In una certa misura i dubbi sono gli stessi di mesi fa e vorrei dunque chiederle se è ancora in terapia e se ha poi discusso la questione con la nostra collega.
E' possibile che i dubbi sull'omosessualità siano legati al pensiero di poter avere una caratteristica che condurrebbe alla fine della relazione eterosessuale in corso, ed è possibile che chi accetta di essere omosessuale da adulto l'abbia in fondo sempre saputo, ma si tratta di considerazioni generiche che non aggiungono nulla alla sua consapevolezza della natura ossessiva di questi dubbi e della necessità di occuparsene in terapia.
[#22]
Utente
Si, ne ho parlato alla mia terapeuta che ho visto -xo'- solamente una sola volta dalla data del mio precedente consulto fatto a voi.. xchè mi dice che ora, secondo lei, sto bene e che è inutile vedersi ogni settimana. Mi dice che i dubbi che ogni tanto mi tornano (un giorno ogni tanto, per qualche minuto durano) sono dubbi che possono rientrare nella "normalità" della mia personalità moderatamente ansiosa.
Dice che è la mia paura di perdere i legami con le persone che amo che mi causa queste paure, e che sono frutto della mia storia di vita (ho perso alcune persone a me care, purtroppo in passato).
Però la mia terapeuta sostiene che io ora abbia tutti gli strumenti per cavarmela "da sola" nell'affrontare queste paure e che non dovrei dar loro + peso visto che sono cosi poco invasive.
Quando prendevo Cipralex a 10 o 15mg al giorno queste paure non si presentavano mai nemmeno nei periodi di stress...ora che sono a 5 e che lo psichiatra ha in previsione di sospenderlo dopo l'estate ogni tanto tornano.
Quello che non comprendo è xchè nonostante io sappia bene di essere eterosessuale, nonostante io studi psicologia, conosca i meccanismi ossessivi, sia in psicoterapia da oltre 3 anni, abbia sviscerato il mio disturbo in lungo e in largo e ne abbia molta consapevolezza...xchè il dubbio riesce ancora a darmi fastidio?
Questo mi chiedo...
Grazie dell'attenzione come sempre.
P.s. quando dice "E' possibile che i dubbi sull'omosessualità siano legati al pensiero di poter avere una caratteristica che condurrebbe alla fina della relazione eterosessuale in corso" --> si riferisce ad un mio lato del carattere che non c'entra nulla con l'orientamento sessuale immagino...giusto?
Dice che è la mia paura di perdere i legami con le persone che amo che mi causa queste paure, e che sono frutto della mia storia di vita (ho perso alcune persone a me care, purtroppo in passato).
Però la mia terapeuta sostiene che io ora abbia tutti gli strumenti per cavarmela "da sola" nell'affrontare queste paure e che non dovrei dar loro + peso visto che sono cosi poco invasive.
Quando prendevo Cipralex a 10 o 15mg al giorno queste paure non si presentavano mai nemmeno nei periodi di stress...ora che sono a 5 e che lo psichiatra ha in previsione di sospenderlo dopo l'estate ogni tanto tornano.
Quello che non comprendo è xchè nonostante io sappia bene di essere eterosessuale, nonostante io studi psicologia, conosca i meccanismi ossessivi, sia in psicoterapia da oltre 3 anni, abbia sviscerato il mio disturbo in lungo e in largo e ne abbia molta consapevolezza...xchè il dubbio riesce ancora a darmi fastidio?
Questo mi chiedo...
Grazie dell'attenzione come sempre.
P.s. quando dice "E' possibile che i dubbi sull'omosessualità siano legati al pensiero di poter avere una caratteristica che condurrebbe alla fina della relazione eterosessuale in corso" --> si riferisce ad un mio lato del carattere che non c'entra nulla con l'orientamento sessuale immagino...giusto?
[#23]
"Mi dice che i dubbi che ogni tanto mi tornano (un giorno ogni tanto, per qualche minuto durano) sono dubbi che possono rientrare nella "normalità" della mia personalità moderatamente ansiosa.
Dice che è la mia paura di perdere i legami con le persone che amo che mi causa queste paure, e che sono frutto della mia storia di vita (ho perso alcune persone a me care, purtroppo in passato)."
Forse il trattamento psicoterapeutico al quale si è sottoposta non ha risolto tutto.
Ha alleviato i sintomi ma, per ammissione della psicoterapeuta stessa, lei ora è una persona "moderatamente ansiosa" e spaventata dall'idea di perdere le persone che ama.
Non è quindi nè "guarita" nè sufficientemente serena ed equilibrata per poter condurre un'esistenza mediamente tranquilla, con alti e bassi che rientrino nella "normalità".
Pur con tutte le cautele, perchè non conosco direttamente la situazione, mi sentirei di dirle che forse sarebbe utile proseguire con una psicoterapia di diverso orientamento, perchè di fatto la dottoressa le sta dicendo che più di così per lei non può fare.
Questo non significa però che in assoluto non sia possibile fare altro per lei, nè che non può aspirare a risultati migliori.
Dice che è la mia paura di perdere i legami con le persone che amo che mi causa queste paure, e che sono frutto della mia storia di vita (ho perso alcune persone a me care, purtroppo in passato)."
Forse il trattamento psicoterapeutico al quale si è sottoposta non ha risolto tutto.
Ha alleviato i sintomi ma, per ammissione della psicoterapeuta stessa, lei ora è una persona "moderatamente ansiosa" e spaventata dall'idea di perdere le persone che ama.
Non è quindi nè "guarita" nè sufficientemente serena ed equilibrata per poter condurre un'esistenza mediamente tranquilla, con alti e bassi che rientrino nella "normalità".
Pur con tutte le cautele, perchè non conosco direttamente la situazione, mi sentirei di dirle che forse sarebbe utile proseguire con una psicoterapia di diverso orientamento, perchè di fatto la dottoressa le sta dicendo che più di così per lei non può fare.
Questo non significa però che in assoluto non sia possibile fare altro per lei, nè che non può aspirare a risultati migliori.
[#24]
Utente
Che il trattamento possa non aver risolto "tutto" è possibile. La mia psicoterapeuta non mi ha detto che non puo' + far nulla per me, mi ha detto che questa è una fase di "accompagnamento" graduale alla fine della terapia dove affronteremo le tematiche ancora irrisolte, come la paura dell'abbandono.
Lei dice che sarebbe utile proseguire con una terapeuta di diverso orientamento... quale secondo lei? Significherebbe ricominciare tutto da capo e non me la sento ora come ora anche xche, come già detto, la mia terapeuta ed io abbiamo ancora del lavoro da fare.
Lei mi considera "a buon punto" e dice che io mi sottopongo a dei ritmi di vita super stressanti che sono in buona parte causa del mio stress e dei miei pensieri.
Ora le chiedo: l'esito di una psicoterapia dovrebbe portare alla scomparsa totale di qualsiasi sintomo? Pertanto non è vero che qualche pensiero qua e là come capita a me può rientrare nella normalità?
Non è abbastanza imparare a gestirli?
Lei dice che sarebbe utile proseguire con una terapeuta di diverso orientamento... quale secondo lei? Significherebbe ricominciare tutto da capo e non me la sento ora come ora anche xche, come già detto, la mia terapeuta ed io abbiamo ancora del lavoro da fare.
Lei mi considera "a buon punto" e dice che io mi sottopongo a dei ritmi di vita super stressanti che sono in buona parte causa del mio stress e dei miei pensieri.
Ora le chiedo: l'esito di una psicoterapia dovrebbe portare alla scomparsa totale di qualsiasi sintomo? Pertanto non è vero che qualche pensiero qua e là come capita a me può rientrare nella normalità?
Non è abbastanza imparare a gestirli?
[#26]
Ho paura che lei stia confondendo il botta e risposta che sta avendo qui con noi con una forma di aiuto. Oppure, che per lei ricevere risposte da molti specialisti equivalga a una forma di chiedere rassicurazioni.
Se è così, i terapeuti da cui è stata, prima di tutto quello strategico, dovrebbero averle spiegato che le richieste di rassicurazione *alimentano* l'ansia, non la fanno diminuire.
Perciò più domande ci farà, data la sua situazione, più starà confermando a se stessa di essere un'ansiosa, invalidando gradualmente tutto il lavoro terapeutico fatto finora.
Se è così, i terapeuti da cui è stata, prima di tutto quello strategico, dovrebbero averle spiegato che le richieste di rassicurazione *alimentano* l'ansia, non la fanno diminuire.
Perciò più domande ci farà, data la sua situazione, più starà confermando a se stessa di essere un'ansiosa, invalidando gradualmente tutto il lavoro terapeutico fatto finora.
Questo consulto ha ricevuto 27 risposte e 3.3k visite dal 09/02/2012.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.