Soffocare un amore razionalmente
Buongiorno,
vi scrivo per ricevere un parere in merito a come comportarmi con il mio ex compagno a seguito di quanto sto per esporre.
Abbiamo vissuto una relazione durata 5 mesi e vissuta con entusiasmo e armonia. Io ho 38 anni e lui 39.
Gli amici dicevano che apparivamo decisamente innamorati l’uno dell’altro. Lui è una persona un po’ chiusa, con difficoltà a lasciarsi andare nelle relazioni. I mesi trascorsi insieme li abbiamo vissuti spontaneamente alla giornata, senza fare progetti di coppia, se non viaggi, vacanze, iscrizione a corsi. Abitiamo abbastanza vicini, quindi abbiamo praticamente convissuto fin dall’inizio, alternando le due case a seconda della comodità.
Non avevo fretta nel fare progetti importanti e non e' neanche nella mia natura, soprattutto nei primi mesi in cui prevale la conoscenza reciproca e la voglia di condividere la scoperta l'uno dell'altro; volevo godermi principalmente il tempo insieme, naturalmente, e aspettavo che maturasse prima l’amore tra noi; l’unica lamentela che ogni tanto esternavo era dovuta alla sua freddezza e chiusura in alcuni momenti, da lui sempre giustificata come un aspetto del suo carattere.
All’improvviso, dopo un intensificarsi della nostra unione e condivisione, dopo un progressivo ed esponenziale coinvolgimento da parte sua del suo mondo (famiglia, colleghi, sempre più amici), mi annuncia che tra noi è finita; “forse è meglio lasciarci”, dice. Mi si è gelato il sangue nelle vene. Ovviamente gli chiedo spiegazioni. Subito con parole che sembravano imparate a memoria e pronunciate senza respirare, mi ha detto che si è accorto di volermi molto bene, ma non è certo di amarmi. Ha ribadito la sua difficoltà ad amare e ha precisato che non sapeva se la volonta' di lasciarmi era dovuta al suo blocco o al fatto che non sono la persona giusta. Il risultato non cambia. Si è dimostrato disponibilissimo al dialogo e premurosissimo, forse perché afflitto da qualche senso di colpa. Piangevamo tristemente insieme, ancora avvolti dal nostro affetto. Dopo quattro giorni di dialogo, in cui gli ho proposto di continuare insieme a capirci, a capirsi, nonostante non fossimo mai stati cosi intimi nel parlarci, non mi e' rimasto che andarmene dalla sua vita, perché in quei giorni di dolore non ho fatto altro che rafforzare la sua decisione.
In quei giorni lui mi ha fatto notare (qualora non me ne fossi accorta) che libri legge (la paura di amare, l’india, i chakra, i tarocchi, osho,..), che va dallo psicoterapeuta (cosa che mi ha detto fin dall'inizio, senza specificare le ragioni) principalmente per questo motivo e che stare nella coppia gli fa “perdere il suo centro”, che “ha paura di fondersi” e che aveva quindi bisogno di solitudine per ritrovarsi.
Mi ha ripetuto che non e' un caso che lui abbia avuto solo relazioni a distanza e che io sono la prima relazione nella stessa citta', cosi' intensa e con una quasi convivenza.
Mi allontano rassegnata. Dopo un weekend di totale silenzio mi chiama agitatissimo perche' voleva vedermi. Era sconvolto, nervoso, ma fermo nella sua decisione, voleva solo vedermi...sentiva, credo, la mia mancanza.
Dopo questo incontro sofferto, lo lascio solo per un po', ma a singhiozzo (in tutti i sensi) ci sentiamo e vediamo, con la scusa di riprenderci le reciproche cose lasciate nella casa dell’altro (a puntate!); con la scusa che a lui è venuta prima una febbre altissima, poi una dermatite alle mani, alle caviglie e ai gomiti e avevo così modo di esternare la mia apprensione, anche se mi limitavo a chiedere notizie molto a distanza.
Trascorrono due mesi di gastriti, dermatiti e grandi febbroni per lui e sofferenza interiore per me.
I primi weekend separati per lui si svolgevano in casa da solo a guardarsi dentro e meditare; diceva di trovarci una matassa ingarbugliata che comprendeva la sua esistenza intera.
Recentemente mi sembra sia passato dalla fase del pensare a quella del fare (per usare le sue parole) e abbia ripreso i contatti con il mondo. Trascorre quindi un weekend a fare meditazione tantrica per sbloccare il primo chakra. Ci vediamo il lunedì successivo perche' a me il suo modo affettuoso, ma distante, di cercarmi pareva ambiguo e mi teneva un po' in sospeso.
L'ho visto diverso, sembrava stesse meglio, affermava di volermi tanto bene, che tra noi c'è un legame, ma ora sono solo un'amica. Ha mantenuto le premure, l'assiduita' nel cercarmi, ma vuole solo amicizia. Amicizia che io per il momento non sento nei suoi confronti, perché dentro di me provo ancora amore.
Ha iniziato a raccontarmi di essere andato a una serata sul PNL (programmazione neuro linguistica) e che lo psicoterapeuta non gli serve un granche' e ora ha deciso di andarci ogni 15 giorni, anziché settimanalmente.
Com'e' possibile che solo poche settimane prima nel guardarsi dentro vi abbia trovato una matassa ingarbugliata e ora quasi nega a se stesso quanto mi aveva raccontato di se', e pare cercare la tranquillita' interiore attraverso un'altra strada?
Ma dura un benessere quando è fittizio? O alla prima situazione al di fuori del nostro controllo emotivo si ripiomba nel dolore e nell'insoluto? Oppure basta imparare a evitare tutte quelle situazioni che ci provocano dolore e sperdimento?
Evita in tutti i modi di parlare di se' e di cio' che mi ha raccontato e io, per rispetto, non invado i nuovi confini che mi ha imposto. Ho avuto l'impressione che abbia chiuso tutti i cassetti interiori che si erano aperti, forse con la nostra relazione, e abbia preferito rifugiarsi in quella parte del suo mondo che gli procura benessere facilmente, quasi fosse regredito nella sua ricerca interiore. Mi stupisce questa reazione perché lui è una persona molto profonda, che si pone tantissimi interrogativi esistenziali e sembrava avesse voglia di affrontarsi. Mi sembra anche si sia allontanato da me per non soffrire, e che si sia convinto razionalmente che sia meglio non stare insieme. Forse la nostra relazione stava diventando emotivamente importante per lui.
Abbiamo concluso la serata dicendoci che per il momento è meglio che ognuno segua il corso della propria vita, che da parte mia non avrà amicizia, perché, anche se continuo a vivere il mio mondo da sola con passione, lo porto nel cuore in ogni cosa che faccio. Mi ha chiesto più volte se gli assicuravo che un giorno avremmo potuto frequentarci da amici, che lui ci tiene moltissimo....chiaro è che non lo escludo, ma ciò potrà avvenire quando avrà un posto diverso nel mio cuore. Non vuole perdermi, mi dimostra di volermi molto bene e sono certa ci sarebbe se gli esprimessi di avere bisogno, ma ha chiuso ermeticamente ogni porta verso il nostro amore.
Mi sembra stiamo buttando via una relazione che, a questo punto, alla luce di quanto accaduto in questi due mesi, sicuramente non sarebbe semplice, né uguale a prima, ma che sarebbe tra due persone simili per profondità, intesa, interessi, attrazione, e forse anche sentimenti, tra due persone che insieme erano armoniose. Lo so, l'armonia era in superficie, perché nel profondo lui teneva a bada quei turbamenti, poi esplosi e ora forzosamente richiusi.
Fatico, ancora, a rassegnarmi del tutto che possa essere finita così e che io debba passivamente e silenziosamente accettare quello che a me sembra il soffocamento razionale di un amore.
In ogni caso non posso che essere felice per questi mesi stupendi vissuti insieme. Mesi di gioia, di esperienze, di dialogo, tenerezza e molto altro. L'ho lasciato andare dove desidera, portandomi dentro ancora un po' di amore e sofferenza per la perdita. Probabilmente l'eventuale consiglio che riceverò da parte vostra sarà quello di proseguire verso questa strada, e di rispettare ciò che sente; ma se solo ci fosse anche una possibilità di non dissolvere al vento questo amore la perseguirei.
Vi ringrazio.
vi scrivo per ricevere un parere in merito a come comportarmi con il mio ex compagno a seguito di quanto sto per esporre.
Abbiamo vissuto una relazione durata 5 mesi e vissuta con entusiasmo e armonia. Io ho 38 anni e lui 39.
Gli amici dicevano che apparivamo decisamente innamorati l’uno dell’altro. Lui è una persona un po’ chiusa, con difficoltà a lasciarsi andare nelle relazioni. I mesi trascorsi insieme li abbiamo vissuti spontaneamente alla giornata, senza fare progetti di coppia, se non viaggi, vacanze, iscrizione a corsi. Abitiamo abbastanza vicini, quindi abbiamo praticamente convissuto fin dall’inizio, alternando le due case a seconda della comodità.
Non avevo fretta nel fare progetti importanti e non e' neanche nella mia natura, soprattutto nei primi mesi in cui prevale la conoscenza reciproca e la voglia di condividere la scoperta l'uno dell'altro; volevo godermi principalmente il tempo insieme, naturalmente, e aspettavo che maturasse prima l’amore tra noi; l’unica lamentela che ogni tanto esternavo era dovuta alla sua freddezza e chiusura in alcuni momenti, da lui sempre giustificata come un aspetto del suo carattere.
All’improvviso, dopo un intensificarsi della nostra unione e condivisione, dopo un progressivo ed esponenziale coinvolgimento da parte sua del suo mondo (famiglia, colleghi, sempre più amici), mi annuncia che tra noi è finita; “forse è meglio lasciarci”, dice. Mi si è gelato il sangue nelle vene. Ovviamente gli chiedo spiegazioni. Subito con parole che sembravano imparate a memoria e pronunciate senza respirare, mi ha detto che si è accorto di volermi molto bene, ma non è certo di amarmi. Ha ribadito la sua difficoltà ad amare e ha precisato che non sapeva se la volonta' di lasciarmi era dovuta al suo blocco o al fatto che non sono la persona giusta. Il risultato non cambia. Si è dimostrato disponibilissimo al dialogo e premurosissimo, forse perché afflitto da qualche senso di colpa. Piangevamo tristemente insieme, ancora avvolti dal nostro affetto. Dopo quattro giorni di dialogo, in cui gli ho proposto di continuare insieme a capirci, a capirsi, nonostante non fossimo mai stati cosi intimi nel parlarci, non mi e' rimasto che andarmene dalla sua vita, perché in quei giorni di dolore non ho fatto altro che rafforzare la sua decisione.
In quei giorni lui mi ha fatto notare (qualora non me ne fossi accorta) che libri legge (la paura di amare, l’india, i chakra, i tarocchi, osho,..), che va dallo psicoterapeuta (cosa che mi ha detto fin dall'inizio, senza specificare le ragioni) principalmente per questo motivo e che stare nella coppia gli fa “perdere il suo centro”, che “ha paura di fondersi” e che aveva quindi bisogno di solitudine per ritrovarsi.
Mi ha ripetuto che non e' un caso che lui abbia avuto solo relazioni a distanza e che io sono la prima relazione nella stessa citta', cosi' intensa e con una quasi convivenza.
Mi allontano rassegnata. Dopo un weekend di totale silenzio mi chiama agitatissimo perche' voleva vedermi. Era sconvolto, nervoso, ma fermo nella sua decisione, voleva solo vedermi...sentiva, credo, la mia mancanza.
Dopo questo incontro sofferto, lo lascio solo per un po', ma a singhiozzo (in tutti i sensi) ci sentiamo e vediamo, con la scusa di riprenderci le reciproche cose lasciate nella casa dell’altro (a puntate!); con la scusa che a lui è venuta prima una febbre altissima, poi una dermatite alle mani, alle caviglie e ai gomiti e avevo così modo di esternare la mia apprensione, anche se mi limitavo a chiedere notizie molto a distanza.
Trascorrono due mesi di gastriti, dermatiti e grandi febbroni per lui e sofferenza interiore per me.
I primi weekend separati per lui si svolgevano in casa da solo a guardarsi dentro e meditare; diceva di trovarci una matassa ingarbugliata che comprendeva la sua esistenza intera.
Recentemente mi sembra sia passato dalla fase del pensare a quella del fare (per usare le sue parole) e abbia ripreso i contatti con il mondo. Trascorre quindi un weekend a fare meditazione tantrica per sbloccare il primo chakra. Ci vediamo il lunedì successivo perche' a me il suo modo affettuoso, ma distante, di cercarmi pareva ambiguo e mi teneva un po' in sospeso.
L'ho visto diverso, sembrava stesse meglio, affermava di volermi tanto bene, che tra noi c'è un legame, ma ora sono solo un'amica. Ha mantenuto le premure, l'assiduita' nel cercarmi, ma vuole solo amicizia. Amicizia che io per il momento non sento nei suoi confronti, perché dentro di me provo ancora amore.
Ha iniziato a raccontarmi di essere andato a una serata sul PNL (programmazione neuro linguistica) e che lo psicoterapeuta non gli serve un granche' e ora ha deciso di andarci ogni 15 giorni, anziché settimanalmente.
Com'e' possibile che solo poche settimane prima nel guardarsi dentro vi abbia trovato una matassa ingarbugliata e ora quasi nega a se stesso quanto mi aveva raccontato di se', e pare cercare la tranquillita' interiore attraverso un'altra strada?
Ma dura un benessere quando è fittizio? O alla prima situazione al di fuori del nostro controllo emotivo si ripiomba nel dolore e nell'insoluto? Oppure basta imparare a evitare tutte quelle situazioni che ci provocano dolore e sperdimento?
Evita in tutti i modi di parlare di se' e di cio' che mi ha raccontato e io, per rispetto, non invado i nuovi confini che mi ha imposto. Ho avuto l'impressione che abbia chiuso tutti i cassetti interiori che si erano aperti, forse con la nostra relazione, e abbia preferito rifugiarsi in quella parte del suo mondo che gli procura benessere facilmente, quasi fosse regredito nella sua ricerca interiore. Mi stupisce questa reazione perché lui è una persona molto profonda, che si pone tantissimi interrogativi esistenziali e sembrava avesse voglia di affrontarsi. Mi sembra anche si sia allontanato da me per non soffrire, e che si sia convinto razionalmente che sia meglio non stare insieme. Forse la nostra relazione stava diventando emotivamente importante per lui.
Abbiamo concluso la serata dicendoci che per il momento è meglio che ognuno segua il corso della propria vita, che da parte mia non avrà amicizia, perché, anche se continuo a vivere il mio mondo da sola con passione, lo porto nel cuore in ogni cosa che faccio. Mi ha chiesto più volte se gli assicuravo che un giorno avremmo potuto frequentarci da amici, che lui ci tiene moltissimo....chiaro è che non lo escludo, ma ciò potrà avvenire quando avrà un posto diverso nel mio cuore. Non vuole perdermi, mi dimostra di volermi molto bene e sono certa ci sarebbe se gli esprimessi di avere bisogno, ma ha chiuso ermeticamente ogni porta verso il nostro amore.
Mi sembra stiamo buttando via una relazione che, a questo punto, alla luce di quanto accaduto in questi due mesi, sicuramente non sarebbe semplice, né uguale a prima, ma che sarebbe tra due persone simili per profondità, intesa, interessi, attrazione, e forse anche sentimenti, tra due persone che insieme erano armoniose. Lo so, l'armonia era in superficie, perché nel profondo lui teneva a bada quei turbamenti, poi esplosi e ora forzosamente richiusi.
Fatico, ancora, a rassegnarmi del tutto che possa essere finita così e che io debba passivamente e silenziosamente accettare quello che a me sembra il soffocamento razionale di un amore.
In ogni caso non posso che essere felice per questi mesi stupendi vissuti insieme. Mesi di gioia, di esperienze, di dialogo, tenerezza e molto altro. L'ho lasciato andare dove desidera, portandomi dentro ancora un po' di amore e sofferenza per la perdita. Probabilmente l'eventuale consiglio che riceverò da parte vostra sarà quello di proseguire verso questa strada, e di rispettare ciò che sente; ma se solo ci fosse anche una possibilità di non dissolvere al vento questo amore la perseguirei.
Vi ringrazio.
[#1]
Gentile Utente,
si è spiegata molto bene e ha anche descritto molto bene cosa, con buona probabilità, sta accadendo nella mente del Suo ex.
"Oppure basta imparare a evitare tutte quelle situazioni che ci provocano dolore e sperdimento?
Evita in tutti i modi di parlare di se' e di cio' che mi ha raccontato"
Si tratta di una strategia, sicuramente non così funzionale alla lunga, ma attabile. Forse quest'uomo ha sempre avuto relazioni a distanza per questa ragione, perchè riusciva a tenere sotto controllo meglio le proprie difficoltà e paure.
Ed è anche ragionevole pensare che una storia di questa portata abbia messo in luce le debolezze e le fragilità di questa persona da cui ha preferito fuggire. Scelta comprensibile, in parte, perchè il grosso rischio era quello di rimanere senza difese e non è mai piacevole per nessuno andare in giro senza difese.
Indubbiamente non sarà semplice per Lei superare la situazione: le separazioni bruciano sempre. Da questa relazione può imparare molte cose di Lei.
Però vorrei farLa riflettere su una questione: che cosa cerca in una storia? e come vorrebbe che fosse il Suo compagno?
si è spiegata molto bene e ha anche descritto molto bene cosa, con buona probabilità, sta accadendo nella mente del Suo ex.
"Oppure basta imparare a evitare tutte quelle situazioni che ci provocano dolore e sperdimento?
Evita in tutti i modi di parlare di se' e di cio' che mi ha raccontato"
Si tratta di una strategia, sicuramente non così funzionale alla lunga, ma attabile. Forse quest'uomo ha sempre avuto relazioni a distanza per questa ragione, perchè riusciva a tenere sotto controllo meglio le proprie difficoltà e paure.
Ed è anche ragionevole pensare che una storia di questa portata abbia messo in luce le debolezze e le fragilità di questa persona da cui ha preferito fuggire. Scelta comprensibile, in parte, perchè il grosso rischio era quello di rimanere senza difese e non è mai piacevole per nessuno andare in giro senza difese.
Indubbiamente non sarà semplice per Lei superare la situazione: le separazioni bruciano sempre. Da questa relazione può imparare molte cose di Lei.
Però vorrei farLa riflettere su una questione: che cosa cerca in una storia? e come vorrebbe che fosse il Suo compagno?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
La ringrazio per aver risposto così rapidamente.
Brevemente, in una relazione cerco amore, condivisione di passioni, intenti e progetti. Non chiudo le porte alle difficoltà della coppia e individuali.
Il mio compagno potrebbe essere anche come la persona qui descritta per molti aspetti (carattere, amorevolezza, interessi, profondità e molto altro). Se cerco di vedere dall’esterno questa vicenda, al momento gli intenti di questa persona sembrano lontani dai miei e di conseguenza temo anche i progetti. Così è, però, forse perché i suoi timori hanno preso il sopravvento, ha preferito non affrontarli, e quindi ha virato gli intenti altrove. Non sto facendo accanimento terapeutico su questa storia, come forse può sembrare. Penso che lui ora mi immagini dedita alla mia vita. Ho solo incontrato una persona con cui mi sono sentita molto in armonia, sensazione condivisa anche da lui, alla quale ho aperto il mio cuore, non ancora chiuso.
Brevemente, in una relazione cerco amore, condivisione di passioni, intenti e progetti. Non chiudo le porte alle difficoltà della coppia e individuali.
Il mio compagno potrebbe essere anche come la persona qui descritta per molti aspetti (carattere, amorevolezza, interessi, profondità e molto altro). Se cerco di vedere dall’esterno questa vicenda, al momento gli intenti di questa persona sembrano lontani dai miei e di conseguenza temo anche i progetti. Così è, però, forse perché i suoi timori hanno preso il sopravvento, ha preferito non affrontarli, e quindi ha virato gli intenti altrove. Non sto facendo accanimento terapeutico su questa storia, come forse può sembrare. Penso che lui ora mi immagini dedita alla mia vita. Ho solo incontrato una persona con cui mi sono sentita molto in armonia, sensazione condivisa anche da lui, alla quale ho aperto il mio cuore, non ancora chiuso.
[#3]
Probabilmente quello che ha frenato il Suo ex è quello che Lei ha intuito e che ha descritto molto bene.
Ma non si tratta di accanimento, il Suo: in questi casi è il tempo che aiuta a prendere le distanze dal coinvolgimento.
A Suo vantaggio c'è il fatto di avere le idee chiare su cosa desidera per se stessa. Con questa lucidità sulla situazione e su se stessa, Le auguro di trovare presto la serenità che desidera.
Un cordiale saluto,
Ma non si tratta di accanimento, il Suo: in questi casi è il tempo che aiuta a prendere le distanze dal coinvolgimento.
A Suo vantaggio c'è il fatto di avere le idee chiare su cosa desidera per se stessa. Con questa lucidità sulla situazione e su se stessa, Le auguro di trovare presto la serenità che desidera.
Un cordiale saluto,
[#5]
Un vero peccato, ma se quest'uomo non è ancora arrivato, atraverso la psicoterapia che stava facendo, a comprendere il proprio modo di funzionare e a modificarlo (poco male avere delle paure e delle difficoltà; la cosa essenziale è il cambiamento), prendendone le distanze, risulta in qualunque relazione troppo invischiato, mettendo in atto gli stessi schemi comportamentali e cognitivi che ha sempre attuato, anche se disfunzionali.
Quindi dall'altra parte quest'uomo avrà fatto davvero anche tanta fatica a stare dentro la relazione con tali modalità. Nulla a che vedere con Lei: si tratta di difficoltà sue che sono emerse e si sono particolarmente amplificate nelle dinamiche di coppia.
Le faccio tanti auguri,
Quindi dall'altra parte quest'uomo avrà fatto davvero anche tanta fatica a stare dentro la relazione con tali modalità. Nulla a che vedere con Lei: si tratta di difficoltà sue che sono emerse e si sono particolarmente amplificate nelle dinamiche di coppia.
Le faccio tanti auguri,
[#6]
Utente
Grazie. Scrivervi mi è servito per fare ordine. Ne avevo molto bisogno. Non avevo mai dialogato prima con uno specialista della psiche, né tantomeno scritto pubblicamente di questioni così personali. La mia analisi forse parrà lucida, ma emotivamente questa storia mi ha coinvolto molto, mi ha lasciato un ricordo molto bello e sicuramente mi ha insegnato qualcosa.
[#9]
Gentile signora,
bisognerebbe chiederlo a lui!
Tuttavia, nell'ambito delle ipotesi che possiamo fare qui, è probabile che non abbia consapevolezza del proprio modo di essere, nè delle proprie paure che lo bloccano e che gli impediscono di superarle e quindi vivere le relazioni non solo con maggior consapevolezza ma anche con maggior piacere e flessibilità.
Chiaramente si rende conto della separazione e starà anche soffrendo, sia per la separazione in sè, sia per i significati che avrà attribuito...
bisognerebbe chiederlo a lui!
Tuttavia, nell'ambito delle ipotesi che possiamo fare qui, è probabile che non abbia consapevolezza del proprio modo di essere, nè delle proprie paure che lo bloccano e che gli impediscono di superarle e quindi vivere le relazioni non solo con maggior consapevolezza ma anche con maggior piacere e flessibilità.
Chiaramente si rende conto della separazione e starà anche soffrendo, sia per la separazione in sè, sia per i significati che avrà attribuito...
[#11]
Potrebbe anche essere un modo per raccontarsela e riuscire così a proteggersi dalla sofferenza.
Le Sue domande sono tutte lecite e comprensibili, e hanno lo scopo di cercare un senso per questa storia. Non tutto però possiamo spiegare; a volte ci facciamo solo del male mentre cerchiamo di capire. Di questa storia e del comportamento di quest'uomo magari non capiremo tutto. A Lei che cosa serve?
Le Sue domande sono tutte lecite e comprensibili, e hanno lo scopo di cercare un senso per questa storia. Non tutto però possiamo spiegare; a volte ci facciamo solo del male mentre cerchiamo di capire. Di questa storia e del comportamento di quest'uomo magari non capiremo tutto. A Lei che cosa serve?
[#12]
Utente
Lo so, dovrei rispondermi che a me serve cercare di star bene e invece cerco ancora di capire e forse cerco ancora lui, perché ora vedo principalmente il benessere in questo. Non sono molto lontana dal cercare di nuovo il benessere altrove, anche perché se mi fermo qui non c'è.
Grazie, grazie per la riflessione!
Grazie, grazie per la riflessione!
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 16.5k visite dal 08/02/2012.
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Approfondimento su Dermatite
La dermatite è un'infiammazione della pelle dovuta a varie cause (per esempio atopica, allergica o da contatto), con sintomi comuni come prurito e arrossamento.