Possibile depressione, sicura apatia
Sono un ragazzo di 31 anni, il mio problema è che mi sento senza prospettive, non ho alcuno stimolo e per questo non faccio nulla o quasi tutto il giorno e spesso non vorrei nemmeno alzarmi dal letto. Vado a letto sempre tardissimo e ho grosse difficoltà a prendere sonno una volta a letto, tuttavia una volta addormentato mi alzo tardissimo e quasi sempre semirimbambito dal sonno. Esco rarissimamente solo per fare un po' di sport, ma al di là di questo direi che la mia vita sociale è praticamente inesistente. Sono iscritto all'università, ma da circa due anni non combino quasi nulla, così come del resto non ho nemmeno un impiego. Circa un anno fa mia madre, da anni malata di Alzheimer, è morta e contemporaneamente mio padre ha avuto seri problemi cardiaci dai quali però si è rimesso abbastanza bene. Inoltre non posso omettere che soffro da quando avevo 12 anni di alopecia areata, cosa che non mi crea attualmente problemi di accettazione, ma che in passato, da adolescente, ha certamente avuto un grosso peso nella formazione del mio carattere. Recentemente mio padre, con molta dolcezza, ha cercato di capire cosa mi stia succedendo e, dopo tre frasi, sono in pratica scoppiato a piangere come un bambino di 3 anni. Ritengo di aver avuto qualche difficoltà in più della media, ma non certo paragonabili a quelle di altre persone che hanno avuto disagi più seri. Proprio per questo provo anche grande vergogna e imbarazzo per come sto sfruttando mio padre e la sua grande bontà e in generale per la totale aridità della mia vita. Sono totalmente consapevole di avere un grosso problema e credo anche di sapere cosa fare per uscirne, tuttavia i rari momenti di slancio morale, in cui mi impongo di ricominciare a vivere come un essere umano, vengono sempre disattesi dal ritorno all'apatia e al non fare nulla. Forse apatia non è nemmeno un termine corretto, dato che appena mi soffermo ad analizzare la mia situazione, mi viene quasi da piangere, così come è successo con mio padre. Gradirei sapere se sono un caso recuperabile con o senza terapie di qualsivoglia genere perchè sinceramente ritengo che il mio attuale stile di vita sia inaccettabile e perchè ho il timore che se non risolvo questa situazione ora, me la porterò dietro per sempre.
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Gentile Utente,
da quanto scrive è davvero "palpabile" la sofferenza che da troppo tempo si trascina con sé: i tempi forse ora sono maturi per mettervi mano.
La consapevolezza di non star bene, unita alla volontà di migliorare la situazione devono diventare per Lei la spinta sufficiente per rivolgersi di persona ad uno psicologo e cominciare un cammino di rinnovamento e rinascita.
Dal momento che ha molto tempo a disposizione, non sarà un problema per Lei rivolgersi alla sua Asl, in modo da iniziare ad effettuare una valutazione oggettiva della situazione e capir bene come intervenire.
Cordiali saluti.
da quanto scrive è davvero "palpabile" la sofferenza che da troppo tempo si trascina con sé: i tempi forse ora sono maturi per mettervi mano.
La consapevolezza di non star bene, unita alla volontà di migliorare la situazione devono diventare per Lei la spinta sufficiente per rivolgersi di persona ad uno psicologo e cominciare un cammino di rinnovamento e rinascita.
Dal momento che ha molto tempo a disposizione, non sarà un problema per Lei rivolgersi alla sua Asl, in modo da iniziare ad effettuare una valutazione oggettiva della situazione e capir bene come intervenire.
Cordiali saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
"Ritengo di aver avuto qualche difficoltà in più della media, ma non certo paragonabili a quelle di altre persone che hanno avuto disagi più seri."
Gentile Utente,
se lei sta male non ha senso che guardi a chi apparentemente vive condizioni peggiori delle sue per consolarsi: in questo modo finisce solo col sentirsi in colpa per il fatto che avrebbe forse potuto vivere diversamente o reagire diversamente a quelli che sono stati i problemi che ha incontrato, e non le serve certo buttarsi ulteriormente giù con queste riflessioni prive di utilità.
Ognuno reagisce a proprio modo alle difficoltà della vita, e non si può sindacare sulla sofferenza altrui come anche sulla propria, se non si riesce ad uscirne da soli.
Se lei soffre di un disturbo depressivo, come si può ipotizzare, non ha nemmeno senso appellarsi al suo "senso morale": fermo restando il fatto che da qui non possiamo porre alcuna diagnosi, la depressione è una malattia e non un vizio o una forma di pigrizia, non crede?
Vorrei sapere cosa intende con questa frase:
"Sono totalmente consapevole di avere un grosso problema e credo anche di sapere cosa fare per uscirne"
Può essere più preciso?
Gentile Utente,
se lei sta male non ha senso che guardi a chi apparentemente vive condizioni peggiori delle sue per consolarsi: in questo modo finisce solo col sentirsi in colpa per il fatto che avrebbe forse potuto vivere diversamente o reagire diversamente a quelli che sono stati i problemi che ha incontrato, e non le serve certo buttarsi ulteriormente giù con queste riflessioni prive di utilità.
Ognuno reagisce a proprio modo alle difficoltà della vita, e non si può sindacare sulla sofferenza altrui come anche sulla propria, se non si riesce ad uscirne da soli.
Se lei soffre di un disturbo depressivo, come si può ipotizzare, non ha nemmeno senso appellarsi al suo "senso morale": fermo restando il fatto che da qui non possiamo porre alcuna diagnosi, la depressione è una malattia e non un vizio o una forma di pigrizia, non crede?
Vorrei sapere cosa intende con questa frase:
"Sono totalmente consapevole di avere un grosso problema e credo anche di sapere cosa fare per uscirne"
Può essere più preciso?
Dr. Stefano Pozzi, psicologo psicoterapeuta
Riceve a Milano e Mariano Comense
s.pozzi@psychology.it - 340.2665359
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Utente
Prima di tutto ringrazio entrambi per le risposte.
Dr. Pozzi con quella frase intendo dire che non sono uno di quelli che non si rende conto di una situazione negativa solo perchè ne è coinvolto in prima persona. So che ho un problema. Credo anche che cominciando con piccoli sforzi a cambiare questa condizione di totale immobilismo, potrei piano piano uscirne. Tuttavia i miei propositi non si concretizzano mai e questa cosa si trascina ormai da un paio di anni se non qualcosa in più. Non avevo assolutamente in mente cose drastiche come forse aveva capito, anche se mi rendo conto che scritta in quel modo la frase poteva risultare ambigua.
Dr. Pozzi con quella frase intendo dire che non sono uno di quelli che non si rende conto di una situazione negativa solo perchè ne è coinvolto in prima persona. So che ho un problema. Credo anche che cominciando con piccoli sforzi a cambiare questa condizione di totale immobilismo, potrei piano piano uscirne. Tuttavia i miei propositi non si concretizzano mai e questa cosa si trascina ormai da un paio di anni se non qualcosa in più. Non avevo assolutamente in mente cose drastiche come forse aveva capito, anche se mi rendo conto che scritta in quel modo la frase poteva risultare ambigua.
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"i miei propositi non si concretizzano mai e questa cosa si trascina ormai da un paio di anni"
Questo stallo può essere segno di un disturbo depressivo in atto e non dipendere quindi dalla sua volontà.
Per rispondere alla sua domanda iniziale ("Gradirei sapere se sono un caso recuperabile con o senza terapie di qualsivoglia genere") penso proprio che sulla sua situazione si possa intervenire con un percorso psicoterapeutico che la sua volontà di cambiare agevolerà sicuramente.
Accanto a questo si potrebbe valutare l'opportunità di una terapia psicofarmacologica, che però potrebbe essere presa in considerazione non prima che lei abbia sottoposto di persona ad un professionista la sua situazione.
La invito quindi a prendere contatto con uno psicologo psicoterapeuta in modo tale da richiedere una valutazione del suo quadro clinico e una risposta circa quale intervento potrebbe fare per lei.
Questo stallo può essere segno di un disturbo depressivo in atto e non dipendere quindi dalla sua volontà.
Per rispondere alla sua domanda iniziale ("Gradirei sapere se sono un caso recuperabile con o senza terapie di qualsivoglia genere") penso proprio che sulla sua situazione si possa intervenire con un percorso psicoterapeutico che la sua volontà di cambiare agevolerà sicuramente.
Accanto a questo si potrebbe valutare l'opportunità di una terapia psicofarmacologica, che però potrebbe essere presa in considerazione non prima che lei abbia sottoposto di persona ad un professionista la sua situazione.
La invito quindi a prendere contatto con uno psicologo psicoterapeuta in modo tale da richiedere una valutazione del suo quadro clinico e una risposta circa quale intervento potrebbe fare per lei.
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<Credo anche che cominciando con piccoli sforzi a cambiare questa condizione di totale immobilismo, potrei piano piano uscirne. Tuttavia i miei propositi non si concretizzano mai>
Gentile Utente,
non riuscire a dare concretezza ai propri propositi fa parte del problema, è quindi opportuno che si faccia aiutare da uno specialista come ha consigliato la Collega, al fine di ritrovare il suo benessere e una qualità di vita più appagante.
Molti auguri
Gentile Utente,
non riuscire a dare concretezza ai propri propositi fa parte del problema, è quindi opportuno che si faccia aiutare da uno specialista come ha consigliato la Collega, al fine di ritrovare il suo benessere e una qualità di vita più appagante.
Molti auguri
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.7k visite dal 08/02/2012.
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