Pensiero ricorrente

Salve, scrivo per un consulto medico inerente un problema che affligge il mio ragazzo.
Ha 35 anni e in giovane età (15) ha riscontrato un fastidio fisico di lieve entità ma di grande disagio.
La problematica si risolveva spontaneamente per poi rispresentarsi a distanza di anni (24) con il medesimo esito.
Da qualche tempo gli si presenta un pensiero ricorrente di poter sviluppare una patologia psichiatrica che dura per 5 min circa.
Alla comparsa di questo pensiero si avvilisce ritenendo, per lo stesso fatto di averlo, che possa avere un fondamento.
Le sue paure possono essere legate ai fastidi fisici del suo passato che si sono risolti senza che lui ne conoscesse la causa di insorgenza?
Può essere utile un percorso di psicoterapia?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente, le indicazioni per la psicoterapia in genere si forniscono dopo una diagnosi. Non è detto che la psicoterapia sia sempre la strada migliore da percorrere: in alcuni casi si può scegliere il sostegno psicologico, in altri è necessaria una terapia farmacologica per trattare alcuni disturbi. Quindi questo potrà eventualmente definirlo meglio il professionista che, eventualmente, vedrà il Suo ragazzo.

Tuttavia potrebbe spiegare meglio alcune cose per favore?

- che tipo di fastidio fisico avvertiva e in che modo lo metteva a disagio?
- il pensiero di poter avere una patologia psichiatrica è intrusivo e poco controllabile?
- che tipo di fondamento potrebbe avere questo pensiero?

"Le sue paure possono essere legate ai fastidi fisici del suo passato che si sono risolti senza che lui ne conoscesse la causa di insorgenza?"

Per rispondere a questa domanda con certezza bisognerebbe proprio parlare con il Suo compagno. Potrebbero essere legate al passato, oppure no.

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Innanzitutto la ringrazio per la sollecitudine nella risposta.

- "che tipo di fastidio fisico avvertiva e in che modo lo metteva a disagio?
R: ha avuto un episodio di iperidrosi all'età di 15 anni ed una "ricaduta" all'età di 24 anni. Nonostante molteplici esami non è riuscito ad individuarne la causa e dopo un lungo lasso di tempo il fenomeno è scomparso. Ricorda spesso quei giorni (si confida con me) come un periodo di disagio, vergogna e preoccupazione;

- "il pensiero di poter avere una patologia psichiatrica è intrusivo e poco controllabile?
R: lui mi riferisce che non ci pensa per giorni interi. Poi succede che si presenta il pensiero e questa manifestazione lo fa preoccupare. E' come se trovasse nel pensiero stesso un fondamento della sua paura. Tuttavia l'entità del pensiero non è tale da impedirgli di lavorare (è un professionista), di coltivare le sue relazioni. Non interferisce, insomma, con l'andamento delle sue giornate;

- "che tipo di fondamento potrebbe avere questo pensiero?
R: da parte mia non credo che sia un pensiero fondato. E' come se lui, a causa del suo problema irrisolto del passato, avesse maturato l'idea che la scaturigine dell'iperidrosi fosse una suggestione mentale.
Da qui l'idea di " poter non essere a posto" e di perdere il controllo di sé.
Ne abbiamo parlato e ho tentato di prospettargli che l'peridrosi potesse aver avuto una causa fisica, ma è ovvio che il problema è stato vissuto da lui in prima persona e che il mio aiuto può concretarsi solo in un sostegno morale o materiale.

Cordialmente ringrazio.


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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

il disagio del Suo compagno in tal senso potrebbe essere leggibile e non inquadrato come "stranezza", nel senso che in effetti l’iperidrosi è un problema che danneggia profondamente l’autostima e la sicurezza di sé. Tale disturbo infatti costringe chi ne soffre a vivere sempre con i vestiti macchiati di sudore e le mani sempre umide. Questo potrebbe compromettere le relazioni sociali nei casi più gravi. Nel caso del Suo compagno, invece, non riguarda il lavoro per esempio, ma un senso di disagio che gli fa pensare talvolta che possa ripresentarsi il problema ("Da qui l'idea di " poter non essere a posto" e di perdere il controllo di sé").


Come lo ha gestiro il problema dell'iperidrosi fin qui?

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Utente
Utente
Gent.le Dott.ssa,
Ho conosciuto il mio compagno due anni fa circa.
Il problema di iperidrosi, per quanto da lui riferitomi, non è più comparso dal 2006 circa.
Quando soffriva della patologia in questione tentava di farsi forza e continuava a svolgere tutte le sue consuete attività, sebbene con i disagi che Lei ha così ben sottolineato.
Attualmente la problematica fisica non è più presente.
Non ha fatto ricorso ad alcun tipo di supporto psicologico e non ha voluto assolutamente continuare ad indagare sulle cause possibili dopo la scomparsa dei sintomi.
Teme, nei periodi di cambio di stagione o di caldo intenso delle ricadute.
Forse se conoscesse la scaturigine del suo problema (per il momento non più presente) i suoi pensieri angoscianti potrebbero finire?
Ma è complesso e forse (può dirmelo Lei) controproducente che una persona fisicamente asintomatica si sottoponga ad esami clinici.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
In realtà non è necessario comprendere le cause di questo disagio; se non rappresenta più un problema perchè mai dovrebbe torturarsi andando alla ricerca di cause e spiegazioni?

Se il Suo compagno ha raggiunto un discreto equilibrio, ritengo non sia il caso di proseguire oltre. Però da quello che scrive ora, se ho capito bene, si tratta di un timore che l'iperidrosi possa nuovamente verificarsi. Vivere con il timore o l'ansia che un brutto evento del passato possa riverificarsi non aiuta a stare bene.

Probabilmente è su questo ultimo aspetto che il Suo compagno dovrebbe focalizzarsi per poter stare meglio.

Saluti,
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Utente
Utente
Gent.le Dott.ssa,
La ringrazio nuovamente e le chiedo, in definitiva, se Lei reputa opportuno che il mio compagno cerchi un supporto (ovviamente medico) di tipo psicologico e se esistono percorsi medio-brevi per la risoluzione del problema (peniero sporadico di potersi "ammalare" mentalmente a causa dei suoi trascorsi fisici).
Dal canto mio, posso fare qualcosa in più per aiutarlo?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Potrebbe essere indicato per il Suo compagno un supporto psicologico (non necessariamente medico, perchè lo psicologo non è un medico; è lo psicoterapeuta che può essere sia un medico sia uno psicologo successivamente specializzato in psicoterapia).

Lei, dal canto Suo, potrebbe evitare le continue rassicurazioni al Suo compagno perchè rafforzano i timori di ammalarsi e, in generale, non sono mai indicate se c'è l'ansia di mezzo.

Un cordiale saluto,
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Utente
Utente
Ancora grazie,
Farò come mi ha suggerito.
Buon lavoro Dott.ssa Pielici.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Grazie a Lei per aver usato questo servizio.
Cordiali saluti,