Essere lasciati e non riuscire a riprendersi

Buongiorno,

mia sorella di 20anni dopo 3 è stata lasciata da quello che sembrava l'amore della sua vita. Ora sono 3 giorni che non fa altro che piangere e non vuole mangiare. Io ovviamente provo a starle vicino ma non so come comportarmi...
Cosa dovrei fare in un caso come questo? Dopo quanto tempo senza mangiare devo portarla da un medico (lei dice di non riuscire a inghiottire nulla)? è opportuno portarla da uno psicologo? Se si quale tipologia di professionista è la più indicata? Dei calmanti leggeri possono aiutare la situazione?

Grazie
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Utente,

se il dolore è particolarmente intenso perchè l'investimento emotivo in quella relazione era ingente è normale che la ragazza stia male.
Sarebbe strano, ma anche preoccupante, il contrario.

Sono passati solo 3 giorni e non è ancora il caso di preoccuparsi che la situazione precipiti: quella che sua sorella sta vivendo è un'esperienza estremamente privata e soggettiva, perchè parliamo dell'elaborazione del lutto per la "perdita" di una persona molto cara, e deve avere la possibilità di condurre fisiologicamente a termine questo lavoro psicologico anche se ci vorrà del tempo.

Ovviamente però vederla stare così non è piacevole per nessuno e immagino che non solo lei, ma anche i vostri genitori e/o le amiche vorrebbero aiutarla.

Per un po' non potrete probabilmente sortire alcun effetto concreto, ma il fatto di sapere che lei si preoccupa ed è disponibile ad aiutarla è sicuramente già di per sè un grosso sostegno per la ragazza, anche se ora come ora questo non le risulterà probabilmente evidente.

Ci vuole raccontare com'è andata?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509 41
Gentile Utente,

Concordo con la Collega: non è il caso di patlogizzare un evento normale dell'esistenza di una persona.
Per quanto dolorose, queste esperienze -se metabolizzate ed elaborate- servono a capire alcuni aspetti sia individuali sia relazionali.

Prima di pensare ad uno specialista, provate voi a starle vicino, senza troppe pressioni (a seconda di come si sente Sua sorella è normale che non voglia mangiare, che non voglia uscire, ecc...), ma con estrema comprensione.

Il tempo in questi casi è davvero utile a medicare le ferite.

Un cordiale saluto

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
Utente
Utente
Buongiorno,

vi ringrazio per le risposte. Abbiamo portato mia sorella dal medico di famiglia che le ha ordinato un farmaco contro gli attacchi di panico e gli stati d'ansia. Ora lo sta prendendo da qualche giorno ma dice di sentirsi come prima con l'unica differenza di non riuscire a piangere...

Forse era meglio non portarla dal medico e/o evitare di farle prendere il farmaco in questione?

Per quanto riguarda la dinamica dell'evento semplicemente da un giorno all'altro, senza alcuna avvisaglia, il ragazzo l'ha lasciata. Lei era molto molto legata a lui...

Noi intanto le siamo vicinissimi. I miei genitori si stanno adoperando per trovare qualcosa che le possa piacere e che possa distrarla dall'evento e io cerco di starle vicino come posso.
Spero la cosa si risolva presto.

Grazie ancora
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"dice di sentirsi come prima con l'unica differenza di non riuscire a piangere..."

Dal nostro punto di vista non possiamo che consigliare a tutti voi di lasciar esprimere un dolore che è causato da eventi oggettivamente dolorosi e che, in quanto tale, deve avere la possibilità di esaurirsi e di trasformarsi gradualmente.
Sopprimere chimicamente questa reazione (o meglio, tentare di farlo, visto che i risultati non ci sono stati) potrebbe avere un duplice svantaggio:

- considerare anormale il fatto che una ragazza reagisca disperandosi all'abbandono improvviso da parte del fidanzato, cui è legatissima (lei ci vede qualcosa di strano?) e trattarlo come una patologia

- sopprimere la normale risposta emotiva repingendola nel profondo della sua mente (in parole povere: fargliela ricacciare giù), dove rimarrà come una bomba ad orologeria pronta ad esplodere alla prossima occasione o, in alternativa, inquinerà lentamente la vita della ragazza.

Le segnalo inoltre che sua sorella in questo modo si sente considerata debole e incapace di far fronte ad una situazione che, per quanto dolorosa, fa parte delle normali esperienze di vita che una ragazza psicologicamente sana è perfettamente in grado di affrontare.

Che farmaco le è stato prescritto?

Mi sembra di capire che la vostra reazione è dettata più che altro dall'angoscia che provate voi nel vederla stare così male e dal fatto che non potete fare nulla per cambiare la realtà dei fatti.
E' così?
[#5]
Utente
Utente
Buongiorno,

non posso che darvi ragione e sentirmi d'accordo con la vostra posizione. Il farmaco che le è stato prescritto è lo Stiliden.

Per quanto riguarda la nostra reazione è proprio dovuta all'angoscia generata dal vedere una ragazza solare passare le sue giornate a piangere e fissare il vuoto.

Grazie ancora.