Apatia del partner

la relazione con la mia partner è in crisi da un po' di tempo. Tutto è nato da quando abbiamo scoperto di avere un problema e ciò avrebbe incrinato il suo rapporto di fiducia nei miei confronti (non posso spiegare oltre perché circostanzierebbe troppo la richiesta). Sostiene che da quel momento è piombata in uno stato di apatia assoluta (uguale a quello di cui soffriva quando l'ho conosciuta e che, allora, sosteneva di aver superato grazie a me), che non sente più il bisogno di chiamarmi, scrivermi, confidarsi. Le ho chiesto più volte se intendesse lasciarmi, ma non ha mai confermato questa volontà. Tuttavia sostiene come ormai pensi solo a se stessa, che sia sparito il "noi". Purtroppo non viviamo nella stessa città e i momenti in cui possiamo vederci sono limitati a pochi week end al mese. Insieme abbiamo deciso di vederci quanto prima, per capire se incontrarci riesca a cambiare questo stato di cose (non ci vediamo da prima di quella scoperta). Tuttavia non so che fare, se c'è un modo per recuperare. La mia non è la classica richiesta del partner che viene lasciato, ma di una persona che cerca di capire il disagio di una persona che ama. Stiamo insieme da poco, e in questi mesi nno si sono manifestati mai problemi di questo tipo.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Ragazzo,
Non ci dice l' entita' o gravita' del' episodio visssuto da entrambi, che ha fatto scattare la molla dell' apatia e dell'egocentrismo della sua fidanzata.
Nessuno, puo' dirle come recuperare non conoscendo lei, la sua fidanzata e le dinamiche della vostra relazione e crisi in itinere.
Chiedua una consulenza ad uno psicologo, con cui analizzare l' accaduto, il suo vissuto e trovare strategie adatte alla situazione.
Saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Maurizio Brescello Psicologo 102 1
E' possibile che l'apatia intrinseca della sua compagna abbia una radice che non puo' estirpare da sola o con il suo aiuto. I problemi non risolti tendenzialmente riaffiorano quando le condizioni di stress aumentano e non sono stati affrontati in modo adeguato. Una relazione a distanza poi rende tutto piu' difficile. Valuti che significato ha questa storia per lei, magari facendosi aiutare da uno psicologo.

Auguri

Dr. Maurizio Brescello

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Concordo con il Collega Brescello: se Lei e la Sua compagna state insieme da poco e dice che il disagio in cui si trovava la Sua compagna quando vi siete messi insieme si è ripresentato adesso con le stesse modalità, è ragionevole pensare che quello stato precedente non sia stato cancellato.
Anche perchè le relazioni amorose non sono in tal senso terapeutiche.
Lei ci fornisce anche pochi elementi per comprendere meglio la situazione, ma se provassimo ad ipotizzare che tale apatia sia legata ad una deflessione del tono dell'umore, presente anche prima del vostro incontro, allora la cosa migliore sarebbe cominciare a chiedere aiuto al medico di base per essere poi, eventualmente, indirizzati verso lo psichiatra o lo psicologo.
Questo per quanto riguarda la Sua ragazza.

Per quanto riguarda Lei, quando scrive: "ma di una persona che cerca di capire il disagio di una persona che ama": forse c'è poco da capire, nel senso che comprendo il desiderio di dare un senso alla situazione e alla relazione, ma forse il malessere di questa persona non dipende affatto da Lei (che sta scrivendo qui).
Forse si tratta di una condizione che fa parte della vita della Sua compagna, addirittura indipendentemente dal problema che avere scoperto di avere.

Si tratta di qualcosa che riguarda la coppia?

Lei che cosa si aspetta da questa relazione a distanza?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
cerco di fornirVi maggiori dettagli.
Qualche settimana fa lei ha scoperto di avere una malattia trasmessa sessualmente da me. Io ero assolutamente ignaro di averla e quindi lei non mi ha rinfacciato tanto il "dolo", quanto il non esser stato sufficientemente premuroso nei suoi confronti (che soffre di disturbi) e successivamente, di aver sminuito la portata del problema (anche ironizzandoci).
Questo fatto avrebbe rotto il legame di fiducia e incrinato, per non dire rotto, il rapporto. Tuttavia, alle mie sollecitazioni su cosa intendesse fare, se intendesse lasciarmi, lei mi ha risposto di non saperlo con certezza.
il punto è che in questo momento pare non ricordarsi assolutamente dei sentimenti che ci legavano. Le appaio come un estraneo: sono diminuiti i contatti telefonici, che si fanno brevi e privi di contenuto.
So che è in uno stato di profondo stress per via delle sue attività e per questo cerco di essere comprensivo.
E' una situazione che ho già affrontato in passato con un'altra persona, e allora sbagliai nel starle troppo appresso. Tuttavia, ho paura che, rispettando gli spazi e i tempi, il suo "individualismo" si consolidi.
Ripeto: non scrivo perché non voglio esser lasciato. Se quella è la decisione, la devo accettare, evidentemente. Però, fino a quando questa decisione non è accertata, vorrei capire se ci sono spazi e modalità per recuperare la fiducia, per mantenere una relazione che fino a tre settimane fa non aveva mai dato alcun segnale di crisi. Tant'è vero che sono stato presentato a tutti gli amici, ormai i parenti sanno della mia esistenza, ecc.
Ultima cosa: a dicembre anch'io ho avuto un problema simile. per un paio di giorni ho dubitato del rapporto e mi sono chiesto cosa provavo per questa persona, senza riuscirmi a dare una risposta. Tuttavia sono bastate poche ore insieme per dissolvere i miei dubbi e farmi ritrovare l'entusiasmo e la gioia di prima. Spero che sia così anche per lei, che sia stato il non vedersi ad aver aggravato la crisi e che una passeggiata e una chiacchierata possano, quantomeno, delineare una strada da intraprendere insieme.
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Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
aggiungo inoltre che anche il mio comportamento è forse cambiato nel frattempo. Fino a dicembre, infatti, sono stato molto sicuro di me, sereno nel rapporto. Premetto che anch'io uscivo da una profonda crisi dovuta alla fine delle due storie precedenti. Ho conosciuto la mia ragazza in un momento in cui finalmente mi sentivo meglio, avevo riacquistato gioia nel vivere e dunque ero capace di trasmettere queste sensazioni. Il distacco da lei (non ci siamo visti per un mese perché ha raggiunto i suoi parenti per le feste natalizie), lo stress pre-laurea e post-laurea, hanno decisamente cambiato il mio umore e sono riemersi i fantasmi del passato (le mie insicurezze). Ecco perché ho cercato di sdrammatizzare i problemi, di sminuire le sue ansie, apparendo immaturo e insensibile. Le sue ansie, unite alle mie insicurezze, hanno creato l'humus per far sorgere la crisi.
Adesso, a posteriori, riesco ad avere tutto più chiaro e mi sento nelle condizioni di riprendere da quel filo che avevo abbandonato a dicembre.

Anche per questo cerco di voler andare avanti, di non lasciare che le cose finiscano così. So benissimo che in questi casi l'ultima cosa da fare è cercare di convincere l'altro, di forzarlo. Forse è questo il consiglio che cerco quando chiedo come mi debba comportare.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Le malattie sessualmnete trasmissibili, MST, creano disagio, sospettosita' e mettono in crisi chi le subisce, ma non sono obbligatoriamente correlate al tradimento.
Nell'uomo, infatti sono spesso asintomatiche, per cui l'uomo non ne e' a conoscenza, ma si manifestano solo dopo all' interno del nuovo rapporto sessuale.
L'uomo funge da vettore per il virus, che ha poi l'effetto ping pong, se non curato contemporaneamente nei due pertners.
Fugato il campo dal possibile tradimneto, credo che la fiducia possa ricostruirsi, se non vi sono altre problematiche pregresse o attuali.
Saluto.
[#7]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
da più di due anni ero completamente casto, e ho riscoperto la sessualità con lei. Non l'ho mai tradita, e non credo lei sospetti di questo. Lei, semmai, mi rinfaccia il fatto di aver sottovalutato un dolore che avvertivo al pene, pur essendo a conoscenza della sua debolezza. E' in questo senso che si sente tradita: io le dicevo che tutto era normale, che stavo bene, e lei si è fidata.

Spero sia come dice Lei, dottoressa. Che la sua crisi sia solo un accumulo di tensione, stress, ansia, e che alla fine ci sia "andato di mezzo" io.

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Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
oggi ho fatto una nuova visita e la dottoressa ha escluso che sia io il portatore. Il punto è che a questa notizia non ho ricevuto la reazione che mi aspettavo. Mi dice che è delusa dal mio comportamento, da come ho gestito la faccenda, sminuendo e ironizzando sull'argomento. Non le sono stata vicina (a giustificazione, oltre alla distanza, premetto che ero in piena stress da tesi) e questo ha incrinato il rapporto e non sa cosa dire o fare. Le ho risposto che ci sono due sole strade: lasciarsi oppure metterci una pietra sopra, risolvere i problemi di salute, e guardare oltre, cercando di superare questa impasse. Voglio recuperare la sua fiducia, dimostrarmi maturo come lo sono stato prima di questa vicenda. La domanda che mi ripeto è: può un problema semplice distruggere completamente quanto di buono abbiamo costruito finora?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"La domanda che mi ripeto è: può un problema semplice distruggere completamente quanto di buono abbiamo costruito finora? "

Gentile Utente,

qui davvero bisognerebbe capire molte cose della coppia e, purtoppo, on line non è possibile.

Però ci sono alcune note:

- definire un problema "semplice" è talvolta fuorviante, perchè per la Sua ragazza probabilmente le cose non stanno così. Ovvero per lei il problema non è semplice nè di poco conto. E non sappiamo il significato che attribuisce a questo evento. Si intuisce, ma andrebbe approfondito, che si sente tradita, ma che cosa rappresenta per lei? Da dove verrà mai questo sentimento di apatia e voglia di lasciare una relazione in stand by?

- se la Sua ragazza soffriva già in passato o comunque era portatrice di un disagio psicologico, potrebbe essere sensato pensare che questo episodio (che ribadisco non è un "semplice" problema dal suo punto di vista) abbia accentuato la sua sofferenza. Magari c'è proprio un problema legato alla fiducia, o al timore nelle relazioni, nell'intimità.

- oppure questo fatto le ha semplicemente permesso di prendere consapevolezza di altri aspetti nella vostra relazione.

Come vede, ogni individuo e ogni coppia sono unici, quindi -se Lei è disposto a desidera proseguire la storia- potrebbe pensare di parlare con uno psicologo di persona e di proporlo anche alla Sua compagna.

Saluti,

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Non è possibile comprenderlo da quì, ma sarebbe utile una disamina del vostro legame di coppia, pro e contro, costi e benefici e di come l'evento traumatizzante abbia incrinato il legame e perchè.

Chieda una consulenza de visu, ne trarrà grandi benefici.
Saluti