Scelta terapia
Buongiorno a tutti.
sto passando un periodo molto difficile. Problemi di lavoro, vicinato, famiglia, solitudine, mi hanno portato a non riuscire a dormire e a mangiare regolarmente, ad alternare momenti di ansia e di umore depresso o di rabbia. Credo di aver bisogno di un aiuto professionale e vorrei sceglierlo consapevolmente, dato che sono già stata seguita da uno psicologo, ma non ne ho tratto nessun risultato.
Ho letto delle terapie cognitivo comportamentali e le ritengo interessanti, ma mi pare di aver capito che servono principalmente a correggere pensieri disfunzionali, che io non ho, dato che ilmio problema è l'affrontare e/o accettare le situazioni negative concrete. Come posso scegliere il professionista più adatto? Grazie
sto passando un periodo molto difficile. Problemi di lavoro, vicinato, famiglia, solitudine, mi hanno portato a non riuscire a dormire e a mangiare regolarmente, ad alternare momenti di ansia e di umore depresso o di rabbia. Credo di aver bisogno di un aiuto professionale e vorrei sceglierlo consapevolmente, dato che sono già stata seguita da uno psicologo, ma non ne ho tratto nessun risultato.
Ho letto delle terapie cognitivo comportamentali e le ritengo interessanti, ma mi pare di aver capito che servono principalmente a correggere pensieri disfunzionali, che io non ho, dato che ilmio problema è l'affrontare e/o accettare le situazioni negative concrete. Come posso scegliere il professionista più adatto? Grazie
[#1]
Gentile signora,
le differenze fra i diversi orientamenti terapeutici fanno sì che, a seconda del problema ma anche della personalità del soggetto, sulla carta possa essere preferibile una terapia piuttosto che un'altra.
Questo è però difficile da stabilire non solo senza conoscere la persona, ma anche nell'ottica di prevedere e "garantire" dei risultati.
Per farle un esempio, una persona che sente vicina alla propria sensibilità e/o adatta ai propri obiettivi una determinata terapia potrebbe poi scoprire che questa non faceva per lei, perchè può avere aspettative irrealistiche o non aderenti al tipo di lavoro che le occorrerebbe fare su di sè.
Le segnalo inoltre che molte ricerche evidenziano che quello che conta non è tanto l'orientamente teorico della psicoterapia, ma una serie di fattori trasversali alle diverse terapie che concorrono alla formazione di una buona "alleanza terapeutica", indispensabile per ottenere che il lavoro svolto consenta di raggiungere l'esito desiderato.
Visto che ci dice di essere già stata seguita da uno psicologo può specificare per quale motivo e che diagnosi ha posto (se ne ha posta una)?
Di che tipo di terapia si trattava (se era una psicoterapia e non un percorso di sostegno) e per quanto tempo l'ha seguita?
le differenze fra i diversi orientamenti terapeutici fanno sì che, a seconda del problema ma anche della personalità del soggetto, sulla carta possa essere preferibile una terapia piuttosto che un'altra.
Questo è però difficile da stabilire non solo senza conoscere la persona, ma anche nell'ottica di prevedere e "garantire" dei risultati.
Per farle un esempio, una persona che sente vicina alla propria sensibilità e/o adatta ai propri obiettivi una determinata terapia potrebbe poi scoprire che questa non faceva per lei, perchè può avere aspettative irrealistiche o non aderenti al tipo di lavoro che le occorrerebbe fare su di sè.
Le segnalo inoltre che molte ricerche evidenziano che quello che conta non è tanto l'orientamente teorico della psicoterapia, ma una serie di fattori trasversali alle diverse terapie che concorrono alla formazione di una buona "alleanza terapeutica", indispensabile per ottenere che il lavoro svolto consenta di raggiungere l'esito desiderato.
Visto che ci dice di essere già stata seguita da uno psicologo può specificare per quale motivo e che diagnosi ha posto (se ne ha posta una)?
Di che tipo di terapia si trattava (se era una psicoterapia e non un percorso di sostegno) e per quanto tempo l'ha seguita?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Gentile Utente, intanto può leggere questa guida:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
"...il mio problema è l'affrontare e/o accettare le situazioni negative concrete..."
forse, in tal senso, potrebbero starci delle credenze alla base "disfunzionali". Mi spiego meglio: ciascuno di noi elabora le informazioni e costruisce il senso e il significato partendo dagli strumenti che ha a disposizione. Talvolta però le credenze sono disfunzionali nel senso che ci fanno fare più fatica, anche se noi le mettiamo in pratica con un dispendio minore di energia (perchè siamo abituati o perchè le abbiamo imparate così, benchè disfunzionali).
Ad esempio: affrontare/accettare le situazioni diffcili. Bisognerebbe capire che cosa intende per situazioni difficili e che cosa sta facendo per affrontarle. E qual è la Sua idea rispetto a superare le situazioni difficili? Molto dipende dalla narrazione che possiamo dare all'evento. Ad es. "penso che la situazione sia troppo difficile per me...non la supererò mai"
Spero di esserLe stata d'aiuto.
Saluti,
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
"...il mio problema è l'affrontare e/o accettare le situazioni negative concrete..."
forse, in tal senso, potrebbero starci delle credenze alla base "disfunzionali". Mi spiego meglio: ciascuno di noi elabora le informazioni e costruisce il senso e il significato partendo dagli strumenti che ha a disposizione. Talvolta però le credenze sono disfunzionali nel senso che ci fanno fare più fatica, anche se noi le mettiamo in pratica con un dispendio minore di energia (perchè siamo abituati o perchè le abbiamo imparate così, benchè disfunzionali).
Ad esempio: affrontare/accettare le situazioni diffcili. Bisognerebbe capire che cosa intende per situazioni difficili e che cosa sta facendo per affrontarle. E qual è la Sua idea rispetto a superare le situazioni difficili? Molto dipende dalla narrazione che possiamo dare all'evento. Ad es. "penso che la situazione sia troppo difficile per me...non la supererò mai"
Spero di esserLe stata d'aiuto.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Ex utente
Dott.ssa Massaro, grazie per la cortese, utile e velocissima risposta!
mi sono rivolta allo psicologo (su consiglio del medico) per problemi di lavoro (ho dovuto accettare quella che POI si è rivelata una tomba professionale popolata di brutte persone e lasciare un lavoro più prestigioso, con buone relazioni umane per stare accanto a mio marito malato di tumore - ora è guarito) e di intesa sessuale (ora mio marito sta meglio e io peggioro). Col tempo, si sono aggiunti problemi di altro tipo (casa, genitori anziani, desiderio di figli ecc.).
Non c'è stata diagnosi (nel parlare,una volta lo psicologo ha detto che soffrivo di stress o di disturbi (non ricordo la parola) di adattamento).
Non so cosa sia un percorso di sostegno, ma non credo di aver ricevuto una terapia (dato che da altri Vs.consulti ho letto che uno psicologo non può erogarla).
Nei quasi tre anni del mio percorso con lo psicologo ho parlato moltissimo, i miei erano quasi dei monologhi, lui mi rivolgeva domande di solito contorte e sibilline e finiva lì. I suggerimenti, se e quando c'erano, erano proprio terra terra.
Interessante il Suo riferimento all'alleanza terapeutica, Dottoressa. Non so se interpreto bene le Sue parole, direi che nel mio rapporto con lo psicologo un'alleanza c'era, per lo meno a livello umano, "a pelle", ci si intendeva bene, era gentile e spesso pieno di intuizione. Ma tutto questo non è bastato a farmi star meglio e sei mesi fa ho smesso di andarci.
mi sono rivolta allo psicologo (su consiglio del medico) per problemi di lavoro (ho dovuto accettare quella che POI si è rivelata una tomba professionale popolata di brutte persone e lasciare un lavoro più prestigioso, con buone relazioni umane per stare accanto a mio marito malato di tumore - ora è guarito) e di intesa sessuale (ora mio marito sta meglio e io peggioro). Col tempo, si sono aggiunti problemi di altro tipo (casa, genitori anziani, desiderio di figli ecc.).
Non c'è stata diagnosi (nel parlare,una volta lo psicologo ha detto che soffrivo di stress o di disturbi (non ricordo la parola) di adattamento).
Non so cosa sia un percorso di sostegno, ma non credo di aver ricevuto una terapia (dato che da altri Vs.consulti ho letto che uno psicologo non può erogarla).
Nei quasi tre anni del mio percorso con lo psicologo ho parlato moltissimo, i miei erano quasi dei monologhi, lui mi rivolgeva domande di solito contorte e sibilline e finiva lì. I suggerimenti, se e quando c'erano, erano proprio terra terra.
Interessante il Suo riferimento all'alleanza terapeutica, Dottoressa. Non so se interpreto bene le Sue parole, direi che nel mio rapporto con lo psicologo un'alleanza c'era, per lo meno a livello umano, "a pelle", ci si intendeva bene, era gentile e spesso pieno di intuizione. Ma tutto questo non è bastato a farmi star meglio e sei mesi fa ho smesso di andarci.
[#4]
Ex utente
Dott.ssa Pileci, il Suo post si è incrociato con la mia risposta alla Dott.ssa Massaro per cui mi scusi se La ringrazio solo ora. Anche le Sue spiegazioni sono utili e interessanti. Se posso approfittare e solo per capire di più, potrei descriverLe qualche mio pensiero disfunzionale...
Grazie ancora a entrambe e saluti.
Grazie ancora a entrambe e saluti.
[#5]
"ora mio marito sta meglio e io peggioro"
Questo è molto interessante.
Forse ora che suo marito è (fortunatamente) guarito lei può permettersi di lasciar uscire tutte le emozioni che ha dovuto reprimere e trattenere perchè ha dovuto essere forte per occuparsi di lui (e di tutto il resto) senza crollare.
Come mai ha continuato per 3 anni con le sedute se non vedeva alcun miglioramento?
Questo è molto interessante.
Forse ora che suo marito è (fortunatamente) guarito lei può permettersi di lasciar uscire tutte le emozioni che ha dovuto reprimere e trattenere perchè ha dovuto essere forte per occuparsi di lui (e di tutto il resto) senza crollare.
Come mai ha continuato per 3 anni con le sedute se non vedeva alcun miglioramento?
[#6]
Ex utente
Ho continuato perchè il medico mi ha detto che i trattamenti psicologici richiedono tempi lunghi e lo psicologo ha affermato di non credere nelle terapie brevi. Inoltre ero restia a cambiare perchè a livello personale mi trovavo bene con lo psicologo che mi seguiva (es. pensavo che avrei avuto dei grossissimi problemi a parlare con un professionista uomo delle nostre difficoltà sessuali) e non sapevo se avrei avuto lo stesso feeling con una persona nuova.
p.s. una precisazione: quando ho scritto che ora mio marito sta meglio e io peggioro, non mi riferivo al cancro ma ai problemi sessuali, che per lui stanno diminuendo e per me si sono molto aggravati.
Grazie ancora. Vi sento molto solidali.
p.s. una precisazione: quando ho scritto che ora mio marito sta meglio e io peggioro, non mi riferivo al cancro ma ai problemi sessuali, che per lui stanno diminuendo e per me si sono molto aggravati.
Grazie ancora. Vi sento molto solidali.
[#8]
Gentile Signora,
non esistono percorsi terapeutici migliori degli altri, ma più consoni ad una certa struttura di personalità del paziente ed alla sua storia clinica, oltre ad una variabile importantissima, che è la persona del terapeuta ed il clima di allenaza terapeutica che si viene a creare con luilei.
I percorsi analitici, per esempio, sono sconsigliati dopo i 40 anni, perchè troppo lunghi .
Cerchi un professionista, valuti con lui le sue necessità in base alle sue difficoltà e richieste e, valuti anche come si sente durante i primi colloqui, se accettata, compresa, supportata e se si sente a suo agio con quel terapeuta.
Saluti e tanti auguri per il suo percorso.
non esistono percorsi terapeutici migliori degli altri, ma più consoni ad una certa struttura di personalità del paziente ed alla sua storia clinica, oltre ad una variabile importantissima, che è la persona del terapeuta ed il clima di allenaza terapeutica che si viene a creare con luilei.
I percorsi analitici, per esempio, sono sconsigliati dopo i 40 anni, perchè troppo lunghi .
Cerchi un professionista, valuti con lui le sue necessità in base alle sue difficoltà e richieste e, valuti anche come si sente durante i primi colloqui, se accettata, compresa, supportata e se si sente a suo agio con quel terapeuta.
Saluti e tanti auguri per il suo percorso.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#9]
Gentile signora, Le ho fatto un esempio sopra su ciò che Lei ha espresso nel Suo primo post.
Altri esempi ci sono nella guida che Le ho allegato, nell'articolo del dr. Gianluca Calì.
Per alcuni disturbi, come l'ansia, le ossessioni o i disturbi sessuali, sono particolarmente indicate le terapie attive, come la cognitivo-comportamentale o la sistemico-strategica, che -secondo le evidenze empiriche- permettono il trattamento di un disturbo psicopatologico in tempi relativamente ristretti.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/580-chi-cura-i-disturbi-sessuali.html
Questi tempi non sono nè lunghissimi, nè "magici" e quindi brevissimi. In generale è il minor tempo necessario per curare il disturbo. E' come se dovesse fare un intervento chirurgico: il chirurgo è costretto ad incidere sulla pelle sana per asportare la parte malata, ma chiaramente il taglio sarà il più corto possibile.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1731-quanto-dura-la-psicoterapia.html
Il mio suggerimento è di provare a contattare professionisti diversi e porre loro qualche domanda; oppure fare un primo colloquio: sono certa che capirà subito se si trova bene o no con quel Collega. Se un certo feeling con il professionista non scatta subito è inutile proseguire, perchè c'è il rischio che poi la relazione, che è un fattore aspecifico ma importante in una terapia, non proceda bene e sia difficile lavorare al meglio.
Un cordiale saluto,
Altri esempi ci sono nella guida che Le ho allegato, nell'articolo del dr. Gianluca Calì.
Per alcuni disturbi, come l'ansia, le ossessioni o i disturbi sessuali, sono particolarmente indicate le terapie attive, come la cognitivo-comportamentale o la sistemico-strategica, che -secondo le evidenze empiriche- permettono il trattamento di un disturbo psicopatologico in tempi relativamente ristretti.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/580-chi-cura-i-disturbi-sessuali.html
Questi tempi non sono nè lunghissimi, nè "magici" e quindi brevissimi. In generale è il minor tempo necessario per curare il disturbo. E' come se dovesse fare un intervento chirurgico: il chirurgo è costretto ad incidere sulla pelle sana per asportare la parte malata, ma chiaramente il taglio sarà il più corto possibile.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1731-quanto-dura-la-psicoterapia.html
Il mio suggerimento è di provare a contattare professionisti diversi e porre loro qualche domanda; oppure fare un primo colloquio: sono certa che capirà subito se si trova bene o no con quel Collega. Se un certo feeling con il professionista non scatta subito è inutile proseguire, perchè c'è il rischio che poi la relazione, che è un fattore aspecifico ma importante in una terapia, non proceda bene e sia difficile lavorare al meglio.
Un cordiale saluto,
[#10]
Ex utente
Buongiorno e -chiedendo scusa per l'involontario ritardo- grazie a tutte le gent. Dott.sse per il loro intervento (in particolare alla dott.ssa Randone che non ho ancora ringraziato).
Viste tutte le variabili in campo, credo che la scelta di un futuro terapeuta sarà piuttosto difficile.
Grazie ancora e saluti.
Viste tutte le variabili in campo, credo che la scelta di un futuro terapeuta sarà piuttosto difficile.
Grazie ancora e saluti.
[#11]
Se per prima cosa non è molto convinta ad iniziare un percorso psicologico è indubbiamente ancora più difficile prendere una decisione.
Può inoltre provare a rivolgersi a una struttura ospedaliera per una consultazione psicologica (nella Sua città in ogni ospedale c'è il servizio di psicologia) e sarà poi lo psicologo ad inviarLa presso lo specialista più adatto a Lei e al Suo disagio.
Buona giornata,
Può inoltre provare a rivolgersi a una struttura ospedaliera per una consultazione psicologica (nella Sua città in ogni ospedale c'è il servizio di psicologia) e sarà poi lo psicologo ad inviarLa presso lo specialista più adatto a Lei e al Suo disagio.
Buona giornata,
[#12]
"Viste tutte le variabili in campo, credo che la scelta di un futuro terapeuta sarà piuttosto difficile"
In ogni caso tenga presente che non sarà possibile prevedere con esattezza come si troverà solo in base ai pochi indizi che può raccogliere per compiere la scelta.
Trattandosi dell'incontro fra due persone, prima ancora che fra psicologo e paziente, è possibile verificare l'"affinità" solo entrando concretamente in rapporto.
Le dico questo perchè non vorrei che lei buttasse tempo prezioso in troppi ragionamenti, che non bastano a garantire un determinato esito.
Saluti,
In ogni caso tenga presente che non sarà possibile prevedere con esattezza come si troverà solo in base ai pochi indizi che può raccogliere per compiere la scelta.
Trattandosi dell'incontro fra due persone, prima ancora che fra psicologo e paziente, è possibile verificare l'"affinità" solo entrando concretamente in rapporto.
Le dico questo perchè non vorrei che lei buttasse tempo prezioso in troppi ragionamenti, che non bastano a garantire un determinato esito.
Saluti,
[#14]
La scelta di un terapeuta è difficile (anche) nella misura in cui uno contribuisce a renderla difficile.
Se l'obiettivo è scegliere il terapeuta giusto al primo colpo, quello che ci "salverà", senza possibilità d'errore, non è una scelta difficile, è impossibile.
Purtroppo la perfezione non è di questo mondo. Anche quando si sceglie un medico, un geometra o un muratore bisogna mettere in conto la possibilità che i risultati non siano quelli attesi. Fa parte della vita. La scelta di un terapeuta è la stessa cosa.
Cordiali saluti
Se l'obiettivo è scegliere il terapeuta giusto al primo colpo, quello che ci "salverà", senza possibilità d'errore, non è una scelta difficile, è impossibile.
Purtroppo la perfezione non è di questo mondo. Anche quando si sceglie un medico, un geometra o un muratore bisogna mettere in conto la possibilità che i risultati non siano quelli attesi. Fa parte della vita. La scelta di un terapeuta è la stessa cosa.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#15]
Ex utente
Grazie ancora a tutti.
No, non direi di essere poco convinta dell'idea di affidarmi a un terapeuta, nè tantomeno voglio contribuire a complicarmi la scelta pretendendo lo specialista perfetto al primo colpo!
Volevo solo sottoporre la mia situazione a delle persone esperte, e grazie a tutti Voi ho ottenuto buoni consigli e validi spunti di riflessione.
Saluti.
No, non direi di essere poco convinta dell'idea di affidarmi a un terapeuta, nè tantomeno voglio contribuire a complicarmi la scelta pretendendo lo specialista perfetto al primo colpo!
Volevo solo sottoporre la mia situazione a delle persone esperte, e grazie a tutti Voi ho ottenuto buoni consigli e validi spunti di riflessione.
Saluti.
Questo consulto ha ricevuto 16 risposte e 1.9k visite dal 31/01/2012.
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