Relazioni e psicoterapia

Gentili dottori,
non so se questo sia il sito più indicato per il mio problema, ma vivo una situazione di estremo disagio.
due anni fa la fine di una relazione sentimentale molto coinvolgente mi ha gettato nello sconforto. inizialmente non ho attribuito alla questione un significato patologico, ho pensato si trattasse di una normale reazione alla perdita.
ma a distanza di due anni mi ritrovo ancora a pensare ossessivamente a questa persona.la seguo, la spio, raccolgo informazioni su ciò che fa, le persone che frequenta, le sue nuove relazioni (cosa che peraltro mi causa un prevedibile e acuto dolore). lavoro, frequento gli amici...conduco in apparenza una vita normale, ma troppo spesso mi ritrovo a pensare a quella persona, incapace di accettare l'idea che si sia rifatta una vita.
sono in psicoterapia (iniziata quasi dieci anni fa per la tossicodipendenza di mia madre e il divorzio dei miei genitori). insomma, ho sempre trovato un supporto nel mio psicologo, anche per problemi concretamente più gravi di una relazione finita male, ma negli ultimi due anni non ne ho tratto alcun beneficio. insieme abbiamo cercato le possibile cause più o meno remote alla base di una simile reazione;alcune sono venute alla luce, ma nonostante ciò non ho avvertito alcun miglioramento. sono preoccupata per l'incapacità di accettare la fine di questa storia e soprattutto per la pervasività incontrollabile di questa persona nei miei pensieri.
non so come aiutarmi.
grazie!
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente, che tipo di percorso terapeutico sta facendo?
Che tipo di strategie avete messo a fuoco per poter risolvere questo disagio?
Pensa possa esserci qualcosa che ha a che vedere con la dipendenza?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Federica Meriggioli Psicologo, Psicoterapeuta 354 3
Gentile utente,
sembra che la fine della sua relazione si stia trscinando molto avanti nel tempo sottoponendola ad una serie di ruminazioni menatli e di fantasie sul suo ex che le rendono, di fatto, molto difficile vivere appieno e serenamente la sua vita.

A volte la fine di una relazione che aveva per il singolo significati che magari vanno ben oltre la semplice storia d'amore può essere vissuta alla stregua di una perdita reale, le suggerisco la lettura di questo articolo per provare a vedere se ci si riconosce:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/847-l-interpretazione-interdisciplinare-della-morte.html

Il lavoro che sta svolgendo con il suo terapeuta la ha accompagnata per molto tempo e in situazioni di estrema difficoltà, ma ora ci dice che sembra essere poco fruttuoso. Secondo lei come mai? Ne ha provato a parlare con il terapeuta?

Cordiali saluti

Dr.ssa Federica Meriggioli - Psicologa Psicoterapeuta
Via Roma 131, Spinea Ve
Tel. 3498534295 www.federicameriggioli.com

[#3]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> ho sempre trovato un supporto nel mio psicologo
>>>

Andrebbe sempre concordato fin dall'inizio, se si andrà a fare un lavoro di psicoterapia, di sostegno o di altro tipo ancora. Si tratta di cose molto diverse. Una terapia non dovrebbe avere durata illimitata, altrimenti non è terapia, ma un'altra cosa.

In ogni caso mi pare di capire che il problema del momento (si fa per dire, dato che è presente da due anni) è il ricorrere ossessivo di quella persona nella sua mente. Ha portato la problematica in terapia? Che risposte ha ricevuto? Solo di ricerca delle cause o anche strategie concrete per fronteggiare il disagio?

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
la psicoterapia è di stampo analitico.
molte volte ho parlato col terapeuta del mio disagio e del senso di inutilità che provo relativamente alle sedute dell'ultimo periodo.
in molte occasioni è emersa la mia difficoltà nell'accettarmi, nell'accettare le mie debolezze e la difficoltà ad ammettere il mio stare male. quindi il lavoro è stato improntato più che altro su questo. ogni volta che inizia la seduta esprimo il senso di fastidio che provo per l'incapacità ad uscire da questa situazione e lui non fa altro che dire che si tratta di qualcosa di normale. ma se è "normale" stare male dopo un mese non credo si possa dire lo stesso dopo due anni.
abbiamo poi analizzato pregresse relazioni significative, ed è emerso che in effetti ho sempre avuto la tendenza ad avvicinarmi a persone che in qualche modo mi sfuggivano dalle mani, persone con cui ho sempre instaurato rapporti che mi vedevano dipendente. anche se mai nessuno è diventato così "invadente".
abbiamo anche analizzato l'idealizzazione che ho nei confronti di questa persona, nonostante i suoi concreti sbagli e il suo essere umano come me continuo a vederlo come qualcosa di perfetto: tutto quello che lui è o fa è perfetto, io invece mi sento sempre in deficit...questione probabilmente imputabile a una bassa autostima che non riesco a risollevare in nessun modo.
spesso ho pensato che tutte queste difficoltà celassero qualcosa di più grande, a volte quando penso a lui penso anche alla morte, anche se magari in un modo sfuocato e confuso...e non riesco ad accettare che qualcuno di così importante non ci sia più nella mia vita, che qualcuno abbia rinunciato a me per dare spazio a qualcosa di migliore, che non abbia più bisogno di me. mi sento come incastrata, ed è come se a tutti i costi volessi punirmi.
[#5]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Ok, oltre ad analizzare, quali strategie avete individuato da mettere in atto per uscire dal disagio?
[#6]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
sostanzialmente nessuna!a parte il suo continuare a dirmi di provare a dialogare con me stessa per provare ad accettare questa situazione non mi è arrivato nessun indirizzo strategico concreto.
quali potrebbero essere le strategie indicate al mio caso?
[#7]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> persone con cui ho sempre instaurato rapporti che mi vedevano dipendente. anche se mai nessuno è diventato così "invadente"
>>>

Più che "invadente" lui, potrebbe essere troppo "accogliente" lei, cioè facile ad attaccarsi e difficile a staccarsi (dipendente). Ma una volta stabilito ciò, ha ricevuto suggerimenti concreti e prescrizioni comportamentali su cosa fare o la terapia consiste solo in un percorso di "scoperta"?

>>> è emerso che in effetti ho sempre avuto la tendenza ad avvicinarmi a persone che in qualche modo mi sfuggivano dalle mani
>>>

Potrebbe trattarsi di un'illusione, prodotta da quanto appena detto: se lei ha un bisogno estremo di attaccarsi, è logico che abbia l'impressione che l'altro stia scappando: non è l'altro sfuggente, è lei bisognosa.

Cordiali saluti
[#8]
Dr.ssa Federica Meriggioli Psicologo, Psicoterapeuta 354 3
Gentile ragazza,
il trattamento analitico non prevede strategie da fornire al paziente e da fargli applicare.

Avete discusso in terapia di cosa rappresenta/rappresentava per lei il suo ex ragazzo? E di cosa significa ora per lei vivere senza di lui? Lei come si sente ora e come si sentiva quando stava vivendo questa relazione?
[#9]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Ragazza,
Credo che dovrebbe discutere con il suo terapeuta il suo vissuto ed il suo disagio.
A volte i traumi vissuti, come nel suo caso, si alleano a situazioni traumatiche pregresse amlificandone i contenuti emozionali e paralizzando sia nei pensieri che nei comportamanti.

Saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#10]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
si, ne abbiamo discusso a lungo...ma data la percezione di assenza di risultati è possibile che questo tipo di psicoterapia non sia più adatto a me?
se l'analisi non mi ha dato sollievo non è forse il caso che cerchi altri strumenti e altre strade magari più consone ed efficaci per il mio caso?
quali alternative ci sono?

[#11]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> se l'analisi non mi ha dato sollievo non è forse il caso che cerchi altri strumenti e altre strade magari più consone ed efficaci per il mio caso?
quali alternative ci sono?
>>>

Può leggere ad esempio qui, per informazioni su alcuni dei più diffusi orientamenti psicoterapeutici, l'analisi è solo uno di essi:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

e qui per capire cosa è possibile aspettarsi da una psicoterapia:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

Cordiali saluti
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

se dopo dieci anni, che è un periodo di tempo piuttosto lungo per il trattamento di una psicopatologia, non ci sono stati risultati, in effetti potrebbe essere il caso di cambiare non solo terapeuta ma addirittura approccio al problema e scegliere un tipo di trattamento (non so da qui dire se sostegno o psicoterapia) che possa fornire strumenti e strategie per uscire dal disagio.

Analizzare ed essere consapevoli di tutto, come ha avuto modo di apprezzare, non è la chiave per il CAMBIAMENTO.

Provi ad informarsi su altri approcci, come ad esempio quello cognitivo-comportamentale, che ha una durata più breve (sicuramente non si arriva a 10 anni di trattamento!) e utilizza tecniche e strategie mirate per la risoluzione del problema.

Nella Sua città, tra l'altro, c'è proprio un centro importante che eroga questo tipo di trattamento e dove può informarsi.

Le faccio tanti auguri,
[#13]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
si, credo che farò così...
ringrazio tutti i dottori intervenuti nella discussione.

cordiali saluti
[#14]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Molto bene, se vuole poi ci aggiorni in futuro.

Cordiali saluti,
[#15]
Dr.ssa Federica Meriggioli Psicologo, Psicoterapeuta 354 3
"ma data la percezione di assenza di risultati è possibile che questo tipo di psicoterapia non sia più adatto a me?"

Gentile ragazza,
è possibile che questo tipo di psicoterapia in questo momento e per questo problema non sia il più rispondente alle sue esigenze.

Potrebbe provare con altri tipi di approccio più centrati sulla risoluzione del singolo problema nel qui ed ora, magari condividendo la decisione con il suo terapeuta, al fine di concludere comunque il percorso fin'ora costruito insieme e di far tesoro dei cambiamenti e delle acquisizioni di questi 10 anni.


Cordiali saluti