Problemi di umore
Salve, ho 18 anni, la mia situazione è questa: ultimamente mi sto sentendo veramente giù di morale, abbattuta. Non so se ne è causa o conseguenza, ma le mie relazioni sociali fanno flop una dopo l'altra, e le poche che mi restano non mi soddisfano per nulla, eccetto quella con una mia cara amica, tra l'altro depressa. Ormai passo le giornate in casa o esco da sola solo per fare commissioni. Dormo moltissimo, anche di pomeriggio ormai. Sono spesso in ansia, anche per colpa della scuola e il carico di studio. Alle volte piango solamente per lo stress o sono insonne. Queste fasi però sono alternate a momenti di entusiasmo, soprattutto di alta autostima, che comunque sono molto brevi. Tempo pochi giorni, ore, e torno giù come e peggio di prima.
Sono piena di complessi sul mio aspetto, tenerli per me fa ancora più male ma non voglio tormentare nessuno con questa cosa, visto che non possono aiutarmi, e ho il timore di passare per pazza... comunque, sono insicura, infatti non ho mai avuto un ragazzo. Non credo mai a chiunque mi faccia qualche complimento, perché tengo più in conto il mio giudizio personale, che è negativo. Ho difficoltà anche solo a guardarmi allo specchio. La mia acne sta peggiorando, la chiamano lieve, ma io la vedo grave perché psicologicamente mi pesa moltissimo (alle medie mi prendevano molto in giro per questo e altro) e le sto provando tutte, con la mia dermatologa, ma non passa. E ho molte cicatrici.
Io non riesco a capire bene come mi vedono gli altri, sia come carattere nel complesso, sia esteticamente. Non so se annoio, se sono io strana, se sono i miei argomenti di conversazione a non interessare o se ferisco la gente senza accorgermene. Tutto ciò mi fa sentire irrimediabilmente diversa, ovviamente non in senso buono. Io, personalmente, mi odio da tutti i punti di vista. Tuttavia, non ho mai avuti pensieri estremi come suicidio, tagli ecc. non seriamente per lo meno.
Inoltre, da sempre ho avuto problemi di concentrazione, e se magari da piccola passavano inosservati, ora mi danno noie; leggo e studio quasi senza far caso a quello che leggo, la gente mi parla, mi chiede di fare qualcosa, io dico "ok", ma alla fine mi faccio ripetere le cose perché quando mi si parla ho spesso la mente da tutt'altra parte! E inoltre spesso dimentico le chiavi, il gas acceso, il cellulare, o di prendere la pillola, ecc...sempre perché penso ad altro e non riesco a concentrarmi sulle cose! Nemmeno in ambienti silenziosi come la classe durante una verifica, faccio sempre moltissimi errori di distrazione. Studiando mi viene spesso la voglia di alzarmi e camminare per casa proprio in conseguenza del fatto di non concentrarmi. Poi torno alla scrivania con i libri, ma ci metto secoli a ingranare e riesco a focalizzarmi per ben poco tempo... conseguenza di tutto questo è che la gente ormai mi grida sempre dietro perché si spazientisce.
Scusate per il testo un po' sconnesso, ma non sono un asso a scrivere... grazie in anticipo a chi mi risponderà.
Sono piena di complessi sul mio aspetto, tenerli per me fa ancora più male ma non voglio tormentare nessuno con questa cosa, visto che non possono aiutarmi, e ho il timore di passare per pazza... comunque, sono insicura, infatti non ho mai avuto un ragazzo. Non credo mai a chiunque mi faccia qualche complimento, perché tengo più in conto il mio giudizio personale, che è negativo. Ho difficoltà anche solo a guardarmi allo specchio. La mia acne sta peggiorando, la chiamano lieve, ma io la vedo grave perché psicologicamente mi pesa moltissimo (alle medie mi prendevano molto in giro per questo e altro) e le sto provando tutte, con la mia dermatologa, ma non passa. E ho molte cicatrici.
Io non riesco a capire bene come mi vedono gli altri, sia come carattere nel complesso, sia esteticamente. Non so se annoio, se sono io strana, se sono i miei argomenti di conversazione a non interessare o se ferisco la gente senza accorgermene. Tutto ciò mi fa sentire irrimediabilmente diversa, ovviamente non in senso buono. Io, personalmente, mi odio da tutti i punti di vista. Tuttavia, non ho mai avuti pensieri estremi come suicidio, tagli ecc. non seriamente per lo meno.
Inoltre, da sempre ho avuto problemi di concentrazione, e se magari da piccola passavano inosservati, ora mi danno noie; leggo e studio quasi senza far caso a quello che leggo, la gente mi parla, mi chiede di fare qualcosa, io dico "ok", ma alla fine mi faccio ripetere le cose perché quando mi si parla ho spesso la mente da tutt'altra parte! E inoltre spesso dimentico le chiavi, il gas acceso, il cellulare, o di prendere la pillola, ecc...sempre perché penso ad altro e non riesco a concentrarmi sulle cose! Nemmeno in ambienti silenziosi come la classe durante una verifica, faccio sempre moltissimi errori di distrazione. Studiando mi viene spesso la voglia di alzarmi e camminare per casa proprio in conseguenza del fatto di non concentrarmi. Poi torno alla scrivania con i libri, ma ci metto secoli a ingranare e riesco a focalizzarmi per ben poco tempo... conseguenza di tutto questo è che la gente ormai mi grida sempre dietro perché si spazientisce.
Scusate per il testo un po' sconnesso, ma non sono un asso a scrivere... grazie in anticipo a chi mi risponderà.
[#1]
Sembrerebbe che la bassa autostima stia condizionando tutti gli ambiti della tua vita, da quelli sociali (scuola, relazione) alla tua amabilità personale e alla percezione di te stessa.
In queste circostanze una consulenza psicologica di persona potrebbe davvero essere utile.
Saluti,
In queste circostanze una consulenza psicologica di persona potrebbe davvero essere utile.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente,
concordo con la collega: un'autostima regolata principalmente in base all'apprezzamento esterno sta condizionando tante aree della sua vita. L'ansia continua per la preoccupazione circa l'impressione che si suscita negli altri, inoltre, e' molto "costosa" in termini cognitivi e puo' essere alla base anche dei problemi che descrive come problemi di concentrazione: usando una metafora, possiamo dire che e' come se "non ci fosse piu' spazio" nella sua mente per apprendere, per accogliere le richieste degli altri, per pensare ... Naturalmente queste sono solo ipotesi e solo il colloquio di persona con una/o psicoterapeuta potra' aiutarla davvero.
[#3]
>>> Io non riesco a capire bene come mi vedono gli altri, sia come carattere nel complesso, sia esteticamente
>>>
Il problema non è questo, ma che tu CREDI che sia necessario capirlo.
Chi è sicuro di se stesso si preoccupa fino a un certo punto di capire ciò che pensano gli altri di sé, e anche se non ci riesce va bene lo stesso. Per te invece sembra una questione molto importante, e ciò denota mancanza di sicurezza.
Cordiali saluti
>>>
Il problema non è questo, ma che tu CREDI che sia necessario capirlo.
Chi è sicuro di se stesso si preoccupa fino a un certo punto di capire ciò che pensano gli altri di sé, e anche se non ci riesce va bene lo stesso. Per te invece sembra una questione molto importante, e ciò denota mancanza di sicurezza.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#4]
Gentile Utente,
andrò un pò controcorrente rispetto ai miei colleghi.
Penso non sia importante che lei creda oppure no di valere piuttosto oserei dirle che l'essere uomo o donna significa nascere nel campo dell'altro. Mi spiego....
Consideri ad esempio che lei ancora doveva nascere e già qualcuno ha scelto per lei, il NOME ad esempio... Questo per dire che non si può fare almeno dell'Altro, aggiungerei, del discorso dell'Altro, sia esso un genitore, un'amica o fors'anche il suo datore di lavoro. Piuttosto io mi chiederei lei che posizione occupa nei loro riguardi.....
Spero di aver aggiunto un piccolo frammento alla sua ricerca, suppongo, di comprensione.
Saluti
Antonio Raia
www.psicologibenevento.it
andrò un pò controcorrente rispetto ai miei colleghi.
Penso non sia importante che lei creda oppure no di valere piuttosto oserei dirle che l'essere uomo o donna significa nascere nel campo dell'altro. Mi spiego....
Consideri ad esempio che lei ancora doveva nascere e già qualcuno ha scelto per lei, il NOME ad esempio... Questo per dire che non si può fare almeno dell'Altro, aggiungerei, del discorso dell'Altro, sia esso un genitore, un'amica o fors'anche il suo datore di lavoro. Piuttosto io mi chiederei lei che posizione occupa nei loro riguardi.....
Spero di aver aggiunto un piccolo frammento alla sua ricerca, suppongo, di comprensione.
Saluti
Antonio Raia
www.psicologibenevento.it
Dr. Antonio Raia
329.80.29.784
www.centropsicologicodelsannio.it
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.5k visite dal 19/01/2012.
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