tristezza: dovrei consultare uno psicologo?

SALVE.
HO 31 ANNI E DA MOLTI ANNI "SOFFRO" DI SBALZI D'UMORE. ALTERNO CIOE' PERIODI DI RELATIVA TRANQUILLITA' A MOMENTI DI APATIA E TRISTEZZA CRONICHE. STO ATTRAVERSANDO UN PERIODO DIFFICILE: DUE MESI FA HO PERSO MIO PADRE E DA UN ANNO E MEZZO FACCIO UN LAVORO CHE MI DA MOLTE PREOCCUPAZIONI. IL LAVORO IN SE' E PER SE' MI PIACE MA CI SONO PERSONE E ASPETTI CHE NON ME LO FANNO VIVERE SERENAMENTE. CI SONO DELLE MATTINE IN CUI, PRIMA DI ANDARE A LAVORARE, DEVO PRENDERMI UNA PASTICCA DI VALERIANA PER ELIMINARE IL SENSO D'ANSIA CHE MI PRENDE INEVITABILMENTE. IN PASSATO HO ANCHE AVUTO DEI LEGGERI ATTACCHI D'ANSIA, CHE SONO PERO' RIUSCITA A CONTROLLARE CON LA VALERIANA O RESPIRANDO PROFONDAMENTE. CI SONO GIORNI INTERI IN CUI NON FACCIO ALTRO CHE PIANGERE O DORMIRE PER NON PENSARE. QUESTI MIEI STATI D'ANIMO SI STANNO RIVERSANDO ANCHE SUL RAPPORTO COL MIO PARTNER CHE CERCA DI STARMI VICINO MA NON RIESCE A DARMI QUELLO DI CUI HO BISOGNO. CERCA DI STIMOLARMI RICORDANDOMI CHE CI SONO PERSONE CHE STANNO PEGGIO DI ME, MA COSI' FACENDO MI FA SENTIRE ANCORA DI PIU' IN COLPA, MI FA SENTIRE UN'IMMATURA. SO CHE POTREI RITROVARE UN PO' DI SERENITA' LASCIANDO IL LAVORO, MA NON ME LO POSSO PERMETTERE, SOPRATTUTTO IN QUESTO PARTICOLARE PERIODO OCCUPAZIONALE. MANDO CV IN CONTINUAZIONE MA NON CI SONO ALTERNATIVE AL LAVORO CHE STO FACENDO. DI SOLITO MI DICO CHE POSSO FARCELA, CHE LA MIA TRISTEZZA E LA MIA APATIA SONO MOMENTANEE, CHE PASSERA'; MA A VOLTE TEMO ANCHE CHE QUESTI STATI D'ANIMO NON MI ABBANDONERANNO MAI E ALLORA PENSO CHE DOVREI FARMI AIUTARE DA QUALCUNO CHE LO FA DI MESTIERE. ED E' PROPRIO QUESTA LA MIA DOMANDA: RITENETE CHE LA MIA SITUAZIONE SIA DA SOTTOPORRE AD UNO SPECIALISTA O CHE POSSA FARCELA DA SOLA A RITROVARE LA SERENITA'?
GRAZIE
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile Utente,

se il suo malessere è iniziato molti anni fa e non è mai intervenuta per porvi rimedio è comprensibile che non si sia risolto, e che si sia riacutizzato in occasione della grave perdita che ha da poco subito.

Forse lei è una persona abituata a contare sulle proprie forze e pensa di poterlo fare anche in questo frangente, ma c'è la possibilità che il suo sia un disturbo psicologico e che quindi, per risolverlo, non basteranno la volontà e l'impegno - che comunque sono necessari perchè un'eventuale terapia abbia esito favorevole.

Non può forse aspettarsi particolare comprensione da chi le è attorno, visto che ad es. il suo compagno cerca di fare ingenuamente qualcosa di buono per lei, invitadola a riflettere e a risollevarsi, ma che questa non è la strada per risolvere il suo problema.
E' invece decisamente opportuno che si rivolga ad uno psicologo per ricevere prima di tutto una diagnosi, a seguito della valutazione del suo quadro clinico che parrebbe di natura depressiva.
Finora il suo disagio non ha mai ricevuto un inquadramento diagnostico?

In seguito alla valutazione lo psicologo le proporrà un percorso adatto al suo caso e a permetterle di lavorare sugli aspetti di sè che la fanno soffrire da così tanto tempo.
Nessuno le ha consigliato questa strada?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazza,
sembra che ci sia un disagio profondo che si è radicato in Lei negli anni e che la sofferenza per la perdita di suo padre e l'insoddisfazione lavorativa stanno ulteriormente consolidando.
Tristezza e apatia non sono patologie ma "segnali d'allarme" che c'è una situazione che sta gradualmente condizionando il suo potere personale.
La psicoterapia non è riservata solo alle persone che hanno un disturbo psicologico, può essere un'opportunità di avviare un processo di cambiamento attraverso l'attivazione delle risorse personali.
A tal proposito Le consiglio la lettura di questo articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#3]
Utente
Utente
IN REALTA' NON NE HO MAI PARLATO CON NESSUNO E QUINDI NON HO MAI RICEVUTO UN INQUADRAMENTO DIAGNOSTICO NE' TANTOMENO MI E' STATA CONSIGLIATA QUESTA STRADA. E' DA TANTO CHE PENSO DI RIVOLGERMI AD UNO PSICOLOGO MA HO SEMPRE PENSATO CHE POTESSI FARCELA DA SOLA, CHE NON FOSSE POI COSI' IMPORTANTE. SPESSO DAVO LA COLPA ALLE SITUAZIONI CHE MI MANCAVANO: UNA VERA STORIA D'AMORE, UN LAVORO SODDISFACENTE, ECC. POI MI SONO RESA CONTO CHE ANCHE IN PRESENZA DELLE COSE A CUI PRIMA ANELAVO TANTO (COME AD ES. UNA RELAZIONE STABILE CHE ORA STO VIVENDO), PURTROPPO IL PROBLEMA SI RIPRESENTAVA LO STESSO, ANZI IN MANIERA PEGGIORE DI PRIMA.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Sicuramente anche la mancanza di una relazione e di un lavoro soddisfacente hanno inciso sul suo stato d'animo, come è comprensibile, ma si tratta di elementi secondari rispetto alla probabile vera causa del problema (non potendo conoscere direttamente il caso non ci è possibile esprimerci con certezza, nè porre alcuna diagnosi).

Immagino che le sia pesato molto non condividere con nessuno il suo malessere, e che il fatto di non riuscire a sconfiggerlo da sola le abbia anche provocato frustrazione e sentimenti negativi verso sè stessa.

Adesso l'importante è che si rivolga ad uno specialista e inizi a lavorare seriamente sul problema per risolverlo, senza attendere oltre e senza vergognarsi della necessità di chiedere aiuto.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazza,
la consapevolezza dei propri bisogni a volte è condizionata da tentativi di razionalizzazione che possono indurci a cercare altrove anziché "guardarci dentro".