Senso d'ansia e angoscia!
Salve a tutti,
sono un ragazzo di 22 anni, ho un problema, il 17 agosto mio nonno aimè se nè andato, dopo 10 lunghi mesi di malattia (leucemia acuta) ci ero legatissimo, ci son cresciuto, mi ha fatto da padre si può dire. Verso la metà di novembre ho iniziato una notte con un piccolo attacco di panico, e da quel momento è iniziato il tutto. Sensi di angoscia durante la giornata, paranoie sulla mia salute, prima di addormentarmi mi aumentano i battiti del cuore, quasi come tachicardia, l'altra notte mentre stava per prendermi sonno, come se sognavo ad occhi aperti, mi sentivo smarrito e non capivo cosa stessi facendo. Ecco, non so se quello che mi sta capitando è dipeso da quello che ho passato per quel periodo di tempo e ora ne sto risentendo i postumi, con annessa mancanza di nonno. A presto grazie in anticipo.
sono un ragazzo di 22 anni, ho un problema, il 17 agosto mio nonno aimè se nè andato, dopo 10 lunghi mesi di malattia (leucemia acuta) ci ero legatissimo, ci son cresciuto, mi ha fatto da padre si può dire. Verso la metà di novembre ho iniziato una notte con un piccolo attacco di panico, e da quel momento è iniziato il tutto. Sensi di angoscia durante la giornata, paranoie sulla mia salute, prima di addormentarmi mi aumentano i battiti del cuore, quasi come tachicardia, l'altra notte mentre stava per prendermi sonno, come se sognavo ad occhi aperti, mi sentivo smarrito e non capivo cosa stessi facendo. Ecco, non so se quello che mi sta capitando è dipeso da quello che ho passato per quel periodo di tempo e ora ne sto risentendo i postumi, con annessa mancanza di nonno. A presto grazie in anticipo.
[#1]
Gentile Ragazzo,
l'elaborazione del lutto è quell'indispensabile processo, mediante il quale si prende contatto e coscienza del dolore subito, al fine di un'adeguata elaborazione e risoluzione del trauma subito.
Questo processo necessita tempo e, spesso è caratterizzata da episodi di somatizzazione come nel suo caso, questo dipende dalla storia clinica ed affettiva del paziente.
Si rivolga ad uno psicologo, vedrà che ne trarrà grande benefici.
Saluti
l'elaborazione del lutto è quell'indispensabile processo, mediante il quale si prende contatto e coscienza del dolore subito, al fine di un'adeguata elaborazione e risoluzione del trauma subito.
Questo processo necessita tempo e, spesso è caratterizzata da episodi di somatizzazione come nel suo caso, questo dipende dalla storia clinica ed affettiva del paziente.
Si rivolga ad uno psicologo, vedrà che ne trarrà grande benefici.
Saluti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Gentile ragazzo, dire qualcosa e' difficile da qui. E' possibile che la morte del nonno abbia portato in superficie conflitti nascosti. Se il disturbo che descrive dovesse protrarsi per ancora qualche tempo (direi massimo un mese), puo' sicuramente essele utile un percorso personale di tipo psicologico/psicoterapico.
Auguri
Auguri
Dr. Maurizio Brescello
[#3]
Caro ragazzo,
ci dici di aver avuto un attacco di panico notturno e immagino quindi che tu abbia chiarito con il tuo medico curante il ruolo di un'eventuale disfunzione tiroidea, così come la necessità non consumare prodotti che anche il nostro collega cardiologo ti ha sconsigliato.
E' così?
Tieni presente che ansia e problemi alla tiroide non si escludono a vicenda, così come ansia ed effetti di sostanze iperstimolanti - che devono essere assolutamente evitate quando già ci si sente agitati -, ma ti risponderò partendo dal presupposto che siano state escluse alte cause per il tuo malessere.
Nel caso quindi che la tua tiroide funzioni perfettamente e tu abbia abolito l'uso di eccitanti puoi concentrarti sugli aspetti psicologici della tua situazione.
Se tuo nonno ti ha cresciuto è indubbio il ruolo della sua morte per quanto riguarda il malessere che provi, specialmente se hai "retto" per qualche tempo cercando di non farti sopraffare dalle emozioni e alla fine hai dovuto cedere al dolore per la grave perdita subita.
Il rischio in questo momento è che tu entri in un circolo vizioso di preoccupazioni alimentate dall'ansia, e a loro volta fonte di grande angoscia, sviluppando pensieri ipocondriaci:
www.medicitalia.it/minforma/Psicologia/1219/Sono-ipocondriaco-o-i-medici-non-capiscono-il-mio-problema
Se però il medico ti ha rassicurato sulla tua salute puoi fidarti e devi tenere presente che l'ansia da sola può generare molti sintomi fisici, privi di altro significato:
www.medicitalia.it/minforma/Psicologia/1064/Quando-il-corpo-va-in-ansia-i-sintomi-fisici-dei-Disturbi-d-Ansia
Visto che sono passati 2 mesi dall'esordio della sintomatologia varrebbe la pena che tu ne parlassi anche di persona con uno psicologo.
Il fatto di ipotizzare che tutto dipenda dalla morte di tuo nonno (cosa che peraltro non possiamo assicurarti, visto che ci manca la conoscenza diretta del caso) non è infatti sufficiente a liberarti dal problema.
Se perciò il disagio che provi è significativo, come mi sembra di capire dalle tue parole, è meglio non lasciar passare altro tempo e porvi rimedio.
ci dici di aver avuto un attacco di panico notturno e immagino quindi che tu abbia chiarito con il tuo medico curante il ruolo di un'eventuale disfunzione tiroidea, così come la necessità non consumare prodotti che anche il nostro collega cardiologo ti ha sconsigliato.
E' così?
Tieni presente che ansia e problemi alla tiroide non si escludono a vicenda, così come ansia ed effetti di sostanze iperstimolanti - che devono essere assolutamente evitate quando già ci si sente agitati -, ma ti risponderò partendo dal presupposto che siano state escluse alte cause per il tuo malessere.
Nel caso quindi che la tua tiroide funzioni perfettamente e tu abbia abolito l'uso di eccitanti puoi concentrarti sugli aspetti psicologici della tua situazione.
Se tuo nonno ti ha cresciuto è indubbio il ruolo della sua morte per quanto riguarda il malessere che provi, specialmente se hai "retto" per qualche tempo cercando di non farti sopraffare dalle emozioni e alla fine hai dovuto cedere al dolore per la grave perdita subita.
Il rischio in questo momento è che tu entri in un circolo vizioso di preoccupazioni alimentate dall'ansia, e a loro volta fonte di grande angoscia, sviluppando pensieri ipocondriaci:
www.medicitalia.it/minforma/Psicologia/1219/Sono-ipocondriaco-o-i-medici-non-capiscono-il-mio-problema
Se però il medico ti ha rassicurato sulla tua salute puoi fidarti e devi tenere presente che l'ansia da sola può generare molti sintomi fisici, privi di altro significato:
www.medicitalia.it/minforma/Psicologia/1064/Quando-il-corpo-va-in-ansia-i-sintomi-fisici-dei-Disturbi-d-Ansia
Visto che sono passati 2 mesi dall'esordio della sintomatologia varrebbe la pena che tu ne parlassi anche di persona con uno psicologo.
Il fatto di ipotizzare che tutto dipenda dalla morte di tuo nonno (cosa che peraltro non possiamo assicurarti, visto che ci manca la conoscenza diretta del caso) non è infatti sufficiente a liberarti dal problema.
Se perciò il disagio che provi è significativo, come mi sembra di capire dalle tue parole, è meglio non lasciar passare altro tempo e porvi rimedio.
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.1k visite dal 16/01/2012.
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