I primi pensieri sul suicidio

Buonasera. Innanzitutto ringrazio i professori per la loro disponibilità. 3 anni fa ho avuto i primi pensieri sul suicidio. Stavo attraversando uno di quei periodi nei quali l'unica opzione per cancellare il dolore è l'annullamento completo. Non lo vedo come un qualcosa di negativo, pur avendo la certezza dell'inesistenza di un altro luogo ove l'anima possa vagare. Più volte ho scritto lettere di addio, rimanevo a fissare la lama di un coltello; sapevo che quell'opzione ci sarebbe sempre stata e che ero in qualche modo libera di decidere. Ma ogni volta c'era a bloccarmi un pensiero, che martellava nella mente impedendomi di agire: potrei far piangere qualcuno. Qualcuno potrebbe non star bene, passare un periodo triste a causa mia. Mi sono resa conto di non essere affatto libera in questa scelta...Ogni parola sembra perdere di valore quando la scrivo...nessuna potrebbe spiegare quello che sento...Le motivazioni...sono universali e personali al tempo stesso. Guerre, povertà, violenza, ingiustizia. Ormai sento il disgusto di tutto. Sento costantemente come se qualcosa mi dilaniasse dall'interno: è il rumore assordante dell'impotenza. Le persone soffrono ed io non posso far nulla. Perchè la violenza? Perchè ricchezza da un lato e povertà dall'altro? Ormai oggi non si comprende neppure cosa sia l'amore, l'affetto...L'omosessualità viene perseguita, atti di omofobia e razzismo si susseguono continuamente. La società, la tv continuano a martellarci con stereotipi inutili e nocivi, ai quali fin troppe persone credono. Non sopporto...non sopporto tutto questo. Non riesco a chiudere gli occhi, le orecchie e vivere come se nulla fosse. Se non posso far nulla preferisco non esserci, non essere costretta a guardare...E poi...i problemi personali...Sembra che nulla possa andare bene. Quando una situazione sembra essersi equilibrata, ecco che ne ricompare un'altra. Problemi economici, problemi di salute di mia madre, problemi a scuola della mia sorellina, la consapevolezza che l'unica persona per la quale ho mai provato un sentimento del genere non può provare lo stesso...i problemi di altre persone ai quali tento di dar una soluzione...Sento come se la mia testa stia sul punto di esplodere. Ne ho parlato un pò con mia madre, ma...non riesco a parlare con nessuno. In generale non riesco ad avere una conversazione normale; riesco solo a scrivere. Di queste cose, a voce, sarebbe uscito solo un balbettio. A volte ho episodi di "depersonalizzazione" e "derealizzazione" (i sintomi sono quelli ma sono io che li "controllo", avendoli solo se lo voglio). Sono stata da una psicologa solo in prima media, per qualche settimana, quando i miei si sono separati. Non posso dare anche quest'altro peso...quest'altra preoccupazione a mia madre...ed anche dal lato economico, non posso chiederle di andare da un professionista. Non posso parlarne con nessuno. Non posso far preoccupare nessuno. Eppure questo dolore continua a diventare sempre più incontenibile...sempre più grande...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazza, le situazioni di difficoltà e di crisi possono capitare. Ma non capisco perchè dici di non poterne parlare con nessuno: non credi che sarebbe importante condividere con qualcuno questo peso che porti con te?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Grazie per la risposta dottoressa...No...L'unica persona con la quale ho un rapporto tale dal poterlo fare è mia madre e non posso darle anche quest'altro pensiero...Una volta però l'ho accennato...Le ho dovuto promettere di non pensarci più, ma non riesco...Con altre persone non ho un rapporto stretto, non riuscirei mai a parlarne...Ho un problema anche di comunicazione...se devo parlare preferisco dire: "va tutto bene", più che tentare di spiegare..E comunque non vorrei far preoccupare nessuno. Solo che a volte non riesco...sento un così forte desiderio di urlare, di sfogarmi..
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Più che un problema di comunicazione credo sia anche un problema di assertività: perchè non puoi esprimere quello che senti davvero? dove lo hai imparato che bisogna dire: "va tutto bene"?
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Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Perchè non riuscirei ad esprimerlo a parole...riesco ad essere me stessa solo con mia madre e la mia sorellina. Con gli altri non riesco a mantenere nemmeno una conversazione, con la conseguenza di silenzi imbarazzanti. Quando mi parlano di loro problemi, riesco a parlare e dar consigli, provando a farli stere meglio. Ma io non riesco a farlo. Mi sento in colpa anche ora. Non vorrei far perdere tempo alle persone...quindi se mi chiedono come sto la risposta è sempre la stessa...Quindi tutto si riduce al fatto che riuscirei a confidarmi solo con mia madre...ma ha già così tanti pensieri...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Con i limiti di un consulto on line si potrebbe ipotizzare che il modo che tu hai di avvicinarti agli altri, di vedere te stessa, di vivere in generale siano tendenti ad un' organizzazione della personalità di tipo depressivo, che non è una malattia, ma un modo di essere e di pensare e di comportarsi.
Questo significa che l'idea che hai di te non prevede di considerarti come una persona di valore, cioè che ha un valore inestimabile indipendentemente da ciò che fa. In tale ottica si leggerebbe l'idea di essere un peso e disturbare gli altri. Non credi dunque di essere interessante per gli altri.

"mia madre...ma ha già così tanti pensieri... "
Non puoi quindi disturbarla. Ma sei sicura che non ci sia posto nei suoi pensieri per te? E nei pensieri delle altre persone?

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Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Mi vedo in certo modo perchè lo sono...mi sento inutile. cerco di tirar su gli altri, è una cosa che mi fa sentire meglio. Ma comunque non è abbastanza...
Un anno fa pensavo di aver trovato un'amica...una persona che magari mi avrebbe ascoltata (meglio dire "letta") un pò...ero riuscita ad aprirmi un pò con lei. Se ero giù di morale lo dicevo..ma aveva considerato di così poco valore quella che per me era l'amicizia più bella...ora non riesco più a scriverle. E dopo una delusione così...(della quale probabilmente è anche colpa mia) non penso più davvero di riuscire ad aprirmi così tanto.
Nei pensieri di altre persone? Chiederei troppo. In fondo non riesco a parlare, far sì che le persone possano lagarsi a me...
In quelli di mia madre sì...lei è davvero, insieme alla mia sorellina, l'unica certezza che ho. Solo penso...ed ho realmente tanta paura di pensarci...che la mia vita sia tutta una bugia. La ragione mi porta a dire che lei mi abbia mentito, ma l'affetto che provo per lei mi dice che lei non lo farebbe mai. Se mi avesse mentito, se dovesse cadere il pilastro per me più importante...è la testa continua a rimuovere ricordi...penso sia come "strumento di difesa".
Mi dispiace di farle perdere tempo, non mi conosce e mi sento una stupida. Non so nemmeno perchè ho scritto qui...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"mi sento inutile. cerco di tirar su gli altri, è una cosa che mi fa sentire meglio"

Gentile ragazza, in realtà questo è un atteggiamento molto diffuso, che -se me lo permetti- chiamerei affettuosamente "la sindrome della crocerossina". Cioè la tua mission è aiutare gli altri. E così ti senti bene perchè esisti nel momento in cui ti dedichi a loro e ai loro guai perchè mentre ti senti utile il tuo valore personale sale.

Questo potrebbe spiegare il perchè. Tuttavia è importante sganciarsi da tale meccanismo che, in tutta onestà, può essere spezzato solo attraverso una psicoterapia che ti permetta di lavorare su questi aspetti.

Anche perchè è comprensibilissimo che tu ti senta male e che arrivi a pensare che la vita faccia così schifo che non valga la pena viverla! Quali sono i tuoi bisogni? Probabilmente non te lo sei mai chiesto! Chi li soddisfa? Sicuramente non hai mai cercato, nè osato chiedere.

In questo modo la vita diventa difficile. E' molto più facile e anche DIVERTENTE se abbiamo la voglia di dividere i nostri pesi con gli altri. Ed è anche una cosa per la quale siamo predisposti: il nostro cervello infatti funziona così. Quando incontriamo un'altra persona che conosciamo e con cui abbiamo una relazione significativa, vogliamo subito condividere quello che abbiamo fatto. Ad es. quando si rientra a casa dopo esser stati fuori tutto il giorno si ha voglia di raccontare all'altro com'è andata la giornata.

[#8]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Ok, ho sorriso a "la sindrome della crocerossina". XD Grazie.
Una volta una persona disse che ero la "crocerossina del dolore". Avrei scelto psicologia, se l'archeologia non fosse la mia passione dalle elementari..
Mh, capisco...Perchè sganciarsi da tale meccanismo? Lei pensa che da sola possa riuscire a star meglio? Non so...forza di volontà...
Io vedo che al mondo le cose positive esistono ancora...che non sono tutte tenebre...ma quanti pochi sono gli spiragli di luce...
Io penso che il pensiero della mia sorellina mi possa distogliere sempre dall'attuare certi pensieri...anche se è sempre una lotta continua.
Bisogni? Non saprei...mh...neppure chi li soddisfa...
Sarebbe più semplice sì...ma se annoiassi tali persone facendo perdere tempo? O, peggio, se mettessi qualcuno giù di morale?
Conosco una persona da più di un anno, che si è confidata con me e mi ha raccontato i suoi problemi...ma da aprile...ho cominciato a sentire che c'era qualcosa di diverso...una cosa che non avevo mai provato prima...so che lui non potrebbe provare lo stesso per me...come so che lui sarà l'unica persona per la quale provo questo sentimento...solo con lui trovo difficoltà ad ascoltarlo...quando mi racconta la sua vita sentimentale è sempre doloroso...eppure allo stesso tempo il solo parlare con lui mi rende felice e mi distoglie da tutti gli altri pensieri. Con parlare intendo sempre scrivere..
Devo riuscire a parlare di più..
[#9]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Spezzare un meccanismo che mettiamo in atto in maniera spesso INCONSAPEVOLE non ha nulla a che vedere con la forza di volontà. E' anche vero che ci sono esperienze della vita che ci aiutano a cambiare, ma credo che questo meccanismo sia molto radicato in te, non perchè sia una cosa grave, ma perchè sei abituata a fare così e riesci a farlo così bene... anche se ti metti poi la zappa sui piedi!
Tutti gli schemi cognitivi e comportamentali disfunzionali sono automatici e inconsapevoli ma più facili da mettere in atto (è come se tu ti fossi iperspecializzata a pensare e comportarti così).
Quindi credo sarebbe molto saggio rivolgersi ad un professionista. E nella tua città non dovresti avere problemi presso l'ASL o i consultori.

Poi vorrei farti riflettere su una cosa che riguarda sempre lo stesso meccanismo:

"Sarebbe più semplice sì...ma se annoiassi tali persone facendo perdere tempo? O, peggio, se mettessi qualcuno giù di morale?"

Scusa, ma quando gli altri si avvicinano a te o ti chiedono informazioni, favori, ecc... tu come stai? Ti annoi? Hai la percezione di perder tempo?
[#10]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Capisco...sì...
No, no, non mi annoio, nè ho la percezione di perdere tempo. Ci mancherebbe.
Solo che...non so come mi vedono queste persone. Non penso di essere abbastanza.
Poi..se mi sento utile solo quando dò una mano, mi sentirei a disagio nel "prendere il posto" qualche volta, della persona che si sfoga o che chiede un consiglio o altro.
[#11]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Non penso di essere abbastanza"
Questo è il problema: la tua autostima!

"mi sentirei a disagio nel "prendere il posto" qualche volta, della persona che si sfoga o che chiede un consiglio o altro"

Comincia a farlo! Una cosa è pensare a come potresti sentirti; un'altra è sperimentare come ti senti dopo aver fatto quella cosa. E, ad ogni modo, c'è un buon margine alla tua età per imparare ad apprezzare anche nuove modalità di stare nel mondo. Cioè sei bravissima a fornire aiuto: benone.
Comincia anche a diventare brava nel farti aiutare. All'inizio sarà un po' dura perchè non sei abituata, ma puoi farcela!

Saluti,




[#12]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Ci proverò, pian piano...La ringrazio davvero, davvero tanto! Averne parlato con qualcuno mi ha fatto davvero star un pò meglio, grazie davvero...è stata molto gentile.
la saluto
[#13]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Ok, se vuoi e ti fa piacere, aggiornaci in futuro. Saluti,
[#14]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Cara Ragazza,
i consulti online, contengono limiti e regole, ma scoltarla ed indirizarla fa parte delle nostre possibilità.
Una settimana di colloqui psicologici, soltanto in concomitanza della separazione dei suoi genitori, credo sia pochissimo, per porter mettere ordine nel dolore e e nello sconforto.
SE offrire aiuto la fa star meglio, lo faccia pure, ma contemporaneamente chieda aiuto anche per se stessa.
Vadrà che un lavoro ben fatto su se stessa, anche presso una struttura pubblica, rappresenterà un valore aggiunto alla sua persona e trasformerà la crisi in risorsa.
Cari saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#15]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Grazie anche a lei dottoressa...
No, penso che la separazione l'abbia vissuta abbastanza bene. Forse per questo non ne ho avuto più bisogno. Non è stato doloroso. All'inizio è stato un colpo, ma dopo aver riflettuto un pò era l'unica cosa che si fosse potuta fare. Il dolore più grande è stato forse accorgersi che lui, oltre a non provar nulla per la moglie, non provava affetto neppure per le figlie.
Ma sono trascorsi tanti anni...
Sì, appena possibile m'informerò su una struttura pubblica..Grazie anche a lei.
La saluto
[#16]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 86
Gent.le ragazza,

se per te è più facile scrivere potresti provare a scrivere una sorta di lettera e portarla al primo colloquio con lo Psicologo-Psicoterapeuta, potrebbe aiutarti "rompere il ghiaccio".
Ti consiglio la lettura di questo articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html

In bocca al lupo

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#17]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Grazie anche a lei dottoressa...In effetti penso proprio che possa esssere positivo. Grazie anche per l'articolo. Lo leggerò ora.

Grazie ancora. Buona giornata
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