Via di fuga

Mi rivolgo a Voi specialisti perché vorrei capire qual è il mio problema e a chi rivolgermi.
Sono una ragazza di 31 anni di Avellino,laureata in economia,con un lavoro da contabile molto stressante,sposata da due anni.Tutto è iniziato alle superiori:durante una lezione avevo problemi a come posizionare la lingua,la sentivo troppo lunga per poter chiudere la bocca e così iniziò a mancarmi il respiro e dovetti uscire di corsa dall'aula ed affacciarmi al balcone per respirare.La situazione si è aggravata dopo il diploma:il fatto di non poter continuare a vivere alcune situazioni con i miei compagni di scuola con cui mi sono divertita tantissimo mi mandava in tilt; pensavo agli eventi passati e mi sentivo male; volevo a tutti i costi tornare indietro.Altri episodi si sono verificati successivamente:in vacanza in Tunisia ebbi un episodio prima di entrare nella Medina solo perché mi avevano detto che era un luogo chiuso ed un'altra volta ancora nella visita alle cantine Ferrari che si trovano interrate.In questi casi divento pallida,il cuore inizia a battere molto velocemente e mi sembra che non riesco a respirare così cerco di camminare o di controllare il respiro con il cervello:ovviamente è visibili a tutti il mio stato di disagio ed i presenti iniziano a fissarmi per cercare di capire cosa sta succedendo,e ciò mi imbarazza ancora di più.
In realtà ho capito che ho paura di fare o di trovarmi in situazioni in cui non posso gestire io l'evolversi degli eventi.Mi spiego:ho paura dei luoghi chiusi in cui non posso uscire all'aria aperta quando lo desidero(ascensori,aerei,treni chiusi,gallerie,metropolitane)ma non di andare in una banca,sauna,centri commerciali.Anche se ad ottobre mi sono imposta di volare e ci sono riuscita seppure con tanta tachicardia e notti insonni.Un'altra paura è quella di non poter tornare indietro ed in cui sono costretta a dover far qualcosa(es.gravidanza):vi rendete conto ciò che significa per una coppia di sposini che a giorni effettuano la icsi?La paura che vada tutto male per colpa mia,mi rende ancora più nervosa.Per non parlare degli attacchi anticipatori....se devo fare qualcosa di cui ho paura non dormo di notte e salto dal letto perché mi manca il respiro e sento di impazzire,ed allora devo camminare o prendere una boccata di aria all’aperto.Vivo inoltre nell'angoscia che mi possano chiamare da casa e dirmi che è accaduto qualcosa di brutto ai miei cari.Infine ma non ultimo ho una paura immensa del buio(non so se è un caso che la maggior parte dei problemi li ho di notte)e dei ladri(sia di rientrare a casa e trovarli sia che entrano in casa mentre dormo).Ad aprile 2010 mi sono rivolta ad una psicologa specialista in psicodiagnosi di rorschach e psicoterapeuta ad orientamento gestaltico ed analitico transazionale,ma nonostante ho seguito 10 sedute nulla è cambiato.Di cosa si tratta?A chi devo rivolgermi(psicologo,psicoterapeuta,psichiatra)?Qual è l’indirizzo consigliato per risolvere questo generi di problemi?Grazie
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"ho capito che ho paura di fare o di trovarmi in situazioni in cui non posso gestire io l'evolversi degli eventi."

Gentile signora, dovrebbe lavorare su questi aspetti.
Con la psicologa psicoterapeuta con cui ha fatto 10 colloqui su cosa avete lavorato?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signora, ha effettuato il test di Rorschach? Quale psicodiagosi le ha fornito?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#3]
Utente
Utente
Gentili Dottoresse,
Vi ringrazio molto per le Vostre risposte e Vi delucido sul mio iter terapeutico.
In realtà nei 10 colloqui, a mio avviso, non abbiamo seguito un iter; ovvero ogni seduta iniziava con "di cosa vuoi parlarmi?", e proseguiva con un racconto di qualche evento passato o presente tranne nella parte conclusiva in cui mi faceva presente qualche sua impressione su ciò che io avevo raccontato.
Gli unici test che abbiamo effettuato sono quelli in cui dovevo immaginare di parlare ad una persona non presente.
questi sono anche i motivi per cui non ho proseguito le sedute.
[#4]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
E' un peccato che non sia riuscita a incontrare un/una terapeuta con cui instaurare una relazione vera. E' una condizione necessaria anche solo per iniziare una terapia. Una volta avviata la relazione qualunque dubbio dovrebbe essere esplorato durante i colloqui. Forse varrebbe la pena di fare un altro tentativo considerando che una fobia come quella he riferisce ha bisogno di tempo per essere compresa. Comprenderla e' il primo obiettivo.,
Ci faccia sapere se vuole.
4aluti.
[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Apparentemente lei soffre d'ansia, perciò dovrebbe usufruire di un trattamento psicoterapeutico specifico per l'ansia. Uno di questi è la terapia breve strategica, un altro quello comportamentale.

Ogni terapeuta può fornire assistenza per ogni tipo di disturbi, ma per alcuni di essi sono necessari protocolli specifici, che può essere più facile ottenere quando il terapeuta è appositamente formato.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#6]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
E' corretto permettere al paziente di cominciare la seduta da ciò che vuole, ma poi serve guidare il paziente.
Ha deciso Lei di interrompere il trattamento?
Poichè, come Le ho segnalato sopra sembrerebbe che siano sintomi d'ansia (ovviamente un consulto on line non sostituisce il colloquio), sarebbe consigliabile una terapia mirata come quella cognitivo-comportamentale.

Qui trova maggiori informazioni:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

oppure

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1633-asportazione-chirurgica-dello-stato-ansioso.html

Un cordiale saluto,
[#7]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
GEntile Signora, come vede ogni psicologo sostIene il proprio approccio ritenendolo il migliore soprattutto trattandosi in un disturbo fobico a eziologia ansiosa. L'ansia e' un disturbo aspecIico, comune a molte patologie, che puo' essere affrontato con approcci maggiormente sintomatici (terapie cognitivo comportamentali, strategiche, etc, oppure maggiormente rivolte ' alla persona che presenta un sintomo', vale a dIre le terapie psicodinamiche o psicoanalitiche, che richiedono un po' più' di tempo ma consentono miglioramenti più' duraturi be comunque una maggiore conoscenza di se'.
:o cercato di mettere a sua disposizione qualche informazione in piu' sulla gamma dei possibili approcci psicoterapeutici, nel caso decida di servirsene.

saluti
[#8]
Utente
Utente
Vi ringrazio delle informazioni che mi avete dato, e mi scuso se Vi rispondo così in ritardo, ma come Vi avevo anticipato mi sono sottoposta ad una icsi.
Proprio perchè mi rendo conto che è un momento particolare della mia vita e non vorrei viverlo male, vorrei rivolgermi ad un psicoterapeuta, spernado così di risolvere il problema.
Giusto per completezza di informazione, vorrei informarVi che prima di abbandonare il percorso ho chiesto alla mia psicoterapeuta di confrontarci sui miei dubbi. Risultato? Sono io che mi aspetto troppo dalle sedute e mi ha chiesto il suo onorario come se fosse stata una seduta normale.
Vi chiedo solamente, per favore, di indicarmi a quale approccio rivolgermi. Grazie
[#9]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Non ho mica capito cos'è successo con la terapeuta...

In che senso si aspetta troppo dalle sedute? che cosa vuol dire?
[#10]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gent.ma Signora, collaborano a questo sito psicologi che aderiscono a vari approcci, quello a cui faccio riferimento io e di cui Le posso parlare e" L'approccio psicodinamico che contempla l"esistenza dell'inconscio come luogo psichico ove sono conservate "le cose che non sappiamo di sapere", nel suo caso si andrebbero a elaborare attraverso sogni e associazioni i contenuti inconsci che attivano le sue fobie. Non e' un approccio direttivo e non si danno 'esercizi' o compiti ne' si consigliano tecniche, si lascia che l'interessato elabori i contenuti dei colloqui e ne tragga le sue conclusioni. Altri approcci lavorano differentemente e saranno i colleghi che operano secondo tali approcci a illustrarglieli.
Nel caso abbia bisogno di altre informazioni mi riscriva e cerchero' di essere più' esaustiva.
Cordiali saluti
[#11]
Utente
Utente
Dott.ssa Pileci, ciò che mi contestava la mia psicoterapeuta era che volevo qualche risultato al termine della seduta, ovvero qualcosa che mi colpiva e che mi invogliava a riflettere su me stessa. Inoltre io avrei preferito partire la seduta successiva dai risultati che avevamo ottenuto dalla seduta precedente.
Grazie
[#12]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Ho capito; questo dipende molto dal terapeuta e anche dal tipo di psicoterapia che si sta facendo.
Quali obiettivi terapeutici avevate fissato? Lei si riferisce sempre alle 10 sedute fatte, vero?
[#13]
Utente
Utente
Si mi riferisco sempre alle 10 sedute; Le sembrerà strano ma non avevamo fissato nessun obiettivo!
[#14]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
A questo punto riprendo quanto era stato detto qui all'inizio: se il problema è l'ansia, vale la pena scegliere un tipo di psicoterapia indicata proprio per questi disturbi, come ad esempio quella cognitivo-comportamentale, che permette di lavorare sulle credenze e sulle idee che generano e mantengono il problema, riducendo in tempi ragionevoli la sintomatologia.
Ha poi letto la guida che Le avevo allegato sopra sui diversi modelli di psicoterapia?
[#15]
Dr. Antonio Raia Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 140 5
Gentile utente,
ho letto con attenzione la sua storia e la mia prima impressione che mi viene da fare è di non badare molto agli approcci che le vengono più o meno consigliati. Questo lavoro la porta inevitabilmente fuori strada. L'unico consiglio che mi sento di darle è che, per esperienza, una terapia diviene efficace quando si stabilisce una buona relazione tra il paziente e il terapeuta. Poi se qualcuno chiama questo transfert oppure empatia oppure in altro modo, questo interessa poco. La durata della terapia inoltre non risente tanto dal modello quanto piuttosto dallo smantellamento delle difese del soggetto. Ovvero c'è bisogno che qualcosa si metta in moto, questo qualcosa alcuni lo chiamano il lavoro dell'inconscio altri lo adducono alla collaborazione del paziente.
Quindi per chiudere si lasci aiutare da uno specialista senza troppe elucubrazioni di approcci, si renderà lei stessa conto se qualcosa si mette in moto oppure no.
Nella speranza di esserle stato un minimo di aiuto,
le auguro una felice giornata.
Antonio Raia
www.psicologibenevento.it

Dr. Antonio Raia
329.80.29.784
www.centropsicologicodelsannio.it