Rapporto problematico con i genitori
Buona sera gentili medici,
il mio problema è il rapporto con i miei genitori...sono una donna, quasi trentenne, vivo in famiglia e svolgo un'attività lavorativa che, per il momento, non è retribuita, ma è prodromica alla mia attività futura. Sono molto preoccupata dal fatto che i miei genitori cerchino di gestire e indirizzare ogni singola mia scelta. Mi trattano come una bambina: vorrebbero sapere tutto delle mie scelte sentimentali (per poi criticarle), mi fanno accenni ancora, come quando avevo sedici anni, ai rischi di mie eventuali esperienze sessuali, se esco mi chiedono dove vado e con chi e se torno tardi il giorno dopo mi "rimproverano".
Si lamentano se torno tardi la sera dal luogo di lavoro (20:30-21:00) criticandomi del fatto che io trascorra troppo tempo in ufficio... Io vorrei sapere da persone qualificate se tutto questo è normale, se l'ingerirsi nella vita privata e non di una figlia trentenne sia normale o se magari sono io ad essere ingiusta, non riconoscente.
Devo dire che mi sento in colpa perchè a loro devo tutto, mi hanno sempre sostenuto e continuano a sostenermi economicamente e non, ma adesso questo atteggiamento, che finora ho sopportato, mi sta stretto.
Vorrei essere o meglio sentirmi libera di fare le mie scelte senza il timore di venire giudicata o di fare una "brutta fine"...vorrei essere io a guidare la mia vita, ma finchè sarò dipendente economicamente, purtroppo la vedo come una cosa impossibile.
Aggiungo che non sono una ragazza "scapestrata", non esco o faccio tardi tutte le sere, non uso la casa come un albergo, come sostengono, esco per lo più per lavorare, cerco di aiutare in casa e non pretendo capi o oggetti di lusso, anzi mi sento mortificata dal fatto di non avere un euro guadagnato da me e di dover dipendere ancora da loro per tutto a quasi trentanni.
Cosa posso fare? Ma, soprattutto, è giusto che io pensi queste cose o sono soltanto una persona immatura e ingrata?
Grazie in anticipo per le vostre risposte.
il mio problema è il rapporto con i miei genitori...sono una donna, quasi trentenne, vivo in famiglia e svolgo un'attività lavorativa che, per il momento, non è retribuita, ma è prodromica alla mia attività futura. Sono molto preoccupata dal fatto che i miei genitori cerchino di gestire e indirizzare ogni singola mia scelta. Mi trattano come una bambina: vorrebbero sapere tutto delle mie scelte sentimentali (per poi criticarle), mi fanno accenni ancora, come quando avevo sedici anni, ai rischi di mie eventuali esperienze sessuali, se esco mi chiedono dove vado e con chi e se torno tardi il giorno dopo mi "rimproverano".
Si lamentano se torno tardi la sera dal luogo di lavoro (20:30-21:00) criticandomi del fatto che io trascorra troppo tempo in ufficio... Io vorrei sapere da persone qualificate se tutto questo è normale, se l'ingerirsi nella vita privata e non di una figlia trentenne sia normale o se magari sono io ad essere ingiusta, non riconoscente.
Devo dire che mi sento in colpa perchè a loro devo tutto, mi hanno sempre sostenuto e continuano a sostenermi economicamente e non, ma adesso questo atteggiamento, che finora ho sopportato, mi sta stretto.
Vorrei essere o meglio sentirmi libera di fare le mie scelte senza il timore di venire giudicata o di fare una "brutta fine"...vorrei essere io a guidare la mia vita, ma finchè sarò dipendente economicamente, purtroppo la vedo come una cosa impossibile.
Aggiungo che non sono una ragazza "scapestrata", non esco o faccio tardi tutte le sere, non uso la casa come un albergo, come sostengono, esco per lo più per lavorare, cerco di aiutare in casa e non pretendo capi o oggetti di lusso, anzi mi sento mortificata dal fatto di non avere un euro guadagnato da me e di dover dipendere ancora da loro per tutto a quasi trentanni.
Cosa posso fare? Ma, soprattutto, è giusto che io pensi queste cose o sono soltanto una persona immatura e ingrata?
Grazie in anticipo per le vostre risposte.
[#1]
Ha provato a non farsi trattare come una bambina? Che succede?
In questi casi le dinamiche vengono sostenute da entrambe le parti.
Infatti, da quello che scrive, sembra che Lei faccia di tutto per fare in modo di essere la "brava bambina" che non dà problemi ai genitori.
In questi casi le dinamiche vengono sostenute da entrambe le parti.
Infatti, da quello che scrive, sembra che Lei faccia di tutto per fare in modo di essere la "brava bambina" che non dà problemi ai genitori.
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Ex utente
Grazie dottoressa per la rapida risposta!
Se mi comporto liberamente, arriviamo a situazioni da quindicenni. Mia madre, in particolare, inizia a comportarsi in modo assurdo, urla, si lamenta, piange e mi dice di andarmene di casa...mi ripete "finché sei a casa mia devi rispettare le mie regole".
Io non posso andarmene al momento, poi mi sento in colpa e mi imbarazzo perchè dipendo completamente da loro, e cerco di evitare per il quieto vivere.
Se mi comporto liberamente, arriviamo a situazioni da quindicenni. Mia madre, in particolare, inizia a comportarsi in modo assurdo, urla, si lamenta, piange e mi dice di andarmene di casa...mi ripete "finché sei a casa mia devi rispettare le mie regole".
Io non posso andarmene al momento, poi mi sento in colpa e mi imbarazzo perchè dipendo completamente da loro, e cerco di evitare per il quieto vivere.
[#3]
Andarsene, se le dinamiche sono queste, non risolverebbe del tutto il problema, perchè il modo in cui i Suoi genitori si relazionano con Lei, in particolare la mamma, è appunto ciò che La fa soffrire.
Dubito che i Suoi genitori potranno cambiare, ma sarà Lei a poter cambiare osservando meglio queste dinamiche in un setting adeguato come quello psicoterapico e poi prendendone le distanze.
Provi a contattare uno psicologo all'ASL; sono certa le sarà d'aiuto.
Saluti,
Dubito che i Suoi genitori potranno cambiare, ma sarà Lei a poter cambiare osservando meglio queste dinamiche in un setting adeguato come quello psicoterapico e poi prendendone le distanze.
Provi a contattare uno psicologo all'ASL; sono certa le sarà d'aiuto.
Saluti,
[#5]
Il fatto è che a volte si finisce per colludere con determinati atteggiamenti, anche quando si riesce a riconoscerli, ma non a prenderne le distanze.
Non è uno sbaglio; e sentirsi in colpa o sbagliati non serve a molto.
Piuttosto, lavorare sul cambiamento di quei comportamenti che rinforzano da entrambe le parti queste dinamiche può essere la scelta migliore.
Le faccio tanti auguri e, se vuole, ci faccia sapere.
Non è uno sbaglio; e sentirsi in colpa o sbagliati non serve a molto.
Piuttosto, lavorare sul cambiamento di quei comportamenti che rinforzano da entrambe le parti queste dinamiche può essere la scelta migliore.
Le faccio tanti auguri e, se vuole, ci faccia sapere.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.4k visite dal 09/01/2012.
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