Voglia di vivere sparita
Gentile Dottore,
dopo aver subito lo scorso aprile mastectomia seno sinistro per carcinoma, ho seguito il protocollo assegnatomi: chemio per 6 cicli, che mi ha molto debilitata soprattutto psicologicamente, e ora terapia ormonale. Sebbene tutto sembri procedere senza brutte sorprese, la paura è tanta e soprattutto ho perso completamente la voglia di vivere. Mi sforzo di uscire, di vedere qualche amico, ma è come se avessi sempre un grande peso sul cuore. Per di più lavoro in casa e ciò mi isola parecchio. Non ho figli né un compagno di vita, per fortuna ho un ex convivente e un fratello che mi stanno abbastanza vicini, ma sto male lo stesso. Vorrei tanto recuperare un minimo di ottimismo e fiducia, però vedo tutto nero. A darmi un'ulteriore mazzata, la morte improvvisa di mia madre in ottobre e, in questi giorni, quella ancora più inattesa di un carissimo amico. Sono preoccupata per il futuro, per un'eventuale invalidità, per la situazione economica, per tutto insomma. Ho tentato di prendere degli psicofarmaci (1 pastiglia Efexor al mattino e gocce di Songar la sera) ma sono stata subito malissimo, peggio che con la chemio, e ho dovuto sospendere. Mi sembra che tutte le mie certezze si siano sgretolate in pochi mesi. Detto questo, vorrei sapere se secondo lei è possibile uscire da queste situazioni con le proprie forze o se è indispensabile una psicoterapia. In passato sono riuscita a superare da sola i periodi di depressione, dovuti quasi sempre a solitudine e crisi sentimentali, ma allora sapevo che molto dipendeva da me. Adesso come posso controllare quello che succede nel mio corpo e questa bruttissima malattia che mi è capitata? Come farò ad affrontare i tanti esami e le tante visite che ancora mi aspettano, sempre con il timore di un riaffacciarsi del male? Spero tanto di ricevere una risposta, mi sarebbe comunque di conforto. Grazie.
dopo aver subito lo scorso aprile mastectomia seno sinistro per carcinoma, ho seguito il protocollo assegnatomi: chemio per 6 cicli, che mi ha molto debilitata soprattutto psicologicamente, e ora terapia ormonale. Sebbene tutto sembri procedere senza brutte sorprese, la paura è tanta e soprattutto ho perso completamente la voglia di vivere. Mi sforzo di uscire, di vedere qualche amico, ma è come se avessi sempre un grande peso sul cuore. Per di più lavoro in casa e ciò mi isola parecchio. Non ho figli né un compagno di vita, per fortuna ho un ex convivente e un fratello che mi stanno abbastanza vicini, ma sto male lo stesso. Vorrei tanto recuperare un minimo di ottimismo e fiducia, però vedo tutto nero. A darmi un'ulteriore mazzata, la morte improvvisa di mia madre in ottobre e, in questi giorni, quella ancora più inattesa di un carissimo amico. Sono preoccupata per il futuro, per un'eventuale invalidità, per la situazione economica, per tutto insomma. Ho tentato di prendere degli psicofarmaci (1 pastiglia Efexor al mattino e gocce di Songar la sera) ma sono stata subito malissimo, peggio che con la chemio, e ho dovuto sospendere. Mi sembra che tutte le mie certezze si siano sgretolate in pochi mesi. Detto questo, vorrei sapere se secondo lei è possibile uscire da queste situazioni con le proprie forze o se è indispensabile una psicoterapia. In passato sono riuscita a superare da sola i periodi di depressione, dovuti quasi sempre a solitudine e crisi sentimentali, ma allora sapevo che molto dipendeva da me. Adesso come posso controllare quello che succede nel mio corpo e questa bruttissima malattia che mi è capitata? Come farò ad affrontare i tanti esami e le tante visite che ancora mi aspettano, sempre con il timore di un riaffacciarsi del male? Spero tanto di ricevere una risposta, mi sarebbe comunque di conforto. Grazie.
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Gentile signora, l'isolamento sicuramente non La sta aiutando.
Non è previsto in ospedale un supporto psicologico?
Probabilmente -con i limiti di un consulto on line- non ha bisogno di una psicoterapia, ma forse di un supporto per affrontare questo difficile momento, anche se sembrerebbe che in passato ci siano stati altre crisi depressive. Perchè non prova a rivolgersi a uno psicologo per dar voce alle Sue paure?
Inoltre, elaborare un lutto per la perdita di una persona significativa, mamma e amico, non è semplice se si resta da sole senza il sostegno delle persone care.
Non è previsto in ospedale un supporto psicologico?
Probabilmente -con i limiti di un consulto on line- non ha bisogno di una psicoterapia, ma forse di un supporto per affrontare questo difficile momento, anche se sembrerebbe che in passato ci siano stati altre crisi depressive. Perchè non prova a rivolgersi a uno psicologo per dar voce alle Sue paure?
Inoltre, elaborare un lutto per la perdita di una persona significativa, mamma e amico, non è semplice se si resta da sole senza il sostegno delle persone care.
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
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Gentile utente, le situazioni che ha subito, inevitabilmente, tendono a mettere in discussione progetti, certecce ecc, ed è la caduta di queste che fa si che si reagisca con atteggiamenti di rinuncia, che rappresentano un elemento fondamentale nell'evoluzione di una depressione clinica. In questi casi fare affidamente sulle proprie forze potrebbe non essere abbastanza. Un aiuto psicologico non può che aiutarla a riacquistare fiducia e progettualità.
quindi prenda in considerqazione l'idea di una consulenza psicologica.
saluti
quindi prenda in considerqazione l'idea di una consulenza psicologica.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#3]
Se vuole può dare anche un'occhiata a questo sito:
http://www.senosalvo.com/la%20vita%20dopo%20il%20cancro.htm
http://www.senosalvo.com/la%20vita%20dopo%20il%20cancro.htm
[#4]
Utente
Ringrazio i medici che hanno immediatamente risposto alla mia richiesta di aiuto. Seguirò il consiglio di consultare uno psicologo. Nell'ospedale dove sono stata operata c'è un servizio di supporto psicologico, ma non vorrei che restare sempre nell'ambito di quell'istituto mi rattristasse ulteriormente, anche perché nelle attese è inevitabile raccogliere confidenze di altri malati che, se da una parte fanno sentire meno soli a vivere questa difficile esperienza, dall'altra abbattono ancora di più l'umore. Grazie ancora.
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Gentile Signora,
effettivamente il rischio che paventa non è da escludere: non è però vincolata a rivolgersi allo psicologo nel reparto di oncologia, ma se preferisce può richiedere una consulenza presso il servizio di psicologia della struttura sanitaria di riferimento, oppure può rivolgersi ad un consultorio o ancora, se se lo può permettere, ad un professionista privato.
L'importante è che non trascuri questo malessere e si prenda cura di sé anche da questo punto di vista, in un momento così delicato della sua esistenza.
Cari auguri.
effettivamente il rischio che paventa non è da escludere: non è però vincolata a rivolgersi allo psicologo nel reparto di oncologia, ma se preferisce può richiedere una consulenza presso il servizio di psicologia della struttura sanitaria di riferimento, oppure può rivolgersi ad un consultorio o ancora, se se lo può permettere, ad un professionista privato.
L'importante è che non trascuri questo malessere e si prenda cura di sé anche da questo punto di vista, in un momento così delicato della sua esistenza.
Cari auguri.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#6]
Utente
Ringrazio anche la dottoressa Paola Scalco per le sue gentili e premurose parole. Entro questo mese mi rivolgerò di sicuro a uno psicologo perché capisco che da sola non posso venirne fuori. Certo non sono mai stata una persona del tutto serena, anzi, ma adesso il disagio e la sofferenza sono davvero troppo grandi da sopportare. E dire che al momento della diagnosi del tumore e dell'operazione ero molto più ottimista, mi sentivo in grado di affrontare tutto, poi un po' alla volta sono sono crollata. E decisamente è il momento di chiedere aiuto a uno specialista.
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Utente
Ringrazio anche la dottoressa Paola Scalco per le sue gentili e premurose parole. Entro questo mese mi rivolgerò di sicuro a uno psicologo perché capisco che da sola non posso venirne fuori. Certo non sono mai stata una persona del tutto serena, anzi, ma adesso il disagio e la sofferenza sono davvero troppo grandi da sopportare. E dire che al momento della diagnosi del tumore e dell'operazione ero molto più ottimista, mi sentivo in grado di affrontare tutto, poi un po' alla volta sono sono crollata. E decisamente è il momento di chiedere aiuto a uno specialista.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 2.3k visite dal 04/01/2012.
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