Ansia/panico: deciso a risolvere
Gentili Consulenti,
ho 30 anni e negli ultimi tempi l’ansia, tratto – credo – da sempre connaturato al mio carattere, è degenerata, diventando incontrollabile: progressivamente, con lentezza tale da essere passato quasi inosservato a me stesso finché i sintomi non si sono fatti più esposti, il disagio ha incominciato a – come dire? – condizionare? decurtare la mia libertà di “essere” e “fare”. Penso, ma proprio non vorrei abbandonarmi a inutili auto-diagnosi, di aver sofferto di diverse crisi di panico (i sintomi erano quelli comunemente descritti); soprattutto, mi sono reso conto che ormai il timore di essere nuovamente preda di ansia/panico mi espone quasi costantemente alla tentazione di arrendermi all’auto-censura; di scansare comportamenti/luoghi/condizioni in tal senso “rischiosi”. Fino a ora, sono quasi sempre riuscito a non assecondare la paura, a “buttarmi” (ma sempre a un prezzo piuttosto alto: la tensione all’autocontrollo mi debilita, così come la sensazione di debolezza, non certo o non solo fisica). Ammetto, però, che pur nell’alternanza fra giornate più o meno “buone”, sempre più mi spaventa il prospetto di situazioni future (soprattutto quelle già programmate e inderogabili) in cui non mi sarà consentito neanche considerare l’ipotesi di una scappatoia.
Leggere che i disturbi legati all’ansia/panico sono spesso degenerativi, che è alquanto improbabile risolverli autonomamente o che s’esauriscano da soli, mi ha dato uno scossone e convinto a consultare qualcuno. Vorrei farlo il prima possibile e vi chiederei gentilmente un consiglio sul come-cosa fare esattamente:
- Devo contattare innanzitutto uno psicologo (-psicoterapeuta) che, nel solo caso lo ritenesse necessario, mi consiglierebbe poi di interpellare anche lo psichiatra per un’eventuale aiuto farmacologico?
- Oppure, è preferibile che io mi rivolga a uno psichiatra-psicoterapeuta, in modo da valutare subito il problema con un unico referente?
- Inoltre: mi pare d’aver capito che attualmente la terapia più efficace per i disturbi d’ansia/panico, “letteratura alla mano”, sia quella cognitivo-comportamentale: lo confermate?
Personalmente, se non fosse necessario preferirei evitare d’assumere farmaci – sì, lo so: la risposta è già nella domanda: se non saranno necessari non mi saranno prescritti. Confesso di appartenere alla comunità dei prevenuti… Però, a parte lo scherzo-non scherzo, pur di riavere in dietro la mia serenità sarei più che disposto a sottopormi a una cura (anche) farmacologica.
Vi sono grato per l’attenzione
ho 30 anni e negli ultimi tempi l’ansia, tratto – credo – da sempre connaturato al mio carattere, è degenerata, diventando incontrollabile: progressivamente, con lentezza tale da essere passato quasi inosservato a me stesso finché i sintomi non si sono fatti più esposti, il disagio ha incominciato a – come dire? – condizionare? decurtare la mia libertà di “essere” e “fare”. Penso, ma proprio non vorrei abbandonarmi a inutili auto-diagnosi, di aver sofferto di diverse crisi di panico (i sintomi erano quelli comunemente descritti); soprattutto, mi sono reso conto che ormai il timore di essere nuovamente preda di ansia/panico mi espone quasi costantemente alla tentazione di arrendermi all’auto-censura; di scansare comportamenti/luoghi/condizioni in tal senso “rischiosi”. Fino a ora, sono quasi sempre riuscito a non assecondare la paura, a “buttarmi” (ma sempre a un prezzo piuttosto alto: la tensione all’autocontrollo mi debilita, così come la sensazione di debolezza, non certo o non solo fisica). Ammetto, però, che pur nell’alternanza fra giornate più o meno “buone”, sempre più mi spaventa il prospetto di situazioni future (soprattutto quelle già programmate e inderogabili) in cui non mi sarà consentito neanche considerare l’ipotesi di una scappatoia.
Leggere che i disturbi legati all’ansia/panico sono spesso degenerativi, che è alquanto improbabile risolverli autonomamente o che s’esauriscano da soli, mi ha dato uno scossone e convinto a consultare qualcuno. Vorrei farlo il prima possibile e vi chiederei gentilmente un consiglio sul come-cosa fare esattamente:
- Devo contattare innanzitutto uno psicologo (-psicoterapeuta) che, nel solo caso lo ritenesse necessario, mi consiglierebbe poi di interpellare anche lo psichiatra per un’eventuale aiuto farmacologico?
- Oppure, è preferibile che io mi rivolga a uno psichiatra-psicoterapeuta, in modo da valutare subito il problema con un unico referente?
- Inoltre: mi pare d’aver capito che attualmente la terapia più efficace per i disturbi d’ansia/panico, “letteratura alla mano”, sia quella cognitivo-comportamentale: lo confermate?
Personalmente, se non fosse necessario preferirei evitare d’assumere farmaci – sì, lo so: la risposta è già nella domanda: se non saranno necessari non mi saranno prescritti. Confesso di appartenere alla comunità dei prevenuti… Però, a parte lo scherzo-non scherzo, pur di riavere in dietro la mia serenità sarei più che disposto a sottopormi a una cura (anche) farmacologica.
Vi sono grato per l’attenzione
[#1]
Gentile utente,
inutile ribadire quanto da lei già sottolineato: i disturbi che accusa sono decisamente invalidanti e fastidiosi. In effetti il consiglio è di rivolgersi presso un medico specializzato in psicologia/psichiatria tenendo presente d'altra parte che non necessariamente un approccio cognitivo-comportamentale può essere indicato ed auspicabile per lei. In tutti i casi analoghi è opportuna una valutazione attenta ed un accordo con il paziente in merito all'approccio ed alla indicazione trattamentale più conforme al caso.
Cordialmente
inutile ribadire quanto da lei già sottolineato: i disturbi che accusa sono decisamente invalidanti e fastidiosi. In effetti il consiglio è di rivolgersi presso un medico specializzato in psicologia/psichiatria tenendo presente d'altra parte che non necessariamente un approccio cognitivo-comportamentale può essere indicato ed auspicabile per lei. In tutti i casi analoghi è opportuna una valutazione attenta ed un accordo con il paziente in merito all'approccio ed alla indicazione trattamentale più conforme al caso.
Cordialmente
Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com
[#2]
salve,
le sue parole mi colpiscono molto, sia per tutta la fatica che trasmettono, sia per la risoluzione e la voglia di confrontarsi con le sue difficoltà. In questo momento mi sembra sopraffatto ed ha sicuramente bisogno di essere aiutato: questo è un buon inizio.
I sintomi, per quanto fastidiosi, sono alleati, non solo nemici da sconfiggere: ci avvertono quando qulacosa sul piano affettivo non funziona, non ci sta più bene...l'ansia è proprio uno di questi. Faccia tutti gli esami del caso, per verificare che il suo organismo funzioni bene e per escludere cause fisiche; consiglio, inoltre, se e quando lo riterrà buono per lei, di iniziare un percorso terapeutico, in modo da affrontare e accolgiere eventuali nodi affettivi problematici che in questa fase della sua vita stanno avendo il sopravvento. Paure, ansie, dubbi, incertezze, attese, sono tutte emozioni e per tanto ci riguardano da vicino, dobbiamo averne cura e accettarle come parte di noi.
si fidi e si affidi, vedrà che lo zaino sarà un pò più leggero sulle spalle.
Cordialmente
Maria Francesca Basoni
b.mariafrancesca@email.it
le sue parole mi colpiscono molto, sia per tutta la fatica che trasmettono, sia per la risoluzione e la voglia di confrontarsi con le sue difficoltà. In questo momento mi sembra sopraffatto ed ha sicuramente bisogno di essere aiutato: questo è un buon inizio.
I sintomi, per quanto fastidiosi, sono alleati, non solo nemici da sconfiggere: ci avvertono quando qulacosa sul piano affettivo non funziona, non ci sta più bene...l'ansia è proprio uno di questi. Faccia tutti gli esami del caso, per verificare che il suo organismo funzioni bene e per escludere cause fisiche; consiglio, inoltre, se e quando lo riterrà buono per lei, di iniziare un percorso terapeutico, in modo da affrontare e accolgiere eventuali nodi affettivi problematici che in questa fase della sua vita stanno avendo il sopravvento. Paure, ansie, dubbi, incertezze, attese, sono tutte emozioni e per tanto ci riguardano da vicino, dobbiamo averne cura e accettarle come parte di noi.
si fidi e si affidi, vedrà che lo zaino sarà un pò più leggero sulle spalle.
Cordialmente
Maria Francesca Basoni
b.mariafrancesca@email.it
[#3]
Gentile utente,
la descrizione nel suo post e' contaminata da cio' che ha letto in giro, facendo una autodiagnosi che non ci aiuta e non aiutera' il medico che interpellera'.
Innanzitutto, sono presenti dei sintomi per i quali deve fare mente locale e focalizzare per bene.
Poi sono necessari certamente alcuni esami clinici per valutare che tale condizione non sia dipendente da fenomeni di tipo organico.
Successivamente, e' necessario contattare uno psichiatra con il quale effettuare una visita.
Dopo la visita o piu' visite, e' necessario seguirne le indicazioni.
La valutazione della psicoterapia verra' fatta dallo psichiatra che eventualmente la potra' indirizzare verso un trattamento specifico.
Inoltre, la sintomatologia, a seconda del grado, deve essere trattata farmacologicamente.
Il compenso ottenuto farmacologicamente e' fondamentale per la riduzione dei sintomi in tempi piu' o meno brevi, piu' brevi di un trattamento psicoterapeutico di qualsiasi orientamento.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
la descrizione nel suo post e' contaminata da cio' che ha letto in giro, facendo una autodiagnosi che non ci aiuta e non aiutera' il medico che interpellera'.
Innanzitutto, sono presenti dei sintomi per i quali deve fare mente locale e focalizzare per bene.
Poi sono necessari certamente alcuni esami clinici per valutare che tale condizione non sia dipendente da fenomeni di tipo organico.
Successivamente, e' necessario contattare uno psichiatra con il quale effettuare una visita.
Dopo la visita o piu' visite, e' necessario seguirne le indicazioni.
La valutazione della psicoterapia verra' fatta dallo psichiatra che eventualmente la potra' indirizzare verso un trattamento specifico.
Inoltre, la sintomatologia, a seconda del grado, deve essere trattata farmacologicamente.
Il compenso ottenuto farmacologicamente e' fondamentale per la riduzione dei sintomi in tempi piu' o meno brevi, piu' brevi di un trattamento psicoterapeutico di qualsiasi orientamento.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
[#4]
Utente
Gentile Dott. Ruggiero,
non posso che ringraziarla per l'attenzione; ma, d'altro canto, ho come l'impressione che lei mi abbia frainteso.
L'attacco della sua risposta - lo dico con sincerità pari al rispetto per la sua competenza - mi ha sconcertato.
"la descrizione nel suo post e' contaminata da cio'
che ha letto in giro, facendo una autodiagnosi che
non ci aiuta e non aiutera' il medico che interpellera'"
Mi sono semplicemente voluto informare sul possibile (possibile; ; plausibile; a grandi linee e in quanto tale, forse, rassicurante?)disturbo, senza ovviaemente avere nessuna nozione in materia, al solo scopo di chiedere direttive dal nulla, senza vagheggiare. (Non ho forse specificato - senza ironia - ? "Penso, ma proprio non vorrei abbandonarmi a inutili auto-diagnosi")
Se poi l'informazione racimolata in breve e approssimativamente in rete o la formulazione delle richieste sia state goffa, o abbia risentito di luoghi comuni o di altri luoghi del forum, allora non posso che scusarmi. Ma non oltraggi la mia intelligenza, il mio sforzo nel chiedere; mi sento già abbastanza stupido.
non posso che ringraziarla per l'attenzione; ma, d'altro canto, ho come l'impressione che lei mi abbia frainteso.
L'attacco della sua risposta - lo dico con sincerità pari al rispetto per la sua competenza - mi ha sconcertato.
"la descrizione nel suo post e' contaminata da cio'
che ha letto in giro, facendo una autodiagnosi che
non ci aiuta e non aiutera' il medico che interpellera'"
Mi sono semplicemente voluto informare sul possibile (possibile; ; plausibile; a grandi linee e in quanto tale, forse, rassicurante?)disturbo, senza ovviaemente avere nessuna nozione in materia, al solo scopo di chiedere direttive dal nulla, senza vagheggiare. (Non ho forse specificato - senza ironia - ? "Penso, ma proprio non vorrei abbandonarmi a inutili auto-diagnosi")
Se poi l'informazione racimolata in breve e approssimativamente in rete o la formulazione delle richieste sia state goffa, o abbia risentito di luoghi comuni o di altri luoghi del forum, allora non posso che scusarmi. Ma non oltraggi la mia intelligenza, il mio sforzo nel chiedere; mi sento già abbastanza stupido.
[#5]
Gentile utente,
prima di tutto non l'ho attaccata, secondo ho voluto solo farle presente che la sua descrizione non e' descrittiva dei sintomi che sono presenti ma delle azioni che si impone rispetto a dei sintomi che pero' non sono stati esplicitati, a mio avviso.
Vorrei rispostare qui quello che ha scritto, pero' mi sembra un po' troppo ridondante per cui mi limito ad indicare che il suo scritto, per quanto corrispondente a cio' che lei sente, comunque non consente di fare una valutazione appropriata.
nessuno inoltre ha oltraggiato la sua intelligenza, le e' stato solo fatto presente che la richiesta era poco indicativa, ed oltretutto le e' stata fornita la risposta appropriata alla domanda fatta:
Lei ha chiesto a quale specialista rivolgersi ed io le ho risposto che lo specialista da contattare e' lo psichiatra.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
prima di tutto non l'ho attaccata, secondo ho voluto solo farle presente che la sua descrizione non e' descrittiva dei sintomi che sono presenti ma delle azioni che si impone rispetto a dei sintomi che pero' non sono stati esplicitati, a mio avviso.
Vorrei rispostare qui quello che ha scritto, pero' mi sembra un po' troppo ridondante per cui mi limito ad indicare che il suo scritto, per quanto corrispondente a cio' che lei sente, comunque non consente di fare una valutazione appropriata.
nessuno inoltre ha oltraggiato la sua intelligenza, le e' stato solo fatto presente che la richiesta era poco indicativa, ed oltretutto le e' stata fornita la risposta appropriata alla domanda fatta:
Lei ha chiesto a quale specialista rivolgersi ed io le ho risposto che lo specialista da contattare e' lo psichiatra.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
[#6]
Gentile Utente,
da quello che racconta sembrerebbe trattarsi di un disturbo d'ansia anche se in questa sede non è possibile giungere ad una diagnosi certa.
Dice di essere sempre stato un ansioso, e dunque abituato a convivere e gestire questa dimensione della sua personalità; se ora sente il bisogno di un aiuto è probabile che quello che prima era un "tratto caratteristico" del suo modo di essere stia diventando un disturbo. Le consiglio di consultare uno specialista in psicoterapia cognitivo-comportamentale (risaputamente è l'approccio elettivo per questo tipo di problemi)della sua zona e uno psichiatra per il supporto farmacologico necessario.
In bocca al lupo
da quello che racconta sembrerebbe trattarsi di un disturbo d'ansia anche se in questa sede non è possibile giungere ad una diagnosi certa.
Dice di essere sempre stato un ansioso, e dunque abituato a convivere e gestire questa dimensione della sua personalità; se ora sente il bisogno di un aiuto è probabile che quello che prima era un "tratto caratteristico" del suo modo di essere stia diventando un disturbo. Le consiglio di consultare uno specialista in psicoterapia cognitivo-comportamentale (risaputamente è l'approccio elettivo per questo tipo di problemi)della sua zona e uno psichiatra per il supporto farmacologico necessario.
In bocca al lupo
Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2.9k visite dal 18/01/2008.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.