Anoressia, rapporto con figli dell'altro
Scrivo per un problema serio che sta invalidando la mia vita. Ho 28 anni e sono sposata con un separato di 40 che ha due bambine molto legate a lui, di 7 e 10 anni, in affidamento congiunto. Io ho sempre saputo della situazione e presa dall'amore per il mio attuale marito ho affrontato tutte le difficoltà che una situazione del genere comporta. Tuttavia col tempo ho iniziato a soffrire per la mancanza di libertà (tutte le vacanze le bambine sono con noi perchè la madre non può tenerle + tutti i week end) e ho iniziato a sviluppare tutta una serie di gelosie nei confronti di queste bambine che rappresentano il passato, presente e futuro di mio marito. Ho parlato con mio marito anche con dolore, dicendo che mi inizio a sentire non in grado, lui mi ha compresa ed è splendido, mi è molto vicino, ma ho taciuto sul livello della mia sofferenza, fatta di emozioni incomprensibili, negative, che riguardano non le bambine ma la situazione in sè, che è come se mi togliesse vita. Dopo due anni mi sento vecchia, triste, quasi la cameriera di una famiglia non mia, in cui tutto giustamente è secondario alle bambine e ai loro bisogni. Io e mio marito non abbiamo lavoriamo molto e non abbiamo mai tempo per noi; la ex è molto favorevole al fatto che le bambine stiano con noi, perchè sta cercando di fare delle cose per la sua vita. Io per non far soffrire mio marito, così dolce con me in questi anni (mi ha dato tantissimo amore) mi tengo tutto dentro e vivo male i giorni, pur comportandomi con rispetto e amorevolmente verso le bambine, che sono serene e felici e mi vogliono bene. Io, invece, non riesco a provare per loro amore, sono tenerezza che, di fronte ai capricci più seri, si trasforma in sopportazione. Sono così triste che ho iniziato a stare male a livello alimentare, prima ho iniziato a non bere durante il pranzo un bicchiere di vino perchè poi non riuscivo a controllare il fastidio per urla e capricci, poi a mangiare sempre meno come -è assurdo lo so- se mangiando poco riuscissi a controllare meglio la situazione. Risultato: in quattro mesi sono dimagrita 10 kg e non riesco più a mangiare normalmente. Mangiando poco o nulla mi sento più forte, più attiva...è come se avessi un segreto che mi permette di affrontare questa situazione così faticosa per me. Mio marito s'accorge che dimagrisco e mostra preoccupazione ma io sono molto brava a celare. Come fare ad uscirne? Se mangio mi sento crollare il mondo addosso, se non mangio muoio. E' possibile che queste bambine abbiano scatenato in me delle emozioni così forti da portarmi ad una sorta di anoressia? Forse vorrei tornare bambina ma loro mi ricordano che la mia infanzia è perduta per sempre? Ho provato a lasciare mio marito ma non so se reggo emotivamente questa separazione. Mi sento vecchia e finita, come se non potessi più giocare, nè avere una vita felice. Sono in un limbo e non vedo l'uscita, grazie per i consigli
[#1]
Gentile signora, dice che la relazione con Suo marito è buona e che vi amate tanto. Allora perchè non gli parla serenamente di quanto sta male davvero in questa situazione in cui Lei si sente da parte e sfinita?
Per queste situazioni è davvero indicato il trattamento per la diagnosi e cura di un disturbo alimentare, non solo con lo psicologo psicoterapeuta, ma anche con il medico di base, nutrizionista e dietista.
Saluti,
Per queste situazioni è davvero indicato il trattamento per la diagnosi e cura di un disturbo alimentare, non solo con lo psicologo psicoterapeuta, ma anche con il medico di base, nutrizionista e dietista.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Gentile signora, Le proporrei di rileggere la sua espressione "vorrei tornare bambina" alla luce della sua temuta anoressia. Forse sta utilizzando il suo corpo per questo, per eliminare quei tratti di femminilita' adulta che ora le sembrano essere diventati nemici. Certamente questa situazione ha messo in luce qualche problematica sua profonda circa l'identita' sessuale. Problematiche precedentemente latenti. Se ne avra' possiilita' sarebbe utile qualche colloquio psicoterapeutico per aiutarla a dipanare i dubbi. E' molto giovane e potra' giovarsene grandemente.
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#3]
Lei si è fatta carico, per amore di un uomo, del ruolo di madre di tre bambine non sue!
Se già è molto difficile trovare il giusto equilibrio per costruire una relazione con i figli del proprio partner, lo è ancora di più nel momento in cui si "compete" tra "donne" (ben 4!) per le attenzioni dell'uomo di casa.
Lei è riuscita a conquistare la fiducia e l'affetto delle bambine, ma per fare ciò ha dovuto rinunciare a molti dei suoi diritti di donna e di compagna.
Anche questo avviene normalmente nelle coppie che diventano una famiglia: con l'arrivo dei figli si mettono un po' da parte le proprie esigenze perchè se ne sentono di più pressanti e urgenti. Ma l'errore è dimenticarsi di essere, oltre ad una famiglia, anche una coppia.
Probabilmente, per timore di deludere suo marito, lei si è concentrata molto sulle figlie, tollerando che loro invadessero completamente i vostri spazi, senza lamentarsi mai.
Ma i suoi bisogni, come quelli di ogni individuo, devono essere presi in considerazione e la sua "psiche" ha deciso di farlo anche senza il suo consenso. Solo che, non avendo l'appoggio del suo io, non può che farlo su un piano non del tutto adatto.
Ora la sua anoressia - la "capacità" di rinunciare con decisione ad un aspetto così piacevole e necessario della vita - la fa sentire forte, le permette di sperimentare l'unico controllo sulla propria vita, che invece le sembra sfuggire di mano.
Questo è l'aspetto per lei "positivo" di un disturbo che, dall'altra faccia della medaglia, ricalca proprio la situazione in cui si trova <come se mi togliesse la vita>.
Da sola è molto difficile che riesca a trovare un'altra strada per uscire da questa situazione: lei ha delle esigenze che non riesce a manifestare nella loro interezza al suo compagno, nonostante ci dica che lui è stato comprensivo e <splendido>. Ed ora ha sviluppato un disturbo psicopatologico.
Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per effettuare alcuni incontri di consulenza nei quali chiarirsi meglio la situazione e cercare delle strategie più adeguate per affrontarla.
Ma non aspetti ulteriormente, perchè il disturbo dell'alimentazione se si rafforza ancora potrebbe essere molto difficile da risolvere e potrebbe compromettere seriamente la sua salute.
Un saluto.
Se già è molto difficile trovare il giusto equilibrio per costruire una relazione con i figli del proprio partner, lo è ancora di più nel momento in cui si "compete" tra "donne" (ben 4!) per le attenzioni dell'uomo di casa.
Lei è riuscita a conquistare la fiducia e l'affetto delle bambine, ma per fare ciò ha dovuto rinunciare a molti dei suoi diritti di donna e di compagna.
Anche questo avviene normalmente nelle coppie che diventano una famiglia: con l'arrivo dei figli si mettono un po' da parte le proprie esigenze perchè se ne sentono di più pressanti e urgenti. Ma l'errore è dimenticarsi di essere, oltre ad una famiglia, anche una coppia.
Probabilmente, per timore di deludere suo marito, lei si è concentrata molto sulle figlie, tollerando che loro invadessero completamente i vostri spazi, senza lamentarsi mai.
Ma i suoi bisogni, come quelli di ogni individuo, devono essere presi in considerazione e la sua "psiche" ha deciso di farlo anche senza il suo consenso. Solo che, non avendo l'appoggio del suo io, non può che farlo su un piano non del tutto adatto.
Ora la sua anoressia - la "capacità" di rinunciare con decisione ad un aspetto così piacevole e necessario della vita - la fa sentire forte, le permette di sperimentare l'unico controllo sulla propria vita, che invece le sembra sfuggire di mano.
Questo è l'aspetto per lei "positivo" di un disturbo che, dall'altra faccia della medaglia, ricalca proprio la situazione in cui si trova <come se mi togliesse la vita>.
Da sola è molto difficile che riesca a trovare un'altra strada per uscire da questa situazione: lei ha delle esigenze che non riesce a manifestare nella loro interezza al suo compagno, nonostante ci dica che lui è stato comprensivo e <splendido>. Ed ora ha sviluppato un disturbo psicopatologico.
Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per effettuare alcuni incontri di consulenza nei quali chiarirsi meglio la situazione e cercare delle strategie più adeguate per affrontarla.
Ma non aspetti ulteriormente, perchè il disturbo dell'alimentazione se si rafforza ancora potrebbe essere molto difficile da risolvere e potrebbe compromettere seriamente la sua salute.
Un saluto.
Dr.ssa Paola Cattelan
psicologa psicoterapeuta
pg.cattelan@hotmail.it
[#4]
>>> a mangiare sempre meno come -è assurdo lo so- se mangiando poco riuscissi a controllare meglio la situazione
>>>
Non è affatto assurdo, anzi il bisogno di controllo, che sta alla base dell'ossessività, è spesso presente nell'anoressia. L'anoressica può usare la malattia come un modo per richiamare su di sé l'attenzione, sia pure in modo disfunzionale, e tenere così in scacco la famiglia. Questo serve a soddisfare - in modo illusorio, è chiaro - un bisogno di controllo, legato alla paura di perderlo.
Dovrebbe rivolgersi a uno psicologo psicoterapeuta, per farsi aiutare a riequilibrare l'importanza che lei sta attribuendo, forse, al sacrificio per amore di suo marito. Non essendo figlie sue lei non ha l'obbligo di sostituirsi alla loro madre per ciò che riguarda i loro bisogno. Di questo dovrebbe parlare apertamente e serenamente con suo marito, ma se non riesce a farlo l'aiuto psicoterapeutico appare necessario.
Cordiali saluti
>>>
Non è affatto assurdo, anzi il bisogno di controllo, che sta alla base dell'ossessività, è spesso presente nell'anoressia. L'anoressica può usare la malattia come un modo per richiamare su di sé l'attenzione, sia pure in modo disfunzionale, e tenere così in scacco la famiglia. Questo serve a soddisfare - in modo illusorio, è chiaro - un bisogno di controllo, legato alla paura di perderlo.
Dovrebbe rivolgersi a uno psicologo psicoterapeuta, per farsi aiutare a riequilibrare l'importanza che lei sta attribuendo, forse, al sacrificio per amore di suo marito. Non essendo figlie sue lei non ha l'obbligo di sostituirsi alla loro madre per ciò che riguarda i loro bisogno. Di questo dovrebbe parlare apertamente e serenamente con suo marito, ma se non riesce a farlo l'aiuto psicoterapeutico appare necessario.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
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Ex utente
Non so come ringraziarvi per questi molteplici interventi che leggo solo oggi e che mi hanno fatto piangere. Ognuno di voi ha toccato sfumature delicatissime che mi commuovono. E' indubbio che sto attraversando un periodo molto critico e i vostri sono per me spunti di riflessione importanti e preziosi. Ho deciso di intraprendere un percorso...ho paura ma forse il corpo a volte parla più della ragione...sapevo che erano sintomi anoressici ma ho preso sotto gamba la situazione, a dire il vero c'è una parte di me che mi dice che non esiste nessun problema ma ormai so che non posso più negare (questi giorni natalizi sono stati un incubo con tutto quel cibo, il 25 ho mangiato di più e ho cercato di rimettere senza successo, sentendomi incredibilmente angosciata). Forse devo pensare anche ad una separazione. Grazie per il vostro aiuto.
[#6]
>>> sapevo che erano sintomi anoressici
>>>
In realtà non è detto. Attenzione, noi da qui stiamo facendo solo ipotesi, ma nessuna ipotesi a distanza può sostituirsi a visite e colloqui di persona.
>>> Forse devo pensare anche ad una separazione.
>>>
Questo potrebbe darle il massimo dell'illusione di controllo, ma le suggerisco di rimandare la decisione. Quando la mente non è chiara, si dovrebbe evitare di prendere decisioni importanti. Prima ritrovi la serenità, poi penserà a cosa fare.
Cordiali saluti
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In realtà non è detto. Attenzione, noi da qui stiamo facendo solo ipotesi, ma nessuna ipotesi a distanza può sostituirsi a visite e colloqui di persona.
>>> Forse devo pensare anche ad una separazione.
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Questo potrebbe darle il massimo dell'illusione di controllo, ma le suggerisco di rimandare la decisione. Quando la mente non è chiara, si dovrebbe evitare di prendere decisioni importanti. Prima ritrovi la serenità, poi penserà a cosa fare.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2.3k visite dal 26/12/2011.
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