Depressione, ansia e disturbi gastrointestinali
Salve, da circa 3 anni assumo quotidianamente 20mg di Dropaxin (paroxetina), prescrittomi dal mio medico di base poichè avevo iniziato a manifestare cambiamenti dell'umore e ansia, uniti a disturbi gastrointestinali, suscitandomi angoscia nel programmare impegni e in generale nell'uscire di casa, principalmente per paura di sentirmi male o avere bisogno improvvisamente di un bagno. Con il farmaco sono scomparsi tutti questi sintomi, tanto che poco più di un anno fa di concerto col medico ho anche provato a interrompere la cura scalando gradualmente ma senza successo. Comunque procedeva tutto bene fino a pochi giorni fa quando ho iniziato ad avere disturbi intestinali, in pratica a dover andare più volte al giorno in bagno fino a svuotare completamente l'intestino, seguiti da inappetenza, palpitazioni, fiato corto e in generale ansia e disagio nello svolgere le normali attività quotidiane. Il mio medico dice che potrebbe essere una ripresa dei sintomi che, se persistono, potrebbero essere trattati con un basso dosaggio di ansiolitici (Alprazolam) per breve tempo. Inoltre una amica psicologa mi ha invitato a consultarmi con una sua collega per determinare quali siano i problemi alla radice. Io sono indeciso sul da farsi, forse gli ansiolitici mi permetterebbero di sentirmi meglio a breve per poter continuare a lavorare e vivere in generale, ma leggo che comunque sono consigliati per periodi brevi e potrebbero dare dipendenza fisica e psicologia, e non vorrei ritrovarmi a combattere con questo altro problema; d'altra parte una cura psicologica non credo potrebbe aiutarmi nel breve termine (nè so nello specifico in cosa consista), ma nel frattempo non posso vivere rintanato. Che tipo di approccio mi consigliate? Grazie
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Gentile utente,
per il trattanmento farmacologico che deve necessariamente essere effettuato sotto controllo medico dovrebbe riferirsi a chi glielo ha prescritto e comunque lo specialista di pertinenza è lo psichiatra.
Per quanto riguarda un eventuale trattamento psicoterapeutico, questo è eventualmente conseguente a una valutazione diagnostica.
Per orientarsi nei vari approcci terapeutici, che non sono necessariamente lunghi, può leggere questo articolo al link
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Potrebbe quindi iniziare a chiedere un primo consulto ad uno psicologo/psicoterapeuta.
Cordialmente
per il trattanmento farmacologico che deve necessariamente essere effettuato sotto controllo medico dovrebbe riferirsi a chi glielo ha prescritto e comunque lo specialista di pertinenza è lo psichiatra.
Per quanto riguarda un eventuale trattamento psicoterapeutico, questo è eventualmente conseguente a una valutazione diagnostica.
Per orientarsi nei vari approcci terapeutici, che non sono necessariamente lunghi, può leggere questo articolo al link
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Potrebbe quindi iniziare a chiedere un primo consulto ad uno psicologo/psicoterapeuta.
Cordialmente
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Utente
Grazie dottoressa per la pronta risposta. Potrebbe darmi un chiarimento? Lei dice che un "eventuale" trattamento psicoterapeutico dovrebbe essere consigliato dal medico curante/psichiatra dopo una valutazione diagnostica, giusto? Quindi c'è la possibilità che dietro questo tipo di disturbi ci sia solo una causa organica e non psicologica? Mi sconsiglia di consultare uno psicologo a prescindere? Grazie ancora.
Saluti
Saluti
[#3]
Buonasera,
Spesso le cause organiche si intrecciano a quelle psicologiche tanto che, in generale, si consiglia sempre un approccio integrato alla terapia sia farmacologico (psichiatra) che psicologico (psicoterapeuta). Imparare a gestire l'ansia mi pare opportuno nel suo caso per prevenire eventuali possibili ricadute in episodi depressivi. Se la sua amica già conosce una psicologa perché non fare un primo colloquio?
Spesso le cause organiche si intrecciano a quelle psicologiche tanto che, in generale, si consiglia sempre un approccio integrato alla terapia sia farmacologico (psichiatra) che psicologico (psicoterapeuta). Imparare a gestire l'ansia mi pare opportuno nel suo caso per prevenire eventuali possibili ricadute in episodi depressivi. Se la sua amica già conosce una psicologa perché non fare un primo colloquio?
Distinti Saluti
Dr. Carlo Plaino
www.psicologibergamo.altervista.org
[#4]
forse non sono stata sufficientemente chiara.
<Mi sconsiglia di consultare uno psicologo a prescindere? Grazie ancora>
Intendevo proprio il contrario, cioè le consiglio di consultare uno psicologo per una diagnosi che è propedeutica ad un eventuale trattamento psicoterapeutico (che può svolgere lo psicologo psicoterapeuta cioè lo psicologo specializzato e abilitato alla psicoterapia). Funziona così: consulto, poi la valutazione e la diagnosi e dopo l'eventuale percorso psicoterapeutico.
Mentre per il trattamento farmacologico si deve rivolgere ad un medico poiché lo psicologo non è medico e non si occupa di farmaci.
Il link che le ho indicato sopra è per chiarirle i principali orientamenti psicoterapeutici.
Cordiali saluti
<Mi sconsiglia di consultare uno psicologo a prescindere? Grazie ancora>
Intendevo proprio il contrario, cioè le consiglio di consultare uno psicologo per una diagnosi che è propedeutica ad un eventuale trattamento psicoterapeutico (che può svolgere lo psicologo psicoterapeuta cioè lo psicologo specializzato e abilitato alla psicoterapia). Funziona così: consulto, poi la valutazione e la diagnosi e dopo l'eventuale percorso psicoterapeutico.
Mentre per il trattamento farmacologico si deve rivolgere ad un medico poiché lo psicologo non è medico e non si occupa di farmaci.
Il link che le ho indicato sopra è per chiarirle i principali orientamenti psicoterapeutici.
Cordiali saluti
[#5]
Utente
In effetti avevo capito male. Grazie ad entrambi, in effetti la mia intenzione sarebbe di provare con un consulto perchè non posso pensare alla mia vita futura come condizionata da questi disturbi improvvisi e dipendente dai farmaci. Il mio unico dubbio ora è come affrontare i prossimi giorni, se tentare la via dell'ansiolitico consigliatami dal medico o sperare che questa fase passi velocemente così come è arrivata.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 4.3k visite dal 16/12/2011.
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