Eritrofobia

Salve a tutti,sarò breve.
Ho 17 anni,soffro di eritrofobia da quando avevo 13-14 anni,non ricordo precisamente.
All'inizio pensavo fosse solo timidezza ma conoscendomi,mi sembrava strano perchè a me piace parlare e avere contatto con altre persone,però veniva fuori questo "blocco" che mi impediva di farlo.
Credo succeda per via di miei brutte esperienze fatte da più piccolo,come litigi tra amici,prese in giro,,insomma,,piccole cose che però hanno influito un po secondo me.
Ho scoperto da qualche mese che questo disturbo si chiama eritrofobia,e che sopratutto adesso,mi stà procurando non pochi problema,per via della scuola e della mia vita sociale praticamente inesistente.(forte rossore e molta ansia).
Ne ho parlato con i miei genitori,e con il medico di famiglia,che consiglia ovviamente qualche visita da uno psicologo,e intanto mi ha prescritto un ansiolitico(alprazolam goccie),da prendere ogni tanto in dosi leggere.
Per colpa dell'eritrofobia,ultimamente peggiorata,mi trovo "costretto" a rifiutare tutti gli inviti che ricevo da amici,e passo il pomeriggio in casa,,rischio pure di perdere l'anno per via dei voti,che pur studiando,agli scritti vado abbastanza bene,ma agli orali mi blocco e faccio fatica ad arrivare alla sufficienza....quest'anno ho pure l'esame di terza superiore e non so se riuscirò a presentarmi......i miei genitori comunque ne hanno parlato con i prof,(ansia) e quindi mi trattano "meglio" e mi lasciano un po stare...a volte mi capita di piangere,perchè non riesco a vivere come vorrei e questo mi causa una mezza depressione e sempre sempre ansia...........questo circa è il riassunto di tutto...

La mia domanda era: E' veramente possibile battere questo disturbo con sedute da uno psicologo? (ho letto circa 10,,ma penso proprio che dipenda dall'individuo..).
Come? Come funziona? info..Grazie 1000 per future risposte..
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Dr.ssa Federica Meriggioli Psicologo, Psicoterapeuta 354 3
Gentile utente,
ci dice che soffre di questo disturbo da quando aveva circa 13-14 anni, forse in seguito ad esperienze poco felici vissute con gli amici. Ne ricorda qualcuna in particolare? Questo potrebbe essere un punto di partenza per una riflessione inziale.

Per rispondere alle sue domande:

"E' veramente possibile battere questo disturbo con sedute da uno psicologo? Come?"

Si, è possibile; lei sembra individuare nei rapporti con gli altri il fattore scatenante di una sua reazione fisica incontrollata, che si autoalimenta di continuo facendola optare per una sorta di chiusura nei confronti degli altri.
Il lavoro psicoterapeutico ha come obiettivo quello di aiutarla ad individuare le cause e le soluzioni a questa problematica trovando la sua migliore strategia di adattamento.
Il come e il quanto dura dipendono dai diversi approcci terapeutici, ma anche dalla richiesta che verrà posta allo specialista, il quale valuterà in situazione quale proposta terapeutica è più adatta per lei.


Cordiali saluti

Dr.ssa Federica Meriggioli - Psicologa Psicoterapeuta
Via Roma 131, Spinea Ve
Tel. 3498534295 www.federicameriggioli.com

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazzo, alle corrette indicazioni della Collega, aggiungo soltanto che i comportamenti che stai mettendo in atto in questo momento (stare in casa, rifiutare inviti dei tuoi amici, ecc...) apparentemente ti fanno stare bene perchè provi meno ansia e questo ti rassicura, ma sul lungo periodo rafforzano la paura (di arrossire, di stare con gli altri, ecc...).
Pertanto il mio suggerimento è di scegliere un tipo di psicoterapia "attiva" che ti permetta di sperimentare il più possibile queste situazioni da te temute, di monitorarle e di discuterle con lo psicoterapeuta. A tal proposito può essere molto utile un approccio di tipo cognitivo- comportamentale.

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1384-e-davvero-psicoterapia-cognitivo-comportamentale.html

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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