Università, obiettivi, progetto di vita e difficoltà
Buon pomeriggio.
ho 23 anni e mi trovo in una situazione molto particolare perchè non so cosa voglio fare nella mia vita.
Mi spiego:
Sono iscritto all'università (frequento comunicazione internazionale), mi dovrei laureare a luglio prossimo e ho in mente molti progetti... ma non ho la capacità di sceglierne uno e perseverare su quello.
Appena penso che vorrei fare qualcosa (ho molti desideri) subito penso a cosa potrei perdere. Ai rischi che potrebbe comportare, e di conseguenza non agisco.
Sono in ritardo con gli studi di un anno causa situazioni di natura familiare e ad un periodo di ansia che per fortuna credo di aver superato.
Ora non resta che studiare, (fortunatamente ci sto riuscendo sebbene più passa il tempo più diventa faticoso) e fare gli esami a gennaio e febbraio.
Il punto è il dopo.
So già che non vorrei iscrivermi alla specialistica poichè sono stanco di studiare.
Vorrei prendermi un anno per lavorare da qualche parte,anche sotto contratto a progetto o a chiamata, in un'altra città e vedere a cosa può portarmi. (ho 2 anni di esperienza come cameriere)
Mi sento sotto pressione di mia madre che vorrebbe che sapessi già cosa voglio nella vita, si lamenta del fatto che sono in ritardo all'università e ha mete decisamente irrealistiche per me: mi vede in ambasciate, all'onu, praticantato da qualche parte in qualche istituto. Intendo irrealistiche non perchè non abbia la potenzialità di poterle fare, ma perchè non mi piacciono.
Io sto imparando a non farmi più influenzare da ciò che mi dice e da ciò che vorrebbe per me.. credo sia assolutamente controproducente dire al proprio figlio che dovrebbe sbrigarsi a trovarsi un'occupazione e contemporaneamente però mantenerlo ancora.. E' proprio per questo che terminata la laurea triennale ho intenzione di andare a lavorare da qualche parte, tornare a vivere da solo, prendermi un anno per capire cosa voglio fare, prendermi del tempo per riflettere, abbandonare questa confusione e agire nel concreto.. la paura più grande che provo è quella del fallimento: ho paura di come potrei sentirmi se fallisco e alla frustrazione da sopportare se le cose andassero male... credo che sia questa la cosa che mi blocca...
ho in mente molte cose: ho la passione del teatro da molto tempo, però non sono sicuro sia quello che voglio fare, ho paura di qualcosa di sconosciuto.. non capisco cosa. mi piace molto lavorare nei ristoranti, mi piace accogliere i clienti e servirli ai tavoli (ho lavorato due anni nell'ambiente), mi piace molto anche la psicologia ma non ho le forze di rimettermi a studiare dopo questa laurea! insomma, sono un po' nel pallone... cosa posso fare per capire cosa voglio nella vita? Ci tengo a precisare che sono diventato più realista rispetto al passato... mi rendo conto che è più importante un sostentamento economico in primis e poi sicuramente una soddisfazione personale, se quel mestiere è anche gratificante. grazie a chi mi aiuterà.
ho 23 anni e mi trovo in una situazione molto particolare perchè non so cosa voglio fare nella mia vita.
Mi spiego:
Sono iscritto all'università (frequento comunicazione internazionale), mi dovrei laureare a luglio prossimo e ho in mente molti progetti... ma non ho la capacità di sceglierne uno e perseverare su quello.
Appena penso che vorrei fare qualcosa (ho molti desideri) subito penso a cosa potrei perdere. Ai rischi che potrebbe comportare, e di conseguenza non agisco.
Sono in ritardo con gli studi di un anno causa situazioni di natura familiare e ad un periodo di ansia che per fortuna credo di aver superato.
Ora non resta che studiare, (fortunatamente ci sto riuscendo sebbene più passa il tempo più diventa faticoso) e fare gli esami a gennaio e febbraio.
Il punto è il dopo.
So già che non vorrei iscrivermi alla specialistica poichè sono stanco di studiare.
Vorrei prendermi un anno per lavorare da qualche parte,anche sotto contratto a progetto o a chiamata, in un'altra città e vedere a cosa può portarmi. (ho 2 anni di esperienza come cameriere)
Mi sento sotto pressione di mia madre che vorrebbe che sapessi già cosa voglio nella vita, si lamenta del fatto che sono in ritardo all'università e ha mete decisamente irrealistiche per me: mi vede in ambasciate, all'onu, praticantato da qualche parte in qualche istituto. Intendo irrealistiche non perchè non abbia la potenzialità di poterle fare, ma perchè non mi piacciono.
Io sto imparando a non farmi più influenzare da ciò che mi dice e da ciò che vorrebbe per me.. credo sia assolutamente controproducente dire al proprio figlio che dovrebbe sbrigarsi a trovarsi un'occupazione e contemporaneamente però mantenerlo ancora.. E' proprio per questo che terminata la laurea triennale ho intenzione di andare a lavorare da qualche parte, tornare a vivere da solo, prendermi un anno per capire cosa voglio fare, prendermi del tempo per riflettere, abbandonare questa confusione e agire nel concreto.. la paura più grande che provo è quella del fallimento: ho paura di come potrei sentirmi se fallisco e alla frustrazione da sopportare se le cose andassero male... credo che sia questa la cosa che mi blocca...
ho in mente molte cose: ho la passione del teatro da molto tempo, però non sono sicuro sia quello che voglio fare, ho paura di qualcosa di sconosciuto.. non capisco cosa. mi piace molto lavorare nei ristoranti, mi piace accogliere i clienti e servirli ai tavoli (ho lavorato due anni nell'ambiente), mi piace molto anche la psicologia ma non ho le forze di rimettermi a studiare dopo questa laurea! insomma, sono un po' nel pallone... cosa posso fare per capire cosa voglio nella vita? Ci tengo a precisare che sono diventato più realista rispetto al passato... mi rendo conto che è più importante un sostentamento economico in primis e poi sicuramente una soddisfazione personale, se quel mestiere è anche gratificante. grazie a chi mi aiuterà.
[#1]
Gentile utente,
ha scelto lei questo percorso di studi o le è stato suggerito da qualcuno?
Sembra infatti che si sia ritrovato a fare delle scelte in quanto imposte o per compiacere altre persone, mettendo un po' da parte quello che le piace fare.
Oltre a ciò accade di frequente che l'arrivare quasi alla conclusione del proprio percorso di studi e dover quindi operare una scelta crei una sorta di blocco e di ansietà, implica inaftti mettersi in gioco e sperimentarsi.
Dice anche di aver vissuto un eriodo di ansia, ora superato; era connesso con le difficoltà familiari cui accennava o ad altro?
Cordiali saluti
ha scelto lei questo percorso di studi o le è stato suggerito da qualcuno?
Sembra infatti che si sia ritrovato a fare delle scelte in quanto imposte o per compiacere altre persone, mettendo un po' da parte quello che le piace fare.
Oltre a ciò accade di frequente che l'arrivare quasi alla conclusione del proprio percorso di studi e dover quindi operare una scelta crei una sorta di blocco e di ansietà, implica inaftti mettersi in gioco e sperimentarsi.
Dice anche di aver vissuto un eriodo di ansia, ora superato; era connesso con le difficoltà familiari cui accennava o ad altro?
Cordiali saluti
Dr.ssa Federica Meriggioli - Psicologa Psicoterapeuta
Via Roma 131, Spinea Ve
Tel. 3498534295 www.federicameriggioli.com
[#2]
Gentile utente,
da quello che lei scrive sembrerebbe che qualche idea "concreta" ci sia mi spiego: dice di voler terminare gli studi, non continuare con la specialistica, andare a vivere da solo e trovarsi un lavoro che le permetta una certa indipendenza. Dice che le piace il teatro e la psicologia, bene, il primo può coltivarlo con qualche corso se ne avrà voglia, la seconda è un pò complicato perchè il percorso di studi è un pò lungo, se la intende come professione (psicologo). Ha esperienza come cameriere e le piace questo lavoro.
Mi correga se sbaglio ma sembrerebbe che la sua confusione sia in qualche modo "alimentata" dalla figura materna, ora in base a ciò che lei racconta mi permetto di porle una domanda: < se lei potesse scegliere senza condizionamenti da parte di nessuno cosa le piacerebbe fare?>
da quello che lei scrive sembrerebbe che qualche idea "concreta" ci sia mi spiego: dice di voler terminare gli studi, non continuare con la specialistica, andare a vivere da solo e trovarsi un lavoro che le permetta una certa indipendenza. Dice che le piace il teatro e la psicologia, bene, il primo può coltivarlo con qualche corso se ne avrà voglia, la seconda è un pò complicato perchè il percorso di studi è un pò lungo, se la intende come professione (psicologo). Ha esperienza come cameriere e le piace questo lavoro.
Mi correga se sbaglio ma sembrerebbe che la sua confusione sia in qualche modo "alimentata" dalla figura materna, ora in base a ciò che lei racconta mi permetto di porle una domanda: < se lei potesse scegliere senza condizionamenti da parte di nessuno cosa le piacerebbe fare?>
Dr.ssa Verena Elisa Gomiero
psicologa psicoterapeuta
Operatore training autogeno
[#3]
Ex utente
io credo fermamente che inconsciamente io voglia ribellarmi ai miei genitori, vedo l'università come qualcosa che mi pagano ancora loro sebbene l'abbia scelta io. per paradosso ho provato a pensare che se mi fossi iscritto con i miei soldi guadagnati dal mio lavoro sarebbe stato senza dubbio più gratificante, l'avrei fatto come qualcosa di mio e basta.
ho una tale voglia di essere indipendente che fa a pugni con l'idea che l'università per quanto mia, sia pagata dai miei genitori: questa cosa mi crea ansia perchè è come se dovessi ancora rendere conto a loro. logicamente quando mi sento sotto pressione da mia madre che mi fa sentire in colpa perchè sono in ritardo, vorrei di impulso lasciare l'università e iniziare a fare qualcosa mia, solamente mia!!!! ma non posso farlo, non voglio buttare 4 anni di sacrifici.
il periodo di ansia è stato causato da diversi fattori quali il ri-trasferimento dalla mia città universitaria (terminati i corsi) a casa con i miei genitori (dopo 3 anni di esperienza da solo) in una nuova città, un lutto, situazioni di conflitto con amici dell'università.. mi ha portato alla luce il fatto che non stavo ascoltando più me stesso
ho una tale voglia di essere indipendente che fa a pugni con l'idea che l'università per quanto mia, sia pagata dai miei genitori: questa cosa mi crea ansia perchè è come se dovessi ancora rendere conto a loro. logicamente quando mi sento sotto pressione da mia madre che mi fa sentire in colpa perchè sono in ritardo, vorrei di impulso lasciare l'università e iniziare a fare qualcosa mia, solamente mia!!!! ma non posso farlo, non voglio buttare 4 anni di sacrifici.
il periodo di ansia è stato causato da diversi fattori quali il ri-trasferimento dalla mia città universitaria (terminati i corsi) a casa con i miei genitori (dopo 3 anni di esperienza da solo) in una nuova città, un lutto, situazioni di conflitto con amici dell'università.. mi ha portato alla luce il fatto che non stavo ascoltando più me stesso
[#4]
Ex utente
Dott.sa Gomiero lei ha perfettamente centrato il punto!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Se potessi scegliere da solo, qui e ora, prenderei, me ne andrei da qualche parte a cercare lavoro come cameriere, mi metterei da parte dei soldi per continuare l'università con i miei tempi e staccherei definitivamente questo cordone ombelicale!
Se potessi scegliere da solo, qui e ora, prenderei, me ne andrei da qualche parte a cercare lavoro come cameriere, mi metterei da parte dei soldi per continuare l'università con i miei tempi e staccherei definitivamente questo cordone ombelicale!
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.3k visite dal 13/12/2011.
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