Crisi di coppia
Buongiorno a tutti,
vi chiedo un parere per avere un po' di chiarezza su quello che sto vivendo.
Sto con il mio ragazzo da 14 anni, conviamo da 6.
Abbiamo entrambi 33 anni perciò si può dire che siamo cresciuti insieme. Siamo sempre stati affiatati e sulla stessa lunghezza d'onda.
Io provengo da una famiglia numerosa e alla buona, lui da una ricca, lo specifico perchè questa cosa a parer mio non è trascurabile.
Abbiamo da sempre difficoltà a relazionarci con ciò che riguarda la sua vita, amici e parenti, gli affetti, non mi sono mai sentita a mio agio con loro.
Intimidita in certe situazioni, divento fragile e trasparente e il mio lui non è in grado di mettermi a mio agio, anzi all'inizio attribuiva a me la colpa del mio disagio.
Entrambi in passato abbiamo avuto degli scontri con la mia famiglia, ed io ho sempre cercato di riparare il possibile e di farlo rispettare.
Non voglio dire con questo che io sono sempre giusta e che la colpa di tutto l'abbia lui, vorrei capire dove sbaglio e imparare a controllare
certe situazioni. Ho capito che accusarsi a vicenda è sempre sbagliato.
Nell'ultimo periodo mi sono convinta del fatto che lui sia succube della sua famiglia e incapace a farsi rispettare e sopratutto a farmi rispettare.
Non vede le cose più elementari, ma devo sempre fargliele notare io passando anche per la cattiva dei due. Ad esempio quando andavamo a
trovare la sorella, abita lontano da noi, eravamo sempre a disagio, mi isolava e nemmeno mi fotografava! aveva più foto la sorella di me...
non è la solita gelosia femminile.
Sento anche di non avere un ruolo nella sua famiglia e che anzi spesso quello che dico è etichettato come una cosa stupida.
Io sto puntando i piedi perchè il rispetto è alla base di una relazione sana.
Quando gli faccio notare comportamenti maleducati dei suoi genitori e viziati della sorella subito è nervoso poi piange.
Mi ferisce il fatto che lui questi comporamenti ostili e maleducati non li noti nemmeno, ma che debba illuminarlo io.
ma perchè piange? io vorrei che fosse più grintoso e risoluto, ma questo è un difetto che abbiamo entrambi.
Vorrebbe che andassi io a parlare con i suoi genitori, ma per me è ingiusto.
Mia sorella dice che è un vigliacco, che gli uomini che piangono così sono i peggiori.
Io sono confusa e triste perchè altri hanno rovinato il nostro amore e noi non l'abbiamo difeso.
Che dire, devo scappare?
vi chiedo un parere per avere un po' di chiarezza su quello che sto vivendo.
Sto con il mio ragazzo da 14 anni, conviamo da 6.
Abbiamo entrambi 33 anni perciò si può dire che siamo cresciuti insieme. Siamo sempre stati affiatati e sulla stessa lunghezza d'onda.
Io provengo da una famiglia numerosa e alla buona, lui da una ricca, lo specifico perchè questa cosa a parer mio non è trascurabile.
Abbiamo da sempre difficoltà a relazionarci con ciò che riguarda la sua vita, amici e parenti, gli affetti, non mi sono mai sentita a mio agio con loro.
Intimidita in certe situazioni, divento fragile e trasparente e il mio lui non è in grado di mettermi a mio agio, anzi all'inizio attribuiva a me la colpa del mio disagio.
Entrambi in passato abbiamo avuto degli scontri con la mia famiglia, ed io ho sempre cercato di riparare il possibile e di farlo rispettare.
Non voglio dire con questo che io sono sempre giusta e che la colpa di tutto l'abbia lui, vorrei capire dove sbaglio e imparare a controllare
certe situazioni. Ho capito che accusarsi a vicenda è sempre sbagliato.
Nell'ultimo periodo mi sono convinta del fatto che lui sia succube della sua famiglia e incapace a farsi rispettare e sopratutto a farmi rispettare.
Non vede le cose più elementari, ma devo sempre fargliele notare io passando anche per la cattiva dei due. Ad esempio quando andavamo a
trovare la sorella, abita lontano da noi, eravamo sempre a disagio, mi isolava e nemmeno mi fotografava! aveva più foto la sorella di me...
non è la solita gelosia femminile.
Sento anche di non avere un ruolo nella sua famiglia e che anzi spesso quello che dico è etichettato come una cosa stupida.
Io sto puntando i piedi perchè il rispetto è alla base di una relazione sana.
Quando gli faccio notare comportamenti maleducati dei suoi genitori e viziati della sorella subito è nervoso poi piange.
Mi ferisce il fatto che lui questi comporamenti ostili e maleducati non li noti nemmeno, ma che debba illuminarlo io.
ma perchè piange? io vorrei che fosse più grintoso e risoluto, ma questo è un difetto che abbiamo entrambi.
Vorrebbe che andassi io a parlare con i suoi genitori, ma per me è ingiusto.
Mia sorella dice che è un vigliacco, che gli uomini che piangono così sono i peggiori.
Io sono confusa e triste perchè altri hanno rovinato il nostro amore e noi non l'abbiamo difeso.
Che dire, devo scappare?
[#1]
Gentile Ragazza,
gli altri aspetti della vostra relazione (escludendo quindi i rapporti con le rispettive famiglie) come vanno?
Cosa fate insieme? Come si immagina il vostro futuro?
gli altri aspetti della vostra relazione (escludendo quindi i rapporti con le rispettive famiglie) come vanno?
Cosa fate insieme? Come si immagina il vostro futuro?
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Gentile Utente,
Lei dice che questi problemi di relazione con le famiglie d'origine ci sono da sempre.
Ma lo sta notando solo ora o ne era già consapevole quando avete deciso di convivere?
Lei dice che questi problemi di relazione con le famiglie d'origine ci sono da sempre.
Ma lo sta notando solo ora o ne era già consapevole quando avete deciso di convivere?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Utente
I rapporti con i suoi genitori sono peggiorati negli ultimi anni, da quando sono separati in casa, per etichetta non divorziano.
Io ho sempre avuto un carattere insicuro e spesso davo la colpa a me stessa del disagio che provavo con i suoi genitori e amici, lui concordava.
Mi rendo conto di essere diventata più insofferente, a volte mi chiedo perché me la prendo tanto?
Vorrei che i comportamenti maleducati dei suoi mi scivolassero e invece mi offendono.
Insieme facciamo tante cose, abbiamo passioni comuni e ci stimoliamo parecchio. Prima della grossa crisi, iniziata ad agosto, uscivamo con i nostri amici in tutta tranquillità divertendoci. Gli amici in comune non sono mai stati motivi di disagio, adesso è diverso, che stiamo male si vede chiaramente.
Il mio futuro l'ho sempre visto con lui, volevo costruire una famiglia, ma adesso una parte di me ha quasi accettato la fine, l'altra vuole lottare e aspettare.
Io ho sempre avuto un carattere insicuro e spesso davo la colpa a me stessa del disagio che provavo con i suoi genitori e amici, lui concordava.
Mi rendo conto di essere diventata più insofferente, a volte mi chiedo perché me la prendo tanto?
Vorrei che i comportamenti maleducati dei suoi mi scivolassero e invece mi offendono.
Insieme facciamo tante cose, abbiamo passioni comuni e ci stimoliamo parecchio. Prima della grossa crisi, iniziata ad agosto, uscivamo con i nostri amici in tutta tranquillità divertendoci. Gli amici in comune non sono mai stati motivi di disagio, adesso è diverso, che stiamo male si vede chiaramente.
Il mio futuro l'ho sempre visto con lui, volevo costruire una famiglia, ma adesso una parte di me ha quasi accettato la fine, l'altra vuole lottare e aspettare.
[#4]
"Vorrei che i comportamenti maleducati dei suoi mi scivolassero e invece mi offendono"
Questo è impossibile: il fatto che Lei si senta offesa è qualcosa che non deve essere represso. E' il modo in cui Lei si sente e non deve essere giudicato. Certamente può imparare a gestire queste relazioni in modo sempre più adeguato, senza sentirsi insicura, ma non reprimendo i Suo sentire.
Il Suo compagno è dello stesso parere, ovvero anche Lui è incerto sul futuro?
Questo è impossibile: il fatto che Lei si senta offesa è qualcosa che non deve essere represso. E' il modo in cui Lei si sente e non deve essere giudicato. Certamente può imparare a gestire queste relazioni in modo sempre più adeguato, senza sentirsi insicura, ma non reprimendo i Suo sentire.
Il Suo compagno è dello stesso parere, ovvero anche Lui è incerto sul futuro?
[#5]
Utente
Si, sente che non funzioniamo più molto insieme, credo sia anche lui ad un bivio.
Spera ci sia ancora un recupero, un ritrovarsi, un essere di nuovo felici insieme.
Dice che prima dobbiamo essere di nuovo felici insieme e poi affrontare il mondo, io invece dico che prima deve farmi rispettare e rispettarmi e poi potremmo essere di nuovo felici. Quando gli parlo di quello che non va si sente aggredito e finiamo nell'errore più banale: la tua famiglia, la mia famiglia e così...
Come dovrei parlargli? mi rendo conto che a volte ferita lo accuso più di quanto dovrei.
Spera ci sia ancora un recupero, un ritrovarsi, un essere di nuovo felici insieme.
Dice che prima dobbiamo essere di nuovo felici insieme e poi affrontare il mondo, io invece dico che prima deve farmi rispettare e rispettarmi e poi potremmo essere di nuovo felici. Quando gli parlo di quello che non va si sente aggredito e finiamo nell'errore più banale: la tua famiglia, la mia famiglia e così...
Come dovrei parlargli? mi rendo conto che a volte ferita lo accuso più di quanto dovrei.
[#6]
Probabilmente un percorso psicologico potrebbe aiutarLa ad acquisire maggiore sicurezza e autostima (il modo in cui Lei si sente con la famiglia d'origine del Suo compagno è degno di nota: "Io provengo da una famiglia numerosa e alla buona, lui da una ricca, lo specifico perchè questa cosa a parer mio non è trascurabile"), ma anche maggiore assertività nella comunicazione. Lei sente di non avere un ruolo nella famiglia del Suo fidanzato. Che ruolo vorrebbe avere invece? Che cosa fa per rivestire questo ruolo?
Però è necessario anche accordarvi sul futuro e sui vostri obiettivi. Se l'obiettivo è continuare a stare insieme e c'è accordo, allora è possibile lavorare anche all'interno di una consultazione di coppia. O, se il Suo fidanzato non fosse propenso, sarebbe comunque utile a Lei per affrontare con maggior lucidità la situazione.
Un cordiale saluto,
Però è necessario anche accordarvi sul futuro e sui vostri obiettivi. Se l'obiettivo è continuare a stare insieme e c'è accordo, allora è possibile lavorare anche all'interno di una consultazione di coppia. O, se il Suo fidanzato non fosse propenso, sarebbe comunque utile a Lei per affrontare con maggior lucidità la situazione.
Un cordiale saluto,
[#7]
Utente
Grazie, credo anch'io che un lavoro di coppia potrebbe aiutarci e fare chiarezza.
Credo si sia innestato un meccanismo e da soli non riusciamo ad uscirne.
Sicuramente dovrei acquisire più sicurezza e capacità d'ascolto.
Nel caso posso far intervenire anche lui o mi consiglia di farci seguire da uno psicologo qui dove abitiamo?
Ancora grazie.
Credo si sia innestato un meccanismo e da soli non riusciamo ad uscirne.
Sicuramente dovrei acquisire più sicurezza e capacità d'ascolto.
Nel caso posso far intervenire anche lui o mi consiglia di farci seguire da uno psicologo qui dove abitiamo?
Ancora grazie.
[#8]
Ritengo che la decisione più saggia sia quella di incontrare un professionista nella vostra zona (e credo che avrete solo l'imbarazzo della scelta), perchè ritengo che on line, con tempi e modalità diverse da un setting adeguato e adatto all'ascolto e alla condivisione, sia molto più semplice cercare di far emergere le proprie ragioni a scapito della coppia.
Provi a vedere la situazione in questo modo: avete bisogno di ritrovare la cooperazione nella coppia, cioè di camminare fianco a fianco per raggiungere il vostro obiettivo, NON uno contro l'altro.
Purtroppo a volte capita di perdere di vista questa modalità e l'obiettivo congiunto con il quale era cominciata l'avventuara della coppia.
Le faccio tanti auguri e La saluto cordialmente,
Provi a vedere la situazione in questo modo: avete bisogno di ritrovare la cooperazione nella coppia, cioè di camminare fianco a fianco per raggiungere il vostro obiettivo, NON uno contro l'altro.
Purtroppo a volte capita di perdere di vista questa modalità e l'obiettivo congiunto con il quale era cominciata l'avventuara della coppia.
Le faccio tanti auguri e La saluto cordialmente,
[#10]
Se ha voglia di leggerlo, Le incollo di seguito un articolo sulla cooperazione nella coppia.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1723-sessualita-e-cooperazione-paritetica.html
Sempre cordiali saluti,
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1723-sessualita-e-cooperazione-paritetica.html
Sempre cordiali saluti,
[#12]
<Ho capito che accusarsi a vicenda è sempre sbagliato.>
Gentile utente,
lei ha capito una cosa molto importante, buttarsi le colpe uno sull'altro infatti non aiuta a risolvere, anzi aumenta le distanze.
<Abbiamo da sempre difficoltà a relazionarci con ciò che riguarda la sua vita...abbiamo avuto degli scontri con la mia famiglia>
In una coppia la relazione con le rispettive famiglie di origine può a volte causare difficoltà che è bene non trascurare, ma cercare di risolvere.
Tuttavia non è detto che sia semplice poiché ogni famiglia ha le proprie regole di relazione che a volte possono essere rigide e disfunzionali.
Lei chiede come mai il suo ragazzo piange, è probabile si senta preso da due fuochi: lei insieme alla necessità di tutelare il vostro rapporto e l'affetto e i doveri di lealtà verso la propria famiglia di origine rispetto alla quale fatica a porsi in modo differente per via del tipo del tipo di relazioni nei quali è coinvolto e partecipe.
Credo non sia facile per lui riuscire ad affrontare in modo efficace la questione, tant'è che chiede a lei di assumersi la responsabilità di parlare con i suoi genitori.
D'altronde anche a lei sembra riuscire difficile trovare differenti modalità di porsi in questo rapporto e con questa famiglia ed è comprensibile.
Se il suo partner è d'accordo, condivido l'opportunità di cercare di risolvere insieme le difficoltà esposte rivolgendovi ad un terapeuta di coppia, dal mio punto di vista meglio se ad indirizzo sistemico-relazionale che potrà comprendere, elementi alla mano, la vostra situazione e ad aiutarvi ad affrontarla in modo proprio, differentemente che da qui dove ogni discorso è puramente ipotetico.
Nel caso incontrasse difficoltà nel coinvolgerlo, può iniziare a chiedere un consulto lei in prima persona.
Le allego comunque un link che tratta dei diversi orientamenti terapeutici, tra cui quello che le ho citato.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Molti auguri
Gentile utente,
lei ha capito una cosa molto importante, buttarsi le colpe uno sull'altro infatti non aiuta a risolvere, anzi aumenta le distanze.
<Abbiamo da sempre difficoltà a relazionarci con ciò che riguarda la sua vita...abbiamo avuto degli scontri con la mia famiglia>
In una coppia la relazione con le rispettive famiglie di origine può a volte causare difficoltà che è bene non trascurare, ma cercare di risolvere.
Tuttavia non è detto che sia semplice poiché ogni famiglia ha le proprie regole di relazione che a volte possono essere rigide e disfunzionali.
Lei chiede come mai il suo ragazzo piange, è probabile si senta preso da due fuochi: lei insieme alla necessità di tutelare il vostro rapporto e l'affetto e i doveri di lealtà verso la propria famiglia di origine rispetto alla quale fatica a porsi in modo differente per via del tipo del tipo di relazioni nei quali è coinvolto e partecipe.
Credo non sia facile per lui riuscire ad affrontare in modo efficace la questione, tant'è che chiede a lei di assumersi la responsabilità di parlare con i suoi genitori.
D'altronde anche a lei sembra riuscire difficile trovare differenti modalità di porsi in questo rapporto e con questa famiglia ed è comprensibile.
Se il suo partner è d'accordo, condivido l'opportunità di cercare di risolvere insieme le difficoltà esposte rivolgendovi ad un terapeuta di coppia, dal mio punto di vista meglio se ad indirizzo sistemico-relazionale che potrà comprendere, elementi alla mano, la vostra situazione e ad aiutarvi ad affrontarla in modo proprio, differentemente che da qui dove ogni discorso è puramente ipotetico.
Nel caso incontrasse difficoltà nel coinvolgerlo, può iniziare a chiedere un consulto lei in prima persona.
Le allego comunque un link che tratta dei diversi orientamenti terapeutici, tra cui quello che le ho citato.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Molti auguri
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 1.9k visite dal 05/12/2011.
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