Inquadramento dei miei attacchi di panico...

Gentili Dottori,cercherò di essere il piu conciso possibile. Soffro di ansia generalizzata che in alcuni mesi ha toccato picchi gravi e di DOC,che ha detto del mio ex terapeuta,non va curato perché è solo un "tratto" In mezzo a questi due problemi ho avuto episodi di panico,siccome è la mia piu grande paura soffrire di questa patologia,volevo spiegarvi gli episodi che ho avuto per capire se devono essere inquadrati all'interno di questo disturbo e come affrontarli.




Nel 2010 inizio a soffrire di ansia generalizzata.

Il primo episodio ce l'ho una settimana dopo l'inizio dell'ansia.
Mi procuro volontariamente delle violente vertigini girando su me stesso,nel giro di due minuti avverto una sensazione di agitazione,mi sento morire,ma non ho l'ansia.
Solo vertigini,debolezza e questa strana situazione. Riuscirò a raggiungere l'ospedale a piedi dopo circa 20 minuti. I medici non capiranno che si è trattoato di un attacco e nemmeno io...che pensavo ad una sorta di "malore".


Da allora soffrirò prevalentemente di somatizzazioni.
Dopo sette mesi un altro episodio:

Sono a letto,non riesco a dormire e sento già avere una leggera ansia di sottofondo,brutti pensieri mi si addensano nella mia mente,l'ansia sale,mi alzo dal letto e vedo che tremo e che ho una forte tachicardia,seppur l'ansia sia scomparsa:come se avesse fatto esplodere quei sentimi spegnendosi con l'avanzare degli stessi. Ancora non capisco che si è trattato di un AP è quindi sottovaluto la cosa. Il tutto dura circa 40 secondi.

Succederà altre due volte nelle identiche circostanza,ma la cosa non mi preoccupa affatto e viene da me sottovalutata.

Quattro mesi dopo:sto lavorando da due mesi,il lavoro ha portato la mia ansia ha raggiungere livelli severi,ma vado avanti. Un giorno,durante il turno di notte (erano due giorni che non riuscivo a dormire,non mi avevano dato il riposo da 9 giorni,quella notte ricordo di aver bevuto tantissimo caffé) comunque verso la fine del turno all'improvviso,anche se c'era una leggerissima ansia di sottofondo,mi si presenta lo stesso AP di quelli citati precedentemente:tachicardia,tremori e un po' d'ansia per 35-40 secondi.


Solo che non finisce lì,mi sento al limite dell'AP,devo assolutamente muovermi e camminare,faccio una doccia ma la sensazione non passa. Nel giro di un'ora ho fitte d'ansia forti a livello toracico e vomito. Cerco di addormentarmi nonostante il malessere e ci riesco. Mi risveglierò preoccupatissimo per l'accaduto.

Da allora la mia situazione d'ansia generalizzata toccherà picchi estremi e 56 giorni dopo avrò un'altra di questa crisi. Sono a letto,vedo che l'ansia aumenta,nel giro di un'ora nuovamente fitte e vomito che non tendono a passare. Un'altra volta devo cercare di addormentarmi per far si che si spengano. E fortunatamente ci riesco.

Da quel giorno sono passati cinque mesi e di crisi non ne ho piu avute,ma l'ansia gen. ha raggiunto picchi altissimi insieme a severe somatizzazioni. Da Voi vorrei avere solo ed esclusivamente un interpretazione medica delle crisi

Grazie a tutti
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

se la richiesta è avere una diagnosi on line, per ovvie ragioni non è possibile.
C'è però un comun denominatore nei vari episodi che hai raccontato, cioè il mancato riconoscimento di quello che ha più volte definito "malessere". Il problema delle persone che soffrono d'ansia è che fanno davvero fatica a riconoscere questo stato e pertanto ogni segnale del corpo (stanchezza, ma a volte anche il freddo o il caldo, ecc..) viene scambiato per qualcosa che fa star male.

A questo proposito ti invito alla lettura di un articolo e soprattutto a cercare un altro psicologo psicoterapeuta che eroghi trattamenti attivi (es. terapia cognitivo-comportamentale) perchè l'ansia va curata e velocemente. In caso contrario i sintomi si amplificheranno e potrebbero esserci delle condotte di evitamento come strategie disfunzionali per placare l'ansia (ad es. non fare più ciò che ti fa venire l'ansia, non uscire più, ecc...)

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1633-asportazione-chirurgica-dello-stato-ansioso.html

L'attacco di panico ha caratteristiche molto precise:

-intensa paura e disagio, accompagnati da altri sintomi, quali palpitazioni, sudorazione, tremori fini o con grandi scosse, fame d'aria e sensazione di soffocamento, dolore o fastidio al petto, vertigini, ma anche sensazioni di testa vuota, derealizzazione e depersonalizzazione, paura di perdere il controllo e di impazzire, paura di morire, a volte anche parestesie, brividi o vampate di calore.

Però le caratteristiche imprescindibili sono:

- inizio improvviso che raggiunge molto rapidamente l'apice (circa 10 minuti ma a volte anche meno) ed è accompagnato da un senso di pericolo o catastrofe imminente e dalla sensazione come di urgenza di allontanarsi.

- la persona riferisce "stavo per morire" o "mi sembrava di impazzire" e spesso si reca al PS, certo di avere un infarto.

Però l'attacco di panico è un sintomo, così descritto, che può comparire nel disturbo da panico, nella fobia sociale,nella fobia specifica, nel DPTS.

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Gentile Dottoressa,
la situazione va avanti da due anni e solo pochi mesi fa ho deciso di intervenire con una terapia psicologica e un'altra farmacologica.

L'unico effetto che ho ottenuto con la terapia psicologica è stato un migliaio di euro in meno regalati ad uno speculatore.
La terapia farmacologica sembra non aver prodotto risultati,ma è presto per tirare conclusioni.

L'andamento della mia ansia non si allinea con il suo concetto di "intervento precoce" ovvero che il protrarsi della situazione ansiosa porti inevitabili conseguenze.

Il suo intervento,con tutto rispetto,non ha sortito in me nessun beneficio;non ha risposto alla mia domanda e ha solo aggiunto informazione di per sè inutili e fuorvianti.

Proverò a rileggerlo per cercare di riuscirne a trarre qualche giovamento che ad una prima lettura non si sono presentati alla coscienza.

La ringrazio e La saluto.
[#3]
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Tengo ad aggiungere anche: io ho chiesto se i miei possono essere definiti "attacchi di panico" o hanno un nome diverso. Non ho chiesto di fare una diagnosi,solo di capire almeno di cosa si è trattato.

Mi perdonerà,ma sono costretto a mettere in dubbio che Lei abbia letto interamente e con attenzione il mio consulto.

La prima volta che ho avuto un "attacco di panico" Le ho detto che è accaduto dopo essermi procurato volontariamente delle violente vertigini. Pochi minuti dopo non so cosa mi sia preso,ma ho avuto paura di morire e anche io sono andato - con le mie gambe- al pronto soccorso.

Siccome non sapevo di cosa si trattasse,dal momento in cui al medico del pronto soccorso non ho detto che si trattava di ansia,viisto che il sintomo dell'ansia non l'ho avvertito,se non la paura normale di una persona che crede di essere agli sgoccioli della sua esistenza. Mi sono apprestato al pronto soccorso con quella brutta sensazione a piedi e poi sono stato ricoverato. Mi sono ripreso circa due ore dopo.

Se dovesse ricapitarmi non sentirei assolutamente il bisogno di andare al PS,quella volta è accaduto a causa del fatto che non sapevo cosa mi stava accadendo. Ho avuto crisi piu forti e al pronto soccorso non ci sono andato,primariamente perché non avrebbero potuto darmi un aiuto migliore di quello che io potevo darmi da solo.

Comunque siamo punto e a capo,non ha risolto il mio consulto,non dandomi una definizione del malessere da me avvertito.

Distinti Saluti
[#4]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazzo, porre questa domanda

"io ho chiesto se i miei possono essere definiti "attacchi di panico" o hanno un nome diverso. Non ho chiesto di fare una diagnosi,solo di capire almeno di cosa si è trattato"

oppure

"non ha risolto il mio consulto,non dandomi una definizione del malessere da me avvertito"

che cosa vuol dire secondo te?

Dal mio punto di vista vuol dire formulare una diagnosi. Perchè se un professionista ti dicesse "Sì, si tratta di attacchi di panico", allora vorrebbe dire che sta formulando una diagnosi.

Ma la cosa più grave sarebbe porre la diagnosi attraverso un pc, senza che io ti abbia mai visto, senza che abbia mai parlato con te. Non solo non è corretto nei tuoi riguardi, ma non è deontologicamente corretto ed è vietato dalla Legge. E questo mi pareva di avertelo spiegato nella mia prima replica.

Quindi mi dispiace se ti sei trovato male con lo psicoterapeuta che ti seguiva e se anche con me non ti sei trovato affatto bene, ma purtroppo le domande che poni qui, attraverso internet, non possono trovare risposte più esaustive di quelle che hai già ricevuto.

D'altra parte questo sito nasce per fornire informazioni, non diagnosi on line, nè per sostituirsi alla visita medica o al colloquio psicologico. Qui possiamo solo darti un orientamento.

E soprattutto mi dispiace, ma sono stata fraintesa perchè la tua richiesta, come quelle degli altri Utente, l'ho letta molto attentamente.

Sempre cordiali saluti,
[#5]
Gentile utente

questo servizio non può sostituire la visita reale presso un professionista, che è l'unica metodica consentita per eseguire diagnosi e prescrivere un trattamento. Lo scopo dei consulti è quello di valorizzare e mai di sostituire la visita specialistica.

Siamo certi che comprenderà queste nostre indicazioni

Cordiali saluti
staff@medicitalia.it

[#6]
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Io non ho chiesto di formularmi il disturbo da attacchi di panico,ma di cercare di dare una definizione al malessere e ai sintomi da me elencati.

Se Le dico ho avvertito tachicardia,tremori,paura di morire,vertigini,depersonalizzazione non credo che Lei si asterrà dal dire che si è trattato molto probabilmente di un attacco di panico perché la Legge lo vieta.

Fare una diagnosi vuol dire dare una definizione certa ad un disturbo,io Le ho chiesto semplicemente di ipotizzare quale definizione si poteva dare ai sintomi da me elencati,che tra l'altro risalgono al passato. Non ho chiesto diagnosi certe,ma solo ipotesi riguardo singoli avvenimenti e non un quadro patologico definito.

Se per cosi poco cita la Legge,siamo freschi...
[#7]
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Gentile Moderatore,
replico anche a Lei quello scritto precedentemente:non ho chiesto diagnosi ma interpretazioni di singoli episodi e non di un quadro patologico completo. Non ho preteso diagnosi ne ipotesi certe,che limiterò solo al mio terapeuta.

Non mi sembra quindi che abbia violato le regole del sito.

Sono certo che comprenderà le mie precisazioni.

Distinti Saluti.

[#8]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le utente,
questo portale è consultato da molti utenti che cercano un parere professionale da confrontare con quelli avuti attraverso consulti de visu con altri professionisti, per motivi deontologici si è scelto di non incoraggiare questa tendenza, poiché estrapolare singoli episodi dalla storia di una persona e interpretarli attraverso una comunicazione on line, non coincide AFFATTO con il compito dello Psicologo, che troppo spesso viene confuso con l'abilità nel confrontare i criteri diagnostici di un disturbo psichico con i sintomi manifestati dalla persona che si rivolge allo specialista.
Se questa è l'aspettativa, è importante che venga esplicitamente disattesa, perché solo in questo modo è possibile creare le condizioni favorevoli ad un approccio diverso nei confronti del suo disagio, che le consenta di "svestire i panni del paziente" e di "indossare quelli del cliente", in altre parole interrompere la ricerca (on line) dello specialista che dia una risposta alla sua ipotesi diagnostica, e magari chiedersi (durante la seduta di psicoterapia) perché è così importante per Lei ricevere questa risposta.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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