Dubbi sulla mia psicoterapia
Gentili dottori , sto affrontando una psicoterapia da circa 6-7 sedute ormai e nonostante mi trovi bene con il mio terapeuta non mi sono chiare alcune cose della psicoterapia . In sostanza tutte le sedute si svolgono iniziando con io che parlo e racconto cosa è successo durante la settimana : parlo per circa 10 minuti di fila divagando tra quello che mi è successo e la prima cosa che mi viene in mente tipo associazioni con film o libri o personaggi immaginari ecc , dopo di che lui interviene a commentare la cosa spiegando secondo lui che legame hanno queste associazioni .Cosi per altre circa 3 riprese finche non mi finisce il tempo fissato a 45 min . Tutto questo una volta la settimana , sto affrontando questa psicoterapia per problemi ansioso depressivi legati a degli insuccessi all'università e nella vita in generale . Ora io mi chiedo , ma cosi facendo si punta a un obiettivo ? Cioè a me pare che tutte le settimane si parli di qualcosa dinuovo e non si converge mai verso una soluzione . Io mi aspettavo che lui mi dicesse cosa fare o cosa non fare , o come pensare o non pensare . Per costruire passo passo la mia serenita ma invece piu che un telefilm mi sembrano tanti film a parte queste sedute che non riesco a vederci dei collegamenti tra di loro . Sbaglio a ragionare cosi ?
[#1]
>>> Ora io mi chiedo , ma cosi facendo si punta a un obiettivo ?
>>>
Sembra che la psicoterapia che sta facendo non sia in effetti di quelle del tipo focalizzate, attive e per obiettivi. Può leggere qui per capire cosa intendo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Sa dirci che approccio o orientamento teorico ha il suo terapeuta?
Cordiali saluti
>>>
Sembra che la psicoterapia che sta facendo non sia in effetti di quelle del tipo focalizzate, attive e per obiettivi. Può leggere qui per capire cosa intendo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Sa dirci che approccio o orientamento teorico ha il suo terapeuta?
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Gentile Utente,
stando a quanto ha scritto un mese fa è seguito da uno psichiatra psicoterapeuta che non era stato chiaro nè sulla diagnosi nè sulla proposta di trattamento che riteneva potesse esserle d'aiuto.
Questi punti non sono stati successivamente chiariti?
stando a quanto ha scritto un mese fa è seguito da uno psichiatra psicoterapeuta che non era stato chiaro nè sulla diagnosi nè sulla proposta di trattamento che riteneva potesse esserle d'aiuto.
Questi punti non sono stati successivamente chiariti?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#3]
Utente
Vi ringrazio per le risposte allora rispondo a mia volta :
Dottor Santonocino , purtroppo non ho la più pallida idea di quale orientamento faccia parte il mio psicoterapeuta . Di per se non me lo sono domandato perchè volevo lasciargli carta bianca pensando che qualunque cosa avesse tirato fuori lui sarebbe stata la più adatta .
Dr.Massaro : ho chiesto nella penultima seduta (mi sembra fosse stata la quarta o una roba del genere) di quale problema si tratti ma lui si è limitato a dire che in sostanza non vuole attaccare etichette alle persone e che non ci devo fare caso . Non so perchè fa cosi però continuiamo a fidarci che dire ..
Dottor Santonocino , purtroppo non ho la più pallida idea di quale orientamento faccia parte il mio psicoterapeuta . Di per se non me lo sono domandato perchè volevo lasciargli carta bianca pensando che qualunque cosa avesse tirato fuori lui sarebbe stata la più adatta .
Dr.Massaro : ho chiesto nella penultima seduta (mi sembra fosse stata la quarta o una roba del genere) di quale problema si tratti ma lui si è limitato a dire che in sostanza non vuole attaccare etichette alle persone e che non ci devo fare caso . Non so perchè fa cosi però continuiamo a fidarci che dire ..
[#4]
E' importante che lei non prosegua senza aver prima chiarito che, per come stanno procedendo le cose, non riesce a capire il senso di quello che state facendo nè a fidarsi fino in fondo dello psichiatra.
Sarebbe davvero inutile far finta di niente, se lei oggi ha deciso di chiedere un secondo parere significa che è davvero in difficoltà e la questione deve essere risolta.
Sono d'accordo sul fatto che non è sempre utile etichettare i pazienti - anzi! - ma nel suo caso mi sembra di capire che lei percepisca questa risposta come evasiva invece che fondata sulla reale convinzione che sia meglio procedere così.
Sarebbe davvero inutile far finta di niente, se lei oggi ha deciso di chiedere un secondo parere significa che è davvero in difficoltà e la questione deve essere risolta.
Sono d'accordo sul fatto che non è sempre utile etichettare i pazienti - anzi! - ma nel suo caso mi sembra di capire che lei percepisca questa risposta come evasiva invece che fondata sulla reale convinzione che sia meglio procedere così.
[#5]
Utente
Dr.Massaro il fatto che io riceva una diagnosi o un etichetta diciamo cosi , non è che mi disturba poi tanto anzi a dir la verità preferirei non sapere di che problema sono afflitto onde evitare episodi ansioni per una diagnosi che io potrei giudicare catastrofista nei miei confronti . Più che altro il mio consulto era orientato a domandare : è possibile che ci sia una corrente tra le tante , in psicoterapia , che prevede questo approccio ? Se si allora sto a cavallo , a me importava piu quello che la diagnosi sinceramente . Magari la mia è la tattica un po dello struzzo , ed è questo che mi fa pensare che forse lui in cuor suo non vuole dirmi qualcosa .. insomma io ho pensato questo prima di qualsiasi cosa . Per farla breve io mi aspettavo una psicoterapia del tipo .. che io racconto un qualcosa e ci si fa piuttosto spesso a quello detto nelle sedute precedenti un po come se si avesse la sensazione di costruire un qualcosa passo dopo passo .
[#6]
Ovviamente non potendo conoscere di persona la situazione ci possiamo basare solo sulla sua percezione di quello che sta succedendo e non possiamo fornire pareri sull'operato di un particolare psicologo o psichiatra.
Tenga però presente che molti psichiatri conseguono anche il titolo di psicoterapeuta contestualmente alla specializzazione in Psichiatria, non avendo quindi frequentato anche i 4 anni di Scuola di specializzazione in Psicoterapia che invece hanno frequentato gli psicologi psicoterapeuti.
Di conseguenza è possibile che il suo psichiatra non abba alcuna formazione in psicoterapia oltre alle nozioni apprese contestualmente alla specializzazione in Psichiatria, e che non segua quindi alcun approccio specifico - come fa invece chi è diplomato in psicoterapia presso una Scuola.
Per saperlo però non può fare altro che chiederglielo.
Tenga però presente che molti psichiatri conseguono anche il titolo di psicoterapeuta contestualmente alla specializzazione in Psichiatria, non avendo quindi frequentato anche i 4 anni di Scuola di specializzazione in Psicoterapia che invece hanno frequentato gli psicologi psicoterapeuti.
Di conseguenza è possibile che il suo psichiatra non abba alcuna formazione in psicoterapia oltre alle nozioni apprese contestualmente alla specializzazione in Psichiatria, e che non segua quindi alcun approccio specifico - come fa invece chi è diplomato in psicoterapia presso una Scuola.
Per saperlo però non può fare altro che chiederglielo.
[#7]
Utente
Cioè devo domandare al mio dottore "quale approccio psicoterapeutico stiamo affrontando ? " Lo sa forse dentro di me volevo da sempre chiederglielo però da una parte mi sembrava una domanda un po sfrontata un po come per mettere in dubbio il suo operato . Non so se ha capito . Ecco perchè mi trovo in questa situazione .
[#8]
A questo punto in effetti può essere difficile chiedergli apertamente qual è la sua formazione, se solo in psichiatria o anche in psicoterapia.
Quello che conta però, al di là delle singole questioni, è che lei non capisce bene cosa state facendo, e ha tutti i diritti di farglielo presente o eventualmente di decidere di rivolgersi a qualcun'altro.
Quello che conta però, al di là delle singole questioni, è che lei non capisce bene cosa state facendo, e ha tutti i diritti di farglielo presente o eventualmente di decidere di rivolgersi a qualcun'altro.
[#9]
Gentile Utente,
fermo restando che per quello che descrive come il problema che La porta in terapia mi sembrerebbe adatto un approccio attivo, non capisco l'utilità di "...Io mi aspettavo che lui mi dicesse cosa fare o cosa non fare , o come pensare o non pensare..."
Questi approcci che si basano sulla persuasione, ancora oggi praticati, in realtà sono poco efficaci. Non è pensabile infatti dire ad un'altra persona come deve pensare, quali emozioni dovrebbe provare in una situazione, che dovrebbe fare! Non funzionano perchè siamo davanti a un bel paradosso, non Le pare? Non si può affrontare la complessità dell'essere umano con la persuasione. Molti dei problemi lamentati dai pz. nascono proprio dal fatto che per tutta la vita qualcuno ha detto loro di sentire, pensare e fare determinate cose e giudicarlo se provava un'emozione. Semmai sarebbe utile per il pz. comprendere quali sono gli schemi disfunzionali, eppur messi in atto in maniera automatica (cioè senza consapevolezza), che generano e mantengono il problema. Comprendere cioè come funziona e come si muove nella vita di tutti i giorni il pz. Questo in 6 sedute è un obiettivo raggiungibile. Dipende però, come Le hanno detto i Colleghi, dal tipo di psicoterapia erogata dallo specialista.
Non ho ben capito in che modo si svolgono le sedute. Però proviamo ad andare con ordine.
Lasciare 10 minuti per "aggiornare" il terapeuta va bene. Tanto il pz., se vuole, lo dice comunque. Non si tratta di parlare a vanvera, però! Il bravo psicoterapeuta, anche se il pz. tentasse di girare attorno alle questioni e/o non volesse parlare o rispondere alle domande, è capace di portare il pz. sui punti critici. Anch'io apro abitualmente le sedute con i miei pazienti in questo modo. Soltanto che, il primo step di un trattamento psicoterapico è capire gli schemi del pz. Successivamente il pz. è capace di manipolare questi schemi e di avere strumenti, dare spiegazioni.
Che cosa intende con associazioni a film, ecc..?
Che cosa avviene in questa fase che lei descrive così: "lui interviene a commentare la cosa spiegando secondo lui che legame hanno queste associazioni"?
fermo restando che per quello che descrive come il problema che La porta in terapia mi sembrerebbe adatto un approccio attivo, non capisco l'utilità di "...Io mi aspettavo che lui mi dicesse cosa fare o cosa non fare , o come pensare o non pensare..."
Questi approcci che si basano sulla persuasione, ancora oggi praticati, in realtà sono poco efficaci. Non è pensabile infatti dire ad un'altra persona come deve pensare, quali emozioni dovrebbe provare in una situazione, che dovrebbe fare! Non funzionano perchè siamo davanti a un bel paradosso, non Le pare? Non si può affrontare la complessità dell'essere umano con la persuasione. Molti dei problemi lamentati dai pz. nascono proprio dal fatto che per tutta la vita qualcuno ha detto loro di sentire, pensare e fare determinate cose e giudicarlo se provava un'emozione. Semmai sarebbe utile per il pz. comprendere quali sono gli schemi disfunzionali, eppur messi in atto in maniera automatica (cioè senza consapevolezza), che generano e mantengono il problema. Comprendere cioè come funziona e come si muove nella vita di tutti i giorni il pz. Questo in 6 sedute è un obiettivo raggiungibile. Dipende però, come Le hanno detto i Colleghi, dal tipo di psicoterapia erogata dallo specialista.
Non ho ben capito in che modo si svolgono le sedute. Però proviamo ad andare con ordine.
Lasciare 10 minuti per "aggiornare" il terapeuta va bene. Tanto il pz., se vuole, lo dice comunque. Non si tratta di parlare a vanvera, però! Il bravo psicoterapeuta, anche se il pz. tentasse di girare attorno alle questioni e/o non volesse parlare o rispondere alle domande, è capace di portare il pz. sui punti critici. Anch'io apro abitualmente le sedute con i miei pazienti in questo modo. Soltanto che, il primo step di un trattamento psicoterapico è capire gli schemi del pz. Successivamente il pz. è capace di manipolare questi schemi e di avere strumenti, dare spiegazioni.
Che cosa intende con associazioni a film, ecc..?
Che cosa avviene in questa fase che lei descrive così: "lui interviene a commentare la cosa spiegando secondo lui che legame hanno queste associazioni"?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#10]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentilissimo,
Qui non si tratta di etichettare i pazienti, ma di spiegare loro quale è la diagnosi ipotizzata, quale il metodo di cura, quali i tempi statisticamente necessari per risolvere il problema in base alla esperienza clinica del suo terapeuta.
Forse lei dovrebbe sapere che noi psicoterapeuti non siamo tutti uguali: c'è una varietà di psicoterapie fra le quali si può scegliere, in base alle convinzioni personali, le capacità di spesa, il tempo disponibile ecc.
Ci sono inoltre delle psicoterapie che si sono rivelate più adatte di altre per determinati sintomi (attraverso apposite ricerche, che hanno valutato le guarigioni ottenute in termini statistici). Ad esempio, per un sintomo ansioso, come mi sembra abbia detto sia il suo, la psicoterapia più efficace è considerata quella "cognitivo-comportamentale", cioè una terapia breve, focalizzata sul sintomo.
Le spiego in due parole ed in termini semplici di cosa si tratta: "cognitivo" perché agisce sul modo in cui il paziente ragiona, reagisce alle cose che gli capitano ecc.. "comportamentale" perché si lavora non solo sullo stile del pensiero, ma anche sui comportamenti.
Cosa significa una "psicoterapia breve": durata di 3-6 mesi circa, una volta alla settimana.
Cosa significa che la terapia è focalizzata sul sintomo: che il terapeuta non si propone di ottimizzare tutte le aree della personalità del pz. che appaiono deboli, ma si concentra solo sul problema che si vuole risolvere. Ad esempio, se si va dal terapeuta perché si ha paura di diventare rossi (eritrofobia), il terapeuta si concentra solo su questo problema e non sull'insonnia, i disturbi alimentari, il leggero stato depressivo ecc.
Vantaggi: alta percentuale di guarigioni, coinvolgimento del paziente, che sente di seguire un percorso stabilito.
Svantaggi: si guarisce dal sintomo, ma non è detto che, nel tempo, le cause che lo avevano provocato, non affrontate in modo approfondito, non facciano insorgere sintomi di diversa natura.
Se il terapeuta segue questo orientamento dunque, è anomalo che non le abbia ancora esplicitato la diagnosi ed il progetto terapeutico che intende applicare, con l'indicazione degli obiettivi. Se, come sembra più probabile, il suo terapeuta non segue questo orientamento, occorrerebbe capire quale segue...
Per darle un'idea, un trattamento di psicoterapia psicodinamica (di tipo psicoanalitico, per intenderci) potrebbe durare anni, se non decenni.
Pensa ancora che sia meglio fare come gli struzzi? Spero di no ;-)
Un saluto cordiale.
Qui non si tratta di etichettare i pazienti, ma di spiegare loro quale è la diagnosi ipotizzata, quale il metodo di cura, quali i tempi statisticamente necessari per risolvere il problema in base alla esperienza clinica del suo terapeuta.
Forse lei dovrebbe sapere che noi psicoterapeuti non siamo tutti uguali: c'è una varietà di psicoterapie fra le quali si può scegliere, in base alle convinzioni personali, le capacità di spesa, il tempo disponibile ecc.
Ci sono inoltre delle psicoterapie che si sono rivelate più adatte di altre per determinati sintomi (attraverso apposite ricerche, che hanno valutato le guarigioni ottenute in termini statistici). Ad esempio, per un sintomo ansioso, come mi sembra abbia detto sia il suo, la psicoterapia più efficace è considerata quella "cognitivo-comportamentale", cioè una terapia breve, focalizzata sul sintomo.
Le spiego in due parole ed in termini semplici di cosa si tratta: "cognitivo" perché agisce sul modo in cui il paziente ragiona, reagisce alle cose che gli capitano ecc.. "comportamentale" perché si lavora non solo sullo stile del pensiero, ma anche sui comportamenti.
Cosa significa una "psicoterapia breve": durata di 3-6 mesi circa, una volta alla settimana.
Cosa significa che la terapia è focalizzata sul sintomo: che il terapeuta non si propone di ottimizzare tutte le aree della personalità del pz. che appaiono deboli, ma si concentra solo sul problema che si vuole risolvere. Ad esempio, se si va dal terapeuta perché si ha paura di diventare rossi (eritrofobia), il terapeuta si concentra solo su questo problema e non sull'insonnia, i disturbi alimentari, il leggero stato depressivo ecc.
Vantaggi: alta percentuale di guarigioni, coinvolgimento del paziente, che sente di seguire un percorso stabilito.
Svantaggi: si guarisce dal sintomo, ma non è detto che, nel tempo, le cause che lo avevano provocato, non affrontate in modo approfondito, non facciano insorgere sintomi di diversa natura.
Se il terapeuta segue questo orientamento dunque, è anomalo che non le abbia ancora esplicitato la diagnosi ed il progetto terapeutico che intende applicare, con l'indicazione degli obiettivi. Se, come sembra più probabile, il suo terapeuta non segue questo orientamento, occorrerebbe capire quale segue...
Per darle un'idea, un trattamento di psicoterapia psicodinamica (di tipo psicoanalitico, per intenderci) potrebbe durare anni, se non decenni.
Pensa ancora che sia meglio fare come gli struzzi? Spero di no ;-)
Un saluto cordiale.
[#11]
>>> è possibile che ci sia una corrente tra le tante , in psicoterapia , che prevede questo approccio ?
>>>
Sì, è possibile. La terapia che sta facendo lei sembra di tipo umanistico o psicoanalitico, non di quelle brevi e focalizzate su obiettivi prestabiliti.
Ha letto gli articoli suggeriti? Ha ora le idee un po' più chiare su cosa significa andare in terapia e quali le differenze fra tipi di terapie?
Cordiali saluti
>>>
Sì, è possibile. La terapia che sta facendo lei sembra di tipo umanistico o psicoanalitico, non di quelle brevi e focalizzate su obiettivi prestabiliti.
Ha letto gli articoli suggeriti? Ha ora le idee un po' più chiare su cosa significa andare in terapia e quali le differenze fra tipi di terapie?
Cordiali saluti
[#12]
Utente
Gentili Dottori vi ringrazio dell'interessamento , oggi è stato svelato il piccolo mistero . Mi ha risposto : "psicoanalisi freudiana" mi pare di aver capito cosi . Almeno per adesso ho un indicazione su come si svolgono le cose . Ringrazio il Dr.Santonocino per il link agli articoli . Comunque , è un orientamento buono , quali sono i pro e contro della terapia in questione secondo voi ?
[#13]
gentile utente i pro sono dovuti al fatto che questo orientamento terapeutico le permette un percorso di autoconoscenza in grado di attribuirle significati e interpretazioni alle sue dinamiche comportamentali. I contro sono dovuti ai tempi decisamente lunghi. Inolte è più indicata per i disagi esistenziali e meno per patologie invalidanti quali ossessioni, panico e fobie.
saluti
saluti
[#14]
La psicoanalisi freudiana prevede l'utilizzo del lettino: lei lo utilizza?
E lo psicoanalista siede dietro, in modo da non essere visibile al paziente.
Questo avviene?
La frequenza delle sedute è inoltre superiore ad un solo incontro settimanale, e non mi risulta che uno psicoanalista intevenga con la frequenza e la sistematicità che lei ha descritto:
"parlo per circa 10 minuti di fila divagando tra quello che mi è successo e la prima cosa che mi viene in mente tipo associazioni con film o libri o personaggi immaginari ecc , dopo di che lui interviene a commentare la cosa spiegando secondo lui che legame hanno queste associazioni .Cosi per altre circa 3 riprese finche non mi finisce il tempo fissato a 45 min . Tutto questo una volta la settimana"
Qualcosa insomma non mi quadra.
E lo psicoanalista siede dietro, in modo da non essere visibile al paziente.
Questo avviene?
La frequenza delle sedute è inoltre superiore ad un solo incontro settimanale, e non mi risulta che uno psicoanalista intevenga con la frequenza e la sistematicità che lei ha descritto:
"parlo per circa 10 minuti di fila divagando tra quello che mi è successo e la prima cosa che mi viene in mente tipo associazioni con film o libri o personaggi immaginari ecc , dopo di che lui interviene a commentare la cosa spiegando secondo lui che legame hanno queste associazioni .Cosi per altre circa 3 riprese finche non mi finisce il tempo fissato a 45 min . Tutto questo una volta la settimana"
Qualcosa insomma non mi quadra.
[#15]
Gentile Ragazzo,
gli orientamenti, come avrà compreso dalle risposte dei colleghi, sono svariati e multipli, ogni professionista con la proria formazione, in base ascienza e coscienza, lavora con e per il paziente.
I dubbi, sono sacrosanti, ma le delucidazioni a mio avviso dovrebbe chiederle al suo terapeuta, inoltre 6-7 sedute sono davvero molto poche.
Cari saluti
gli orientamenti, come avrà compreso dalle risposte dei colleghi, sono svariati e multipli, ogni professionista con la proria formazione, in base ascienza e coscienza, lavora con e per il paziente.
I dubbi, sono sacrosanti, ma le delucidazioni a mio avviso dovrebbe chiederle al suo terapeuta, inoltre 6-7 sedute sono davvero molto poche.
Cari saluti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
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