Chiarire dubbi nel rapporto di coppia
Salve a tutti, vorrei chiedere un parere su alcuni dubbi che riguardano il rapporto con il mio fidanzato. Abbiamo io 20 e lui 22 anni, siamo fidanzati da un anno. Abbiamo spesso piccole discussioni (mai accese o "violente"; e credo che anche questo faccia parte dei miei dubbi,in quanto nonostante mi capiti di innervosirmi all'inverosimile,ma non riesco o non voglio esagerare nei modi e nei termini,finendo quindi per soffocare tutti i miei pensieri,finchè scoppio a piangere quando lui non è presente).Apparentemente potrebbero sembrare cose di poco conto,ma essendo che stiamo pensando di andare in un futuro prossimo a convivere,queste discussioni mi mettono alcuni dubbi:io sono davvero enormemente innamorata di lui,e mi fido davvero del fatto che lui ricambi allo stesso modo.Tuttavia abbiamo una concezione totalmente diversa,ad esempio,del denaro:lui ama circondarsi di oggetti,abbigliamento e accessori costosi.Quella del denaro,a mio avviso,per lui è una vera "fissa":mi ripete spesso di aver paura di non riuscire a vivere una vita "tranquilla" sotto il punto di vista economico,ha paura di non poter permettersi degli sfizi in caso non dovesse avere abbastanza soldi.Questo è il suo lato che più mi mette dubbi:riusciremo in caso andassimo a convivere,accordarci su queste questioni?io assolutamente non sento la necessità di vivere una vita fatta di lussi,sono felice semplicemente al suo fianco;e se a lui questo non bastasse,devo davvero cambiare per poter andare d'accordo con lui?e d'altra parte,chi sono io per pretendere che lui cambi?la questione è che vorrei lasciare la massima libertà ad entrambi di essere noi stessi;in che modo è possibile andare d'accordo,rimanendo comunque noi stessi?io non voglio che questa storia finisca per un motivo così "stupido",vorrei solo sapere come poter affrontare questa questione,senza intaccare un futuro con lui. Aggiungo un particolare,non so se possa esservi di aiuto:lui è stato concepito dai suoi genitori,in seguito a un lutto che hanno affrontato a causa di un incidente stradale del primo figlio.Il mio ragazzo è un "figlio sostitutivo",porta il nome del fratello scomparso,ed è cresciuto circondato e a mio avviso soffocato dalle attenzioni dei genitori (e posso comprendere l'affanno che ora provano a crescere un figlio,in seguito al dolore che hanno subito).E' cresciuto credendo che tutto gli fosse permesso,che fosse il centro della vita dei suoi genitori,e ricoperto di attenzioni esagerate.Non so se mmi sbaglio o meno,ma credo che il motivo del suo desiderio continuo di "avere, avere, avere sempre di più",sia dovuto anche a questo.
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Gentile Utente,
il ruolo di "figlio sostitutivo" è di per sè molto complesso e impegnativo da reggere e sopportare: può provocare diverse difficoltà anche ben più gravi di quelle che lei ci sta riferendo, dal momento che il suo ragazzo parrebbe essere stato più che altro viziato da due genitori che continuano a metterlo al centro del loro mondo.
O presenta anche qualche altro problema o qualche disturbo psicologico?
Una persona cresciuta senza ricevere dei "no" si scontra anche duramente con la realtà e le limitazioni che deve affrontare quando passa dallo status di figlio a quello di uomo adulto, con una propria casa e una propria famiglia.
Se il suo ragazzo è abituato ad ottenere tutto quello che vuole, e a non fare rinunce, non sarà facile per lui accettare che almeno per un periodo non potrà avere tutto quello che prima era a sua disposizione.
Mi pare di capire che lei invece è cresciuta con un'educazione differente e che giudica negativamente chi le appare attaccato alle cose materiali.
E' così?
Ha pensato al fatto che le discussioni attorno al denaro potrebbero anche celare delle perplessità relative al progetto di convivenza?
il ruolo di "figlio sostitutivo" è di per sè molto complesso e impegnativo da reggere e sopportare: può provocare diverse difficoltà anche ben più gravi di quelle che lei ci sta riferendo, dal momento che il suo ragazzo parrebbe essere stato più che altro viziato da due genitori che continuano a metterlo al centro del loro mondo.
O presenta anche qualche altro problema o qualche disturbo psicologico?
Una persona cresciuta senza ricevere dei "no" si scontra anche duramente con la realtà e le limitazioni che deve affrontare quando passa dallo status di figlio a quello di uomo adulto, con una propria casa e una propria famiglia.
Se il suo ragazzo è abituato ad ottenere tutto quello che vuole, e a non fare rinunce, non sarà facile per lui accettare che almeno per un periodo non potrà avere tutto quello che prima era a sua disposizione.
Mi pare di capire che lei invece è cresciuta con un'educazione differente e che giudica negativamente chi le appare attaccato alle cose materiali.
E' così?
Ha pensato al fatto che le discussioni attorno al denaro potrebbero anche celare delle perplessità relative al progetto di convivenza?
Dr. Stefano Pozzi, psicologo psicoterapeuta
Riceve a Milano e Mariano Comense
s.pozzi@psychology.it - 340.2665359
[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta tempestiva.
Sì, io sono cresciuta con un'educazione differente; ho passato la mia infanzia con una parente suora, che non ha mai insistito sulla religione (non ricordo una sola volta che lei mi abbia chiesto di fare una preghiera), ma ha insistito soprattutto sui valori del Cuore e della Mente, mi ha insegnato a leggere e scrivere a 4 anni,e questo è ciò che rappresenta la mia vita ora: un impegno costante (e a volte estenuante) nel tentativo di migliorarmi interiormente. Ora che ci penso, il mio obiettivo è quello di "accumulare interiormente", quello del mio ragazzo è di "accumulare esteriormente". Potremo trovare un punto d'accordo in questa questione, in modo da non rovinare la nostra eventuale convivenza? Grazie per l'attenzione.
Sì, io sono cresciuta con un'educazione differente; ho passato la mia infanzia con una parente suora, che non ha mai insistito sulla religione (non ricordo una sola volta che lei mi abbia chiesto di fare una preghiera), ma ha insistito soprattutto sui valori del Cuore e della Mente, mi ha insegnato a leggere e scrivere a 4 anni,e questo è ciò che rappresenta la mia vita ora: un impegno costante (e a volte estenuante) nel tentativo di migliorarmi interiormente. Ora che ci penso, il mio obiettivo è quello di "accumulare interiormente", quello del mio ragazzo è di "accumulare esteriormente". Potremo trovare un punto d'accordo in questa questione, in modo da non rovinare la nostra eventuale convivenza? Grazie per l'attenzione.
[#3]
Utente
Mi scuso, non avevo letto una domanda: no, non soffre di altri disturbi psicologici; per quanto ho potuto comprendere in questo tempo (lui non ama parlare del fratello scomparso), le conseguenze di questa disgrazia,su di lui, sono state l'eccessiva e morbosa attenzione dei suoi genitori e l'appoggio incondizionato nelle sue azioni; e quello che posso ricollegare a tutto ciò, è la sua mania per i beni materiali costosi, un grande narcisismo (che prendo sul ridere,non abbiamo mai discusso per questo), e la svalutazione di chi non la pensa come lui su alcune questioni.
[#4]
Non mi ha risposto su altri due punti, e cioè su chi di voi sta pensando di andare a convivere e sul fatto che forse le discussioni sulle questioni materiali nascondono dell'altro.
Lei però ha detto da subito questo:
"queste discussioni mi mettono alcuni dubbi: io sono davvero enormemente innamorata di lui,e mi fido davvero del fatto che lui ricambi allo stesso modo".
Il pensiero che lui ricambi sarebbe quindi esito di un atto di fiducia nei suoi confronti?
Lei però ha detto da subito questo:
"queste discussioni mi mettono alcuni dubbi: io sono davvero enormemente innamorata di lui,e mi fido davvero del fatto che lui ricambi allo stesso modo".
Il pensiero che lui ricambi sarebbe quindi esito di un atto di fiducia nei suoi confronti?
[#5]
Gentile ragazza,
ha difficoltà a entrare col suo ragazzo in argomento?
Da ciò che riferisce sembrerebbe che la comunicazione su alcuni aspetti del vostro rapporto non riesca ad essere affrontata in modo proprio. E' così?.
Ad esempio dice:<finendo quindi per soffocare tutti i miei pensieri,finchè scoppio a piangere quando lui non è presente.
..che prendo sul ridere,non abbiamo mai discusso per questo), e la svalutazione di chi non la pensa come lui su alcune questioni>, dinamiche sulle quali occorrerebbe riflettere.
Se state progettando una convivenza sarebbe utile riuscire ad esplicitare ogni perplessità ed attivare un confronto costruttivo in merito a tutto ciò che le crea dubbi.
Pensa sia possibile riuscirci?
ha difficoltà a entrare col suo ragazzo in argomento?
Da ciò che riferisce sembrerebbe che la comunicazione su alcuni aspetti del vostro rapporto non riesca ad essere affrontata in modo proprio. E' così?.
Ad esempio dice:<finendo quindi per soffocare tutti i miei pensieri,finchè scoppio a piangere quando lui non è presente.
..che prendo sul ridere,non abbiamo mai discusso per questo), e la svalutazione di chi non la pensa come lui su alcune questioni>, dinamiche sulle quali occorrerebbe riflettere.
Se state progettando una convivenza sarebbe utile riuscire ad esplicitare ogni perplessità ed attivare un confronto costruttivo in merito a tutto ciò che le crea dubbi.
Pensa sia possibile riuscirci?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#6]
Utente
sì, di lui mi fido ciecamente, mi dimostra giorno dopo giorno di essere innamorato di me, come io lo sono di lui; mi ha proposto lui per primo la convivenza, ma io stessa lo desideravo (non gli avevo però confidato questo mio desiderio per paura che pensasse che dopo un anno di fidanzamento fosse ancora presto).
Non penso che le questioni materiali nascondino dell'altro; in ultima analisi credo che i nostri screzi siano dati dal fatto che io considero più importante la "ricchezza interiore", mentre lui la "ricchezza esteriore" (nonostante non si occupi della propria interiorità, io lo considero una persona meravigliosa e il mio punto di riferimento; non perchè abbiamo in questo senso interessi diversi allora penso che sia una persona non valida).
Credo di non aver capito bene la domanda " Il pensiero che lui ricambi sarebbe quindi esito di un atto di fiducia nei suoi confronti?", intende chiedermi se "nel dubbio" se fidarmi o meno, io ho scelto di fidarmi?
Non penso che le questioni materiali nascondino dell'altro; in ultima analisi credo che i nostri screzi siano dati dal fatto che io considero più importante la "ricchezza interiore", mentre lui la "ricchezza esteriore" (nonostante non si occupi della propria interiorità, io lo considero una persona meravigliosa e il mio punto di riferimento; non perchè abbiamo in questo senso interessi diversi allora penso che sia una persona non valida).
Credo di non aver capito bene la domanda " Il pensiero che lui ricambi sarebbe quindi esito di un atto di fiducia nei suoi confronti?", intende chiedermi se "nel dubbio" se fidarmi o meno, io ho scelto di fidarmi?
[#8]
Utente
Gentile Dottoressa, ho difficoltà a confidare i miei dubbi e i miei "nervosismi" al mio ragazzo perchè sono sempre colpita dal senso di colpa, in quanto se dovessi confidargli i miei dubbi, lo leggerei come un implicito chiedergli di cambiare per me, e non voglio che questo avvenga, non voglio soffocarlo. E' questo che mi blocca nel parlare con lui di questa questione; non credo che necessariamente uno di noi abbia ragione e l'altro torto, credo che siamo stati cresciuti con una concezione diversa dei valori materiali.
Come posso spiegargli che un lato del suo carattere mi crea dei problemi, senza ferirlo o senza chiedergli di cambiare? dovrei cambiare io?
quando iniziamo queste discussioni, vengo travolta da un impulso di dirgli apertamente che quel lato del suo carattere è per me fastidioso, ma poi mi blocco e gli dico "dai non fa niente,non litighiamo".
Inoltre è solo questo fattore che mi crea dei problemi, per il resto nulla mi da fastidio di lui, anzi, il contrario. Non voglio assolutamente chiudere la relazione solo per quel fattore.
Ringrazio ancora per l'attenzione
Come posso spiegargli che un lato del suo carattere mi crea dei problemi, senza ferirlo o senza chiedergli di cambiare? dovrei cambiare io?
quando iniziamo queste discussioni, vengo travolta da un impulso di dirgli apertamente che quel lato del suo carattere è per me fastidioso, ma poi mi blocco e gli dico "dai non fa niente,non litighiamo".
Inoltre è solo questo fattore che mi crea dei problemi, per il resto nulla mi da fastidio di lui, anzi, il contrario. Non voglio assolutamente chiudere la relazione solo per quel fattore.
Ringrazio ancora per l'attenzione
[#9]
Utente
Gentile dottore,
ho effettuato questa richiesta di consulto proprio in seguito ad una discussione con lui; questo per me era uno di quei momenti in cui " finisco quindi per soffocare tutti i miei pensieri,finchè scoppio a piangere quando lui non è presente ".
Mi sono decisa quindi a chiedere un parere di un esterno, e nello scrivere i miei pensieri, sono riuscita a mettere ordine alle idee; tutti i dubbi di cui parlavo si riducono alla questione "beni materiali/beni interiori",e al fatto che nel momento in cui sto per affrontare una discussione, mi tiro indietro per paura di ferirlo; non ho altri dubbi sul rapporto con lui.
ho effettuato questa richiesta di consulto proprio in seguito ad una discussione con lui; questo per me era uno di quei momenti in cui " finisco quindi per soffocare tutti i miei pensieri,finchè scoppio a piangere quando lui non è presente ".
Mi sono decisa quindi a chiedere un parere di un esterno, e nello scrivere i miei pensieri, sono riuscita a mettere ordine alle idee; tutti i dubbi di cui parlavo si riducono alla questione "beni materiali/beni interiori",e al fatto che nel momento in cui sto per affrontare una discussione, mi tiro indietro per paura di ferirlo; non ho altri dubbi sul rapporto con lui.
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Gentile Ragazza,
una coppia è il frutto di molto di più della semplice somma dei due protagonisti, ma del loro passato, presente, aspettative di vita futura ed immaginario.
La storia di vita del suo fidanzato non è sicuramente semplice, nascere dopo e per un lutto, prendere il posto e compensare il dolore per la perdita, non deve essere stato facile nemmeno per lui, ma questo non lo correla obbligatoriamente a disagi psicologici.
Non credo esistano regole comportamentali, ma sincerità, garbo nella comunicazione e rispetto per le diversità, solo così si può instaurare un dialogo chiaro e costruttivo.
Ci dia notizie, se crede.
Cari saluti
una coppia è il frutto di molto di più della semplice somma dei due protagonisti, ma del loro passato, presente, aspettative di vita futura ed immaginario.
La storia di vita del suo fidanzato non è sicuramente semplice, nascere dopo e per un lutto, prendere il posto e compensare il dolore per la perdita, non deve essere stato facile nemmeno per lui, ma questo non lo correla obbligatoriamente a disagi psicologici.
Non credo esistano regole comportamentali, ma sincerità, garbo nella comunicazione e rispetto per le diversità, solo così si può instaurare un dialogo chiaro e costruttivo.
Ci dia notizie, se crede.
Cari saluti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#11]
<<un grande narcisismo (che prendo sul ridere,non abbiamo mai discusso per questo), e la svalutazione di chi non la pensa come lui su alcune questioni.>>
Gentile Ragazza,
sicuramente stare accanto ad una persona con un narcisismo spiccato non è facile e ci può essere il rischio che ciò che ora prende sul ridere (perché siete giovani, perché vi frequentate da poco, perché non convivete.....) in futuro diventi invece per lei insopportabile e fonte di sofferenza.
Anche Lei rientra tra chi viene svalutato perché la pensa diversamente dal suo ragazzo?
Tenga presente che nella vita di coppia l'uso del denaro è una questione molto importante e non marginale.
Attualmente lavorate? Il vostro progetto di convivenza è ancora a livello teorico o lo state già programmando concretamente? Su quali basi?
A mio parere farebbe bene a non sminuire i suoi dubbi, ma soprattutto in vista di una vita a due la inviterei ad approfondirli e a riflettere su quanto è disposta a tollerare certe differenze tra voi, non tanto nell'immediato, ma "a lunga scadenza", tenendo conto dei rispettivi impegni lavorativi, della gestione della casa, di eventuali figli....
Se lo ritiene opportuno, potrebbe farsi aiutare in questo richiedendo alcuni colloqui ad un Collega della sua zona.
Cordiali saluti.
Gentile Ragazza,
sicuramente stare accanto ad una persona con un narcisismo spiccato non è facile e ci può essere il rischio che ciò che ora prende sul ridere (perché siete giovani, perché vi frequentate da poco, perché non convivete.....) in futuro diventi invece per lei insopportabile e fonte di sofferenza.
Anche Lei rientra tra chi viene svalutato perché la pensa diversamente dal suo ragazzo?
Tenga presente che nella vita di coppia l'uso del denaro è una questione molto importante e non marginale.
Attualmente lavorate? Il vostro progetto di convivenza è ancora a livello teorico o lo state già programmando concretamente? Su quali basi?
A mio parere farebbe bene a non sminuire i suoi dubbi, ma soprattutto in vista di una vita a due la inviterei ad approfondirli e a riflettere su quanto è disposta a tollerare certe differenze tra voi, non tanto nell'immediato, ma "a lunga scadenza", tenendo conto dei rispettivi impegni lavorativi, della gestione della casa, di eventuali figli....
Se lo ritiene opportuno, potrebbe farsi aiutare in questo richiedendo alcuni colloqui ad un Collega della sua zona.
Cordiali saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#12]
Utente
Gentile Dottoressa,
io non rientro tra le persone che vengono svalutate; forse perchè i nostri screzi sono dovuti solo per quel motivo, forse perchè mi ripete spesso che "gli ricordo sua mamma" sul modo di gestire il denaro (e il "ricordargli sua mamma", per lui, è una cosa estremamente positiva,dato il legame che c'è fra loro). Vi faccio un esempio: poco tempo fa passeggiando per negozi lui ha visto un cappotto, scontato, al prezzo di 580 euro. Lo prova, si guarda allo specchio, e mi chiede cosa ne penso. Gli rispondo "è bello, ti sta bene,ma non penso che valga tutti quei soldi". Alla sera torniamo a casa sua e racconta ai suoi genitori di questo cappotto che altrove costerebbe quasi 700 euro, e che quello che ha trovato "sarebbe un affare". La madre lo fa riflettere e riesce a fargli ammettere che dopo tutta la fatica che fa al lavoro, sarebbe un peccato spendere tutti quei soldi in quel modo. Poi, in disparte, lui mi dice "eh in effetti avete ragione...ma siete proprio uguali!".
Per rispondere alle altre Sue domande: lui ha un lavoro fisso e guadagna un buon stipendio, io sono al primo anno di psicologia quindi credo che inizierò fra parecchi anni a lavorare seriamente, ora faccio ripetizioni e altri piccoli lavoretti saltuari; ho però ricevuto il ricavato della vendita della casa dei miei nonni, e mi è stato espressamente richiesto da loro di utilizzarlo per gli studi (e ringraziando il cielo di questo regalo, ho i miei studi già "finanziati").
La famiglia del mio fidanzato possiede un piccolo appartamento che apparteneva ai genitori della madre (non ci sarebbe quindi un affitto o un mutuo), e lui vorrebbe che ci trasferissimo lì, ma è ancora tutto a livello teorico.
Grazie ancora per l'aiuto
io non rientro tra le persone che vengono svalutate; forse perchè i nostri screzi sono dovuti solo per quel motivo, forse perchè mi ripete spesso che "gli ricordo sua mamma" sul modo di gestire il denaro (e il "ricordargli sua mamma", per lui, è una cosa estremamente positiva,dato il legame che c'è fra loro). Vi faccio un esempio: poco tempo fa passeggiando per negozi lui ha visto un cappotto, scontato, al prezzo di 580 euro. Lo prova, si guarda allo specchio, e mi chiede cosa ne penso. Gli rispondo "è bello, ti sta bene,ma non penso che valga tutti quei soldi". Alla sera torniamo a casa sua e racconta ai suoi genitori di questo cappotto che altrove costerebbe quasi 700 euro, e che quello che ha trovato "sarebbe un affare". La madre lo fa riflettere e riesce a fargli ammettere che dopo tutta la fatica che fa al lavoro, sarebbe un peccato spendere tutti quei soldi in quel modo. Poi, in disparte, lui mi dice "eh in effetti avete ragione...ma siete proprio uguali!".
Per rispondere alle altre Sue domande: lui ha un lavoro fisso e guadagna un buon stipendio, io sono al primo anno di psicologia quindi credo che inizierò fra parecchi anni a lavorare seriamente, ora faccio ripetizioni e altri piccoli lavoretti saltuari; ho però ricevuto il ricavato della vendita della casa dei miei nonni, e mi è stato espressamente richiesto da loro di utilizzarlo per gli studi (e ringraziando il cielo di questo regalo, ho i miei studi già "finanziati").
La famiglia del mio fidanzato possiede un piccolo appartamento che apparteneva ai genitori della madre (non ci sarebbe quindi un affitto o un mutuo), e lui vorrebbe che ci trasferissimo lì, ma è ancora tutto a livello teorico.
Grazie ancora per l'aiuto
[#14]
Utente
Gentili dottori,
purtroppo devo comunicarvi degli ultimi sviluppi, in negativo; questa volta, però, parlo di mia madre. Lei da sempre mi ha confidato la poca simpatia che ha nei confronti del mio ragazzo, soprattutto a causa del fatto che lui non ama passare del tempo coi miei parenti, ed in generale con troppa gente, mentre mia madre vorrebbe un "genero" più spigliato ed espansivo. Mi fa sempre l'esempio di un'amica di famigia, la quale ha una figlia della mia stessa età (con la quale ho passato tutta la mia vita,dalla nascita), che è fidanzata con un ragazzo meridionale, molto espansivo e "casinista"; l'opposto del mio ragazzo, io non lo apprezzo particolarmente, ma per mia madre rappresenterebbe "il top".
Tuttavia lei ha sempre rispettato le mie scelte, ha sempre trattato bene il mio ragazzo e accogliendolo con gioia in casa, non mi ha mai messo i bastoni fra le ruote,come invece è successo stasera.
In vista del Natale mi ha proposto di invitare il mio ragazzo a passare il pranzo coi miei parenti, e le ho fatto presente che la sua famiglia invece ha da sempre passato con tristezza il Natale in quanto il fratello ha perso la vita proprio in quel periodo. Tuttavia lho invitato comunque, per fare un iacere a mia madre. Come mi aspettavo, la sua risposta è stata un no, e mi ha esplicitamente detto "i miei genitori mi hanno insegnato che il Natale è un momento triste, perchè tutte le famiglie sono allegre e unite,ma la nostra no".
Dopo questa telefonata col mio ragazzo, ho cercato conforto in mia madre, perchè sentirgli dire quelle cose m'ha fatta commuovere. La risposta di mia madre è stata "senti non ci può fare venire l'esaurimento per il suo carattere sofisticato, se devi metterti a piangere a sto punto è meglio che lo lasci, io non lo voglio più vedere".
Dire che m'ha buttata a terra è poco, considerando anche il fatto che mio fratello è sposato con una ragazza, anch'essa poco apprezzata da mia madre (anzi, la considera un dittatore), ma ripete sempre che lui è davvero un ragazzo dal cuore d'oro, che ha una bontà infinita per poter sopportare una donna del genere. Io invece sono una cretina, che le crea problemi fastidiosi per colpa del "carattere sofisticato" del mio ragazzo. Sono completamente a terra.
purtroppo devo comunicarvi degli ultimi sviluppi, in negativo; questa volta, però, parlo di mia madre. Lei da sempre mi ha confidato la poca simpatia che ha nei confronti del mio ragazzo, soprattutto a causa del fatto che lui non ama passare del tempo coi miei parenti, ed in generale con troppa gente, mentre mia madre vorrebbe un "genero" più spigliato ed espansivo. Mi fa sempre l'esempio di un'amica di famigia, la quale ha una figlia della mia stessa età (con la quale ho passato tutta la mia vita,dalla nascita), che è fidanzata con un ragazzo meridionale, molto espansivo e "casinista"; l'opposto del mio ragazzo, io non lo apprezzo particolarmente, ma per mia madre rappresenterebbe "il top".
Tuttavia lei ha sempre rispettato le mie scelte, ha sempre trattato bene il mio ragazzo e accogliendolo con gioia in casa, non mi ha mai messo i bastoni fra le ruote,come invece è successo stasera.
In vista del Natale mi ha proposto di invitare il mio ragazzo a passare il pranzo coi miei parenti, e le ho fatto presente che la sua famiglia invece ha da sempre passato con tristezza il Natale in quanto il fratello ha perso la vita proprio in quel periodo. Tuttavia lho invitato comunque, per fare un iacere a mia madre. Come mi aspettavo, la sua risposta è stata un no, e mi ha esplicitamente detto "i miei genitori mi hanno insegnato che il Natale è un momento triste, perchè tutte le famiglie sono allegre e unite,ma la nostra no".
Dopo questa telefonata col mio ragazzo, ho cercato conforto in mia madre, perchè sentirgli dire quelle cose m'ha fatta commuovere. La risposta di mia madre è stata "senti non ci può fare venire l'esaurimento per il suo carattere sofisticato, se devi metterti a piangere a sto punto è meglio che lo lasci, io non lo voglio più vedere".
Dire che m'ha buttata a terra è poco, considerando anche il fatto che mio fratello è sposato con una ragazza, anch'essa poco apprezzata da mia madre (anzi, la considera un dittatore), ma ripete sempre che lui è davvero un ragazzo dal cuore d'oro, che ha una bontà infinita per poter sopportare una donna del genere. Io invece sono una cretina, che le crea problemi fastidiosi per colpa del "carattere sofisticato" del mio ragazzo. Sono completamente a terra.
[#15]
Cara Ragazza, i generi ideali non esistono, cosi come i fidanzati ideali. Le diversita', come le avevo gia' scritto, arricchiscono una relazione, le omologazioni spengono interesse e desiderio. Se il natale per loro rappresenta un annivetsario di un dolore, credo che vadano rispettati. Cari saluti
[#16]
Gentile Ragazza,
non è che il "carattere sofisticato" ce l'ha invece sua mamma? Dei due compagni dei suoi figli non gliene va bene uno!
Una madre può far notare aspetti critici di una persona o di un rapporto, ma poi deve sapersi mettere da parte e lasciare che i propri figli conducano la loro vita, col rischio anche, eventualmente, di "sbagliare".
L'atteggiamento di sua madre di metterla nella posizione di dover scegliere tra il suo ragazzo e la sua famiglia, non rispettando il dolore altrui, non è positivo. Comprendo il suo disappunto e la sua tristezza.
Chiarisca dentro di sé cosa vuole davvero e agisca di conseguenza.
Cordiali saluti.
non è che il "carattere sofisticato" ce l'ha invece sua mamma? Dei due compagni dei suoi figli non gliene va bene uno!
Una madre può far notare aspetti critici di una persona o di un rapporto, ma poi deve sapersi mettere da parte e lasciare che i propri figli conducano la loro vita, col rischio anche, eventualmente, di "sbagliare".
L'atteggiamento di sua madre di metterla nella posizione di dover scegliere tra il suo ragazzo e la sua famiglia, non rispettando il dolore altrui, non è positivo. Comprendo il suo disappunto e la sua tristezza.
Chiarisca dentro di sé cosa vuole davvero e agisca di conseguenza.
Cordiali saluti.
[#17]
Io credo, da ragazza molto giovane e sensibile quale sei, che ancora ti manchi la stabilità emotiva indispensabile per fare scelte importanti come quella della convivenza. Intendiamoci, andare a convivere non è una scelta irreversibile, ma resta comunque uno di quei classici riti di passaggio che può essere sfruttato per aumentare esperienza e stima di sé. Oppure, al contrario, può diventare una voce in più sotto la lista "fallimenti".
Secondo me dovresti prima fortificarti un po', diventare soprattutto meno dipendente dal giudizio di tua madre o di chiunque altro. Solo così riuscirai a vedere le cose in modo sufficientemente obiettivo, e autonomo, per capire da sola se tu e il tuo ragazzo siete davvero fatti l'uno per l'altra.
Cordiali saluti
Secondo me dovresti prima fortificarti un po', diventare soprattutto meno dipendente dal giudizio di tua madre o di chiunque altro. Solo così riuscirai a vedere le cose in modo sufficientemente obiettivo, e autonomo, per capire da sola se tu e il tuo ragazzo siete davvero fatti l'uno per l'altra.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
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