Un consiglio per favore
Gentilissimi dottori. Vorrei chiedervi una cosa per me molto importante. Secondo voi cosa porta il mio ragazzo a non accettare assolutamente il fatto di poter avere un grosso problema, con sintomi MOLTO invalidanti, di natura psicosomatica nonostante siamo stati da qualsiasi e dico QUALSIASI medico esista, anche più di uno per specialità, e dopo ogni cura fatta rimane sempre tutto uguale? Cosa gli serve per convincersi? Sta frequentando uno psicoterapeuta, molto bravo secondo me, ma ci va come se volesse farmi contenta...per essere precisa nel percorso psicoterapeutico nn ci mette la stessa fiducia che ripone in un qualsiasi altra terapia che cura malattie organiche. Sta meglio solo quando un nuovo medico gli da una nuova cura da fare...poi quando vede che nn funziona d nuovo comincia ogni giorno a lamentarsi e a parlare ogni 5 minuti dei suoi sintomi e perde la voglia per tutto..dice che nn lo capisco che nn posso capire come c si sente ad avere quei sintomi fortissimi.. ecc...Poi nuovo dott, nuova speranza e riprende a vivere...così via... dallo psicoterapeuta va ma continua a dire che nn è qllo il suo problema. Secondo voi a che serve? Serve? Io gli ho detto semplicemente d metterci la stessa convinzione in tt le cure che fa...altrimenti è inutile che va...Sono molto triste perchè è brutto vederlo sempre così..si sta rovinando la vita cn le sue mani...rischia d rovinare il nostro rapporto..e nn se ne rende conto...che si attacca sempre a false speranze per poi rimanere deluso... cosa posso fare per lui secondo voi c'è qualcosa che posso dire o fare? Io la mia vita la faccio cmq...però mi manca condividere le piccole cose insieme a lui...rivoglio il mio ragazzo... Grazie e una buona serata...
[#1]
Gentile Amica,
i sintomi psicosomatici si sviluppano di solito proprio in chi fatica ad accettare di soffrire di un altro tipo di malessere o non è in grado di lasciar emergere delle emozioni spiacevoli, che si manifestano sul piano corporeo.
Che tipo di psicoterapia sta effettuando il suo fidanzato?
Da quanto tempo e con che frequenza?
i sintomi psicosomatici si sviluppano di solito proprio in chi fatica ad accettare di soffrire di un altro tipo di malessere o non è in grado di lasciar emergere delle emozioni spiacevoli, che si manifestano sul piano corporeo.
Che tipo di psicoterapia sta effettuando il suo fidanzato?
Da quanto tempo e con che frequenza?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
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Secondo voi cosa porta il mio ragazzo a non accettare assolutamente il fatto di poter avere un grosso problema, con sintomi MOLTO invalidanti, di natura psicosomatica nonostante siamo stati da qualsiasi e dico QUALSIASI medico esista, anche più di uno per specialità, e dopo ogni cura fatta rimane sempre tutto uguale?
Gent.le ragazza,
per alcune persone l'idea di avere un problema fisico è più accettabile perché l'intervento terapeutico viene "delegato"al medico e mentre al paziente si chiede solo di collaborare "pazientemente" appunto; al contrario, la psicoterapia richiede il coinvolgimento attivo e l'alleanza terapeutica (rapporto di fiducia) tra psicologo-psicoterapeuta e cliente, che rinuncia così al ruolo passivo di "paziente" per diventare agente proattivo del processo di crescita personale insito in qualsiasi psicoterapia efficace.
Per approfondire le consiglio di leggere questo articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
Gent.le ragazza,
per alcune persone l'idea di avere un problema fisico è più accettabile perché l'intervento terapeutico viene "delegato"al medico e mentre al paziente si chiede solo di collaborare "pazientemente" appunto; al contrario, la psicoterapia richiede il coinvolgimento attivo e l'alleanza terapeutica (rapporto di fiducia) tra psicologo-psicoterapeuta e cliente, che rinuncia così al ruolo passivo di "paziente" per diventare agente proattivo del processo di crescita personale insito in qualsiasi psicoterapia efficace.
Per approfondire le consiglio di leggere questo articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#3]
Utente
Lo psicoterapeuta dove sta andando dapprima, nelle prime sedute, si è limitato a descrivere nel dettaglio da cosa posso dipendere i sintomi. Dando anche spiegazioni molto chiare e accettabili anche razionalmente. Poi è passato al massaggio bioenergetico per togliere le tensioni. Effettivamente ne usciva rilassato.. Ora sta tentando con l'ipnosi...ma il mio ragazzo non riesce a cadere in trans. Nn si lascia andare.. Gli ho consigliato di parlarne con il medico e l'ha fatto. Il medico dice che ha grosse difficoltà ad abbandonarsi..e più farà resistenza più il persorso sarà lungo. Poi ha detto che quando imparerà a scaricare la tensione e a rilassarsi anche da solo cercherà di aiutarlo ad analizzare piano piano le cause dei suoi comportamenti ossessibi compulsivi e fobici/maniacali cercando d indirizzarlo verso un cambiamento di stile di vita. Ovviamente ogni volta che va gli spiega sempre da cosa dipendono certe cose o che tipo di comportamenti possono creare un certo tipo di problema. Il mio compagno però dire che sono cose che già sa e sn scontate...ma allora perchè nn metterle in pratica? Secondo voi un approccio d questo tipo è corretto? Io ho sentito parlare anche di terapia cognitivo comportamentale...sono molto interessata alla materia e leggo molti articoli inerenti alla psicoterapia. Però in tutti è sottolineato il fatto che se il paziente nn collabora nn ne esce...quindi per questo mi domando...che senso ha il continuare? Cosa potrebbe aiutarlo a cambiare idea? Cosa potrebbe fare il medico per conquistare la sua fiducia?
Ora leggo l'articolo. Grazie
Ora leggo l'articolo. Grazie
[#4]
Non ho capito che tipo di professionista lo segue: è un medico o uno psicologo psicoterapeuta?
Ovviamente le spiegazioni da sole non servono a nulla, quello che può aiutarlo è un lavoro condotto in seduta che veda attivi sia lui sia il terapeuta e non un qualcosa che, venendo dall'esterno e non essendo minimamente compartecipato, gli "tolga" il problema.
Ovviamente le spiegazioni da sole non servono a nulla, quello che può aiutarlo è un lavoro condotto in seduta che veda attivi sia lui sia il terapeuta e non un qualcosa che, venendo dall'esterno e non essendo minimamente compartecipato, gli "tolga" il problema.
[#6]
Mi sembra di capire che il suo ragazzo si sta aspettando che il terapeuta gli risolva il problema dandogli spiegazioni, praticandogli un massaggio o sottoponendolo a sedute di ipnosi, ma se i risultati sono scarsi o inesistenti forse non si tratta un approccio che va bene per lui.
E' inoltre sicuramente fondamentale che si fidi di chi ha preso in carico il suo caso, e se questo non sta avvenendo è forse inutile che continui la strada intrapresa.
E' poi altrettanto importante a chiarezza sulla dagnosi e sugli obiettivi che chi si sta occupando di lui ha in mente, che devono essere esplicitati e concordati con il paziente.
Se il trattamento non ha obiettivi ben chiari e non è compartecipato adeguatamente dal paziente si può pensare che non porterà ai risultati sperati, e se il paziente non è nemmeno convinto della terapia che sta facendo direi che ha praticamente la certezza che non gli servirà a nulla.
Il suo ragazzo ha affontato questi dubbi con il terapeuta?
E' inoltre sicuramente fondamentale che si fidi di chi ha preso in carico il suo caso, e se questo non sta avvenendo è forse inutile che continui la strada intrapresa.
E' poi altrettanto importante a chiarezza sulla dagnosi e sugli obiettivi che chi si sta occupando di lui ha in mente, che devono essere esplicitati e concordati con il paziente.
Se il trattamento non ha obiettivi ben chiari e non è compartecipato adeguatamente dal paziente si può pensare che non porterà ai risultati sperati, e se il paziente non è nemmeno convinto della terapia che sta facendo direi che ha praticamente la certezza che non gli servirà a nulla.
Il suo ragazzo ha affontato questi dubbi con il terapeuta?
[#7]
Utente
Si l'ho spinto a farlo. Gli ho detto che se faceva finta di niente o andava così per così non gli serviva a nulla di certo. Così lui ha parlato chiaro allo psicoterapeuta del fatto che non riesce ad entrare in trans e che è veramente scettico perchè convinto che i suoi problemi non siano di origine psicosomatica ma che prova anche quella strada giusto perchè è una delle poche che nn ha ancora escluso, anzi diciamo che è l'unica. Dicendo e sostenendo fermamente che la psicoterapia nn è la sua strada.
Grazie dottoressa lei è molto gentile.
Grazie dottoressa lei è molto gentile.
[#8]
Penso non che la psicoterapia ma che *quella* psicoterapia possa non essere la sua strada: se mancano i presupposti perchè funzioni nel suo caso può essere che ci vada davvero per niente.
Perchè non prova a chiedere un secondo parere ad un altro psicologo psicoterapeuta?
Perchè non prova a chiedere un secondo parere ad un altro psicologo psicoterapeuta?
[#9]
Utente
Sa cosa mi spaventa? Il fatto che il mio compagno ha detto. Questo è il primo e ultimo psicoterapeuta dove vado. Secondo lei parlare con il dottore chiedendo se esiste qualcosa che può fare d diverso da quello che sta facendo verrebbe concepito come affronto alla sua professionalità? Vorrei tanto che il mio compagno uscisse da questa situazione. Prima d tt per lui perchè nn è libero d far nulla..e si vede che soffre...ma anche per noi 2...per tornare a goderci insieme tt le cose belle che la vita può offrire..e che lui ora nn vede...si sta perdendo tantissimo e nn parlo solo d me..parlo della vita in se...cavoli è così bello vivere ed essere felici!!!! Io nn capisco come mai nn riesce ad aprirsi e ad affidarsi un po al terapeuta, se nn altro per aiutarlo in questo periodo della sua vita d instabilità emotiva. Poi lui dice che cn me va tt bene, nn ha problemi d debiti o altro, ha una famiglia accanto che lo aiuta in tutto insieme a me e nn capisce che motivo avrebbe per avere problemi psicosomatici!
[#10]
Non ha bisogno dell'autorizzazione di chi lo sta seguendo per interrompere il trattamento, se non vede alcun risultato ha il diritto di chiedere spiegazioni e/o di decidere di rivolgersi altrove.
E' comprensibile che dopo un primo tentativo piuttosto fallimentare non sia felice al pensiero di farsi seguire da qualcun'altro, ma se questo è necessario perchè non c'è altro modo per permettergli di tornare ad essere sereno dovrà decidersi a farlo - anche perchè credo proprio non ci siano altre strade, e abbandonare senza iniziare una diversa terapia non potrà farlo stare meglio.
E' comprensibile che dopo un primo tentativo piuttosto fallimentare non sia felice al pensiero di farsi seguire da qualcun'altro, ma se questo è necessario perchè non c'è altro modo per permettergli di tornare ad essere sereno dovrà decidersi a farlo - anche perchè credo proprio non ci siano altre strade, e abbandonare senza iniziare una diversa terapia non potrà farlo stare meglio.
[#12]
Gentile Signora,
Gentile Utente,
Ma suo figlio quanti anni ha?
Detto questo: che tipo di approccio ha lo psicoterapeuta? La bioenergetica reichiana? L'ipnosi che c'entra?
La psicoterapia è una cosa diversa. E’ un rivelarsi, un raccontarsi agli altri e comporta una buona dose di angoscia, a volte, o spesso. Non è una passeggiata e a momenti di euforia o di serenità si possono frapporre momenti di tristezza, di abbattimento. Cercare poi dentro si sé e lavorare su se stesso e sulle proprie emozioni non è come prendere un farmaco. Il farmaco, l’”oggetto buono”, entra nel soggetto, ed esso fa tutto o dovrebbe fare tutto.
Invece il soggetto della psicoterapia è il paziente e quindi suo figlio. Il terapeuta guida, sente, ascolta, con empatia, con pazienza, con serenità. Ed è il paziente che deve indagare nella propria psiche.
Credo che la spinta ad andare da uno psicoterapeuta, extrema ratio, sia stata una cosa importante.
La situazione, tuttavia, mi pare un po' confusa.
La sua età è di 31 anni? Ma allora suo figlio, al massimo, è un preadolescente. Non so come la pensano gli altri colleghi, ma l'ipnosi, se io avessi un figlio di 10-12 anni non gliela farei fare.
Se poi ha provato a fare della psicoterapia si può pensare, a ragione, che non è entrato ancora in sintonia con il setting psicoterapeutico. Parlo di suo figlio.
Se lei protendeva per una psicoterapia, ritengo, forse a torto, che quella intrapresa non sia esattamente quello che lei ha enunciato nel suo post iniziale.
Le consiglierei di chiarire meglio cosa vuol fare il terapeuta con suo figlio e di cosa s'interessa.
Cordiali saluti e molti auguri.
Gentile Utente,
Ma suo figlio quanti anni ha?
Detto questo: che tipo di approccio ha lo psicoterapeuta? La bioenergetica reichiana? L'ipnosi che c'entra?
La psicoterapia è una cosa diversa. E’ un rivelarsi, un raccontarsi agli altri e comporta una buona dose di angoscia, a volte, o spesso. Non è una passeggiata e a momenti di euforia o di serenità si possono frapporre momenti di tristezza, di abbattimento. Cercare poi dentro si sé e lavorare su se stesso e sulle proprie emozioni non è come prendere un farmaco. Il farmaco, l’”oggetto buono”, entra nel soggetto, ed esso fa tutto o dovrebbe fare tutto.
Invece il soggetto della psicoterapia è il paziente e quindi suo figlio. Il terapeuta guida, sente, ascolta, con empatia, con pazienza, con serenità. Ed è il paziente che deve indagare nella propria psiche.
Credo che la spinta ad andare da uno psicoterapeuta, extrema ratio, sia stata una cosa importante.
La situazione, tuttavia, mi pare un po' confusa.
La sua età è di 31 anni? Ma allora suo figlio, al massimo, è un preadolescente. Non so come la pensano gli altri colleghi, ma l'ipnosi, se io avessi un figlio di 10-12 anni non gliela farei fare.
Se poi ha provato a fare della psicoterapia si può pensare, a ragione, che non è entrato ancora in sintonia con il setting psicoterapeutico. Parlo di suo figlio.
Se lei protendeva per una psicoterapia, ritengo, forse a torto, che quella intrapresa non sia esattamente quello che lei ha enunciato nel suo post iniziale.
Le consiglierei di chiarire meglio cosa vuol fare il terapeuta con suo figlio e di cosa s'interessa.
Cordiali saluti e molti auguri.
[#13]
Utente
Buonasera dottore e grazie per sua risposta. Il problema che ho esposo riguarda il mio fidanzato. Non ho figli. Sono preoccupata per lui perchè, a livello organico nn ha nulla e ogni cura che fa nn risolve il suo problema ma nonostante tutti gli esami siano ok e le cure non servano a nulla la cosa che io e mia suocera, che siamo poi le uniche con cui si confida, gli abbiamo consigliato era di provare ad andare da uno psicoterapeuta..il problema è che lui nn è convinto che i suoi sintomi potrebbero dipendere da un fattore psicologico e va per farci contente. Nn si lascia andare.. Chiedevo a voi psicologi e psicoterapeuti se una cura fatta con un soggetto che pone resistenza e molto scettico, perchè convinto di avere qualcosa di organico e nn psicosomatico, possa servire o meno e come mi consigliavate di muovermi. Per il suo bene in primis e di riflesso poi anche per il bene della coppia. Io lo amo e vorrei tornare a vivere sereni la ns vita insieme.
[#14]
"lui nn è convinto che i suoi sintomi potrebbero dipendere da un fattore psicologico e va per farci contente"
Gent.le sig.ra,
forse le resistenze del suo compagno non nascono all'interna della relazione con lo psicoterapeuta, ma rappresentano il tentativo di smentire una lettura pseudo-diagnostica del suo vissuto fornita dai familiari, dai quali non si sente capito.
In questo modo la partecipazione alla psicoterapia , da parte di suo marito, si configura come una passiva adesione alle richieste dei congiunti, anziché una scelta libera e consapevole.
In altre parole non si tratta di individuare la "giusta tecnica" come se si trattasse di un'alternativa al farmaco, quanto piuttosto comprendere se suo marito non ritiene efficace la psicoterapia, avendo incontrato difficoltà che interferiscono con la costruzione di un'alleanza terapeutica con lo specialista che lo sta seguendo.
Gent.le sig.ra,
forse le resistenze del suo compagno non nascono all'interna della relazione con lo psicoterapeuta, ma rappresentano il tentativo di smentire una lettura pseudo-diagnostica del suo vissuto fornita dai familiari, dai quali non si sente capito.
In questo modo la partecipazione alla psicoterapia , da parte di suo marito, si configura come una passiva adesione alle richieste dei congiunti, anziché una scelta libera e consapevole.
In altre parole non si tratta di individuare la "giusta tecnica" come se si trattasse di un'alternativa al farmaco, quanto piuttosto comprendere se suo marito non ritiene efficace la psicoterapia, avendo incontrato difficoltà che interferiscono con la costruzione di un'alleanza terapeutica con lo specialista che lo sta seguendo.
[#15]
Utente
Grazie dottoressa Camplone. Purtroppo è quello che temevo ed immaginavo. Andare da uno psicoterapeuta nn è una passeggiata e in + oltre a nn aprirsi lui nn la considera la strada giusta. Infatti io gli ho detto: se la vedi come un'opportunità ok. Però se ci vai tanto per nn servirà a nulla perchè li o t metti in gioco oppure nn vale nemmeno la pena spendere dei soldi. Ci andrai poi quando e se ne sarai davvero convinto tu! Ora vi faccio una domanda che esula dal discorso. Cosa gli servirebbe secondo voi per cominciare a pensare che per stare meglio a volte nn bastano i farmaci dati da tt i medici del mondo, almeno nn solo, ma che la maggiorparte delle volte la soluzione dei nostri problemi dipendono da noi? Devo rimanere a guardare mentre si strugge venendo rimbalzato come una pallina da ping pong da un medico all'altro alla fine della cui cura è abbinata una delusione e una frustrazione sempre maggiore?
Una buona giornata e grazie ancora a tutti quanti.
Una buona giornata e grazie ancora a tutti quanti.
[#16]
Utente
Ah tra l'altro voglio sottolineare che noi nn abbiamo fatto nessuna diagnosi..almeno nn io personalmente perchè sua mamma è convinta che il suo sia un problema di natura psicologica..dopo miliardi di esemi fatti, medici visitati e seguite cure di ogni tipo ma senza risultati di nessun tipo..l'abbiamo semplicemente messo davanti al fatto che potrebbe anche essere un problema psicosomatico e di tentare una cura psicoterapeutica come ha tentato da tutti gli altri medici. Io nn do per scontato che il suo sia un problema psicosomatico, diciamo che in tt gli esami ok fatti e la mia esperienza personale mi hanno portato a pensarlo, ma nn escludo assolutamente la possibilità che si tratti di qualcosa d organico, infatti lo sostengo e gli sto vicino anche in tt le cure e visite che cmq continua a fare. La mia richiesta era solo di tentare la strada psicologica cn la stessa convinzione e fiducia cn cui tenta cn gli altri medici e nn trovo affatto sia una cosa sbagliata. Io gli dico sempre che a me nn interessa chi lo guarisce. Il mio più grande desiderio e vederlo d nuovo sereno e cn la voglia d vivere di un un paio d'anni fa.
Grazie
Grazie
[#17]
Se è stato sottoposto a numerosi controlli medci possiamo escludere che abbia qualcosa di fisico: del resto il quadro che lei ci ha descritto è tipico dei soggetti ipocondriaci.
Il punto è che queste persone spostano sul corpo un malessere di altra natura, e per questo faticano a capire che la soluzione non è di natura medica o farmacologica.
A volte possono passare tutta la vita fra visite ed esami, ma il fatto che il suo fidanzato si sia rivolto ad uno psicoterapeuta indica che ha quanto meno il dubbio che il problema sia di natura psicologica.
Il punto è che queste persone spostano sul corpo un malessere di altra natura, e per questo faticano a capire che la soluzione non è di natura medica o farmacologica.
A volte possono passare tutta la vita fra visite ed esami, ma il fatto che il suo fidanzato si sia rivolto ad uno psicoterapeuta indica che ha quanto meno il dubbio che il problema sia di natura psicologica.
[#18]
Utente
Beh insomma....c va ma lui dice che è impossibile che sia quello.. però quando gli ho detto di smettere perchè fatta a quel modo la psicoterapia nn sarebbe servita a nulla ha solo ridotto il numero di sedute ma dice che ci vuole andare lo stesso..intanto che continua a fare altre cure e altre visite....forse un briciolo di consapevolezza a livello inconscio c'è...almeno io lo spero per lui.
Grazie ancora
Grazie ancora
[#19]
Utente
Ma un'altra domanda, com'è possibile che dal nulla....da un giorno all'altro nella vita d una persona si rompa qualcosa in modo netto e si comincino ad avere problemi fisici importanti e invalidanti che derivano da problemi che ci sono da tantissimi anni oramai??
Lui ha un giorno preciso nel quale si è verificato il primo problema 20 luglio di 2 anni fa... un taglio netto dallo star bene allo star malissimo!
Lui ha un giorno preciso nel quale si è verificato il primo problema 20 luglio di 2 anni fa... un taglio netto dallo star bene allo star malissimo!
[#20]
Gentile Utente,
penso che il suo ragazzo abbia sia la motivazione ad occuparsi di sè, sia la buona volontà necessaria per impegnarsi in un percorso psicoterapeutico, dal momento che continua a recarsi in seduta anche se non è convinto che gli serva.
Purtroppo non si può escludere che il tipo di percorso intrapreso non faccia per lui, o che con quello specifico psicoterapeuta non si sia creato il rapporto collaborativo necessario a far sì che il lavoro svolto porti ai risultati attesi.
Il fatto che lei indichi una data precisa in cui sarebbe esordito il disturbo mi fa ipotizzare che quel giorno sia accaduto qualcosa che ha turbato profondamente l'equilibrio del suo ragazzo (sempre che prima non abbia davvero mai sofferto di un disturbo d'ansia).
Di cosa si tratta?
penso che il suo ragazzo abbia sia la motivazione ad occuparsi di sè, sia la buona volontà necessaria per impegnarsi in un percorso psicoterapeutico, dal momento che continua a recarsi in seduta anche se non è convinto che gli serva.
Purtroppo non si può escludere che il tipo di percorso intrapreso non faccia per lui, o che con quello specifico psicoterapeuta non si sia creato il rapporto collaborativo necessario a far sì che il lavoro svolto porti ai risultati attesi.
Il fatto che lei indichi una data precisa in cui sarebbe esordito il disturbo mi fa ipotizzare che quel giorno sia accaduto qualcosa che ha turbato profondamente l'equilibrio del suo ragazzo (sempre che prima non abbia davvero mai sofferto di un disturbo d'ansia).
Di cosa si tratta?
Dr. Stefano Pozzi, psicologo psicoterapeuta
Riceve a Milano e Mariano Comense
s.pozzi@psychology.it - 340.2665359
[#21]
Gentile Utente,
Mi scuso tantissimo, ma ho pensato ad un suo figlio invece che al suo fidanzato.
La psicoterapia è un percorso importante, a volta piacevole, il più delle volte doloroso e difficile. È il soggetto ad esserne il protagonista.
Riconfermo la mia perplessità non sull’ipnosi, ma sulla mescolanza di alcune metodiche che possono a volte essere vincitrici nella lotta contro sintomi e disagi, ma che a volte portano un po’ di scompiglio nel rapporto e nel setting terapeutico.
Ma lo psicoterapeuta sa quello che deve fare e non sarò io a suggerigli come procedere.
Vale la pena ricordare che la psicoterapia è lunga, spesso, e occorre che tra paziente e terapeuta si entri in una situazione di empatia e di “alleanza di lavoro” (Greenson- psichiatra e analista americano) perché siano prodotti effetti positivi e risolutivi.
Non abbiate fretta e lasciate che il percorso entri nel vivo delle problematiche per vedere risultati apprezzabili.
Mi scuso dell’equivoco, probabilmente dovuto alla commistione di un precedente consulto che avevo ancora vivo nella memoria.
Auguro a Lei e al suo “ragazzo” ogni successo. Penso che la psicoterapia possa fare quello che sinora non siete riusciti ad ottenere da altre pratiche cliniche.
Cordiali saluti (e scusi ancora per l’equivoco)
[#22]
Utente
Quel giorno preciso nn è successo nulla ma da 5 mesi prima la sua vita è cambiata totalmente. Lavorava in un posto che gli piaceva...aveva i suoi ritmi i suoi orari le sue abitudini e finalmente era arrivato dove voleva arrivare. Il massimo che si poteva ambire in quel posto. Poi è arrivata la crisi..gli è stato fatto del mobbing per favorire un'altro..lui ha dato le dimissioni di getto ed è andato a fare un lavoro totalmente diverso vendendo articoli che nn gli interessavano assolutamente.Quindi si è messo a cercare disperatamente qualcos'altro..ma nn trovava nulla...li nn aveva più i suoi orari, le sue abitudini si sn distrutte..e lui è maniacale nelle cose. (Apparecchiare cn la lama del coltello sempre verso il lato destro ad es.) Vuole sempre avere tt sotto controllo. Poi ha cambiato lavoro ma nn gli piaceva..poi ancora a cercare, cambiare, contratti che scadevano...e ogni volta i suoi sintomi fisici peggioravano. Fino ad arrivare ad ora che almeno un lavoro tranquillo, anche se nn è qllo che lui vorrebbe, l'ha trovato. Ma da quel maledetto gg i sintomi sono sempre più forti, sempre più intensi. La ricerca della cura e tt gli esami è cominciata dopo un paio d mesi dal primo episodio...a cui ovviamente ne erano seguiri altri. Adesso dice che sta male ogni gg...il giorno più tranquillo dice che è qllo in cui sta meno male...ma nn dice mai d stare bene... Si anche in passato ha sofferto di ansia. Però li ha potuto subito abbinare il problema ad un fatto preciso, risolto quello è stato meglio. Razionale com'è ha sempre bisogno d vedere la logica nelle cose... Ora xo dice. Ho una ragazza cn cui sto bene, un lavoro finalmente l'ho trovato...nn ho debiti o problemi particolari...se era solo ansia come mai nn mi passa com'è passata qlla volta? Per qllo fa fatica ad accettare questa possibilità...
[#23]
Da tutto quello che ci ha detto si potrebbe concludere che non si tratti affatto di sintomi immotivati e privi di cause individuabili, tutt'altro quindi che un fulmine a ciel sereno.
Probabilmente il malessere non gli passa perchè ha accumulato tensione per un periodo molto lungo, caratterizzato da una serie di eventi negativi e di cambiamenti in concomitanza dei quali lei ci dice che "ogni volta i suoi sintomi fisici peggioravano".
Non è sufficiente che nel presente abbia una certa stabilità per superare tutto quello che ha vissuto: se ha subito mobbing, ha lasciato il lavoro che gli piaceva per trovare una serie di altri lavori non soddisfacenti, ha stravolto abitudini consolidate e ritmi di vita penso che sia davvero il minimo che lo stress accumulato lo porti a stare ancora male.
Inoltre lei ora aggiunge che in passato ha già sofferto di ansia e che presenta alcuni comportamenti che fanno pensare ad un possibile disturbo ossessivo, come apparecchiare sempre e necessariamente in un certo modo la tavola.
Se in precedenza non è mai ricorso alla psicoterapia non ha curato i preesistenti disturbi che, anche se latenti, sono rimasti e si sono aggravati in seguito a tutti gli eventi esterni che lo hanno stravolto negli ultimi due anni.
E' normale che l'ansia non curata peggiori e renda vulnerabili a ricadute e riacutizzazioni in occasioni particolari, come un periodo di forte stress lavorativo.
Se sta sempre peggio e "il giorno più tranquillo è quello in cui sta meno male...ma non dice mai d stare bene" è sicuramente urgente ridiscutere i termini della terapia con l'attuale psicoterapeuta o cambiare direttamente professonista.
Probabilmente il malessere non gli passa perchè ha accumulato tensione per un periodo molto lungo, caratterizzato da una serie di eventi negativi e di cambiamenti in concomitanza dei quali lei ci dice che "ogni volta i suoi sintomi fisici peggioravano".
Non è sufficiente che nel presente abbia una certa stabilità per superare tutto quello che ha vissuto: se ha subito mobbing, ha lasciato il lavoro che gli piaceva per trovare una serie di altri lavori non soddisfacenti, ha stravolto abitudini consolidate e ritmi di vita penso che sia davvero il minimo che lo stress accumulato lo porti a stare ancora male.
Inoltre lei ora aggiunge che in passato ha già sofferto di ansia e che presenta alcuni comportamenti che fanno pensare ad un possibile disturbo ossessivo, come apparecchiare sempre e necessariamente in un certo modo la tavola.
Se in precedenza non è mai ricorso alla psicoterapia non ha curato i preesistenti disturbi che, anche se latenti, sono rimasti e si sono aggravati in seguito a tutti gli eventi esterni che lo hanno stravolto negli ultimi due anni.
E' normale che l'ansia non curata peggiori e renda vulnerabili a ricadute e riacutizzazioni in occasioni particolari, come un periodo di forte stress lavorativo.
Se sta sempre peggio e "il giorno più tranquillo è quello in cui sta meno male...ma non dice mai d stare bene" è sicuramente urgente ridiscutere i termini della terapia con l'attuale psicoterapeuta o cambiare direttamente professonista.
[#25]
"lui è maniacale nelle cose. (Apparecchiare cn la lama del coltello sempre verso il lato destro ad es.) Vuole sempre avere tt sotto controllo."
Gent.le sig.ra,
la psicoterapia promuove un processo di empowerment (recupero del potere personale) nel cliente, che non ha più bisogno di "avere sempre tutto sotto controllo" come se ci fosse un continuo pericolo da intercettare, ma si lascia attraversare dall'esperienza che vive, cogliendone la complessità e la ricchezza di significati che la persone vi attribuisce.
Un'ultima notazione che può essere utile a suo marito nella scelta dello psicologo-psicoterapeuta: l'analisi bioenergetica non è una tecnica di massaggio, ma un orientamento psicoterapeutico a mediazione corporea, se vuole approfondire può consultare le pagine di questo sito
http://www.siab-online.it/it/analisi-bioenergetica.htm
http://www.siab-online.it/it/classesercizi.htm
Gent.le sig.ra,
la psicoterapia promuove un processo di empowerment (recupero del potere personale) nel cliente, che non ha più bisogno di "avere sempre tutto sotto controllo" come se ci fosse un continuo pericolo da intercettare, ma si lascia attraversare dall'esperienza che vive, cogliendone la complessità e la ricchezza di significati che la persone vi attribuisce.
Un'ultima notazione che può essere utile a suo marito nella scelta dello psicologo-psicoterapeuta: l'analisi bioenergetica non è una tecnica di massaggio, ma un orientamento psicoterapeutico a mediazione corporea, se vuole approfondire può consultare le pagine di questo sito
http://www.siab-online.it/it/analisi-bioenergetica.htm
http://www.siab-online.it/it/classesercizi.htm
[#26]
Utente
Grazie anche a lei Sig.ra Camplone. Mi siete stati molto utili. Più cose so più posso trovare il modo giusto di stargli accando e consigliarlo per il meglio.
Grazie a tutti per la disponibilità che date nel rispondere alle nostre domande. Non è scontato che lo facciate io lo apprezzo parecchio.
Buona serata
Grazie a tutti per la disponibilità che date nel rispondere alle nostre domande. Non è scontato che lo facciate io lo apprezzo parecchio.
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Questo consulto ha ricevuto 26 risposte e 2.1k visite dal 24/11/2011.
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