Voglia di attenzioni
Gentili psicologi, mi rivolgo di nuovo a voi per una questione che in parte somiglia a quella da me vissuta alcuni mesi addietro, quando vi ho raccontato di aver riallacciato una relazione con un mio ex forse solo perchè mi sentivo trascurata da mio marito. Quella storia, ahimè, in qualche modo ancora continua tra alti e bassi, nel senso che mi sento con quest'uomo, ogni tanto ci vediamo, anche se non abbiamo avuto mai rapporti completi per mia volontà. Ci sono periodi in cui io decido di rompere completamente magari perchè mi sento più vicina a mio marito ma non appena l'altro mi richiama e mi rivolge tutte quelle attenzioni che mio marito mi nega, io ricado nella trappola. E' fin troppo evidente che sono una donna frustrata dal punto di vista sentimentale, io ho provato molte volte a far capire a mio marito che ho bisogno di più attenzioni, ma lui niente, dice che mi ama, mi vuole bene, ed vero se considero il fatto che è un uomo dedito alla famiglia e su cui posso contare, però non mi riserva quelle attenzioni che una donna vorrebbe. Per non parlare dei rapporti sessuali che sono molto rari, due, tre volte al mese. Non mi sento desiderata e questo mi spinge a cercare soddisfazioni all'esterno. Ultimamente ho un nuovo dirigente, molto più grande di me, anche se si mantiene bene e a me gli uomini maturi piacciono molto, ebbene questo signore mi ha rivolto qualche complimento, mi ha detto che gli fa piacere parlare con me, ed io l'ho detto a mio marito nella speranza di ingelosirlo ma lui non ha reagito per nulla. Fra l'altro, ecco, io sto già facendo mille fantasie su questo nuovo uomo, come se quelle poche attenzioni significassero chissà cosa, devo essere sincera se ci provasse non mi tirerei indietro. Mi sembra un comportamento infantile il mio, voi cosa ne pensate? E ' normale che una donna matura abbia simili comportamenti? Da dove nasce tutta questa mia insoddisfazione? potrebbe avere radici più profonde?
[#1]
"Da dove nasce tutta questa mia insoddisfazione? potrebbe avere radici più profonde? "
Gentile signora, da qui ovviamente non posso risponderLe, perchè non La conosco, ma vorrei capire insieme a Lei chi è il "terzo" nel Suo matrimonio, tra Lei e Suo marito? Il lavoro? La dedizione alla famiglia? avete figli?
Gentile signora, da qui ovviamente non posso risponderLe, perchè non La conosco, ma vorrei capire insieme a Lei chi è il "terzo" nel Suo matrimonio, tra Lei e Suo marito? Il lavoro? La dedizione alla famiglia? avete figli?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
<<Non mi sento desiderata e questo mi spinge a cercare soddisfazioni all'esterno>>
Questa può essere una giustificazione per togliersi almeno in parte la responsabilità dei suoi atti.
Se tra Lei e suo marito c'è qualcosa che non va, in parte questo è da attribuire anche a Lei stessa e a cose che avrebbe potuto dire o fare e non ha fatto o ad altre che invece ha detto e fatto.
Invece di rivolgersi all'esterno, potrebbe provare ancora una volta a cercare la soluzione all'interno della coppia, chiedendo a suo marito di rivolgervi insieme ad un terapeuta di coppia per farvi aiutare, come le era stato suggerito tempo fa.
Il punto è che forse non è ciò che Lei desidera di più.
Se è veramente così, un percorso individuale con uno psicologo potrà accompagnarla nel chiarirsi le idee su cosa vuol farne della sua famiglia.
Cordiali saluti.
Questa può essere una giustificazione per togliersi almeno in parte la responsabilità dei suoi atti.
Se tra Lei e suo marito c'è qualcosa che non va, in parte questo è da attribuire anche a Lei stessa e a cose che avrebbe potuto dire o fare e non ha fatto o ad altre che invece ha detto e fatto.
Invece di rivolgersi all'esterno, potrebbe provare ancora una volta a cercare la soluzione all'interno della coppia, chiedendo a suo marito di rivolgervi insieme ad un terapeuta di coppia per farvi aiutare, come le era stato suggerito tempo fa.
Il punto è che forse non è ciò che Lei desidera di più.
Se è veramente così, un percorso individuale con uno psicologo potrà accompagnarla nel chiarirsi le idee su cosa vuol farne della sua famiglia.
Cordiali saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#3]
Utente
Grazie dottoressa Pileci per la sua risposta. Non credo ci sia un terzo nel mio matrimonio, nel senso che il lavoro che svolgiamo non è poi così stressante da compromettere la vita familiare. Abbiamo un bambino di 4 anni, forse lui sì attira le nostre attenzioni più del dovuto ma non è sicuramente un motivo valido per giustificare il comportamento di mio marito. A questo punto rispondo alla dottoressa Scalco, ringraziandola a sua volta per l'attenzione rivolta alla mia richiesta ma nello stesso tempo per aggiungere che io non mi sento molto responsabile della situazione tra me e mio marito, perchè io ho più volte cercato di fargli capire che ho bisogno di più attenzioni ma lui non capisce, scherzando gli ho anche suggerito di andare da uno psicoterapeuta ma lui mi ha presa come minimo per scema, dicendo che noi problemi non ne abbiamo. Di fatto quella che più si avvicina a lui per dargli un bacio o dirgli qualche parola affettuosa sono sempre io, lui non mi fa mai un complimento. Quell'altro non fa altro che dirmi che sono bellissima, elegante e di classe questo lo pensa ora come lo pensava 11 anni fa quando abbiamo vissuto la prima parte della relazione. Ovviamente simili apprezzamenti gratificano il mio ego che forse come dicevo è immaturo. Spesse volte ripeto a me stessa che devo considerarmi fortunata visto che ho accanto un uomo che tutto sommato non mi crea problemi, perchè sono sicurissima che non mi tradisce, mi sostiene nei vari contesti della mia vita, è affidabile, pur tuttavia non mi sento desiderata e amata come donna e questo mi allontana emotivamente da lui e mi spinge, ribadisco, a cercare fuori quello che non trovo a casa. Capisco da me che non è normale cominciare a fantasticare su un uomo solo perchè quell'uomo in qualche modo ha attirato la mia attenzione e perchè lo stesso mi abbia rivolto qualche complimento magari solo per essere gentile, e invece in questo periodo a me sta succedendo questo. Non voglio addossare tutta la colpa a mio marito, anzi io per prima penso che c'è qualcosa in me che "non va" ma non capisco cosa.
[#4]
Gentile signora, probabilmente c'è qualcosa che impedisce a Suo marito di darLe quelle attenzioni che Lei desidera.
Non è necessario andare lontano: potrebbero essere le dinamiche che si sono create tra voi (ad es. se Suo marito fosse così sicuro di non poterLa mai perdere, oppure distratto da altro, ecc...), piuttosto che una relazione basata su altre priorità (es. l'accudimento del bimbo).
Mi pare di capire però che questa situazione si è configurata già da parecchio tempo.
L'indicazione, a mio avviso, potrebbe essere quella di un percorso psicologico. In prima battuta per Lei (dubito, da quanto ci scrive, che Suo marito sarà propenso a venire con Lei in terapia) e, se sarà il caso, solo successivamente insieme.
Soltanto un percorso di questo tipo sarà in grado di aiutarvi ad esplorare le possibile pieghe che ha preso la vostra storia e, soprattutto, cercare di modificare la situazione.
Trovo infine poco sensato "inviare" Suo marito in terapia da solo, sia perchè lui non ne sente la necessità e sta bene così, sia perchè dubito che il problema sia lui o solo lui.
Nelle coppie un aspetto fondamentale da implementare è la cooperazione, cioè la risoluzione di un problema fianco a fianco, mettendoci entrambi fatica ed energie e stessa responsabilità.
Un cordiale saluto,
Non è necessario andare lontano: potrebbero essere le dinamiche che si sono create tra voi (ad es. se Suo marito fosse così sicuro di non poterLa mai perdere, oppure distratto da altro, ecc...), piuttosto che una relazione basata su altre priorità (es. l'accudimento del bimbo).
Mi pare di capire però che questa situazione si è configurata già da parecchio tempo.
L'indicazione, a mio avviso, potrebbe essere quella di un percorso psicologico. In prima battuta per Lei (dubito, da quanto ci scrive, che Suo marito sarà propenso a venire con Lei in terapia) e, se sarà il caso, solo successivamente insieme.
Soltanto un percorso di questo tipo sarà in grado di aiutarvi ad esplorare le possibile pieghe che ha preso la vostra storia e, soprattutto, cercare di modificare la situazione.
Trovo infine poco sensato "inviare" Suo marito in terapia da solo, sia perchè lui non ne sente la necessità e sta bene così, sia perchè dubito che il problema sia lui o solo lui.
Nelle coppie un aspetto fondamentale da implementare è la cooperazione, cioè la risoluzione di un problema fianco a fianco, mettendoci entrambi fatica ed energie e stessa responsabilità.
Un cordiale saluto,
[#5]
Utente
Effettivamente, mio marito mi ha a volte detto che lui non è geloso perchè si fida di me, ma a me questo dà fastidio, nel senso che io interpreto spesso questo suo comportamento come disinteresse nei miei confronti, come se lui desse per scontato che sono sua moglie e questo basta per non cadere in tentazioni. Molte volte penso che è inutile insistere con lui cercando di fargli capire che deve cambiare atteggiamento nei miei confronti perchè mi rendo conto che questo è il suo carattere e io non posso costringerlo ad essere più premuroso perchè sarebbe per lui una forzatura. Sono convinta che continueremo così, trascinando la nostra vita matrimoniale, senza affrontare insieme il problema perchè come le dicevo per lui non abbiamo nessun problema. Non c'è peggior sordo di chi finge di non sentire. La ringrazio, comunque, per i suoi consigli.
[#6]
Gentile signora,
deve valutare le conseguenze di questa Sua scelta e prendersene le responsabilità.
Se questo è ciò che ritiene di fare, tenga presente che ci sono coppie che trovano un loro equilibrio in questo modo.
Ma se questo sarà per Lei fonte di disagio e sofferenza, sarebbe davvero il caso di affrontare la questione seriamente, fermo restando la priorità e indissolubilità del legame coniugale.
Saluti,.
deve valutare le conseguenze di questa Sua scelta e prendersene le responsabilità.
Se questo è ciò che ritiene di fare, tenga presente che ci sono coppie che trovano un loro equilibrio in questo modo.
Ma se questo sarà per Lei fonte di disagio e sofferenza, sarebbe davvero il caso di affrontare la questione seriamente, fermo restando la priorità e indissolubilità del legame coniugale.
Saluti,.
[#7]
<< io interpreto spesso questo suo comportamento come disinteresse nei miei confronti>>
<<per lui non abbiamo nessun problema>>
Come le scrivevo ieri, l'insoddisfazione è sua, così come l'interpretazione del comportamento di suo marito. Per questo ritengo debba farsi carico della responsabilità di un cambiamento (in quale direzione sta a Lei deciderlo).
Valuti l'opportunità di un supporto psicologico per chiarirsi le idee e capire meglio cosa desidera: il suo disagio attuale non passerà nell'attesa che suo marito faccia qualcosa, perché (come Lei stessa riconosce) per lui va bene così.
Se a Lei sta bene continuare a trascinare in questo modo la sua vita matrimoniale, effettivamente problema non c'è. Ma se, come sembra, così non è, è Lei che deve agire cercando di migliorare la sua situazione.
Auguri.
<<per lui non abbiamo nessun problema>>
Come le scrivevo ieri, l'insoddisfazione è sua, così come l'interpretazione del comportamento di suo marito. Per questo ritengo debba farsi carico della responsabilità di un cambiamento (in quale direzione sta a Lei deciderlo).
Valuti l'opportunità di un supporto psicologico per chiarirsi le idee e capire meglio cosa desidera: il suo disagio attuale non passerà nell'attesa che suo marito faccia qualcosa, perché (come Lei stessa riconosce) per lui va bene così.
Se a Lei sta bene continuare a trascinare in questo modo la sua vita matrimoniale, effettivamente problema non c'è. Ma se, come sembra, così non è, è Lei che deve agire cercando di migliorare la sua situazione.
Auguri.
[#8]
Utente
Ho capito: in maniera prioritaria devo intervenire su me stessa e capire perchè ho questa insoddisfazione e da dove essa nasce, perchè forse rischio di addossare su mio marito delle colpe che effettivamente non ha. Se posso essere del tutto sincera, qualche mese addietro ho parlato con un mio amico psichiatra perchè stavo poco bene a causa di molta ansia accumulata per vari motivi soprattutto di salute, stavo male, avevo tachicardia ecc. Questo mio amico mi disse che molto probabilmente si doveva scavare in me perchè tutta questa ansia nasceva da un'insoddisfazione mal celata, lui ha cercato di farmi parlare chiedendomi come andasse con mio marito ma io ho saputo ben fingere dicendo che andava tutto bene. Perchè l'ho fatto e non mi sono confidata con lui? Forse perchè è una persona che conosco e di certi problemi si preferisce parlarne con persone che quantomeno non ti conosco, sta di fatto che non me la sono sentita di aprirmi con lui. Vi ringrazio dei consigli che mi avete dato, sono serviti a capire che il problema è più mio che di qualcun altro. Però un'ultima cosa volevo chiedervela: è comunque normale che una donna che si veda ammirata da un altro uomo, possa in qualche modo sentirsi lusingata e magari, se quell'uomo le piace, fantasticare un pò su sulla situazione? Oppure in una donna "normale" questo non avviene, anzi potrebbe sentirsi infastidita?
[#9]
<<Forse perchè è una persona che conosco e di certi problemi si preferisce parlarne con persone che quantomeno non ti conosco>>
Necessariamente si deve rivolgere ad un professionista che non sia suo amico, oltre che per le motivazioni che da sola ha ben compreso, anche perché è proprio il nostro Codice Deontologico che ce lo vieta: "Costituisce grave violazione deontologica effettuare interventi diagnostici, di sostegno psicologico o di psicoterapia rivolti a persone con le quali ha intrattenuto o intrattiene relazioni significative di natura personale" (art. 28)
Un conto è una confidenza o una richiesta di consiglio, un altro una valutazione psicodiagnostica e una terapia.
Rispetto alle sue ultime domande, ciascuno di noi reagisce in modo diverso e non è possibile stabilire cosa sia giusto e cosa sbagliato. Più importante è considerare quali implicazioni tali fantasie abbiano sulla sua attuale relazione e sul suo umore.
Cosa che potrà fare eventualmente insieme ad uno psicologo consultato di persona.
Cordiali saluti.
Necessariamente si deve rivolgere ad un professionista che non sia suo amico, oltre che per le motivazioni che da sola ha ben compreso, anche perché è proprio il nostro Codice Deontologico che ce lo vieta: "Costituisce grave violazione deontologica effettuare interventi diagnostici, di sostegno psicologico o di psicoterapia rivolti a persone con le quali ha intrattenuto o intrattiene relazioni significative di natura personale" (art. 28)
Un conto è una confidenza o una richiesta di consiglio, un altro una valutazione psicodiagnostica e una terapia.
Rispetto alle sue ultime domande, ciascuno di noi reagisce in modo diverso e non è possibile stabilire cosa sia giusto e cosa sbagliato. Più importante è considerare quali implicazioni tali fantasie abbiano sulla sua attuale relazione e sul suo umore.
Cosa che potrà fare eventualmente insieme ad uno psicologo consultato di persona.
Cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 13.9k visite dal 19/11/2011.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.