Brutto sogno e forte turbamento
Salve,
ieri notte, ho avuto, non so se definirlo propriamente sogno, certo ero nel dormiveglia, e non mi rendevo tanto conto, tant'è che non sono riuscito a trattenere, nonostante la fortissima ansia che mi è arrivata, dei veri e propri lamenti tipo : no! no!, farfugliavo qualcosa del genere, me ne rendevo conto a malapena in verità, ho svegliato mia madre che mi ha chiamato preoccupata dall'altra stanza.
Il fatto è questo, mi è capitato altre volte a dire il vero, ma ogni volta mi scuote nell'animo. Succede sempre così, sono in fase di sonno, o dormiveglia, e improvvisamente mi sale come una consapevolezza tremenda della morte. Mi spiego, io so che tutti devono morire... ma questo pensiero, da svegli, non ha quella forza e quella consapevolezza. Ho pensato sia possibile, neppure un malato terminale, forse, ce l'abbia seriamente, da sveglio con tale drammatica lucidità. E' una consapevolezza tremenda, è come se il diaframma dell'Io cosciente crolli, e ci si trovi nel mondo delle idee platonico senza nessun filtro, tale che a pensarci così, vi giuro, per quanto vi possa turbare, non ha niente a che vedere con quella che ti sale in quel momento in cui è il tuo inconscio a tenere le fila della tua mente. E' di quelle certezze incrollabile, che tutto finirà, che quanto è vero che sono lì in quel momento a pensarci, prima o poi tutto dovrà finire. E non è, in questo caso, nemmeno quel timore del male che la precede. No, molti dicono, quando sei morti sei morto, ciò che preoccupa è quello che l'accompagna prima. Non è così, quella tremenda sensazione invece riguarda proprio la consapevolezza del non esserci.
Non so proprio come spiegarlo a parole, perché anche ora, per quanto mi sforzi di ricuperare quelle sensazioni, e pensandoci sia inorridito e ho bene consapevolezza della fine che tutti attende, non è come QUELLA consapevolezza TOTALE, che il conscio rifiuta, forse per non impazzire, non lo so. Ma l'inconscio invece mette a nudo in tutta la sua drammaticità. In seguito ho dormito male, ancora ho ricordo di quella sensazione, ma vi giuro, è una sensazione insostenibile, il ricordo è pesante, ma quando ti prende in quel momento, ti da la sensazione di morire, come le esperienze di chi ha avuto un infarto.
Grazie
ieri notte, ho avuto, non so se definirlo propriamente sogno, certo ero nel dormiveglia, e non mi rendevo tanto conto, tant'è che non sono riuscito a trattenere, nonostante la fortissima ansia che mi è arrivata, dei veri e propri lamenti tipo : no! no!, farfugliavo qualcosa del genere, me ne rendevo conto a malapena in verità, ho svegliato mia madre che mi ha chiamato preoccupata dall'altra stanza.
Il fatto è questo, mi è capitato altre volte a dire il vero, ma ogni volta mi scuote nell'animo. Succede sempre così, sono in fase di sonno, o dormiveglia, e improvvisamente mi sale come una consapevolezza tremenda della morte. Mi spiego, io so che tutti devono morire... ma questo pensiero, da svegli, non ha quella forza e quella consapevolezza. Ho pensato sia possibile, neppure un malato terminale, forse, ce l'abbia seriamente, da sveglio con tale drammatica lucidità. E' una consapevolezza tremenda, è come se il diaframma dell'Io cosciente crolli, e ci si trovi nel mondo delle idee platonico senza nessun filtro, tale che a pensarci così, vi giuro, per quanto vi possa turbare, non ha niente a che vedere con quella che ti sale in quel momento in cui è il tuo inconscio a tenere le fila della tua mente. E' di quelle certezze incrollabile, che tutto finirà, che quanto è vero che sono lì in quel momento a pensarci, prima o poi tutto dovrà finire. E non è, in questo caso, nemmeno quel timore del male che la precede. No, molti dicono, quando sei morti sei morto, ciò che preoccupa è quello che l'accompagna prima. Non è così, quella tremenda sensazione invece riguarda proprio la consapevolezza del non esserci.
Non so proprio come spiegarlo a parole, perché anche ora, per quanto mi sforzi di ricuperare quelle sensazioni, e pensandoci sia inorridito e ho bene consapevolezza della fine che tutti attende, non è come QUELLA consapevolezza TOTALE, che il conscio rifiuta, forse per non impazzire, non lo so. Ma l'inconscio invece mette a nudo in tutta la sua drammaticità. In seguito ho dormito male, ancora ho ricordo di quella sensazione, ma vi giuro, è una sensazione insostenibile, il ricordo è pesante, ma quando ti prende in quel momento, ti da la sensazione di morire, come le esperienze di chi ha avuto un infarto.
Grazie
[#1]
Gentile utente,
qual è la sua domanda?
qual è la sua domanda?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Non so, cosa devo pensare... ci sono altri casi clinici analoghi al mio? E vengono trattati in qualche modo?
Devo fare una premessa a tutto, sono fortemente di ipocondria, lo ammetto, per me e per le persone a me care, è più forte di me, mi preoccupo facilmente, ma questo avviene a livello cosciente... Mi domandavo se altri pazienti che avete trattato avessero manifestato lo stesso genere di disturbo "incosciente", come un sogno di cui però si ha consapevolezza nello stare sognando, e non cose gradevoli come avete letto.
Devo fare una premessa a tutto, sono fortemente di ipocondria, lo ammetto, per me e per le persone a me care, è più forte di me, mi preoccupo facilmente, ma questo avviene a livello cosciente... Mi domandavo se altri pazienti che avete trattato avessero manifestato lo stesso genere di disturbo "incosciente", come un sogno di cui però si ha consapevolezza nello stare sognando, e non cose gradevoli come avete letto.
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Essere presi da pensieri angoscianti nel dormiveglia è possibile anche senza essere "un caso clinico", ad es. può avvenire quando una persona è molto stressata o sta vivendo un lutto.
Lei però afferma di essere ipocondriaco, e collega quindi questi pensieri alla preoccupazione per la sua salute che penso l'accompagni costantemente, e sulla quale uno psicologo potrebbe sicuramente intervenire per aiutarla.
E' sempre stato così concentrato sul corpo e su possibili malattie o il problema è iniziato ad un certo punto, magari dopo che qualcuno vicino a lei si è ammlato o è venuto a mancare?
In questo periodo sente un peggioramento?
Lei però afferma di essere ipocondriaco, e collega quindi questi pensieri alla preoccupazione per la sua salute che penso l'accompagni costantemente, e sulla quale uno psicologo potrebbe sicuramente intervenire per aiutarla.
E' sempre stato così concentrato sul corpo e su possibili malattie o il problema è iniziato ad un certo punto, magari dopo che qualcuno vicino a lei si è ammlato o è venuto a mancare?
In questo periodo sente un peggioramento?
[#4]
Utente
Ho sempre avuto questi pensieri, perlomeno dall'età di 17 anni, ricordo ancora bene mi prese la mia prima seria angoscia, dovuto ad un certo dolorino alla testa che non voleva andarsene... ora ne ho quasi 33. Feci alcuni controlli, non risultò nulla, logico visto che sono ancora qui a raccontarla, e dopo un po' sparì. Da allora, saltuariamente, un dolore, di qualsiasi genere, che duri un po' più di quello che ritengo ragionevole per essere passeggero, mi preoccupa. Ovvio che tutte le volte che sento di un lutto o di una malattia grave, la mia ansia aumenta inesorabilmente, ma penso più perché provo una forte empatia, infatti non è necessario siano parenti o amici stretti, certo sono capitati dei casi anche di questi, ma credo che "contribuiscano", più che abbiano acceso il problema...
Comunque sono preoccupato per il futuro in generale, purtroppo sono estremamente ansioso, forse è stato soltanto un esito, uno sfogo non lo so. Recentemente la madre di mia zia, quasi centenaria, è morta, e anche la madre di un amico, costei era relativamente giovane. Ovviamente mi ha dato da pensare, ma tanto sono sempre in pensiero, più o meno... Grazie per l'attenzione che mi ha dedicato
Comunque sono preoccupato per il futuro in generale, purtroppo sono estremamente ansioso, forse è stato soltanto un esito, uno sfogo non lo so. Recentemente la madre di mia zia, quasi centenaria, è morta, e anche la madre di un amico, costei era relativamente giovane. Ovviamente mi ha dato da pensare, ma tanto sono sempre in pensiero, più o meno... Grazie per l'attenzione che mi ha dedicato
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Più che di empatia parlerei di suggestionabilità, e questo la rende vulnerabile allo sviluppo di continue preoccupazioni a partire dal dubbio che quello che accade ad altri possa accadere anche a lei.
Visto che ha nominato sua madre, che tipo è? E' una donna apprensiva?
Visto che ha nominato sua madre, che tipo è? E' una donna apprensiva?
[#6]
Gentile Utente,
nessuno è un "caso clinico", ipocondriaco,ansioso, nevrotico, ecc....
ma una storia di vita unica, nel suo dolore e disagio, emozioni , storia di vita.
Valuti l'ipotesi di consultare uno psicologo de visu, a cui partecipare il suo disagio ed eventualemnte lavorare sulla sua ipocondria.
cari saluti
nessuno è un "caso clinico", ipocondriaco,ansioso, nevrotico, ecc....
ma una storia di vita unica, nel suo dolore e disagio, emozioni , storia di vita.
Valuti l'ipotesi di consultare uno psicologo de visu, a cui partecipare il suo disagio ed eventualemnte lavorare sulla sua ipocondria.
cari saluti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2.8k visite dal 17/11/2011.
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