Amore materno

Buonasera
sono mamma da 18 giorni e non riesco a creare un rapporto con il bimbo.
Nel dargli il latte mi innervosisco perche dico dai mangia mangia che ho sonno, penso di sbagliare la posizione perchè al consultorio mi dicono una cosa, la pediatra un'altra, le donne della lega del latte un'altra ancora.
Io so solo che sono isterica. Mangia ogni due tre ore ma non sembra mai sazio. Piange anche mentre lo allatto forse sente il mio voler che lui rispetti subito le regole come mi hanno detto in ospedale. Dieci minuti un seno e dieci minuti l'altro. Io non ci sto capendo niente. So solo che sono nervosissima sono dimagrita già 12 Kg in due settimane, non mi si può parlare e soprattutto penso. Ma a questo bimbo voglio bene?
Sto pensando di rinunciare all'allattamento perchè credo che sia questo il problema. Il voler sapere quanto ne ha mangiato, se è sazio, sapere perchè non si addormenta subito dopo. Con il latte artificiale sarei piu' serena. Ma mi sento in colpa anche per questo, Le donne mi guardano e dicono ma tu che lo hai non glielo dai. Ma come faccio a darglielo se gli trasmetto questa ansia immensa povero bambino. Con la mamma tutta rigida in attesa che finisca il prima possibile e possa tornare ad occuparsi del papà e della casa.
So che questa email è confusa ma è come è la mia mente in questo periodo.
E' possibile migliorare? Con il tempo riuscirò ad essere piu' tranquilla.
Figuratevi che al consultorio mi hanno detto di parlare al bambino. Io di natura non sono una coccolona anzi sono molto razionale e schematica. Mi sento sciocca a parlare con lui che gli dico. Magari quando sarà piu' grande. Ed anche il non riuscire a far questo mi distrugge.
Per favore aiutatemi datemi un consiglio mi sento veramente inadeguata e soprattutto di aver ricevuto un dono bellissimo, oltre tutto è sano e libero, e non apprezzare quanto ricevuto.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Mamma,
credo che la prima cosa da fare sia "buttare fuori" dalla sua casa e dalla sua testa tutti i consigli (più o meno contraddittori) che chiunque ha da fornirle in merito.
Parta dal fondo del suo scritto: ha ricevuto il dono bellissimo di un bambino sano.
Faccia un grande respiro e riparta da zero: in questo momento della sua vita, voi due siete le cose più importanti. Non ci sono lavori domestici che possano avere la priorità.
I primi tempi con un neonato in casa possono essere davvero "infernali", ma bisogna tener duro e vedrà che pian piano riuscirà ad organizzarsi e trovare un equilibrio. Per ora però è Lei che deve seguire i ritmi e le necessità del bambino, riposandosi quando lo fa lui, in modo da essere più disponibile e tranquilla quando ha bisogno di Lei.
Non credo sarebbe una buona idea interrompere l'allattamento: sicuramente non lo è per il piccolo, ma anche Lei si priverebbe di un'esperienza e un'occasione unica e irripetibile (anche con un altro bambino sarebbe comunque diverso). Non è necessario sapere l'esatta quantità di latte assunto, perché i neonati sanno regolarsi da soli e, in ogni caso, se il suo approccio a questo nuovo ruolo è così carico di ansie, non sarà di certo l'allattamento artificiale a risolvere il problema.
Se si sente fragile, chieda aiuto. Prima di tutto a suo marito, poi ad eventuali nonni e, se lo ritenesse opportuno, anche di persona ad un Collega psicologo.

Cari saluti.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Dr. Stefano Pozzi Psicologo, Psicoterapeuta 176 4
Gentile signora,

i primi tempi dopo la nascita di un bambino possono essere davvero duri, specie se la mamma è sommersa di "consigli" e di conseguenti sensi di colpa, e alla fine non sa a chi dare retta e non capisce perchè questo momento sia così difficile invece di essere sereno.
La maggior parte delle neo-mamme attraversa momenti di tristezza e ansia, e molte non si sentono in diritto di parlarne apertamente perchè chi si trova accanto a loro le giudicherebbe male.
Forse lei ha solo bisogno di essere ascoltata da uno psicologo che la sostenga e la aiuti a riprendersi dal parto accettando il nuovo ruolo di mamma con minore preoccupazione.

Da quello che scrive ho la sensazione che sia il suo primo figlio: è così?

Dr. Stefano Pozzi, psicologo psicoterapeuta
Riceve a Milano e Mariano Comense
s.pozzi@psychology.it - 340.2665359

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Utente
Utente
si è il mio primo figlio.
la mattina riesco a gestire il tutto magari con piu' o meno calma
la sera basta impazzisco e la cosa che mi fa + male è vedere mio marito che ha paura di cosa posso fare al bambino.
Lui è calmo con il papà mentre con me piange e basta.
non so a volte penso che starebbe meglio senza di me.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
No, signora: sta bene con Lei e ci starà sempre meglio, man mano che imparerete a conoscervi.
Solo che ora "assorbe" la sua stanchezza e il suo nervosismo (anche solo nel maneggiarlo) e quindi piange. Occuparsi per 24 ore su 24 di un cucciolo è davvero snervante, per cui è necessario prevedere dei momenti di recupero delle energie.
Quando suo marito (o un'altra persona) la può sostituire, ne approfitti per una doccia o un bagno rilassante, o per una capatina in un negozio di abbigliamento per comprarsi una maglia nuova o, ancora, per un pisolino: per ora i tempi sono un po' stretti, ma pian piano si allungheranno e non si sentirà più così oppressa. L'importante è essere consapevoli del fatto che si tratta di un periodo, per forza di cose destinato a terminare: ora richiede una valanga di energia, ma ne occorrerà giorno per giorno sempre meno. Così ne recupererà per se stessa.

Perché ritiene che suo marito nutra dei timori rispetto a ciò che potrebbe fare al piccolo? Gliene ha parlato lui o è solo una sua sensazione? Cosa pensa in proposito?

Nel corso della gravidanza ha seguito un corso di preparazione al parto?
Come si immaginava questo primo periodo?
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Utente
Utente
Perchè vede che la sera esausta impazzisco al pianto isterico del bambino. nel senso che vorrei non sentirlo basta è stato buono tutto il giorno perchè di notte fai cosi.
Io non gli farei male perchè mi sentirei troppo male però a volte vorrei urlare...e fuggire via.
si ho fatto un corso di preparazione al parto ma poi mi hanno messo a letto per utero accorciato e non ho potuto finirlo ho fatto solo due sessioni.
Immaginavo tutto piu' semplice come in ospedale dove mi hanno tenuto un giorno e mezzo e poi mi hanno praticamente cacciato
andavo al nido ogni tre quattro ore. e l'ultima poppata alle 00 e poi alle 06
che bello
ma evidentemente in quel lasso di tempo davano del latte al piccolo perchè non è possibile che tornato a casa faccia cosi .....
Ieri sono andata dalla pediatra che continua ad esortarmi nel dare il latte materno.
io mi sento impacciata non sono serena ora provo con il tiralatte per una settimana
ma vorrei passare all'artificiale ma mi sento continuamente giudicata dalle persone per questa scelta. mi sento dire tu che hai il latte non glielo dai.
ma a me crea difficoltà uscire e fermarmi per strada....scoprirmi etc etc pensare sempre quanto ne avrà preso sarà sazio
perchè ci metti cosi poco a bere
perchè rigurgiti
l'ho messo nella posizione esatta

ora resisto un po però la mia intenzione in fondo potrebbe essere quella dell'artificiale.
chissa se mi pentirò....

vorrei avere un manuale che mi dice cosi hai fatto bene
cosi hai fatto male
molte donne dicono la miglior pediatra per mio figlio sono io.
io mi sento la persona che invece può fargli sono del male tutto qui.

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile signora,

penso che il problema dell'allattamento sia il male minore nel senso che lei appare angosciata da un'esperienza per la quale sta scoprando di non essere abbastanza preparata (ma chi lo è?) e che soprattutto sta avvenendo a ritmi vorticosi, a partire dalle veloci dimissioni dall'ospedale e dalla conseguente necessità di gestire da sola il bambino.

Nel suo occuparsi della casa e del marito quasi come se niente fosse successo (e la presenza del bambino fosse uno spiacevole intoppo al fluire della routine) lei mostra chiaramente di essere in grossa difficoltà a gestire entrambi i ruoli (madre e moglie), tanto che attende che il bambino faccia quello che deve per tornare alle sue faccende senza nemmeno goderselo un po':

"povero bambino. Con la mamma tutta rigida in attesa che finisca il prima possibile e possa tornare ad occuparsi del papà e della casa".

Capisce che qualcosa non va, e non è la scelta del latte.

C'è qualcuno che le dà una mano o è da sola in casa fino al rientro di suo marito?
Prima lavorava? Se sì, ha in programma di ricominciare?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Cara signora,

mi permetto di aggiungere solo alle indicazioni dei Colleghi una nota alla Sua espressione: "...forse sente il mio voler che lui rispetti subito le regole come mi hanno detto in ospedale..."

Più che fare in modo che sia il piccolo a focalizzarsi su regole e ritmi a lui esterni, perchè non prova Lei a sintonizzarsi col Suo bambino, imparando ad ascoltare i suoi (di Suo figlio) bisogni?

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#8]
Utente
Utente
fino al rientro di mio marito a volte c'è mia suocera e a volte mio papà.
si vorrei lavoravo e per motivi economici vorrei rientrare il terzo mese o al massimo il quarto prendendo ferie.
ora sto tirando il latte cosi glielo do con il biberon e so almeno quanto ne ha preso e ciò mi tranquillizza molto.
ma vedo che dopo un'ora non ne esce piu' di 100 ml quanto ne devono prendere i bambini di 20 giorni?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Su questo non possiamo risponderle, spetta al pediatra darle indicazioni perchè noi siamo psicologi e non medici.

Ha modo di lasciare il bambino per un paio d'ore a sua suocera o suo padre per uscire a fare una passeggiata o comunque dedicare un po' di tempo a sè stessa?

Penso che se la sua stanchezza e lo stress aumenteranno ne risentirete sia lei sia il bambino, e il rischio è che lei veda il ritorno al lavoro come una liberazione dalla gestione del piccolo - che però magari a 3-4 mesi sarà ancora troppo piccolo per separarsi da lei.

La preoccupazione che suo marito ha espresso è un segnale che non deve essere sottovalutato: la soluzione migliore sarebbe affidarsi ad uno psicologo per farsi supportare e penso proprio che in questo momento lei ne abbia bisogno, perchè dalle sue parole emerge molta ansia se non esasperazione e bisogna intervenire prima che la situazione peggiori.