Ansia da separazione adolescente

Buongiorno, sono la mamma di una bimba di 11 anni che da una settimana manifesta quella che suppongo sia ansia da separazione, non volendo andare a scuola o ovunque non ci siamo io o mio marito. Per quel che sono riuscita, inizialmente l'ho forzata, anche se piangeva, mentre giovedì scorso ha manifestato sintomi fisici (debolezza alle gambe, voglia di vomitare) così abbiamo dovuto portarla a casa. Ne il giorno successivo ne oggi sono riuscita a convincerla. Oggi l'apoteosi, perchè la stavo lasciando dai nonni (che abitano sotto di noi) e lei ha avuto una reazione esagerata urlando e piangendo disperata, trattenendomi in tutti i modi. Così ho dovuto desistere e non andare al lavoro. In famiglia non ci sono stati cambiamenti, nè novità particolari, non abbiamo mai alimentato capricci in nostra figlia, è una bambina solare, sempre allegra, le piace fare sorprese a chi vuole bene, è autonoma in ogni cosa, aiuta nelle faccende di casa, è generosissima, si esprime sempre liberamente e parla tanto, è facile capire i suoi stati d'animo perchè trasparente. Ma è sempre stata un po' paurosa, la nonna che vive vicino è ansiosa e noi non riusciamo a bloccarla, così abbiamo lavorato su nostra figlia spiegandole che, per farla breve, la nonna è fatta così che se non riusciamo ad aiutarla non dobbiamo darle retta. A scuola non ci sono problemi di sorta, ha buoni rapporti con gli insegnanti e i compagni, scolasticamente è migliorata tanto nel salto elementari-medie (alle elementari una delle insegnanti era piuttosto dura), non ci sono stati episodi che l'abbiano preoccupata e lei ci dice chiaramente che non sa di cosa ha paura ne perchè, questo dopo aver detto le prime volte, che pensa che io possa non andare a prenderla a scuola o che lei non mi riesca a trovare. Lei fino a che il tempo lo ha permesso andava e veniva da scuola e da pallavolo da sola, andava a fare piccole commissioni da sola perchè questo è ciò che lei voleva e che noi (vivendo in un paesino e valutando che è in grado di farlo) le abbiamo permesso. Io non sono una che le fa molte raccomandazioni, mentre mio marito a volte esprime ansia, ma spesso è nostra figlia che lo "rimprovera" di esagerare. Stiamo parlando tanto con lei, ragionando su tutto quello che potrebbe crearle ansia e lei ci dice che non sa cosa sia. Ci stiamo autoesaminando ma non capiamo. Un'altra cosa: cerchiamo sempre di incoraggiarla e farle notare tutti i suoi progressi, miglioramenti ecc. Favoriamo attività con amiche e compagni, e non blocchiamo il suo spirito d'iniziativa, cerchiamo solo di indirizzarlo quando serve. Perciò davvero non sappiamo come comportarci. Ho contattato la psicologa della scuola ma ci vuole ancora qualche giorno prima di incontrarla e io avrei bisogno se possibile di avere un consiglio nell'immediato su come agire. Mi perdoni se mi sono dilungata e La ringrazio per qualsiasi cosa possa fare. Grazie
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Signora,
situazioni come quella che ha descritto non sono così rare quanto magari si crede.
Il fatto è che, se ci si aspetta da un bambino che passa dalla scuola dell'infanzia a quella primaria che possa manifestare timori o disagio alla separazione dai genitori, non è solitamente "previsto" un comportamento analogo all'età della sua ragazzina.
Sicuramente farete bene a sentire la psicologa della scuola, nel frattempo, in questi giorni, spiegando la situazione e prendendo accordi con il dirigente scolastico, potreste cercate di andare incontro a vostra figlia permettendole magari di ridurre il tempo-scuola (ad esempio, 3 ore invece di 5), ma non consentendole di saltarla completamente.
Deve sapere bene che saltare totalmente le lezioni non esiste proprio come possibilità, a meno che non sia malata (ovvio!): voi comprendete il suo attuale disagio, ma lei, che non è più così tanto piccola, deve impegnarsi a sua volta a scendere a compromessi con voi. Ciò anche per poterle passare il messaggio che voi avete fiducia che ce la possa fare.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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Dr. Stefano Pozzi Psicologo, Psicoterapeuta 176 4
Gentile signora,

lei e suo marito sembrate essere genitori molto attenti alle esigenze della bambina e alla sua crescita.
E' giusto fare in modo che non diventi un'adulta ansiosa come la nonna (anche se poi lei ci ha detto che pure il papà è un po' apprensivo), per far sì che non "impari" ad essere ansiosa da chi potrebbe essere per lei un modello di comportamento, volontariamente o meno.
E' importante che abbiate parlato apertamente con lei chiedendole cosa sta succendendo, ma non è detto che sia consapevole del perchè in questo momento si sente così.

Come le ha detto la Collega, queste situazioni sono tutt'altro che rare.
A volte si tratta semplicemente di passaggi della crescita che generano angosce che non hanno legami con cause concrete e contingenti, altre volte la causa del problema risiede in qualche aspetto che non è stato sufficientemente considerato.
Avete quindi fatto bene a prendere contatto con la psicologa della scuola che, incontrandovi di persona, potrà esaminare il caso più da vicino.

Cordiali saluti,

Dr. Stefano Pozzi, psicologo psicoterapeuta
Riceve a Milano e Mariano Comense
s.pozzi@psychology.it - 340.2665359

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