Depressione diagnosi
Buongiorno,
sono una ragazza ventitreenne alla ricerca di consulto medico. Da diversi anni a questa parte, in seguito a brutte esperienze lavorative e sentimentali, sono caduta in uno stato di prostrazione che temo possa tradursi, o si sia già tradotto, in forme depressive. Ero una ragazza grintosa e determinata ma, a causa di ripetute delusioni, sono pian piano scivolata nell'ignavia, nel rifiuto di me e degli altri. Non vedo e non cerco prospettive future, non sono in grado di sostenere serenamente una conversazione con altre persone, ho perso qualunque interesse e non coltivo più alcuna passione. Mi stanco facilmente di tutto e non sono più in grado di instaurare rapporti interpersonali che vadano al di là della formale cortesia; in poche parole, non mi sento più capace di voler bene, né ad altri né a me stessa. Anche in ambito scolastico, non sono più in grado di sostenere sforzi prolungati di attenzione, sia nelle situazioni di studio vero e proprio che in quelle di lezione, e sono soggetta a sonnolenza in svariati momenti della giornata, nonostante le mie abitudini di riposo notturno siano piuttosto regolari. Non mi sento capace di parlare con nessuno di questa mia condizione, dal momento che non sono assolutamente in grado di avvicinare una persona al punto di rivelare questa parte di me; anche con gli amici abituali il rapporto è diventato via via più superficiale, a causa della mia ritrosia. All'inizio di questo periodo buio piangevo molto di frequente, ma solo quand'ero sola, ed ero solita procurarmi graffi ai polsi con oggetti contundenti; inoltre, i miei pensieri erano quotidianamente rivolti al suicidio, anche se non ho mai avuto la forza necessaria per tradurre questo pensiero in azione. Nell'ultimo anno, ho abbandonato queste pratiche, ma credo più per indifferenza e stordimento che per un reale miglioramento delle mie condizioni. Non sono mai riuscita a parlarne direttamente con i miei famigliari, in parte concausa delle mie problematiche, e tantomeno con medici o psicologi. Non bevo e non assumo sostanze psicotrope o stupefacenti, ma sento di aver toccato il fondo. Vorrei solo essere felice, ma non ho più la forza di tirarmi fuori da questa situazione e non posso chiedere aiuto a nessuno, poiché agli occhi di tutti la mia vita trascorre serena e regolare. Quale consiglio potete darmi? Anche se sulla base dei sintomi che vi ho fornito è difficile dirlo, è effettivamente possibile che io sia caduta in depressione? Come posso fare per riprendere in mano le redini della mia vita, in tal caso?
Vi ringrazio per l'attenzione e il tempo accordatimi.
sono una ragazza ventitreenne alla ricerca di consulto medico. Da diversi anni a questa parte, in seguito a brutte esperienze lavorative e sentimentali, sono caduta in uno stato di prostrazione che temo possa tradursi, o si sia già tradotto, in forme depressive. Ero una ragazza grintosa e determinata ma, a causa di ripetute delusioni, sono pian piano scivolata nell'ignavia, nel rifiuto di me e degli altri. Non vedo e non cerco prospettive future, non sono in grado di sostenere serenamente una conversazione con altre persone, ho perso qualunque interesse e non coltivo più alcuna passione. Mi stanco facilmente di tutto e non sono più in grado di instaurare rapporti interpersonali che vadano al di là della formale cortesia; in poche parole, non mi sento più capace di voler bene, né ad altri né a me stessa. Anche in ambito scolastico, non sono più in grado di sostenere sforzi prolungati di attenzione, sia nelle situazioni di studio vero e proprio che in quelle di lezione, e sono soggetta a sonnolenza in svariati momenti della giornata, nonostante le mie abitudini di riposo notturno siano piuttosto regolari. Non mi sento capace di parlare con nessuno di questa mia condizione, dal momento che non sono assolutamente in grado di avvicinare una persona al punto di rivelare questa parte di me; anche con gli amici abituali il rapporto è diventato via via più superficiale, a causa della mia ritrosia. All'inizio di questo periodo buio piangevo molto di frequente, ma solo quand'ero sola, ed ero solita procurarmi graffi ai polsi con oggetti contundenti; inoltre, i miei pensieri erano quotidianamente rivolti al suicidio, anche se non ho mai avuto la forza necessaria per tradurre questo pensiero in azione. Nell'ultimo anno, ho abbandonato queste pratiche, ma credo più per indifferenza e stordimento che per un reale miglioramento delle mie condizioni. Non sono mai riuscita a parlarne direttamente con i miei famigliari, in parte concausa delle mie problematiche, e tantomeno con medici o psicologi. Non bevo e non assumo sostanze psicotrope o stupefacenti, ma sento di aver toccato il fondo. Vorrei solo essere felice, ma non ho più la forza di tirarmi fuori da questa situazione e non posso chiedere aiuto a nessuno, poiché agli occhi di tutti la mia vita trascorre serena e regolare. Quale consiglio potete darmi? Anche se sulla base dei sintomi che vi ho fornito è difficile dirlo, è effettivamente possibile che io sia caduta in depressione? Come posso fare per riprendere in mano le redini della mia vita, in tal caso?
Vi ringrazio per l'attenzione e il tempo accordatimi.
[#1]
Gentile ragazza, ci sono diverse forme di depressione che, per ovvie ragioni, devono essere diagnosticate attraverso una visita psichiatrica o colloquio psicologico.
Comprendo la tua ritrosia, ma d'altra parte come pensi di uscirne se stai rifiutando di farti aiutare?
Il meccanismo che in questo momento stai mettendo in atto in maniera inconsapevole è un meccanismo che amplificherà il problema: ti senti giù e non riesci ad agire, senti di non avere energie e voglia di fare e così non fai nulla. Nemmeno chiedere aiuto al medico o allo psicologo.
E quel che è peggio è mostrarsi agli altri come se niente fosse, come se tutto scorresse per il verso giusto.
Come pensi di tirarti fuori da questa situazione?
Forse può esserti d'aiuto questa lettura: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1583-depressione-patologia-o-poca-forza-di-volonta.html
Comprendo la tua ritrosia, ma d'altra parte come pensi di uscirne se stai rifiutando di farti aiutare?
Il meccanismo che in questo momento stai mettendo in atto in maniera inconsapevole è un meccanismo che amplificherà il problema: ti senti giù e non riesci ad agire, senti di non avere energie e voglia di fare e così non fai nulla. Nemmeno chiedere aiuto al medico o allo psicologo.
E quel che è peggio è mostrarsi agli altri come se niente fosse, come se tutto scorresse per il verso giusto.
Come pensi di tirarti fuori da questa situazione?
Forse può esserti d'aiuto questa lettura: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1583-depressione-patologia-o-poca-forza-di-volonta.html
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Gentile ragazza,
se da alcuni anni la sua situazione è quella che ha descritto, pare strano possa essere passata inosservata a famigliari e amici. Fino a che punto Lei è stata aperta e disponibile alle loro eventuali offerte di vicinanza o aiuto?
Se veramente crede di voler riprendere in mano le redini della sua esistenza, cominci a pensare costruttivamente al futuro e cerchi uno specialista nella sua zona che la affianchi in questo percorso, che probabilmente non sarà facile, ma che le riporterà di certo un po' di serenità.
Cordiali saluti.
se da alcuni anni la sua situazione è quella che ha descritto, pare strano possa essere passata inosservata a famigliari e amici. Fino a che punto Lei è stata aperta e disponibile alle loro eventuali offerte di vicinanza o aiuto?
Se veramente crede di voler riprendere in mano le redini della sua esistenza, cominci a pensare costruttivamente al futuro e cerchi uno specialista nella sua zona che la affianchi in questo percorso, che probabilmente non sarà facile, ma che le riporterà di certo un po' di serenità.
Cordiali saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#3]
Gentile ragazza,
lei dice: <Non mi sento capace di parlare con nessuno di questa mia condizione, dal momento che non sono assolutamente in grado di avvicinare una persona al punto di rivelare questa parte di me; anche con gli amici abituali il rapporto è diventato via via più superficiale, a causa della mia ritrosia>
Cosa le impedisce di parlarne con qualcuno?
Se ha scritto ora forse potrebbe essere un piccolo passo da incoraggiare?
Cordialmente
lei dice: <Non mi sento capace di parlare con nessuno di questa mia condizione, dal momento che non sono assolutamente in grado di avvicinare una persona al punto di rivelare questa parte di me; anche con gli amici abituali il rapporto è diventato via via più superficiale, a causa della mia ritrosia>
Cosa le impedisce di parlarne con qualcuno?
Se ha scritto ora forse potrebbe essere un piccolo passo da incoraggiare?
Cordialmente
Dr.ssa Verena Elisa Gomiero
psicologa psicoterapeuta
Operatore training autogeno
[#5]
Cara ragazza,
quello che ci hai raccontato è segno di un disagio che non si può nè inquadrare nè liquidare con uno scambio di idee a distanza, ma non vuol dire che debba essere davvero difficile parlarne anche di persona come lo hai fatto scrivendo a noi.
In linea di massima descrivi un quadro dalla forte tonalità depressiva e non hai detto nulla di così orribile da non poter essere raccontato ad altri che, essendo professionisti estranei alla tua famiglia, sono in grado sia di valutare sia di dare il giusto peso ai singoli elementi senza giudicarti come persona.
Ti consiglio di farlo quanto prima anche per poter rinunciare almeno in seduta alla facciata che stai mostrando agli altri ("agli occhi di tutti la mia vita trascorre serena e regolare") e che sicuramente ti pesa sostenere perchè molto lontana dalla realtà.
Recuperare l'autenticità e gettare la maschera almeno in quella sede sarà un primo passo importante verso la conquista del benessere.
Ti faccio tanti auguri,
quello che ci hai raccontato è segno di un disagio che non si può nè inquadrare nè liquidare con uno scambio di idee a distanza, ma non vuol dire che debba essere davvero difficile parlarne anche di persona come lo hai fatto scrivendo a noi.
In linea di massima descrivi un quadro dalla forte tonalità depressiva e non hai detto nulla di così orribile da non poter essere raccontato ad altri che, essendo professionisti estranei alla tua famiglia, sono in grado sia di valutare sia di dare il giusto peso ai singoli elementi senza giudicarti come persona.
Ti consiglio di farlo quanto prima anche per poter rinunciare almeno in seduta alla facciata che stai mostrando agli altri ("agli occhi di tutti la mia vita trascorre serena e regolare") e che sicuramente ti pesa sostenere perchè molto lontana dalla realtà.
Recuperare l'autenticità e gettare la maschera almeno in quella sede sarà un primo passo importante verso la conquista del benessere.
Ti faccio tanti auguri,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.4k visite dal 13/11/2011.
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