Timidezza e conseguente sudorazione

Salve a tutti.
Sono un ragazzo 25enne (ahimè tra poco più di una settimana saranno 26) molto ma molto timido. Sin da piccolo mi porto dietro questo problema, che fino alla mia adoloscenza mi portava ad arrossire con estrema facilità senza alcun'altra conseguenza.Tutto sommato, se fosse rimasto tutto così, non mi sarei posto neanche tanti complessi.Sono una persona timida si, ma che una volta presa confidenza riesce ad essere anche molto socievole e divertente, difatti con gli amici più stretti non ho problema alcuno.
Il problema creatosi è un altro però: dall'adolescenza in poi, crescendo sempre più, ad ogni "arrossire" inizio ad agitarmi, ad affannarmi e quindi a sudare tantissimo come un maratoneta dopo 50 km di corsa! Tutto ciò mi fa ovviamente sentire in forte disagio, perdendo sicurezza, padronanza dialettica e impossibilità di guardare la gente negli occhi!!Purtroppo più tempo passa e più questo mi condiziona, perchè già prima di uscire da casa immagino che dovrò sudare in qualche situazione, passando 5 minuti di inferno!! Ciò mi condiziona anche nel lavoro, perchè la paura di sudare (che alla fine finisce per farmi sudare sul serio) mi abbatte e mi fa rendere anche meno di quello che in realtà potrei. Sudo anche in casa con i miei, con i parenti, basta una situazione in cui arrossisca e... voilà!!!
Amo i posti con luce bassa (le discoteche o parecchi pub ad esempio) perchè mi mettono molto più a mio agio, al contrario invece di quelli illuminati; in una lunga tavolata con gente con cui non ho molta confidenza, inizio ad avere attacchi di ansia già prima di arrossire.
A dicembre ad esempio dovrò partecipare ad un matrimonio dove il 99,99 % della gente invitata è a me estranea. Sarò soltanto io ed un'amica di scuola che vedo di rado. Già mi immaginerò quella giornata: un incubo!!!

Adesso io vorrei non tanto sapere il perchè della mia timidezza, ma bensì perchè se arrossisco per più di 10 secondi (forse anche meno) mi accaldo così tanto da sudare automaticamente??
Come posso guarire da tutto questo??
Devo per forza chiedere un consulto da uno specialista?
Quest'ultima cosa vorrei tanto evitarla perchè mi imbarazza parecchio visto e considerando che conoscendo la mia famiglia... non ne sarebbe tanto d'accordo.

Spero di ricevere risposte al più presto, e anticipatamente vi ringrazio di cuore.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazzo,

con buona probabilità quello che Le succede, legato a quella che chiama timidezza, è una reazione...competitiva!
Quando perdiamo una competizione (perdere sicurezza è una sconfitta), anche noi diamo un segnale di resa (come fanno gli animali): diventiamo rossi in volto e abbassiamo lo sguardo. E non è facile, a seconda del significato che attribuiamo a questo evento, fare i conti con la sconfitta (non a caso ti senti come un maratoneta!).

Quindi il problema è a monte, perchè in realtà Lei la timidezza l'ha vinta (tant'è che riesce bene poi nelle interazioni sociali). Quello che La preoccupa è questo rossore in determinate situazioni. Cioè ciò che Le mette poi ansia, angoscia, ecc... e la fa sudare è la resa.

Le incollo di seguito un articolo sulle abilità sociali (anche se probabilmente il problema non sta qui): Lei ha molte occasioni di "allenarsi" e apprendere nuove abilità. https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html
La quesione, però, è più vicino all'idea che lei ha di se stesso come persona che in quei momenti è a disagio (e quindi meno brillante).

Questo però si affronta in un percorso psicologico.
Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2011 al 2020
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente,
il suo percorso di crescita dovrebbe portarla ad accettare se stesso abbandonando dei modelli che lei ha dentro di sè e che forse le creano ansia in determinate situazioni.
Avere un modello, anche a livello inconsapevole, presuppone il continuo confronto di sè (del suo modo di essere, di comportarsi nelle diverse situazioni sociali e lavorative per esempio) con esso e questo le preclude la possibilità di:
_ conoscersi per come realmente lei è
_ godersi i momenti di convivialità in relax sgombro da ansie di tipo sociale o di prestazione.
La ricerca di noi stessi è un cammino che vale la pena fare, ma che va fatto cercando di liberarsi (per quanto è possibile) di aspettative e giudizi (devo essere così, non devo essere in quest'altro modo), anche che altri, come i nostri familiari, hanno su di noi.
Presuppone che nelle diverse esperienze di vita noi accogliamo noi stessi con la curiosità di un bambino e con l'accettazione incondizionata di una figura materna.
Per fare ciò le consiglio comunque il supporto e la guida di uno psicologo, che l'aiuterà a disinnescare l'automatismo "situazione-ansia-sudorazione", a vivere lo sguardo dell'altro con minore preoccupazione ed a riconoscere e gestire i suoi stati emotivi.
Lei dice che i suoi familiari non appreverebbero, giusto? ma è proprio necessario riferglielo, mi chiedo? Non pensa che (a maggior ragione per l'età che lei ha) di avere il diritto di tutelare la sua privacy e la sua intimità?
Un caro saluto
[#3]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Caro ragazzo,

senza conoscerti non è possibile effettuare una diagnosi del problema, che effettivamente potrebbe rientrare nel quadro di un Disturbo d'Ansia ma potrebbe anche rappresentare l'esito di una semplice associazione, come sugggerisce la d.ssa Di Fonzo, fra stimolo e risposta.
Una sorta di "abitudine", insomma, sicuramente fastidiosa e che non riuscirai molto probabilmente a superare con le tue forze perchè ormai fa parte di te e rappresenta il peggioramento della precedente tendenza ad arrossire nelle situazioni sociali.

Penso anch'io che un consulto psicologico ti gioverebbe, e ti faccio presente la possibilità di rivolgerti ad uno psicologo che utilizzi tecniche di rilassamento e autodistensione come il Training Autogeno, che puoi apprendere in seduta e impiegare tutte le volte che vorrai:
www.medicitalia.it/minforma/Psicologia/652/Il-Training-Autogeno-nel-trattamento-dei-sintomi-psicologici-e-psicosomatici

Imparare a rilassarti e a disinnescare la carica emotiva delle situazioni ansiogene potrebbe essere sufficiente a risolvere il tuo problema, ma non ti resta che verificarlo di persona.

Ti faccio tanti auguri,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it