Androfobia
Gentile dott.re sono una ragazza di 26 anni e le scrivo perchè da poco finalmente ho realizzato di avere un grande problema del quale non ho ancora parlato con nessuno. Dunque, non so davvero da dove partire. Credo di essere affetta da "androfobia", non ho mai avuto nella mia vita esperienze con l'altro sesso non perchè non mi piaccia ma perchè provo una sorta di repulsione quando un uomo/ragazzo mi desidera. Solo con un ragazzo è successo qualcs ma è stata una cosa decisa da me, decisamente piccola qualche bacio niente di più, successa con una persona ben distante da me in tutto e per tutto, che non poteva rintracciarmi dunque. Sono una ragazza ritenuta molto carina e simpatica e nonostante non faccia assolutamente niente ci sono parecchi ragazzi davvero parecchi ragazzi che mi chiedono di uscire ma io non ce la faccio neanche ad uscirci in amicizia sola con loro, se ci sono altre persone sì sennò no. Se sono da sola con un ragazzo che mi desidera io vorrei scappare, ammazzarlo. Io amo gli uomini ma provo questo quando mi si avvicinano ed è logorante, provo una sorte di forte vergogna per questo che tengo ben segreto. Tutti mi chiedono com'è possibile che io nn abbia nessuno si chiedono se sono lesbica o se nascondo qualche storia o se bo. Sto davvero malissimo, credo che non troverò nessuno mai per me, cioè sono sicura che anche se trovassi l'uomo perfetto lo rifiuterei perchè forse mi sento inferiore, perchè credo che se conoscesse questa fobia non piacerei più tanto. Quando avevo circa 16 anni ho subito una molestia, un tentato stupro, ma sono riuscita a scappare e poi per molti anni ho avuto un'amicizia con una ragazza molto invidiosa e complessata a cui dovevo nascondere qualsiasi persona mi guardasse. Per non parlare di mia madre che è sempre stata molto curiosa, che al contrario degli altri non mi trova così bella e oensa che nessuno mi voglia. aiuto :(
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<<Quando avevo circa 16 anni ho subito una molestia, un tentato stupro, ma sono riuscita a scappare>>
Gentile Ragazza,
di quell'evento aveva parlato a suo tempo con qualcuno? Era stata successivamente seguita da qualche specialista oppure no?
Gentile Ragazza,
di quell'evento aveva parlato a suo tempo con qualcuno? Era stata successivamente seguita da qualche specialista oppure no?
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
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Ex utente
gentile dottoressa grazie della tempestività quasi non ci speravo che qulcuno mi rispondesse..dunque avevo 16 o 15 anni ero con la mia amica paranoica che le dicevo, c'eravamo allontanate dalla piazza e un uomo scherzando si è avvicinato a noi e ci ha prese entrambe ma non riuscendo a trattenere tutte e due ha lasciato scappare lei tenendo me da dietro mi ricordo solo le mani grandi che mi stringevano e che mi dava baci e mi diceva cose ti porto via io..ho una visione della storia molto strano...quasi non fosse successo..appena successo io e la mia amica ci siamo promesse di non parlarne mai con nessuno avevamo paura che i nostri genitori ci sgridassero non so perchè..io e lei non ne abbiamo mai mai più parlato..io ne ho parlato qualche anno dopo con una professoressa di educazione fisica che durante un corso di difesa personale si accorse che ero particolarmente aggressiva, io che di solito nn lo sono..ne ho parlato con qualche mia amica ma sempre banalizzando alleggerendo il fatto anche perchè non c'è stato nessuno stupro di fatto..con i miei non ne ho mai assolutamente parlato. In realtà non avendo subito abuso sessuale mi sembra quasi stupido dire questa cosa non so, ricordo che di essere stata frastornata e che non riuscivo ad urlare ma non ho ricordi così tanto tremendi non so però appena sono sola con un uomo che mi tocca, anche se so di potermi fidare e magari da una parte lo desidero, ho voglia di scappare lo odio provo repulsione proprio ma anche se mi chiama al telefono con insistenza o mi guarda in un certo modo
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Cara Ragazza,
il disagio che abita in lei e che la limita nell'intimità. credo andrebbe analizzato all'interno di un setting più riservato e protetto, come quello di una relazione di tipo psicoterapico.
Da quello che scrive di lei, sono tanti i punti di riflessione e su cui poter lavorare.
Cari saluti
il disagio che abita in lei e che la limita nell'intimità. credo andrebbe analizzato all'interno di un setting più riservato e protetto, come quello di una relazione di tipo psicoterapico.
Da quello che scrive di lei, sono tanti i punti di riflessione e su cui poter lavorare.
Cari saluti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
Gentile Ragazza,
una violenza è una violenza e basta: non è necessario arrivare all'estremo dello stupro.
Lei, ragazzina, ha comunque subito una violazione della sua intimità e del suo corpo, sentendosi priva di protezione e impotente nelle mani di quel mascalzone.
Comprensibile che se quell'evento non è ancora stato "metabolizzato" abbia ancora oggi ripercussioni sui suoi rapporti con l'altro sesso.
Concordo con la Collega sull'indispensabilità di rivolgersi ad un/a psicologo/a della sua zona per poter elaborare e superare quanto le è accaduto.
Tanti cari auguri.
una violenza è una violenza e basta: non è necessario arrivare all'estremo dello stupro.
Lei, ragazzina, ha comunque subito una violazione della sua intimità e del suo corpo, sentendosi priva di protezione e impotente nelle mani di quel mascalzone.
Comprensibile che se quell'evento non è ancora stato "metabolizzato" abbia ancora oggi ripercussioni sui suoi rapporti con l'altro sesso.
Concordo con la Collega sull'indispensabilità di rivolgersi ad un/a psicologo/a della sua zona per poter elaborare e superare quanto le è accaduto.
Tanti cari auguri.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 6.9k visite dal 28/10/2011.
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