Problemi di relazione con i genitori
salve, per cortesia mi servirebbe un'opinione.
da quando ho finito la psicoterapia (psicologa ad indirizzo cognitivo comportamentale) penso molto spesso ai miei comportamenti e ai miei pensieri ed ultimamente credo di avere scoperto una cosa molto importante che mi limita nel rapporto che ho con gli altri, ma sopratutto con me stesso.
ora mi trovo di fronte ad una novità, alla quale da solo, dopo diversi giorni, non riesco proprio a daremi una risposta.
con la terapeuta non ne ho mai parlato perchè non ne avevo preso coscienza dellesistenza di questo problema.
dunque, i miei genitori sono sempre stati i miei primi antagonisti, su qualsiasi cosa, anche da bambino hanno sempre screditato il mio operato e non mi hanno mai dato nessun segno d'approvazione.
e a proposito di approvazione mi sono reso conto che da sempre fino ad oggi ho cercato di fare di tutto per ottenerla (specialmente con la mamma) e per cercare di evitare delle risposte negative di rifiuto nei miei confronti, quindi ho sempre pensato ad un modo che mi potesse fare evitare tali risposte anche con le altre persone, e questo è impossibile.
la conseguenza è che da una parte cerco il modo perfetto di parlare e dall'altra mi chiudo in un muro per difendermi dalle brutte risposte, quindi difficoltà ad esprimermi e anche ad ascoltare perchè sono sempre sospettoso che le persone che mi rivolgono la parola mi vogliono dire o fare qualcosa di male.
ora che me ne sono reso conto, trovo un po' di sollievo del dirmi, prima di parlare con qualcuno: vediamo se mi dice qualcosa di male, oppure: non è detto che mi dica qualcosa di male...e con la mamma parlo anche se so che mi arriverà la risposta negativa...ma quando arriva sono sempre un pochino risentito e le faccio notare che risponde male, forse perchè la vorrei cambiare? ma non si possono cambiare i genitori....
so che non posso diventare un grandissimo interlocutore, ma almeno essere meno insicuro...
inoltre penso sia opportuno parlare anche del padre, il quale mi ha sempre detto di essere un'incapace, di non essere all'altezza oppure di essere duro (di testa) oppure uno stupido ed ha sempre screditato ciò che dicevo anche in pubblico prendendomi in giro e deridendomi.
forse a forza di sentirmelo dire ci ho creduto veramente perchè prima e mentre faccio un qualsiasi lavoro ho sempre il pensiero di non essere all'altezza, o di non poterci riuscire e anche quando parlo con qualcuno, a volte, mi immagino una persona che continua a screditare ciò che dico e questa persona nella realtà esiste veramente e quando la frequentavo aveva questo comportamento di totale dissenso nei miei confronti, ma non è mio papà. forse sono io che rifletto mio papà su un'altra persona.
come posso gestire meglio le mie emozioni?
spero di non essermi dilungato troppo
da quando ho finito la psicoterapia (psicologa ad indirizzo cognitivo comportamentale) penso molto spesso ai miei comportamenti e ai miei pensieri ed ultimamente credo di avere scoperto una cosa molto importante che mi limita nel rapporto che ho con gli altri, ma sopratutto con me stesso.
ora mi trovo di fronte ad una novità, alla quale da solo, dopo diversi giorni, non riesco proprio a daremi una risposta.
con la terapeuta non ne ho mai parlato perchè non ne avevo preso coscienza dellesistenza di questo problema.
dunque, i miei genitori sono sempre stati i miei primi antagonisti, su qualsiasi cosa, anche da bambino hanno sempre screditato il mio operato e non mi hanno mai dato nessun segno d'approvazione.
e a proposito di approvazione mi sono reso conto che da sempre fino ad oggi ho cercato di fare di tutto per ottenerla (specialmente con la mamma) e per cercare di evitare delle risposte negative di rifiuto nei miei confronti, quindi ho sempre pensato ad un modo che mi potesse fare evitare tali risposte anche con le altre persone, e questo è impossibile.
la conseguenza è che da una parte cerco il modo perfetto di parlare e dall'altra mi chiudo in un muro per difendermi dalle brutte risposte, quindi difficoltà ad esprimermi e anche ad ascoltare perchè sono sempre sospettoso che le persone che mi rivolgono la parola mi vogliono dire o fare qualcosa di male.
ora che me ne sono reso conto, trovo un po' di sollievo del dirmi, prima di parlare con qualcuno: vediamo se mi dice qualcosa di male, oppure: non è detto che mi dica qualcosa di male...e con la mamma parlo anche se so che mi arriverà la risposta negativa...ma quando arriva sono sempre un pochino risentito e le faccio notare che risponde male, forse perchè la vorrei cambiare? ma non si possono cambiare i genitori....
so che non posso diventare un grandissimo interlocutore, ma almeno essere meno insicuro...
inoltre penso sia opportuno parlare anche del padre, il quale mi ha sempre detto di essere un'incapace, di non essere all'altezza oppure di essere duro (di testa) oppure uno stupido ed ha sempre screditato ciò che dicevo anche in pubblico prendendomi in giro e deridendomi.
forse a forza di sentirmelo dire ci ho creduto veramente perchè prima e mentre faccio un qualsiasi lavoro ho sempre il pensiero di non essere all'altezza, o di non poterci riuscire e anche quando parlo con qualcuno, a volte, mi immagino una persona che continua a screditare ciò che dico e questa persona nella realtà esiste veramente e quando la frequentavo aveva questo comportamento di totale dissenso nei miei confronti, ma non è mio papà. forse sono io che rifletto mio papà su un'altra persona.
come posso gestire meglio le mie emozioni?
spero di non essermi dilungato troppo
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<con la terapeuta non ne ho mai parlato perchè non ne avevo preso coscienza dellesistenza di questo problema....>
Gentile ragazzo,
se si è trovato bene con la sua terapeuta e ritiene di aver tratto giovamenti dalla terapia le suggerirei di ricontattarla e provare a parlarne direttamente con lei.
Da quanto è terminato il percorso?
Gentile ragazzo,
se si è trovato bene con la sua terapeuta e ritiene di aver tratto giovamenti dalla terapia le suggerirei di ricontattarla e provare a parlarne direttamente con lei.
Da quanto è terminato il percorso?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Utente
mi sono trovato molto bene e forse troppo, nel senso che a me un pochino mi piaceva e forse un po' anche io a lei, però potrei sbagliarmi.
dall'ultima volta che sono stato da lei credo sia passato un anno circa, e dopo l'ultima sono ri-tornato e mi ha accolto, facendomi capire che se chiudevamo era meglio.
io potrei ricominciare una nuova terapia, ma preferirei con un'altro terapeuta, se non è risolvibile grazie ad un consulto online.
dall'ultima volta che sono stato da lei credo sia passato un anno circa, e dopo l'ultima sono ri-tornato e mi ha accolto, facendomi capire che se chiudevamo era meglio.
io potrei ricominciare una nuova terapia, ma preferirei con un'altro terapeuta, se non è risolvibile grazie ad un consulto online.
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I genitori sono una delle poche cose che non si possono cambiare, a questo mondo. Ognuno ha quelli che ha, con i loro pregi, i loro difetti, le loro miserie. Non esistono genitori perfetti, anche perché non esistono figli perfetti.
Il suo problema non è risolvibile con un consulto online, ha visto giusto. Dovrebbe rivolgersi a un collega di persona, alla sua psicologa oppure un altro. Ma posso chiederle come mai, se questa questione è per lei importante, non ne aveva parlato con lei? Qual era stato il motivo che l'aveva portata in terapia?
Cordiali saluti
Il suo problema non è risolvibile con un consulto online, ha visto giusto. Dovrebbe rivolgersi a un collega di persona, alla sua psicologa oppure un altro. Ma posso chiederle come mai, se questa questione è per lei importante, non ne aveva parlato con lei? Qual era stato il motivo che l'aveva portata in terapia?
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#4]
Utente
dunque, inizialmente mi sono rivolto a questo consultorio pubblico per ansia e difficoltà nei rapporti con le persone, ho fatto tre anni e mezzo circa di terapia con uno psicologo e psicoterapeuta, penso freudiano, ma i risultati sono stati insoddisfacenti e comunque mi aveva fatto capire che non avevo piu bisogno della terapia.
dopo pochi mesi è venuto a mancare purtroppo, e io sono ritornato al consultorio (non era asl, ma non so se posso scrivere l'ente) ed ho ripreso la terapia con la nuova terapeuta.
durante la nuova terapia abbiamo affrontato i problemi legati al narcisismo, ho imparato ad affrontare gli sbagli (quelli che si fanno tutti i giorni) e ad accettare i genitori, chissà perchè non ho mai parlato del carattere dei miei genitori, è da una vita che mi tengono in scacco forse lo nascondevo a me stesso?
dopo pochi mesi è venuto a mancare purtroppo, e io sono ritornato al consultorio (non era asl, ma non so se posso scrivere l'ente) ed ho ripreso la terapia con la nuova terapeuta.
durante la nuova terapia abbiamo affrontato i problemi legati al narcisismo, ho imparato ad affrontare gli sbagli (quelli che si fanno tutti i giorni) e ad accettare i genitori, chissà perchè non ho mai parlato del carattere dei miei genitori, è da una vita che mi tengono in scacco forse lo nascondevo a me stesso?
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Non credo si tratti di averlo nascosto a se stesso. Mi sembra strano che un terapeuta a indirizzo analitico non le abbia chiesto dei suoi genitori. Se c'è una cosa che allo psicoanalista interessa innanzitutto, è proprio il rapporto con i genitori. In 3 anni e mezzo ci sarebbe dovuto essere il tempo di trattare l'argomento.
Con la seconda terapeuta qual era il contenuto delle sedute? Parlavate soltanto o riceveva anche compiti specifici da eseguire fra una seduta e l'altra? Quali, se se ne ricorda?
Cordiali saluti
Con la seconda terapeuta qual era il contenuto delle sedute? Parlavate soltanto o riceveva anche compiti specifici da eseguire fra una seduta e l'altra? Quali, se se ne ricorda?
Cordiali saluti
[#6]
Utente
chissà magari io ho acennato l'argomento, am mi rispondeva sempre che io ero pigro.
con la seconda terapeuta parlavo dei problemi e lei mi ha spiegato di tornare a parlare con la mamma, ma a quanto pare non era abbastanza e non ho ricevuto nessun compito incarico o commissione,a fine seduta mi dava appuntamento per la volta successiva che era dopo 15 o 20 giorni ed è durata sei mesi circa.
con la seconda terapeuta parlavo dei problemi e lei mi ha spiegato di tornare a parlare con la mamma, ma a quanto pare non era abbastanza e non ho ricevuto nessun compito incarico o commissione,a fine seduta mi dava appuntamento per la volta successiva che era dopo 15 o 20 giorni ed è durata sei mesi circa.
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In tal caso potrebbe fare un altro tentativo, questa volta informandosi meglio preventivamente sul funzionamento di alcuni diffusi orientamenti terapeutici e sulla psicoterapia in generale. Può partire da qui:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Se poi avrà altri dubbi, chieda pure.
Cordiali saluti
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Se poi avrà altri dubbi, chieda pure.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 2.2k visite dal 19/10/2011.
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