Come comportarsi con potenziale persona borderline
Salve,
mi rivolgo a voi con un fortissimo dubbio e la coscienza che da sola non c'è la potrò fare, avrei bisogno di consigli come “parlare, comportarmi” con una persona che penso sia borderline. Vi sarei grata anche se sapeste indirizzarmi verso specialisti a Bologna o provincia con cui poter parlare personalmente).
Questa persona è il mio ex ragazzo, abbiamo avuto una storia di 4 mesi, molto intensa.
Mi ha lasciata 4 giorni fa con una sfuriata incredibile, insulti pesantissimi, tanto che veramente non capivo cosa stesse succedendo, mi sembrava surreale.
Tutto questo è successo, come quasi tutti i nostri diverbi in chat MSN, però mai prima mi aveva insultata. Ho visto una rabbia insensata, esagerata (l'avevo notata in passato verso la madre, o situazioni “particolari”, ma MAI in questo modo verso di me).
Ho provato a cercarlo e a mandarli due e-mail, nell'ultima ho scritto che era l'ultima e gli ho dato da leggere alcuni siti che parlavano di disturbo di personalità borderline (l'ho fatto perché in passato si è già reso conto di alcuni suoi comportamenti “strani” e mi ha raccontato sia gli eventi sia come si sentiva in quei momenti, soprattutto il suo essere sdoppiato e vedere tutto bianco o nero. Comportamenti e sentimenti che non capiva, si colpevolizzava, disprezzava, con fortissimo senso di vuoto e dubbi forti su se stesso e persone a lui più vicine, la relazione con me, rabbia incontrollata, impulsività, senso d'abbandono). Ho espresso la mia vicinanza e la volontà di accompagnarlo nel percorso se deciderà di cercare aiuto.
Questo è quello che ho fatto fino ad ora, non so se è giusto o sbagliato, ma non so come comportarmi per il futuro. Ho paura che se seguissi le mie buone intenzioni, farei solo più danno ( non lo nego, mi sono fatta influenzare dai suoi comportamenti e ricattare, ma come cercavo di migliorare i miei, perché pensavo fossi io la causa, peggioravo soltanto la situazione). Me ne sono resa conto che c'è qualcosa di grave che non va con questa rottura, dove ho aperto gli occhi.
Sono molto preoccupata, si trova in una situazione famigliare molto grave (malattia in famiglia, vicinanza del compleanno di suo padre scomparso pochi anni fà) e da quando è sotto forte stress i suoi comportamenti strani sono peggiorati notevolmente, con sbalzi di umore anche nella stessa giornata.
Io sono l'unica persona, a parte la madre, veramente vicina, gli amici non si sono accorti quasi di niente (tranne le sue eccessive dimostrazioni d'amore nei miei confronti, e 2 giorni dopo l'odio e una brusca rottura).
Ora è chiuso in casa da più di 1 settimana, non parla con nessuno, si è totalmente isolato, sta giocando a un gioco su internet tutto il giorno, non mi risponde alle e-mail.
Cosa è consigliato fare in questi casi? Lasciarlo totalmente da solo (nella speranza che la solitudine lo svegli), farli sentire la mia presenza senza opprimerlo, prendere e andare a casa sua e cercare di parlargli?
Grazie!
mi rivolgo a voi con un fortissimo dubbio e la coscienza che da sola non c'è la potrò fare, avrei bisogno di consigli come “parlare, comportarmi” con una persona che penso sia borderline. Vi sarei grata anche se sapeste indirizzarmi verso specialisti a Bologna o provincia con cui poter parlare personalmente).
Questa persona è il mio ex ragazzo, abbiamo avuto una storia di 4 mesi, molto intensa.
Mi ha lasciata 4 giorni fa con una sfuriata incredibile, insulti pesantissimi, tanto che veramente non capivo cosa stesse succedendo, mi sembrava surreale.
Tutto questo è successo, come quasi tutti i nostri diverbi in chat MSN, però mai prima mi aveva insultata. Ho visto una rabbia insensata, esagerata (l'avevo notata in passato verso la madre, o situazioni “particolari”, ma MAI in questo modo verso di me).
Ho provato a cercarlo e a mandarli due e-mail, nell'ultima ho scritto che era l'ultima e gli ho dato da leggere alcuni siti che parlavano di disturbo di personalità borderline (l'ho fatto perché in passato si è già reso conto di alcuni suoi comportamenti “strani” e mi ha raccontato sia gli eventi sia come si sentiva in quei momenti, soprattutto il suo essere sdoppiato e vedere tutto bianco o nero. Comportamenti e sentimenti che non capiva, si colpevolizzava, disprezzava, con fortissimo senso di vuoto e dubbi forti su se stesso e persone a lui più vicine, la relazione con me, rabbia incontrollata, impulsività, senso d'abbandono). Ho espresso la mia vicinanza e la volontà di accompagnarlo nel percorso se deciderà di cercare aiuto.
Questo è quello che ho fatto fino ad ora, non so se è giusto o sbagliato, ma non so come comportarmi per il futuro. Ho paura che se seguissi le mie buone intenzioni, farei solo più danno ( non lo nego, mi sono fatta influenzare dai suoi comportamenti e ricattare, ma come cercavo di migliorare i miei, perché pensavo fossi io la causa, peggioravo soltanto la situazione). Me ne sono resa conto che c'è qualcosa di grave che non va con questa rottura, dove ho aperto gli occhi.
Sono molto preoccupata, si trova in una situazione famigliare molto grave (malattia in famiglia, vicinanza del compleanno di suo padre scomparso pochi anni fà) e da quando è sotto forte stress i suoi comportamenti strani sono peggiorati notevolmente, con sbalzi di umore anche nella stessa giornata.
Io sono l'unica persona, a parte la madre, veramente vicina, gli amici non si sono accorti quasi di niente (tranne le sue eccessive dimostrazioni d'amore nei miei confronti, e 2 giorni dopo l'odio e una brusca rottura).
Ora è chiuso in casa da più di 1 settimana, non parla con nessuno, si è totalmente isolato, sta giocando a un gioco su internet tutto il giorno, non mi risponde alle e-mail.
Cosa è consigliato fare in questi casi? Lasciarlo totalmente da solo (nella speranza che la solitudine lo svegli), farli sentire la mia presenza senza opprimerlo, prendere e andare a casa sua e cercare di parlargli?
Grazie!
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gentile ragazza, al di là della possibilità che possa trattarsi di un disturbo di personalità o meno, il problema è quello di non cadere nella trappola del "io ti salverò" che, in linea di massima, rappresenta l'ingresso verso la sofferenza.
Se non vuole parlarle e non vuole risponderle questo va rispettato per due motivi, se è una sua scelta nulla lei potrà fare, se è l'espressione della sua eventuale malattia lei potrà fare ancor meno.
saluti
Se non vuole parlarle e non vuole risponderle questo va rispettato per due motivi, se è una sua scelta nulla lei potrà fare, se è l'espressione della sua eventuale malattia lei potrà fare ancor meno.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 7.5k visite dal 15/10/2011.
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