Coppia e famiglia d'origine
Gentili Dottori,
vi scrivo dopo l'ennesima litigio con mio marito, ci siam fidanzati 5 anni fa, conviviamo da tre, sposati da 2 con un figlio. la nostra è una bella coppia, parliamo molto, discutiamo anche e riusciamo solitamente a risolvere assieme i problemi tranne che per una questione: mia suocera o meglio la famiglia di mio marito. Una famiglia discreta, non invasiva che vediamo con regolarità, con cui non abbiamo mai avuto screzi e passiamo piacevoli momenti. Mio marito però prova un rancore molto forte per il padre e percepisce la madre come santa..il rancore per il padre mi è sempre spiaciuto e nel tentativo, sicuramente goffo, di far qualcosa per questo facendogli vedere le cose da un'angolatura diversa (mia suocera, secondo me, ha contribuito senza volere a creare questa tensione tra padre e figlio) ho scatenato un' aggressività e rabbia pazzesche, di sua madre non si può dire assolutamente nulla, per me “dev’essere come la Vergine Immacolata”. Mi è stato dato il veto di parlarne, "tanto le cose non cambiano" e il tutto vien catalogato da lui nello schema moglie-suocera, son io insomma che son gelosa della suocera. Mentre io penso di avere una buonissima suocera, certo diversa per tanti aspetti da me, ma rispettosa. Ora non capisco più nulla..il problema è che taccio il più possibile (cosa contraria sia al mio temperamento che ai miei principi), ma ogni tanto non ce la faccio ed è bastato uno sguardo per scatenare il pandemonio, ho la sensazione che questo veto non faccia che peggiorare il tutto (io inizio in certi momenti ad avere un atteggiamento di resistenza istintivo nei confronti della sua famiglia)..cosa devo fare? Stare zitta? Forse ha ragione lui, non capisco niente, non ho il diritto di giudicare e non sono consapevole della mia gelosia..
che fare? pensate che una terapia di coppia potrebbe servire?
L’idea di passare tutta la vita con questo tabù mi inchioda..
Grazie infinite per il vostro parere
Mariella
vi scrivo dopo l'ennesima litigio con mio marito, ci siam fidanzati 5 anni fa, conviviamo da tre, sposati da 2 con un figlio. la nostra è una bella coppia, parliamo molto, discutiamo anche e riusciamo solitamente a risolvere assieme i problemi tranne che per una questione: mia suocera o meglio la famiglia di mio marito. Una famiglia discreta, non invasiva che vediamo con regolarità, con cui non abbiamo mai avuto screzi e passiamo piacevoli momenti. Mio marito però prova un rancore molto forte per il padre e percepisce la madre come santa..il rancore per il padre mi è sempre spiaciuto e nel tentativo, sicuramente goffo, di far qualcosa per questo facendogli vedere le cose da un'angolatura diversa (mia suocera, secondo me, ha contribuito senza volere a creare questa tensione tra padre e figlio) ho scatenato un' aggressività e rabbia pazzesche, di sua madre non si può dire assolutamente nulla, per me “dev’essere come la Vergine Immacolata”. Mi è stato dato il veto di parlarne, "tanto le cose non cambiano" e il tutto vien catalogato da lui nello schema moglie-suocera, son io insomma che son gelosa della suocera. Mentre io penso di avere una buonissima suocera, certo diversa per tanti aspetti da me, ma rispettosa. Ora non capisco più nulla..il problema è che taccio il più possibile (cosa contraria sia al mio temperamento che ai miei principi), ma ogni tanto non ce la faccio ed è bastato uno sguardo per scatenare il pandemonio, ho la sensazione che questo veto non faccia che peggiorare il tutto (io inizio in certi momenti ad avere un atteggiamento di resistenza istintivo nei confronti della sua famiglia)..cosa devo fare? Stare zitta? Forse ha ragione lui, non capisco niente, non ho il diritto di giudicare e non sono consapevole della mia gelosia..
che fare? pensate che una terapia di coppia potrebbe servire?
L’idea di passare tutta la vita con questo tabù mi inchioda..
Grazie infinite per il vostro parere
Mariella
[#1]
Gentile Mariella,
da quello che dice sembra che si siano creati tutta una serie di incomprensioni ed equivoci che hanno dato adito alla formazione di fastidiosi pregiudizi, quali ad es. quelli rientranti nella dicotomia suocera-nuora.
La soluzione migliore in questi casi sarebbe quella di riuscire a snocciolare il problema in tutti i suoi aspetti e chiarire tutte le posizioni.
Sò che potrebbe riuscire un'impresa di difficile realizzazione, sopratutto quando uno dei due nell'ambito della coppia impone degli out-out.
In situazioni come questa sicuramente una consulenza ( più che una vera e propria terapia) di coppia aiuterebbe a sbrogliare la matassa e a facilitare la cominicatività ma questo presupporrebbe necessariamente il consenso di suo marito.
Con i migliori auguri
Ilenia Sussarellu
i.sussarellu@libero.it
da quello che dice sembra che si siano creati tutta una serie di incomprensioni ed equivoci che hanno dato adito alla formazione di fastidiosi pregiudizi, quali ad es. quelli rientranti nella dicotomia suocera-nuora.
La soluzione migliore in questi casi sarebbe quella di riuscire a snocciolare il problema in tutti i suoi aspetti e chiarire tutte le posizioni.
Sò che potrebbe riuscire un'impresa di difficile realizzazione, sopratutto quando uno dei due nell'ambito della coppia impone degli out-out.
In situazioni come questa sicuramente una consulenza ( più che una vera e propria terapia) di coppia aiuterebbe a sbrogliare la matassa e a facilitare la cominicatività ma questo presupporrebbe necessariamente il consenso di suo marito.
Con i migliori auguri
Ilenia Sussarellu
i.sussarellu@libero.it
Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense
[#2]
Gentile utente,
in effetti al di là del problema originario sembra essersi creato soprattutto un gap comunicazionale tra lei e suo marito ovvero una situazione di stallo dalla quale sembra impossibile muoversi senza uscire dalle rispettive posizioni.
In accordo con la collega mi sento di consigliarle pertanto una consultaziione inziale di coppia: imparerete che vi sono modalità di trasmettere i messaggi che li rendono più tollerabili e fruibili senza alcuna necessità di chiudersi a riccio e/o designare "argomenti taboo". Riorganizzandovi in questo modo avrete la possibilità di affrontare anche le questioni più spinose e molti equilibri poptrebbero ridimensionarsi.
Con i migliori auguri
F.I.Passoni
studiopsicologia@hotmail.it
in effetti al di là del problema originario sembra essersi creato soprattutto un gap comunicazionale tra lei e suo marito ovvero una situazione di stallo dalla quale sembra impossibile muoversi senza uscire dalle rispettive posizioni.
In accordo con la collega mi sento di consigliarle pertanto una consultaziione inziale di coppia: imparerete che vi sono modalità di trasmettere i messaggi che li rendono più tollerabili e fruibili senza alcuna necessità di chiudersi a riccio e/o designare "argomenti taboo". Riorganizzandovi in questo modo avrete la possibilità di affrontare anche le questioni più spinose e molti equilibri poptrebbero ridimensionarsi.
Con i migliori auguri
F.I.Passoni
studiopsicologia@hotmail.it
F.I.Passoni
Dir. di SYNESIS, Centro di Consulenza Psicologica, Psicoterapia & Ipnosi Clinica
studiopsicologia@hotmail.it
[#3]
Gentile Mariella,
la sua mail qui sopra ci dice che effettivamente lei non trova vie comunicative adeguate, ed ecco spiegata la sua consulenza
Come le Colleghe anche io ritengo che una consulenza, giusto per chiarirsi un attimo le idee, sarebbe opportuna. Lei infatti rischia, a mio avviso, il fenomeno della "pentola a pressione", stà zitta zitta...e poi bom! scoppia la lite!
Nel nostro lavoro moltissimi problemi derivano da rapporti poco equilibrati con la famiglia d'origine, e spesso un parere esterno potrebbe far vedere la situazione da un'altra angolatura
per questo, forse, non escluderei una Sua consulenza da sola, senza il marito, che (visti i problemi comunicativi apparenti) forse non accetterebbe per ora la visita psicologica di buon grado
la sua mail qui sopra ci dice che effettivamente lei non trova vie comunicative adeguate, ed ecco spiegata la sua consulenza
Come le Colleghe anche io ritengo che una consulenza, giusto per chiarirsi un attimo le idee, sarebbe opportuna. Lei infatti rischia, a mio avviso, il fenomeno della "pentola a pressione", stà zitta zitta...e poi bom! scoppia la lite!
Nel nostro lavoro moltissimi problemi derivano da rapporti poco equilibrati con la famiglia d'origine, e spesso un parere esterno potrebbe far vedere la situazione da un'altra angolatura
per questo, forse, non escluderei una Sua consulenza da sola, senza il marito, che (visti i problemi comunicativi apparenti) forse non accetterebbe per ora la visita psicologica di buon grado
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.7k visite dal 02/01/2008.
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