Ansia sociale e personalità evitante
Salve, sono un ragazzo di quasi 19 anni e sin dai primi anni di adolescenza mi sento costantemente a disagio nelle relazione interpersonali; soprattutto con i miei coetanei.
Mi spiego meglio, fino a 10 mesi fa circa la sensazione di inadeguatezza e ansia che provavo uscendo di casa era talmente forte che mi ha impedito di poter praticare una qualsiasi attività che richiedesse il minimo contatto con le persone.
Ovviamente questa sensazione di forte inadeguatezza è cresciuta in me nel corso degli anni, a 13 anni seppur già allora avevo problemi a relazionarmi con i miei coetanei la situazione è andata peggiorando di anno in anno; ho smesso così di giocare a calcio e mi sono ritrovato solo, senza amici.
Tra l'altro in questo periodo della mia vita ho costantemente sofferto di cefalee, che si verificavano quasi esclusivamente il lunedì per gran parte dell'anno scolastico, ma anche in estate.
Leggendo su internet mi sono imbattuto in varie pagine, che parlano di questo disturbo, chiamato disturbo evitante di personalità.
I sintomi descritti su internet, rispecchiavano esattamente i problemi che avevo nel relazionarmi con le persone, come la sensazione di inferiorità, l'ipersensibilità alla critica, l'autostima pressochè inesistente e l'incapacità a causa della timidezza nelle relazioni sociali(soprattutto con le ragazze).
Come ho già detto però circa 10 mesi fa(periodo in cui stavo con una ragazza conosciuta online e che ho visto due volte di persona, fino ad ora la mia unica ragazza) è avvenuto un significativo miglioramento, la mia autostima è cresciuta esponenzialmente, affrontavo le giornate in maniera diversa, non ero più permaloso, riuscivo a scherzare e a interagire con gli altri senza sentirmi a disagio; e inoltre le cefalee del lunedì erano sparite.
Sta di fatto che, rendendomi conto di aver intrapreso questa sorta di relazione online solo per disperazione decisi di lasciare questa ragazza.
Ma la felicità è stata solo momentanea in quanto, dopo poco sono riniziati a riaffiorare nella mia testa alcuni problemi che avevo in passato, seppur in forma
molto più lieve, era tornata in me quella sensazione di inadeguatezza che mi aveva sempre accompagnato nelle mie relazione interpersonali; e con essa una sempre maggior tristezza e desolazione.
Seppure ora non abbia più problemi a uscire e a frequentare luoghi pubblici(ho iniziato da poco ad andare in palestra), sebbene riesca comunque ad esprimermi ed a interagire meglio con uomini e donne, ho sempre questa orribile sensazione di non essere alla pari degli altri e di non riuscire a esprimermi al meglio.
Nonostante mi sia stato fatto notare di essere un bel ragazzo, anche se ultimamente ho preso un pò di chili smettendo di fumare, il mio problema più grande è sempre stato la paura di relazionarmi con le ragazze, ho sempre la sensazione che se dovessi essere rifiutato il dolore sarebbe insopportabile e quindi rinuncio senza neanche provare.
Scusate se mi sono dilungato troppo, grazie.
Mi spiego meglio, fino a 10 mesi fa circa la sensazione di inadeguatezza e ansia che provavo uscendo di casa era talmente forte che mi ha impedito di poter praticare una qualsiasi attività che richiedesse il minimo contatto con le persone.
Ovviamente questa sensazione di forte inadeguatezza è cresciuta in me nel corso degli anni, a 13 anni seppur già allora avevo problemi a relazionarmi con i miei coetanei la situazione è andata peggiorando di anno in anno; ho smesso così di giocare a calcio e mi sono ritrovato solo, senza amici.
Tra l'altro in questo periodo della mia vita ho costantemente sofferto di cefalee, che si verificavano quasi esclusivamente il lunedì per gran parte dell'anno scolastico, ma anche in estate.
Leggendo su internet mi sono imbattuto in varie pagine, che parlano di questo disturbo, chiamato disturbo evitante di personalità.
I sintomi descritti su internet, rispecchiavano esattamente i problemi che avevo nel relazionarmi con le persone, come la sensazione di inferiorità, l'ipersensibilità alla critica, l'autostima pressochè inesistente e l'incapacità a causa della timidezza nelle relazioni sociali(soprattutto con le ragazze).
Come ho già detto però circa 10 mesi fa(periodo in cui stavo con una ragazza conosciuta online e che ho visto due volte di persona, fino ad ora la mia unica ragazza) è avvenuto un significativo miglioramento, la mia autostima è cresciuta esponenzialmente, affrontavo le giornate in maniera diversa, non ero più permaloso, riuscivo a scherzare e a interagire con gli altri senza sentirmi a disagio; e inoltre le cefalee del lunedì erano sparite.
Sta di fatto che, rendendomi conto di aver intrapreso questa sorta di relazione online solo per disperazione decisi di lasciare questa ragazza.
Ma la felicità è stata solo momentanea in quanto, dopo poco sono riniziati a riaffiorare nella mia testa alcuni problemi che avevo in passato, seppur in forma
molto più lieve, era tornata in me quella sensazione di inadeguatezza che mi aveva sempre accompagnato nelle mie relazione interpersonali; e con essa una sempre maggior tristezza e desolazione.
Seppure ora non abbia più problemi a uscire e a frequentare luoghi pubblici(ho iniziato da poco ad andare in palestra), sebbene riesca comunque ad esprimermi ed a interagire meglio con uomini e donne, ho sempre questa orribile sensazione di non essere alla pari degli altri e di non riuscire a esprimermi al meglio.
Nonostante mi sia stato fatto notare di essere un bel ragazzo, anche se ultimamente ho preso un pò di chili smettendo di fumare, il mio problema più grande è sempre stato la paura di relazionarmi con le ragazze, ho sempre la sensazione che se dovessi essere rifiutato il dolore sarebbe insopportabile e quindi rinuncio senza neanche provare.
Scusate se mi sono dilungato troppo, grazie.
[#1]
Caro ragazzo,
eviterei di cercare in internet elenchi di sintomi e criteri relativi a diagnosi impegnative come sono quelle dei Disturbi di Personalità, perchè non hai gli strumenti per renderti conto se quello che leggi rispecchia davvero la tua situazione e rischi di convincerti di avere problemi che non hai.
Se tutte le persone timide e con bassa autostima (il cui elemento comune è l'insicurezza) avessero un Disturbo Evitante saremmo circondati da soggetti disturbati, mentre così non è.
Se semplicemente conoscendo quella ragazza e mettendoti assieme a lei ti sei sentito diverso e molto più sereno di prima direi che la situazione non è poi disperata, e hai fatto benissimo ad iscriverti in palestra e a smettere di fumare per apportare dei significativi miglioramenti alla tua vita attuale.
Vorrei chiederti cosa è successo quando hai iniziato ad isolarti sempre più: in che senso ti sentivi inadeguato?
Succedeva qualcosa in particolare?
eviterei di cercare in internet elenchi di sintomi e criteri relativi a diagnosi impegnative come sono quelle dei Disturbi di Personalità, perchè non hai gli strumenti per renderti conto se quello che leggi rispecchia davvero la tua situazione e rischi di convincerti di avere problemi che non hai.
Se tutte le persone timide e con bassa autostima (il cui elemento comune è l'insicurezza) avessero un Disturbo Evitante saremmo circondati da soggetti disturbati, mentre così non è.
Se semplicemente conoscendo quella ragazza e mettendoti assieme a lei ti sei sentito diverso e molto più sereno di prima direi che la situazione non è poi disperata, e hai fatto benissimo ad iscriverti in palestra e a smettere di fumare per apportare dei significativi miglioramenti alla tua vita attuale.
Vorrei chiederti cosa è successo quando hai iniziato ad isolarti sempre più: in che senso ti sentivi inadeguato?
Succedeva qualcosa in particolare?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Salve, innanzitutto mi scuso se sono sembrato ipocondriaco, ma vedendo che i sintomi descritti rispecchiavano ciò che sentivo relazionandomi con le persone allora ho pensato di poter avere il suddetto disturbo.
Detto questo, ho iniziato a isolarmi sempre di più verso la fine della prima superiore, in quel periodo sono incappato in un gioco di ruolo online(che mi ha portato ad esserne dipendente)e ho smesso di giocare a calcio.
Smettendo di giocare a calcio ho quindi perso quei pochi rapporti sociali che avevo e mi sono chiuso in casa, vivendo in uno stato totale di reclusione durante l'estate e uscendo solo per andare a scuola nel restante periodo dell'anno.
Per inadeguatezza intendo un composto di sentimenti che provavo, e che provo in misura minore oggi, nel relazionarmi con le persone, come i complessi di inferiorità; o la sensazione di essere sempre fuoriluogo dicendo la mia opinione. Questo mi ha portato spesso al blocco totale soprattutto nei casi in cui mi sono sentito offeso o ridicolizzato.
L'unica cosa che potrei dirle di particolare è che nei momenti in cui mi sono sentito in imbarazzo, la mia mente ha sempre iniziato a frullare monitorando ossessivamente i miei comportamenti e quelli altrui.
Vorrei aggiungere che sono figlio di genitori separati, che io ricordi tra i miei genitori non ci sono mai stati buoni rapporti, tutt'oggi dopo 19 anni ancora riescono a litigare soprattutto per i soldi, pur riuscendo a evitarsi quando possibile, e ogni occasione è buona per entrambi per parlare male dell'altro con me(non so quanto la cosa possa essere rilevante, ma mi è sembrato opportuno aggiungerla).
Detto questo, ho iniziato a isolarmi sempre di più verso la fine della prima superiore, in quel periodo sono incappato in un gioco di ruolo online(che mi ha portato ad esserne dipendente)e ho smesso di giocare a calcio.
Smettendo di giocare a calcio ho quindi perso quei pochi rapporti sociali che avevo e mi sono chiuso in casa, vivendo in uno stato totale di reclusione durante l'estate e uscendo solo per andare a scuola nel restante periodo dell'anno.
Per inadeguatezza intendo un composto di sentimenti che provavo, e che provo in misura minore oggi, nel relazionarmi con le persone, come i complessi di inferiorità; o la sensazione di essere sempre fuoriluogo dicendo la mia opinione. Questo mi ha portato spesso al blocco totale soprattutto nei casi in cui mi sono sentito offeso o ridicolizzato.
L'unica cosa che potrei dirle di particolare è che nei momenti in cui mi sono sentito in imbarazzo, la mia mente ha sempre iniziato a frullare monitorando ossessivamente i miei comportamenti e quelli altrui.
Vorrei aggiungere che sono figlio di genitori separati, che io ricordi tra i miei genitori non ci sono mai stati buoni rapporti, tutt'oggi dopo 19 anni ancora riescono a litigare soprattutto per i soldi, pur riuscendo a evitarsi quando possibile, e ogni occasione è buona per entrambi per parlare male dell'altro con me(non so quanto la cosa possa essere rilevante, ma mi è sembrato opportuno aggiungerla).
[#3]
<Vorrei aggiungere che sono figlio di genitori separati...ogni occasione è buona per entrambi per parlare male dell'altro con me...non so quanto la cosa possa essere rilevante>
Gentile ragazzo,
certamente la propria storia familiare non è per nulla un elemento trascurabile rispetto al nostro essere nel mondo ed è di aiuto per una lettura migliore che comunque da qui può essere solo e semplicemente a livello ipotetico.
<Tutt'oggi dopo 19 anni ancora riescono a litigare soprattutto per i soldi, pur riuscendo a evitarsi quando possibile, e ogni occasione è buona per entrambi per parlare male dell'altro con me>
...una posizione non facile che credo contribuisca a tenerla sotto pressione... come si pone con loro? Come si sente rispetto a questa situazione?
Gentile ragazzo,
certamente la propria storia familiare non è per nulla un elemento trascurabile rispetto al nostro essere nel mondo ed è di aiuto per una lettura migliore che comunque da qui può essere solo e semplicemente a livello ipotetico.
<Tutt'oggi dopo 19 anni ancora riescono a litigare soprattutto per i soldi, pur riuscendo a evitarsi quando possibile, e ogni occasione è buona per entrambi per parlare male dell'altro con me>
...una posizione non facile che credo contribuisca a tenerla sotto pressione... come si pone con loro? Come si sente rispetto a questa situazione?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#4]
Gentile Ragazzo,
internet non è un clinico e tantomeno è in grado di fornire diagnosi, per le quali è indispensabile conoscere a fondo il paziente ed essere più chè formati.
Approfitti del disagio provato e delle limitazioni del suo quotidiano, per consultare uno psicologo-psicoterapeuta, ai fini di comprendere le cause del suo malessere e di lavorarci sù.
Cari saluti
internet non è un clinico e tantomeno è in grado di fornire diagnosi, per le quali è indispensabile conoscere a fondo il paziente ed essere più chè formati.
Approfitti del disagio provato e delle limitazioni del suo quotidiano, per consultare uno psicologo-psicoterapeuta, ai fini di comprendere le cause del suo malessere e di lavorarci sù.
Cari saluti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#5]
Utente
Salve, mi rendo benissimo conto che internet non possa sostituire il lavoro che uno specialista potrebbe fare di persona; di certo se sono arrivato a parlare dei miei problemi qua non l'ho fatto con la speranza di risolverli.
Sono consapevole del fatto che prima o poi, molto probabilmente dovrò ricorrere all'aiuto di un esperto, ma come ho già detto con i miei genitori non ho un gran bel rapporto, vedo mia madre solo una volta alla settimana e con mio padre riesco ad andare un pò più d'accordo ultimamente, ma la situazione non è comunque delle migliori.
Non riuscirei ora come ora a chiedere a mio padre, dato che è lui che mi mantiene quasi esclusivamente, i soldi per andare da uno psicologo; credetemi se vi dico che i soldi sono davvero un gran problema.
Forse sbaglio preferendo la palestra a delle sedute da uno psicologo, ma purtroppo mi rendo conto che per possibilità finanziarie non posso avere entrambe le cose.
Senza parlare del fatto che oltre al problema economico, ogni qualvolta che ho provato ad avvicinarmi ai miei genitori cercando di parlare loro dei miei problemi si sono dimostrati insensibili, facendomi sentire più solo che mai.
Come ho già detto vivo da mio padre, mia madre non riuscirebbe a mantenermi, anche se ogni tanto prova a darmi dei soldi, dopo 2-3 mesi smette perchè come sta succedendo sempre più spesso negli ultimi tempi "le rubano il borsello in treno mentre va a lavorare", oppure sbagliano a "farle lo stipendio(capita 2 mesi ogni 3)"; immaginatevi che tristezza possa suscitare in un ragazzo di 18 anni affermazioni tali fatte dalla madre 50enne.
Mi sento impotente, magari non essendo più un ragazzino potrei affrontare mia madre riguardo la faccenda dei soldi(li butta via giocando a bingo, gratta e vinci e cazzate varie), ma non credo che parlandole potrei ottenere qualcosa e inoltre questo potrebbe aggravare maggiormente il nostro rapporto.
Non sono mai stato particolarmente aperto riguardo i miei problemi con loro(ma quale adolescente lo è?) e come ho già scritto le volte che ho provato ad aprirmi, non sono riusciti a capirmi sembrando quasi irritati delle mie lamentele(evidentemente sono il figlio ingrato che non apprezza i loro sacrifici).
Essendo consapevole della situazione ho anche cercato lavoro per questa estate, ma senza successo.
Ovviamente tutti questi problemi non spariranno da soli, i soldi che avrei guadagnato con il lavoro li avrei spesi in parte per uno specialista, ma così non è stato e quindi non mi resta che star qui davanti al pc e sperare che mia madre vinca alla lotteria, così forse la smetterranno di rubarle i soldi in treno.
Sono consapevole del fatto che prima o poi, molto probabilmente dovrò ricorrere all'aiuto di un esperto, ma come ho già detto con i miei genitori non ho un gran bel rapporto, vedo mia madre solo una volta alla settimana e con mio padre riesco ad andare un pò più d'accordo ultimamente, ma la situazione non è comunque delle migliori.
Non riuscirei ora come ora a chiedere a mio padre, dato che è lui che mi mantiene quasi esclusivamente, i soldi per andare da uno psicologo; credetemi se vi dico che i soldi sono davvero un gran problema.
Forse sbaglio preferendo la palestra a delle sedute da uno psicologo, ma purtroppo mi rendo conto che per possibilità finanziarie non posso avere entrambe le cose.
Senza parlare del fatto che oltre al problema economico, ogni qualvolta che ho provato ad avvicinarmi ai miei genitori cercando di parlare loro dei miei problemi si sono dimostrati insensibili, facendomi sentire più solo che mai.
Come ho già detto vivo da mio padre, mia madre non riuscirebbe a mantenermi, anche se ogni tanto prova a darmi dei soldi, dopo 2-3 mesi smette perchè come sta succedendo sempre più spesso negli ultimi tempi "le rubano il borsello in treno mentre va a lavorare", oppure sbagliano a "farle lo stipendio(capita 2 mesi ogni 3)"; immaginatevi che tristezza possa suscitare in un ragazzo di 18 anni affermazioni tali fatte dalla madre 50enne.
Mi sento impotente, magari non essendo più un ragazzino potrei affrontare mia madre riguardo la faccenda dei soldi(li butta via giocando a bingo, gratta e vinci e cazzate varie), ma non credo che parlandole potrei ottenere qualcosa e inoltre questo potrebbe aggravare maggiormente il nostro rapporto.
Non sono mai stato particolarmente aperto riguardo i miei problemi con loro(ma quale adolescente lo è?) e come ho già scritto le volte che ho provato ad aprirmi, non sono riusciti a capirmi sembrando quasi irritati delle mie lamentele(evidentemente sono il figlio ingrato che non apprezza i loro sacrifici).
Essendo consapevole della situazione ho anche cercato lavoro per questa estate, ma senza successo.
Ovviamente tutti questi problemi non spariranno da soli, i soldi che avrei guadagnato con il lavoro li avrei spesi in parte per uno specialista, ma così non è stato e quindi non mi resta che star qui davanti al pc e sperare che mia madre vinca alla lotteria, così forse la smetterranno di rubarle i soldi in treno.
[#8]
In questo caso il tuo malessere attuale può essere legato anche al momento di passaggio che l'ultimo anno delle superiori rappresenta, oltre che agli eventi negativi del passato e alla sicuramente difficile situazione familiare.
E' auspicabile che tu sia il più sereno possibile mentre studi per diplomarti ed è importante che ti faccia dare una mano, per evitare che i vissuti di inadeguatezza si accrescano e ostacolino anche la tua riuscita scolastica.
Penso che potresti rivolgerti al consultorio familiare o ad uno di questi indirizzi:
http://smis.comune.fi.it/salute_mentale.htm
E' auspicabile che tu sia il più sereno possibile mentre studi per diplomarti ed è importante che ti faccia dare una mano, per evitare che i vissuti di inadeguatezza si accrescano e ostacolino anche la tua riuscita scolastica.
Penso che potresti rivolgerti al consultorio familiare o ad uno di questi indirizzi:
http://smis.comune.fi.it/salute_mentale.htm
[#11]
Si tratta di strutture pubbliche (ambulatori e centri dell'ASL), devi contattarle e informarti perchè potrebbe essere richiesto il pagamento di un ticket.
Se queste per te sono scomode puoi trovarne altre (compresi i consultori familiari), l'importante è che tu sappia che una soluzione esiste.
Se queste per te sono scomode puoi trovarne altre (compresi i consultori familiari), l'importante è che tu sappia che una soluzione esiste.
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 2.4k visite dal 06/10/2011.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.