Mentalità anoressica

gentili dottori, vorrei un parere sulla mia situazione.premetto che la mia domnda può sembrarvi assurda.per 16 anni ho sofferto di dca alternavo lunghissimi digiuni a periodi in cui vomitavo ogni volta che qualcosa di solido entrava ne mio stomaco.in questo modo ho sempre mantenuto un peso che oscillava tra i 40 e i 50kg.ovviamente mi piacevo ed ero orgogliosa del mio essere sempre padrona di me.Da poco più di quattro anni è tutto cambiato: sono rimasta incinta della mia prima bimba,dopo 21 mesi è nata la seconda bimba e ora peso 66 kg che non ne vogliono sapere di andarsene. Ho seguto una dieta presso una nutizionista per 6 mesi nei quali ho perso solo 2 kg. Mi sento una fallitaa. Ho provato più di una volta a riazionare i vecchi meccanismi, ma dopo aver indotto il vomito mi sentivo peggio, svuotata nell'animo.Non riuscivo più a sentire quella sensazione di "onnipotenza" che sentivo prima.Ripenso a quegli anni come i migliori, com quelli in cui ero una persona nettamente migliore rispetto ad ora.la mia domanda dunque è questa: come mai ora è come se il mio corpo avesse una sua vita propria, come se si rifiutasse di fare quello che io vorrei? e poi, come può essere possibile che essendo pienamente consapevole che certi maccanism sono sbagliatissimi (e avendo anche terrore che possano in futuro essere messi in atto dalle mie figlie) io ne senta la mancanza e mi senta una fallita senza spina dorsale per la mia netta incapacità di riattivarli?Si può essere "anoressici nel cervello"? Perdonatemi per la lunghezza del mio post ma sono domande che mi pongo ogni giorno e non sono capace di trovare delle risposte...Graie infinite per la pazienza e per l'attenzione.
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicoterapeuta, Psicologo 615 14
Gentile signora,
i pensieri che riporta sono proprio tipici della "mentalità" anoressica: il desiderio e l'illusione di poter tenere completamente sotto controllo la propria vita, il proprio corpo. Questa modalità potrebbe indicare una tentata soluzione per tenere sotto controllo l'ansia, o l'incertezza a cui ci sottopone quotidianamente la vita.
Tuttavia è una illusione, non si può avere tutto sotto controllo, anche se lei pensa di esserci riuscita nel momento in cui aveva raggiunto il peso ideale per lei.

Nella sua logica "prima riuscivo a controllare il peso, ora no" "certi meccanismi sono sbagliati ma vorrei riattivarli" è ovvio che lei oggi senta fallita. Ha pensato che invece potrebbe essere la sua fortuna quella di non riuscire a recuperare quella padronanza ideale sul suo corpo? Una fortuna per sé e per le sue figlie. Ha l'opportunità sé, e forse il dovere per le sue figlie, di lavorare su queste sue modalità di pensiero.


A questo punto credo che lei sia in tempo per effettuare un lavoro di tipo psicoterapeutico, così come le era stato consigliato dai miei colleghi.

Se ha problemi a rivolgersi privatamente ad uno psicoterapeuta, cerchi l'Ambulatorio per i disturbi alimentari presso la ASL di riferimento.

Un caro saluto,

Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl

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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10
Nei manuali diagnostici questo disturbo del comportamento alimentare è definito "anoressia nervosa" o "mentale" proprio a sottolineare l'origine psicologica di tale disturbo.

L'anoressia è sostenuta da una dispercezione della propria immagine corporea e dai meccanismi rigidi di controllo.

Semplificando molto, chi soffre di questo disturbo vive proprio ciò che oggettivamente è un sintomo (l'essere sottopeso), come il proprio traguardo. E la capacità di raggiungerlo il proprio successo.

Per questo motivo le pazienti giungono spesso alle cure quando sono in fin di vita, oppure la propria salute fisica è seriamente compromessa.

Lei stessa ritiene che sia assurdo avere bisogno di mettere in atto comportamenti innaturali per sentirsi forte. Ma non riesce a trovare un altro modo per essere in pace con se stessa, per sentirsi efficace, realizzata.

Il lavoro in psicoterapia le serve per trovare delle strade più adeguate (e sane) per mostrare a se stessa e al mondo le sue capacità.

Dr.ssa Paola Cattelan
psicologa psicoterapeuta
pg.cattelan@hotmail.it

[#3]
Attivo dal 2008 al 2012
Ex utente
grazie infinitamente per la celerità delle risposte.Per la dott.ssa Ferretti:nel 2008 mi sono rivolta presso il centro da lei consigliatomi, purtroppo si è rivelata un'esperienza orrrenda.Si limitavano a tenere li una decina di ragazze (tra cui io) dalla mattina fino a dopo pranza e a controllare che facessimo colazione spuntino e pranzo.Trattavano tutte allo stesso modo sia quelle che-detta in termini spiccioli-nn mangiavano che quelle che -come me in quel periodo- si abbuffavano.Per di più la mia prima figlia allora aveva solo 13 mesi può immaginare come mi sentivo schifosa nel doverla lasciare per andare a "perdere tempo" lì.Insomma appena mi hanno detto che avrei dovuto prendere gli psicofarmaci me ne sono andata.E meno male perchè 2 gg dopo ho scoperto di essere di nuovoo incinta!!! per di più all'età di 15 anni sono stata seguita dalla psicologa del consultorio ma anche quella esperienza non è stata delle migliori e siccome lì c'è ancora la stessa dott.ssa vorrei evitare.l'ospedale della mia città offre il sostegno psicologico solo a pagamento, io non lavoro e mio marito attualmente è disoccupato.Non so davvero cosa fare.scusatemi ancora per la lunghezza ma non ho modo di parare con nessuno.Quando riferì a mio marito di essere anoressica lui mi rispose che non ci credeva che erano cose che esistevano solo in tv. Quando ci ripenso mi si ghiaccia ancora il sangue. grazie ancora.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"come mai ora è come se il mio corpo avesse una sua vita propria, come se si rifiutasse di fare quello che io vorrei?"

Cara signora,

meno male che il suo corpo ha vita propria!
E ce l'ha sempre avuta, altrimenti non sarebbe stata certo la sua volontà a permetterle di continuare a respirare mentre dorme o a far battere il suo cuore.
Per non parlare del primo periodo dopo la nascita, quando non era nemmeno cosciente di essere al mondo e tutto funzionava lo stesso.
Nell'organismo infatti ogni funzione è autoregolata e globalmente tutto tende all'equilibrio. A volte questo meccanismo si inceppa ed è necessario intervenire, ma di base la nostra mente inconscia fa funzionare tutto a dovere e la nostra volontà conta solo in minima parte.

Capita che alcune persone amanti del controllo e della "perfezione" concentrino sul corpo i propri sforzi nel tentativo di manipolare il corpo e schiacciarlo sotto il peso della propria ferrea volontà, ma quando questo sforzo ha successo può essere la fine.
La mortalità per anoressia nervosa non è per nulla trascurabile (10-15%), e quelle che muoiono sono proprio quelle che sono state "più brave" nel non mangiare.
Per fortuna lei non è stata così brava!

Non sbaglia nel pensare che alla base dei DCA ci sia anche una sortà di mentalità, come le ha detto la d.ssa Ferretti, che può permanere immutata se non si lavora per un cambiamento.
Forse lei ha avuto pochi altri modi per dimostrare il suo valore ed è ritornata a pensare a come dimagrire perchè quella è l'unica esperienza "di successo" che ricorda e che è dipesa solo da lei.
Se le cose stanno così è necessario che lei individui altri ambiti e contesti nei quali dar prova delle sue capacità, che possano permetterle di avere soddisfazione personale e il riconoscimento degli altri.
A questo ovviamente deve sommarsi una psicoterapia, e spero che non rinunci a cercare un'altra soluzione a causa delle passate esperienze negative.

Ci dice che solo suo marito lavora: lei non ha la possibilità di cercare un'occupazione?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicoterapeuta, Psicologo 615 14
Purtroppo capita di avere spiacevoli esperienze nei percorsi di cura,ma questo non vuol dire che non ci si debba curare!

La "mentalita' anoressica" esiste, ma ci si puo' lavorare.

Lei ha un vantaggio su molte sue "colleghe": è consapevole che il meccanismo è sbagliato. Chi soffre di disturbi alimentari spesso arriva a capirlo quando è troppo tardi.

Lei ha il diritto e il dovere di prendersi cura di se'. Se soffrisse di una malattia "fisica" ad esempio l'ipertensione, si curerebbe?

Cerchi uno psicoterapeuta privatamente, faccia un giro di telefonate, confronti le tariffe. Legga anche l'articolo, scritto qui in Medicitalia, del dott. Daniel Bulla "Come spendere meno dallo psicologo".

Tanti cari auguri e, se crede, ci faccia sapere.
[#6]
Attivo dal 2008 al 2012
Ex utente
grazie infinite a tutti...metterò sicuramente in pratica i vostri consigli.
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicoterapeuta, Psicologo 615 14
Speriamo di esserle state utili!

Se volesse conoscere la storia di una persona che aveva disturbi alimentari, le consiglio la lettura dei libri di Fabiola de Clerck: Fame d'amore e Tutto il pane del mondo.

Cari saluti,
DCA: Disturbi del Comportamento Alimentare

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