mancamenti e sbandamenti
Gentile Dottore...
sono una ragazza di 28 anni e le scrivo al fine di poter avere dei consigli
relativamente ad un problema che mi affligge da circa 1 anno e mezzo.
Il tutto risale ad un "banale" episodio di sincope emozionale, manifestatasi
in occasione dell'ingresso in un reparto di neurochirurgia ove si trovava un
mio parente. Improvvisamente mi assalii una profonda paura nell'affrontare
l'evento, cioè la visita del mio parente operato per aneurisma cerebrale: ho
avvertito un senso di calore, forte nausea e capogiri sempre più intensi,
dopodichè mi sono ritrovata a terra.
In seguito a tale episodio ha iniziato a manifestarsi frequentemente una
sensazione di instabilità, di mancamento, di sbandamento, "come un navigare",
con associate pesantezza del capo e sudorazione ... fino a quasi cercare un
punto d'appoggio o addirittura a fermarmi per paura di cadere. Talvolta, anche
quando sono ferma sento il mio corpo e la mia testa che si muovono.
Rivolgendomi al mio medico curante ho fatto diversi controlli: dal cardiologo,
dall'otorino, indagine Rm-encefalo con mdc e analisi emato-chimiche,infine sono
andata dal neurologo. Le indagini e le varie visite hanno prodotto tutte lo
stesso esito: nessuna patologia esistente che possa giustificare i miei
sintomi. Il neurologo, pensando che il disturbo avesse natura ansiogena mi ha
prescritto compresse di xanax da 0,25 x 2 volte al giorno; ho fatto tale cura
per un anno e mezzo circa ma senza ottenere i risultati sperati, eccetto un
lieve miglioramento ogni volta che prendevo la compressa.
Sono ritornata dal neurologo il quale ha deciso di interrompere
progressivamente la cura, diagnosticandomi una cenestopatia.
Nient'altro mi è stato detto e nessuna cura specifica mi è stata prospettata;
nel frattempo avverto un aggravamento della sintomatologia da quando ho
iniziato a diminuire il farmaco. Attraverso internet ho appreso che il problema
potrebbe essere soprattutto di natura psichica. Ecco il motivo per il quale ho
pensato a lei, pronta a raccogliere eventuali preziosi consigli, perchè mi
creda non riesco più a vivere serenamente. Cosa posso fare?
sono una ragazza di 28 anni e le scrivo al fine di poter avere dei consigli
relativamente ad un problema che mi affligge da circa 1 anno e mezzo.
Il tutto risale ad un "banale" episodio di sincope emozionale, manifestatasi
in occasione dell'ingresso in un reparto di neurochirurgia ove si trovava un
mio parente. Improvvisamente mi assalii una profonda paura nell'affrontare
l'evento, cioè la visita del mio parente operato per aneurisma cerebrale: ho
avvertito un senso di calore, forte nausea e capogiri sempre più intensi,
dopodichè mi sono ritrovata a terra.
In seguito a tale episodio ha iniziato a manifestarsi frequentemente una
sensazione di instabilità, di mancamento, di sbandamento, "come un navigare",
con associate pesantezza del capo e sudorazione ... fino a quasi cercare un
punto d'appoggio o addirittura a fermarmi per paura di cadere. Talvolta, anche
quando sono ferma sento il mio corpo e la mia testa che si muovono.
Rivolgendomi al mio medico curante ho fatto diversi controlli: dal cardiologo,
dall'otorino, indagine Rm-encefalo con mdc e analisi emato-chimiche,infine sono
andata dal neurologo. Le indagini e le varie visite hanno prodotto tutte lo
stesso esito: nessuna patologia esistente che possa giustificare i miei
sintomi. Il neurologo, pensando che il disturbo avesse natura ansiogena mi ha
prescritto compresse di xanax da 0,25 x 2 volte al giorno; ho fatto tale cura
per un anno e mezzo circa ma senza ottenere i risultati sperati, eccetto un
lieve miglioramento ogni volta che prendevo la compressa.
Sono ritornata dal neurologo il quale ha deciso di interrompere
progressivamente la cura, diagnosticandomi una cenestopatia.
Nient'altro mi è stato detto e nessuna cura specifica mi è stata prospettata;
nel frattempo avverto un aggravamento della sintomatologia da quando ho
iniziato a diminuire il farmaco. Attraverso internet ho appreso che il problema
potrebbe essere soprattutto di natura psichica. Ecco il motivo per il quale ho
pensato a lei, pronta a raccogliere eventuali preziosi consigli, perchè mi
creda non riesco più a vivere serenamente. Cosa posso fare?
[#1]
Gentile ragazza,
avendo fatto tutti i vari accertamenti medici che le sono stati richiesti e risultando nessuna patologia organica a suo carico, che possa giustificare la sua sintomatologia, sarebbe utile che si rivolgesse ad uno psichiatra, data la probabile natura ansiosa, per una terapia farmacologica adeguata a far regredire i sintomi e il loro protrarsi.
Nello stesso tempo le suggerirei un consulto psicologico per riuscire a parlare dell'episodio all'origine dei suoi sintomi ansiosi e comprendere il persistere dei suoi stati d'ansia in questo anno e mezzo.
Consideri la nacessità di utilizzare entrambi gli approcci, consultando quindi uno psichiatra e uno psicologo o psicoterapeuta, per giungere ad una risoluzione efficace del suo problema di natura ansiosa.
un cordiale saluto
avendo fatto tutti i vari accertamenti medici che le sono stati richiesti e risultando nessuna patologia organica a suo carico, che possa giustificare la sua sintomatologia, sarebbe utile che si rivolgesse ad uno psichiatra, data la probabile natura ansiosa, per una terapia farmacologica adeguata a far regredire i sintomi e il loro protrarsi.
Nello stesso tempo le suggerirei un consulto psicologico per riuscire a parlare dell'episodio all'origine dei suoi sintomi ansiosi e comprendere il persistere dei suoi stati d'ansia in questo anno e mezzo.
Consideri la nacessità di utilizzare entrambi gli approcci, consultando quindi uno psichiatra e uno psicologo o psicoterapeuta, per giungere ad una risoluzione efficace del suo problema di natura ansiosa.
un cordiale saluto
Dr.ssa Marisa Sciancalepore
Psicologa clinica
[#3]
Carissima,
nrovarsi in un reparto di neurochirurgia ha evidentemente suscitato in lei delle angoscie che non sono più rientrate e hanno dato il via ad un quadro di malessere che si può ricollegare direttamente al contenuto della situazione iniziale.
.
I farmaci possono aiutarla a gestire l'ansia e le sensazioni che ci ha riportato (anche se lei ha già avuto un'esperienza fallimentare con un ansiolitico), ma non risolvere il problema perchè questo nasce dall'interpretazione che la sua mente ha dato alla situazione che ha scatenato lo svenimento.
Il suo parente era in ospedale per un aneurisma, che configura per definizione una situazione di estrema imprevedibilità: può far mancare le terra sotto i piedi il solo pensiero che potrebbe capitare a chiunque, e può derivarne una sgradevole sensazione di precarietà.
Forse la sua mente sta mettendo in scena questo vissuto tramite i sintomi che ha descritto, ma può anche essere che già in precedenza lei soffrisse di ansia o avesse una certa tendenza a reagire emotivamente alle situazioni sgradite.
E' così?
nrovarsi in un reparto di neurochirurgia ha evidentemente suscitato in lei delle angoscie che non sono più rientrate e hanno dato il via ad un quadro di malessere che si può ricollegare direttamente al contenuto della situazione iniziale.
.
I farmaci possono aiutarla a gestire l'ansia e le sensazioni che ci ha riportato (anche se lei ha già avuto un'esperienza fallimentare con un ansiolitico), ma non risolvere il problema perchè questo nasce dall'interpretazione che la sua mente ha dato alla situazione che ha scatenato lo svenimento.
Il suo parente era in ospedale per un aneurisma, che configura per definizione una situazione di estrema imprevedibilità: può far mancare le terra sotto i piedi il solo pensiero che potrebbe capitare a chiunque, e può derivarne una sgradevole sensazione di precarietà.
Forse la sua mente sta mettendo in scena questo vissuto tramite i sintomi che ha descritto, ma può anche essere che già in precedenza lei soffrisse di ansia o avesse una certa tendenza a reagire emotivamente alle situazioni sgradite.
E' così?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#4]
Il primo passo è una valutazione diagnostica adeguata ad accertare la natura ansiosa dei suoi sintomi o meno da parte di uno psichiatra, il quale le darà le risposte utili riguardo i farmaci.
Consideri nel suo caso la necessità del consulto psicologico per comprendere e gestire gli stati d'ansia, che la stanno debilitando.
un cordiale saluto
Consideri nel suo caso la necessità del consulto psicologico per comprendere e gestire gli stati d'ansia, che la stanno debilitando.
un cordiale saluto
[#5]
Ex utente
diciamo che non avevo mai sofferto d'ansia a questi livelli, perchè sono sempre stata una ragazza solare, anzi "criticata" perchè rido troppo. Ma nell'affrontare eventi particolari forse non abbastanza forte. Ma dopo questa sincope la mia vita quotidiana è pesante, cammino come se fosse su un materasso, sbandamenti, io sono ferma e sento il mio corpo muoversi quindi di conseguenza sento la necessità di muovermi per non avvertire il sintomo, testa a volte pesante a tal punto di non poter camminare, ma il tutto non a momenti della giornata, ma 24 ore su 24.... io mi alzo la mattina e dopo un'oretta inizio ad essere così...Avverto poco il sintomo se sono in palestra, o se ho tantissime cose da fare, una dietro l'altra....Addirittura ho affrontato per 9 mesi la malattia di mio papà che poi è venuto a mancare già da dieci mesi, senza avvertire il sintomo, nemmeno il giorno del funerale ho avuto il sintomo, o forse avevo ben altro per la mente. Cmq ancora grazie per le risposte ricevute...
[#6]
Quindi lei è stata anche esposta per parecchi mesi ad una situazione molto stressante e destabilizzante come lo è stata sicuramente la malattia di suo padre.
Forse c'è questo alla base del suo disagio, ed il fatto di trovarsi in ospedale quel giorno è stato solo la causa scatenante ma non la causa prima del suo malessere.
Era la prima volta che ci tornava dopo la scomparsa di suo padre o comunque quella situazione le ha ricordato la sua malattia?
Forse c'è questo alla base del suo disagio, ed il fatto di trovarsi in ospedale quel giorno è stato solo la causa scatenante ma non la causa prima del suo malessere.
Era la prima volta che ci tornava dopo la scomparsa di suo padre o comunque quella situazione le ha ricordato la sua malattia?
[#7]
Cara Ragazza,
se le indagini cliniche hanno escluso patologie di natura organica, il professionista da consultare è lo psicologo, psicoterapeuta, ai fini di una consulenza ed una eventuale psicoterapia
Saluti
se le indagini cliniche hanno escluso patologie di natura organica, il professionista da consultare è lo psicologo, psicoterapeuta, ai fini di una consulenza ed una eventuale psicoterapia
Saluti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#8]
Ex utente
No, in pratica io in ospedale dal mio parente ci sono andata prima di scoprire la malattia di mio padre, quindi questa strana sensazione mi è rimasta dopo la sincope, ma la malattia di mio padre è arrivata dopo un paio di mesi...ma questa sensazione di sbandamenti, testa pesante e sensazione di navigare o camminare su un materasso a me è rimasta dopo la sincope...non ha a che vedere con la scoperta della malattia di mio papà...Grazie..
[#9]
Senza conoscerla non è possibile che fare delle ipotesi, ad ogni modo se i fastidi che sente non sono di pertinenza medica (è importante eseguire tutti gli accertamenti del caso) non le resta che contattare di persona uno psicologo per farsi aiutare a liberarsene.
Immagino infatti che le sensazioni che prova siano insistenti e insopportabili, ed è meglio non lasciar passare altro tempo.
Immagino infatti che le sensazioni che prova siano insistenti e insopportabili, ed è meglio non lasciar passare altro tempo.
[#10]
Ex utente
Salve dott. Scrivo a distanza di tre anni...spero che posso continuare in questa conversazione. ..in pratica il problema del l'instabilità e sbandamenti di natura soggettiva erano stati allontanati dalla mia mente tanto che facevo tutto, senza aver paura ad esempio dii entrare in luoghi affollati ecc, anche se in 3 anni ho preso e continuo a prendere mezza xanax da 0,25 la sera solo......il mio problema di oggi invece è il seguente, in pratica ho avuto un forte stress a fine luglio ma che ho gestito tranquillamente. ...solo che a metà di agosto ho avuto un abbassamento di pressione per il troppo caldo con capogiro testa pesante e stavo per svenire ma ciò non è accaduto perché mi sono subito afferrata al tavolo e poi mi sono messa sul divano e bevendo un integratore mi sono ripresa dopo un po....e non so cosa si sia scatenato forse il mio cervello ha ricordato l"episodio di 4 anni fa quando ho avuto la sincope emozionale... ma e' da agosto che dopo questo episodio di calo pressorio ritorna il sintomo del l'instabilità quando cammino mi sento su un materasso con vertigine soggettiva e tutto ciò mi crea paura....seduta non ho nulla e nemmeno in macchina ma appena sto per scendere dalla macchina o semplicemente sono ferma in piedi sento il mio corpo che oscilla e se cammino o sensazione di perdere l equilibrio e sembro ubriaca, sembra che il pavimento è instabile....ora dico io ogni volta che mi spavento di qualcosa io poi devo stare 2-3 anni con l'instabilità quando cammino? L'esperienza negativa allora non sparisce più dalla mente? Il mio medico mi ha consigliato di aumentare un'altra mezza xanax la mattina....ma vedo che non mi sta facendo nulla...per favore mi date un suggerimento su come gestire il panico quando cammino e mi sento su una barca? Grazie
[#12]
Immagino che il suo silenzio significhi che non si è fatta aiutare da uno psicologo e, com'era prevedibile, non ha risolto il problema, mantenendo se non rafforzando la fragilità di fondo che la espone a sviluppare malesseri come quelli che ha descritto ogni volta che il carico di stress nella sua vita aumenta e/o che accade un episodio che mina in qualche misura il suo equilibrio.
Non posso che consigliarle nuovamente di farsi seguire da uno psicologo per lavorare su quegli aspetti che le provocano malessere: se dopo diversi anni dall'esordio del suo disturbo si sente ancora così non può aspettarsi che tutto si risolva spontaneamente.
Ci pensi!
Non posso che consigliarle nuovamente di farsi seguire da uno psicologo per lavorare su quegli aspetti che le provocano malessere: se dopo diversi anni dall'esordio del suo disturbo si sente ancora così non può aspettarsi che tutto si risolva spontaneamente.
Ci pensi!
Questo consulto ha ricevuto 18 risposte e 5.7k visite dal 05/10/2011.
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