Paura della strada (per gli altri...)

Buongiorno,
approfitto della vostra competenza, ben dimostrata dalle risposte dei consulti che ho letto, per esporvi il mio problema.
Agli inizi di questa estate mio fratello (17enne) ha subito un grave incidente col motorino. La cosa per me e per i miei familiari è stata traumatizzante sopratutto perché, a causa del trauma cranico ricevuto, non abbiamo saputo per settimane se si sarebbe svegliato completamente (è andato in una sorta di coma) e se ci fosse stato qualche danno effettivo al cervello. La cosa si è risolta nei migliori dei modi - per fortuna - ma, nonostante ciò, da quel momento ho il terrore che i miei familiari e, in generale, le persone a cui voglio bene possano avere un incidente stradale. Mi spiego meglio.
Mio fratello, dopo l'ospedale, è stato trasferito in un centro di riabilitazione a Parma. Per un certo periodo di tempo, quindi, i miei genitori hanno fatto avanti indietro da casa (abitiamo in provincia di Milano) fino al centro. Ecco, io vivevo nell'aspettativa angosciosa che potesse succedere un incidente in autostrada ogni volta che facevano il viaggio; trovavo scuse per chiamarli e se non mi rispondevano andavo nel panico, auto-convincendomi che fosse successo loro qualcosa.
Nello stesso periodo ho cominciato ad estendere lo stesso terrore per il mio ragazzo e per le mie amiche. Se per caso, anche loro, erano in strada e non riuscivo a contattarli, cominciavo a sudare freddo e a pensare (senza che riuscissi a fermare i miei pensieri) il peggio. Voglio specificare che la cosa è successa a suo tempo con mio fratello: ho passato tutta la notte a chiamare al suo cellulare senza avere risposta, fino a quando non ho saputo che si trovava all'ospedale.
Col tempo la cosa si è affievolita ma ancora adesso, quando qualcuno a cui voglio molto bene deve fare un viaggio in macchina un po' lungo o "insolito", rinasce forte in me la paura della loro perdita. Quando i miei genitori e mio fratello, ad esempio, devono ritornare a Parma per un giorno per un controllo, giorni prima comincio a pensarci e ad avere paura per loro. Mi sento male persino quando sento al tg degli incidenti stradali, o quando si parla dell'argomento in generale. Faccio addirittura fatica a scrivere "incidente stradale". E' come se la vita delle persone a cui tengo fosse affidata al caso quando sono in strada, e c'è sempre la possibilità che accada loro qualcosa (nonostante razionalmente io non creda al caso, o non in questo senso).
E' probabile che la cosa passi col tempo, ma per ora la vivo come un problema. Più che altro non posso aspettarmi che queste persone non debbano mai sostenere viaggi in macchina, e sono angosciata al pensiero che, ogni volta, devo pensare sempre al peggio per loro e stare in ansia. Vi dico che addirittura che quando, per caso, non riesco a contattarli, penso subito a "come potrebbe essere se...", immaginandomi funerali, il dolore del lutto e una vita senza di loro.
Aggiungo anche che io non ho affatto paura della strada, ma anzi guido con piacere e naturalezza. Il mio terrore riguarda gli altri.
Spero di avervi spiegato chiaramente la situazione. Purtroppo non è una cosa che posso risolvere con uno semplice sforzo di volontà: i miei pensieri sono automatici, così come la mia ansia.
Attendo un vostro parere, augurandovi nell'intanto buone feste.

G.
[#1]
Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile utente,
è probabile che si sia "organizzato " un DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS ; generalmente l'intensità della sintomatologia tende ad affievolirsi nel tempo, qualche volta può prendere una "strada diversa" , per questo forse è opportuno che senza timori faccia un controllo da uno psichiatra di fiducia. Se la diagnosi sarà confermata la terapia utile nella fattispecie e quella con antidepressivi tipo SSRI.
Cordiali Saluti

Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta

[#2]
Utente
Utente
La ringrazio, dr. Nicolazzo, per la risposta.
Vorrei aggiungere comunque, nel timore di aver forse "enfatizzato" il disturbo, che questo problema è abbastanza circoscritto all'argomento "incidente stradale", e non si presenta sempre con la stessa costanza e con la stessa intensità (come ha detto giustamente lei, si è affievolito col tempo). Per quanto riguarda il resto vivo una vita piuttosto serena anche se, forse, tendo ad ingigantire gli eventuali pericoli immaginandomi spesso il peggio; ma anche questo, ripeto, incide solo in parte sul mio benessere generale, in quanto non capita sempre e non su tutto. Riconosco comunque che da quel fattaccio ho perso un po' la sensazione di sicurezza, se così la si può chiamare, su me stessa e sulle persone che mi stanno intorno. Non è raro che stia tesa per questioni sulle quali tutti gli altri stanno tranquilli.
Spero di aver chiarificato meglio alcune cose, per quello che è possibile da un "semplice" scambio virtuale(dal quale, tuttavia, ne ho tratto buoni consigli).
Buona serata!

G.
[#3]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
al di là delle questioni puramente diagnostiche (difficili via mail) credo che, in generale, il tuo problema sia l'ansia. Oggi riguarda un tema specifico, l'incidente, ma sembra si sedimenti su un livello di pessimismo e catastrofismo tipico in chi soffre d'ansia

Cosa puoi fare? beh, se la situazione oggi ti crea molto disagio puoi cercare di approfondirla. Il trattamento consigliato nella cura dei disturbi d'ansia è l'associazione tra farmacoterapia e psicoterapia cognitivo-comportamentale. Per la prima hai bisogno di una consulenza psichiatrica, per la seconda di una consulenza psicoterapeutica.

Colgo l'occasione per farti gli auguri per un felice 2008

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it
[#4]
Utente
Utente
Gentile Dr. Bulla,
in effetti ho notato che la mia percezione di "pericolo" si è molto più acuita dall'incidente di mio fratello, generando in me più ansia di quanto non fossi abituata (infatti mi sono da sempre reputata una tipa scarsamente ansiosa). Ma non so dire nemmeno io con precisione quanto questo sia normale e quanto mi causi disagio, per quanto possa sembrare strano... insieme al pericolo, anche la mia percezione del problema cambia a seconda dei giorni e dei miei stati d'animo. Forse è davvero buona cosa che mi rivolga a qualcuno.

Quindi dovrei rivolgermi sia ad uno psichiatra che psicoterapeuta? E in quale ordine? Tenga anche presente che purtroppo le mie risorse economiche, specie in questo periodo, non sono fiorenti...

La ringrazio infinitamente per l'attenzione dedicatami, e rivolgo a lei e a tutto lo staff i miei migliori auguri per l'anno nuovo!

G.

[#5]
Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile Utente,
può rivolgersi al Centro di Salute Mentale della sua zona, servizio pubblico, (in Lombardia potrebbe chiamarsi Centro Psico Sociale, il suo medico curante saprà indirizzarla ) dove uno Psichiatra valuterà dopo aver effettuato la diagnosi quale sia la migliore terapia.
Mi pare necessario precisare ,essendo questo servizio aperto anche a risposte di professionisti non medici. che in medicina prima di qualsiasi terapia,quindi anche psicoterapia, è per quanto ovvio obbligatorio effettuare la diagnosi,
Cordiali Saluti
[#6]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Gentile utente,
è evidente che il suo disagio va inquadrato dal punto di vista diagnostico da uno specialista in psichiatria. Successivamente lo specialista potrà consigliarle quale sia la strada giusta per cercare di risolvere la questione. Potrebe trattarsi di una farmacoterapia, di una psicoterapia o di un trattamento combinato.
Ma , come scrive il Dott. Nicolazzo, prima di tutto una corretta diagnosi.
cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#7]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
effettivamente rivolgersi ad un CPS nel suo caso potrebbe essere una ottima soluzione, in quanto potrebbe trovarvi sia lo specialista psichiatra che quello psicologo.

L'osservazione del Dottor Nicolazzo è vera in parte. Certamente Lei ha bisogno di una diagnosi accurata, ed essendo lo psichiatra uno specialista medico potrà effettuare una diagnosi a 360 gradi, ovvero comprendente anche aspetti medici. Ma anche lo psicologo può dirle se lei necessita o meno di una psicoterapia, in quanto tale eventualità rientra nel processo di diagnosi psicologica, diagnosi che qualsiasi psicologo può (e deve per definizione) fare, così come sancito dalla Legge 56/89

Ma a parte queste specifiche, rimane che per Lei il CPS (oppure un Consultorio Familiare) rappresenta a mio avviso una buona soluzione, specie dal punto di vista economico

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it
[#8]
Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
E' doveroso precisare a questo punto e mi scuso se queste affermazioni possono sembrare a qualcuno banali che la diagnosi non può essere considerata un "optional", deve sempre precedere la terapia, non ci sarà mai una buona terapia senza una buona diagnosi, il medico ha l'obbligo etico e anche legale di applicare la migliore terapia possibile , in medicina le "sorprese" non mancano di certo e ogni medico esperto sa quello che ciò vuol dire.
Buon Anno a Tutti
[#9]
Utente
Utente
Ringrazio tutti i gentili dottori per la risposta, e ne approfitto per rinnovare l'augurio di buon anno!
Cordiali saluti,

G.
[#10]
Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicoterapeuta, Psicologo 648 21
Gentile Utente,
concordo pienamente con l'opinione espressa dal collega Dr. Bulla.
Io chiederei una consulenza che la aiuti a comporendere l'entità del problema ed eventualmente a conoscerne le possibilità di intervento.
Le faccio i migliori auguri
Ilenia Sussarellu
i.sussarellu@libero.it

Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense

[#11]
Utente
Utente
La ringrazio, Dr.ssa Sussarellu, per il suo intervento. Auguri anche a lei!

G.
[#12]
Dr.ssa Flavia Ilaria Passoni Psicologo, Psicoterapeuta 163 1
Gentile utente,
un corretto inquadramento del problema che indaghi caratteristiche, intensità e frequenza della sintomatologia e la compromissione delle principali aree di funzionamento è sicuramente necessario, soprattutto nell'ottica dell'impostazione di un piano piscoterapeutico da cui potrebbe trarre notevole giovamento anche se non sono rari sensibili miglioramenti in seguito ad una semplice consultazione .
Prima di patologizzare e medicalizzare eccessivamente il problema chieda una consulenza psicoplogica che ne definisca i contorni e le illustri come muoversi per affrontarlo.
L'intervento faracologico può non essere sempre necessario, se invece il suo psicoterapeuta dovesse ritenerlo opportuno può farla seguire parallelamente da un psichiatra (nel caso in cui non fosse egli stesso un medico).
Di notevole efficacia per i disturbi ansiosi e post traumatici sono la psicoterapia ipnotica, l'EMDR e alcune tecniche comportamentali di decondizionamento.

Con i migliori auguri
F.I.Passoni

studiopsicologia@hotmail.it

F.I.Passoni
Dir. di SYNESIS, Centro di Consulenza Psicologica, Psicoterapia & Ipnosi Clinica

studiopsicologia@hotmail.it

[#13]
Utente
Utente
Gentile Dr.ssa Passoni, la ringrazio.
Auguri anche a lei!

G.
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