Gravidanza e senso di inadeguatezza
Buonasera,
ho 29 anni e a gennaio diventerò mamma di una bambina molto voluta e attesa con gioia. Io e il mio compagno, che è la persona più premurosa e dolce che potrei mai desiderare, lavoriamo per necessità economiche a tempo pieno, io in particolare lavoro su turni, a 30 km da casa, molte sere al mese non rincaso prima delle 20.30-20.45. Il problema è che il pensiero di un rientro a lavoro dopo la maternità e di lasciare la mia bimba alla nonna rischiando così di vederla per pochissimo tempo ogni giorno mi crea un'ansia e una frustrazione incontrollabili. Da quando ho questi pensieri ho cominciato a sognare continuamente di litigare con i miei genitori, ho collegato le due cose pensando che dipenda dal fatto che anche i miei lavoravano da mattina a sera e non hanno mai avuto molto tempo per stare con me, per seguirmi a scuola o per interessarsi alle mie attività, nonostante io sia stata molto autonoma fin da bimba e me la sia cavata egregiamente anche da sola, sono sempre andata bene a scuola, mi sono laureata e ho trovato un buon lavoro. Non credevo che questo fosse un problema per me, ma da quando ho cominciato a pensare compulsivamente al futuro prossimo di mamma lavoratrice e a sognare tutte le notti liti furibonde con i miei genitori, ho cominciato a preoccuparmi. Una notte ho perfino sognato di uccidere mio padre...io amo i miei genitori, non credevo di poter avere pensieri simili. Dormo male e quando mi sveglio non riesco a riprendere sonno, il che è problematico perchè sto ancora lavorando e mi sveglio presto, con tutta la pesantezza che la gravdanza già porta di per se.
I pensieri che mi fanno star male sono legati a cose banali, come non poter portare la mia bambina ai giardini, o non poterle preparare la cena con le mie mani, o perdermi tappe fondamentali come i primi passi, le prime parole, il vasino...tutto questo mi tormenta e mi fa stare male, ho spesso crisi di pianto e divento molto triste. Qualche giorno fa ho litigato furiosamente con il mio compagno perchè non mi ha fatto nemmeno una fotografia mentre facevo dei lavori in camera della bambina, dicendogli che quella sarebbe stata una delle poche volte che avrei avuto modo di fare qualcosa per lei e che volevo ne rimanesse un ricordo...
Come posso aiutare me stessa in questo momento difficile? Vorrei avere un buon ricordo di questi ultimi mesi di gravidanza ma questi pensieri tristi me lo impediscono.
Grazie in anticipo
ho 29 anni e a gennaio diventerò mamma di una bambina molto voluta e attesa con gioia. Io e il mio compagno, che è la persona più premurosa e dolce che potrei mai desiderare, lavoriamo per necessità economiche a tempo pieno, io in particolare lavoro su turni, a 30 km da casa, molte sere al mese non rincaso prima delle 20.30-20.45. Il problema è che il pensiero di un rientro a lavoro dopo la maternità e di lasciare la mia bimba alla nonna rischiando così di vederla per pochissimo tempo ogni giorno mi crea un'ansia e una frustrazione incontrollabili. Da quando ho questi pensieri ho cominciato a sognare continuamente di litigare con i miei genitori, ho collegato le due cose pensando che dipenda dal fatto che anche i miei lavoravano da mattina a sera e non hanno mai avuto molto tempo per stare con me, per seguirmi a scuola o per interessarsi alle mie attività, nonostante io sia stata molto autonoma fin da bimba e me la sia cavata egregiamente anche da sola, sono sempre andata bene a scuola, mi sono laureata e ho trovato un buon lavoro. Non credevo che questo fosse un problema per me, ma da quando ho cominciato a pensare compulsivamente al futuro prossimo di mamma lavoratrice e a sognare tutte le notti liti furibonde con i miei genitori, ho cominciato a preoccuparmi. Una notte ho perfino sognato di uccidere mio padre...io amo i miei genitori, non credevo di poter avere pensieri simili. Dormo male e quando mi sveglio non riesco a riprendere sonno, il che è problematico perchè sto ancora lavorando e mi sveglio presto, con tutta la pesantezza che la gravdanza già porta di per se.
I pensieri che mi fanno star male sono legati a cose banali, come non poter portare la mia bambina ai giardini, o non poterle preparare la cena con le mie mani, o perdermi tappe fondamentali come i primi passi, le prime parole, il vasino...tutto questo mi tormenta e mi fa stare male, ho spesso crisi di pianto e divento molto triste. Qualche giorno fa ho litigato furiosamente con il mio compagno perchè non mi ha fatto nemmeno una fotografia mentre facevo dei lavori in camera della bambina, dicendogli che quella sarebbe stata una delle poche volte che avrei avuto modo di fare qualcosa per lei e che volevo ne rimanesse un ricordo...
Come posso aiutare me stessa in questo momento difficile? Vorrei avere un buon ricordo di questi ultimi mesi di gravidanza ma questi pensieri tristi me lo impediscono.
Grazie in anticipo
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Gentile signora, la gravidanza è un periodo molto stressante perchè sono in atto cambiamenti fisici e psicologici molto importanti e aspettative, speranze, desideri.
Se l'ansia per eventi di un futuro ancora lontano non Le permettono di vivere bene questo momento magico (anche perchè fare la mamma è piuttosto impegnativo e sarebbe opportuno abbandonare queste ansie), forse è il caso di rivolgersi ad uno psicologo personalmente.
E' vero che tante mamme, soprattutto per il primo figlio, temono il momento in cui dovranno lasciarlo per tornare al lavoro, ma se sente che la questione è ben più profonda e disturbante per Lei, non esiti a chiedere aiuto.
Tenga anche presente che l'aiuto dei nonni, e non solo, è un fattore di protezione in un periodo delicato come il puerperio.
Le faccio tanti auguri.
Se l'ansia per eventi di un futuro ancora lontano non Le permettono di vivere bene questo momento magico (anche perchè fare la mamma è piuttosto impegnativo e sarebbe opportuno abbandonare queste ansie), forse è il caso di rivolgersi ad uno psicologo personalmente.
E' vero che tante mamme, soprattutto per il primo figlio, temono il momento in cui dovranno lasciarlo per tornare al lavoro, ma se sente che la questione è ben più profonda e disturbante per Lei, non esiti a chiedere aiuto.
Tenga anche presente che l'aiuto dei nonni, e non solo, è un fattore di protezione in un periodo delicato come il puerperio.
Le faccio tanti auguri.
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Grazie Dottoressa.
Specifico anche che attualmente risiedo a 400 km di distanza dai miei genitori, che ormai sono in pensione e si occupano dei miei nipoti. Della mia bimba si occuperà mia suocera, con cui ho un bellissimo rapporto, e che ha chiesto espressamente di poterlo fare e noi siamo ben contenti di non doverla mandare al nido. Questo dovrebbe facilitarmi psicologicamente l'idea di dover delegare il compito di accudie la mia bambina, ma ciò non accade. Il fatto di sapere che la bimba verrà cresciuta in famiglia e non da estranei non placa minimamente questa anoscia che ho in merito.
L'idea di iniziare dei consulti con uno psicologo in questo momento non mi sorride molto, lavoro dalla mattina alla sera, sono molto stanca e ne avrò ancora per un mese, ma d'altra parte mi domando, se sto così ora che dovrei essere più serena e felice per l'attesa, cosa può accadere nel post partum? E sarebbe comunque sufficiente consultare un esperto nei due mesi precedenti il parto, con tutti i pensieri paralleli a questo che comincio ad accumulare? In più temo che se dirò al mio compagno che voglio rivolgermi a uno psicologo lui si preoccupi eccessivamente, ed è un momento molto delicato anche per lui, non vorrei caricarlo di ulteriori ansie, si occupa già di me e della casa, avendo orari di lavoro molto migliori dei miei ed essendo questo un periodo per me fisicamente comlpesso, in cui non riesco a fare più di ciò che faccio...sono molto confusa.
Specifico anche che attualmente risiedo a 400 km di distanza dai miei genitori, che ormai sono in pensione e si occupano dei miei nipoti. Della mia bimba si occuperà mia suocera, con cui ho un bellissimo rapporto, e che ha chiesto espressamente di poterlo fare e noi siamo ben contenti di non doverla mandare al nido. Questo dovrebbe facilitarmi psicologicamente l'idea di dover delegare il compito di accudie la mia bambina, ma ciò non accade. Il fatto di sapere che la bimba verrà cresciuta in famiglia e non da estranei non placa minimamente questa anoscia che ho in merito.
L'idea di iniziare dei consulti con uno psicologo in questo momento non mi sorride molto, lavoro dalla mattina alla sera, sono molto stanca e ne avrò ancora per un mese, ma d'altra parte mi domando, se sto così ora che dovrei essere più serena e felice per l'attesa, cosa può accadere nel post partum? E sarebbe comunque sufficiente consultare un esperto nei due mesi precedenti il parto, con tutti i pensieri paralleli a questo che comincio ad accumulare? In più temo che se dirò al mio compagno che voglio rivolgermi a uno psicologo lui si preoccupi eccessivamente, ed è un momento molto delicato anche per lui, non vorrei caricarlo di ulteriori ansie, si occupa già di me e della casa, avendo orari di lavoro molto migliori dei miei ed essendo questo un periodo per me fisicamente comlpesso, in cui non riesco a fare più di ciò che faccio...sono molto confusa.
[#3]
Gentile Signora,
forse ciò che causa il suo attuale disagio dipende un po' anche dal vedere tutti insieme i vari problemi che la nascita di un figlio può comportare, ma che in realtà si presenteranno in tempi diversi: chiunque si sentirebbe oppresso e schiacciato da questa considerevole mole di pensieri (che, le ricordo, per ora sono effettivamente solo pensieri).
Intanto, quanto tempo le sarà concesso stare a casa dopo il parto?
Si è già informata sui vari permessi possibili con la normativa sui congedi parentali?
La sua bimba non è ancora nata (e non manca nemmeno così poco alla sua venuta al mondo) e Lei si preoccupa già di quando parlerà o di quando si dovrà abituare al vasino! Troppo avanti!
Questa tendenza ad anticipare con ansia gli eventi è una sua caratteristica generale o è emersa proprio con la gravidanza?
Io credo che non avendo sua madre vicino e non volendo sovraccaricare il suo compagno, farebbe bene a stemperare le emozioni negative di questo periodo con l'aiuto di uno psicologo, anche se per un numero limitato di colloqui.
Diventare madre implica una trasformazione davvero a 360 gradi e questo non accade all'improvviso al momento del parto, ma inizia già molto prima, addirittura prima della gravidanza.
Se lo trova, le consiglio la lettura di un bel libro (del 1999, perciò un po' datato) che tratta proprio di come l'esperienza della maternità cambi una donna. Si intitola "Nascita di una madre" di Daniel Stern e Nadia Bruschweiler-Stern, Mondadori.
forse ciò che causa il suo attuale disagio dipende un po' anche dal vedere tutti insieme i vari problemi che la nascita di un figlio può comportare, ma che in realtà si presenteranno in tempi diversi: chiunque si sentirebbe oppresso e schiacciato da questa considerevole mole di pensieri (che, le ricordo, per ora sono effettivamente solo pensieri).
Intanto, quanto tempo le sarà concesso stare a casa dopo il parto?
Si è già informata sui vari permessi possibili con la normativa sui congedi parentali?
La sua bimba non è ancora nata (e non manca nemmeno così poco alla sua venuta al mondo) e Lei si preoccupa già di quando parlerà o di quando si dovrà abituare al vasino! Troppo avanti!
Questa tendenza ad anticipare con ansia gli eventi è una sua caratteristica generale o è emersa proprio con la gravidanza?
Io credo che non avendo sua madre vicino e non volendo sovraccaricare il suo compagno, farebbe bene a stemperare le emozioni negative di questo periodo con l'aiuto di uno psicologo, anche se per un numero limitato di colloqui.
Diventare madre implica una trasformazione davvero a 360 gradi e questo non accade all'improvviso al momento del parto, ma inizia già molto prima, addirittura prima della gravidanza.
Se lo trova, le consiglio la lettura di un bel libro (del 1999, perciò un po' datato) che tratta proprio di come l'esperienza della maternità cambi una donna. Si intitola "Nascita di una madre" di Daniel Stern e Nadia Bruschweiler-Stern, Mondadori.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#4]
"ho collegato le due cose pensando che dipenda dal fatto che anche i miei lavoravano da mattina a sera e non hanno mai avuto molto tempo per stare con me"
Gentile signora,
ora che anche lei sta per diventare mamma è probabile che si riattivino sensazioni e pensieri legati a quando era solo una figlia; sta cambiando la sua prospettiva nel vedere e nel vivere le esperienze quotidiane e può essere che la sua mente la stia portando a fare una sorta di bilancio del passato per ridefinire quello che sarà il suo futuro.
Sembra che la scarsa presenza dei suoi genitori durante la sua infanzia abbia in qualche modo lasciato un segno. Lei cosa desidererebbe fare nel momento in cui diventerà mamma? Rifarsi al proprio modello infantile significa saperlo usare e interiorizzare per definire cosa si desidera essere e come si desidera procedere.
Forse dovrebbe provare a chiedersi questo, a vivere l'esperienza della maternità in modo più tranquillo e sereno per poi poter decidere come organizzarsi.
Cari auguri
Gentile signora,
ora che anche lei sta per diventare mamma è probabile che si riattivino sensazioni e pensieri legati a quando era solo una figlia; sta cambiando la sua prospettiva nel vedere e nel vivere le esperienze quotidiane e può essere che la sua mente la stia portando a fare una sorta di bilancio del passato per ridefinire quello che sarà il suo futuro.
Sembra che la scarsa presenza dei suoi genitori durante la sua infanzia abbia in qualche modo lasciato un segno. Lei cosa desidererebbe fare nel momento in cui diventerà mamma? Rifarsi al proprio modello infantile significa saperlo usare e interiorizzare per definire cosa si desidera essere e come si desidera procedere.
Forse dovrebbe provare a chiedersi questo, a vivere l'esperienza della maternità in modo più tranquillo e sereno per poi poter decidere come organizzarsi.
Cari auguri
Dr.ssa Federica Meriggioli - Psicologa Psicoterapeuta
Via Roma 131, Spinea Ve
Tel. 3498534295 www.federicameriggioli.com
[#5]
Utente
Gentili Dottoresse,
grazie innanzitutto per la vostra disponibilità e i vostri consulti.
Nell'analizzare le vostre opinioni in merito mi sono resa conto di diverse cose. La prima è che la tendenza a preoccuparmi degli eventi futuri o possibili è una mia caratteristica. In effetti ho chiesto in occasione dell'inizio della gravidanza un avvicinamento a casa che non è detto che non verrà valutato una volta che rientrerò dalla maternità, anche se al momento mi sembra difficile (questa è una mia valutazione). Farò ovviamente i 3 mesi di maternità obbligatoria, ma ho tutta l'intenzione di approfittare anche di buona parte della facoltativa, quindi di rientrare a settembre, dopo l'estate, soprattutto se il trasferimento non mi verrà concesso, ma sarà tutto da valutare a tempo debito, questo in risposta alla domanda della Dott.ssa Scalco.
Ogni grosso cambiamento che implica delle incertezze provoca sempre in me una forte ansia, che poi raggiunge un picco in cui soffro molto, dopo il quale la mia mente si calma da sola, come se me ne facessi una ragione senza nemmeno volerlo. Spero accada anche questa volta.
La seconda cosa di cui mi sono resa conto è che solo per aver esposto questa mia ansia e aver ricevuto dei pareri da parte vostra, mi sento alleggerita. Questa mattina mi sono fermata in una libreria universitaria e ho comprato il testo suggerito dalla Dott.sa Scalco, comincerò a leggerlo quanto prima. Uno dei miei problemi in questo momento è che non ho altre persone in sitiuazioni analoghe alle mie con cui confrontarmi. Vivo nella mia città da solo due anni e non ho amiche qui, solo amici comuni con il mio compagno ma nessuno con cui potermi confrontare che viva la mia stessa situazione. Sono molto ansiosa per questo di iniziare il corso pre parto, credo che più che per i contenuti quello che mi aspetto è di trovare un supporto nel vedere altre donne che stanno vivendo la mia stessa fase della vita.
Di sicuro valuterò eventualmente anche l'idea di rivolgermi a uno psicologo se le cose non dovessero migliorare con l'inizio del congedo di maternità. Non voglio arrivare alla nascita della mia bambina in questo stato d'animo, so che sarà un momento bello ma complicato a livello emotivo, e temo di accumulare disagi diversi e di ritrovarmi sopraffatta in un momento in cui so che necessiterò di tutta la mia presenza mentale.
Grazie ancora per l'aiuto.
grazie innanzitutto per la vostra disponibilità e i vostri consulti.
Nell'analizzare le vostre opinioni in merito mi sono resa conto di diverse cose. La prima è che la tendenza a preoccuparmi degli eventi futuri o possibili è una mia caratteristica. In effetti ho chiesto in occasione dell'inizio della gravidanza un avvicinamento a casa che non è detto che non verrà valutato una volta che rientrerò dalla maternità, anche se al momento mi sembra difficile (questa è una mia valutazione). Farò ovviamente i 3 mesi di maternità obbligatoria, ma ho tutta l'intenzione di approfittare anche di buona parte della facoltativa, quindi di rientrare a settembre, dopo l'estate, soprattutto se il trasferimento non mi verrà concesso, ma sarà tutto da valutare a tempo debito, questo in risposta alla domanda della Dott.ssa Scalco.
Ogni grosso cambiamento che implica delle incertezze provoca sempre in me una forte ansia, che poi raggiunge un picco in cui soffro molto, dopo il quale la mia mente si calma da sola, come se me ne facessi una ragione senza nemmeno volerlo. Spero accada anche questa volta.
La seconda cosa di cui mi sono resa conto è che solo per aver esposto questa mia ansia e aver ricevuto dei pareri da parte vostra, mi sento alleggerita. Questa mattina mi sono fermata in una libreria universitaria e ho comprato il testo suggerito dalla Dott.sa Scalco, comincerò a leggerlo quanto prima. Uno dei miei problemi in questo momento è che non ho altre persone in sitiuazioni analoghe alle mie con cui confrontarmi. Vivo nella mia città da solo due anni e non ho amiche qui, solo amici comuni con il mio compagno ma nessuno con cui potermi confrontare che viva la mia stessa situazione. Sono molto ansiosa per questo di iniziare il corso pre parto, credo che più che per i contenuti quello che mi aspetto è di trovare un supporto nel vedere altre donne che stanno vivendo la mia stessa fase della vita.
Di sicuro valuterò eventualmente anche l'idea di rivolgermi a uno psicologo se le cose non dovessero migliorare con l'inizio del congedo di maternità. Non voglio arrivare alla nascita della mia bambina in questo stato d'animo, so che sarà un momento bello ma complicato a livello emotivo, e temo di accumulare disagi diversi e di ritrovarmi sopraffatta in un momento in cui so che necessiterò di tutta la mia presenza mentale.
Grazie ancora per l'aiuto.
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Gentile Signora,
avere una bimba in grembo e pensare di doverla affidare a qualcun altro, non credo sia la sensazione più gradevole che una futura madre possa sperimentare.
La tensione, la scarsa tolleranza alle frustrazioni, sono correlate al bagno ormonale, che nel tempo ed a parto avvenuto, rientreranno per lasciarla più serena e con la sua piccola in braccio.
Tra maternità, allattamneto e permessi che spettano a tutte le mamme, vedrà che il distacco sarà effettuato a piccole dosi e, si ricordi che il tempo da trascorrere con i figli dovrebbe essere un tempo di "qualità", oltre che di quantità.
Cari auguri
avere una bimba in grembo e pensare di doverla affidare a qualcun altro, non credo sia la sensazione più gradevole che una futura madre possa sperimentare.
La tensione, la scarsa tolleranza alle frustrazioni, sono correlate al bagno ormonale, che nel tempo ed a parto avvenuto, rientreranno per lasciarla più serena e con la sua piccola in braccio.
Tra maternità, allattamneto e permessi che spettano a tutte le mamme, vedrà che il distacco sarà effettuato a piccole dosi e, si ricordi che il tempo da trascorrere con i figli dovrebbe essere un tempo di "qualità", oltre che di quantità.
Cari auguri
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 4.9k visite dal 03/10/2011.
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