Dolore e rabbia

Sono un insegnante di storia e filosofia. Una decina di giorni fa è morta una mia ex alunna a 19 anni malata di cancro. La cosa mi ha particolarmente addolorato perchè ci sono delle immagini che mi perseguitano e che non riesco a togliere dalla testa: nell'ultimo anno, cioè quando si è scoperta la malattia e si è cominciato un percorso di cura, sono andato regolarmente a trovarla in ospedale, le ho preso la mano, me la sono abbracciata, io con camice aseptico, mascherina e protezione alle calzature, lei senza capelli bianca cadaverica, talmente debole da non riuscire a tenere in mano nemmeno un'immaginetta che le avevo portato, parlava con gli occhi ma mi sorrideva. Il giorno dei funerali mi è stato chiesto se fossi presente "per la quota di partecipazione a fiori, palloncini bianchi bla bla bla". Su facebook ci sono delle sviolinate pazzesche da parte di ex colleghi, preside, segretarie ecc. Tutto ciò può essere normale se non fosse per il fatto che quando ero lì non ho MAI visto una persona diversa dalla madre, ora che è morta tutti la piangono. Le sviolinate cui facevo cenno poi provengono principalmente da persone (preside, direttore amministrativo della scuola) che non si sono fatti scrupolo a chiedere alla famiglia fino all'ultimo euro di retta, tassa esame di stato compresa, (liceo paritario) per tenere in piedi una finta iscrizione e per di più premevano, con fare arrogante, per sapere se quella poveretta avrebbe fatto la maturità o meno. Non sono stato presente al funerale perchè so che mi sarei imbestialito sapendo che la maggior parte dei presenti era lì per lavarsi la cosienza visto che durante la sofferenza della ragazza erano tutti ingiustificatamente ASSENTI! Me la piango ancora. Alcuni colleghi, con fare cinico, mi dicono "pensa ad altro" ma io non ce la faccio. Per quanto spiegato su ma la rabbia cecache mi ha portato anche a rompere alcuni rapporti è ancora superiore al dolore e vorrei liberarmene
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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10
Di fronte all'angoscia che la morte porta con sè, ognuno reagisce in maniera estremamente personale. C'è chi si lascia coinvolgere fino a condividerlo, chi alza un muro di cinismo, chi si difende con l'adozione di comportamenti conformistici, chi fa fatica a guardare in faccia il dolore, e molto altro.

Lei si è comportato nei confronti della sua allieva come il cuore le ha suggerito e con il cuore le è stato vicino.
Ma non può esigere che il suo sia il solo modo "giusto".
Questo è stato giusto per lei e di questo si deve servire per superare il suo dolore.

Dr.ssa Paola Cattelan
psicologa psicoterapeuta
pg.cattelan@hotmail.it

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Dr. Giacomo Luigi Del Monte Psicologo, Psicoterapeuta 215
Gentile insegnante,
come dice la collega davanti a certi eventi le persone reagiscono in modo diverso sapendo che ognuno ha UNA SUA RAGIONE PROFONDA per reagire in quel modo.
Lei è un insegnante e ha molte strade per affrontare questa situazione.... essere arrabbiato con chi non ha seguito il suo percorso o "insegnare" a chi le è intorno un modo diverso, quello che lei conosce, di incontrare situazioni "pesanti" come questa.
buone cose

Dott. Giacomo Del Monte
www.sessuologo-psicologo-roma.com
www.psicosalute.it
www.sessuologoesessualita.it

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile Amico,

la sua ex studentessa è stata molto fortunata ad avere accanto qualcuno che ha avuto il coraggio di starle vicino anche quando era ormai chiaro che purtroppo non avrebbe più avuto possibilità di ripresa.
Sono sicura che la sua presenza ha contribuito ad alleviare la sofferenza della ragazza ed è stata di grande conforto alla sua famiglia.

Non tutti sono così forti e coraggiosi, e neanche così sensibili e disinteressati.
Non può cambiarle, ma può avere la consolazione di sapere che non ha molto a che spartire con queste altre persone, con le quali non ha condiviso l'atteggiamento cinico e ipocrita.

La sua vicinanza a questa povera ragazza ha avuto anche una motivazione personale (ad es. è stata un'esperienza che le ha ricordato qualche altro evento della sua vita)?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Attivo dal 2008 al 2012
Ex utente
Vi ringrazio di cuore per le tempestive risposte ma sento il bisogno di puntualizzare: capisco perfettamente il fatto che uno agisce secondo motivazioni soggettive che talvolta possono nascondere fragilità e sofferenze pregresse da cui ci si vuole difendere. Ma allora chi ha deciso di non avere coinvolgimenti emotivi per le motivazioni che ritiene più giuste, al momento in cui la ragazza è morta deve stare zitto ed essere emotivamente assente tenendo coerentemente fede alla linea seguita quando la ragazza soffriva ma era viva. Trovo tuttavia inconcepibile parlare di reazione soggettiva alla morte quando alcune persone che ora sbattono su facebook il loro pianto di coccodrillo sono le stesse che hanno lucrato sulla situazione chiedendo ogni mese il pagamento della retta scolastica alla famiglia a fronte di alunni a cui è stata sempre tollerata un'inadempienza parziale o totale. Non riesco a sbollire la rabbia. Non mi darà indietro la mia Barbara ma ne soffro ancora.
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Attivo dal 2008 al 2012
Ex utente
Dimenticavo di aggiungere, in risposta alla spett. Le dott. ssa Massaro che non sono motivazioni pregresse che mi hanno indotto ad agire così, in realtà non so nemmeno io il motivo. Tra l'altro urgeva un trapianto di midollo osseo ed io, pur di salvarle la vita, mi ero proposto chiedendo anche informazioni su questo sito alla sezione 'ematologia'. Non ci è mai arrivata. Non so perché ho agito così. Sarei stato male se avessi alzato il muro dell'indifferenza. Forse se fossi stato indifferente avrei sofferto meno. Adesso piango ancora.