Mi sento senza via d'uscita
Buonasera a tutti, ringrazio anticipatamente chi deciderà di rispondermi. Questa sera in seguito ad uno stato d'animo che mi ha fatto pensare di non avere un modo per uscire da questa infelicità che mi affligge ho pensato di aver bisogno di parlare con qualcuno di competente.
In breve, la mia vita : vivo attualmente con mio padre con cui non vado molto d'accordo (mia madre è venuta a mancare quando avevo 11 anni), ho una sorella(con la quale ho un rapporto saltuario e fittizio, per il quale molto spesso mi rammarico e mi sento in colpa), frequento un'università che mi piace molto e mi soddisfa in cui do tutta me stessa, sono fidanzata da quasi 6 anni con un ragazzo che amo moltissimo ma che purtroppo vive la sua vita a 1200 km di distanza riusciamo a vivere a casa uno dell'altro una volta al mese per pochi giorni, o
per più tempo nelle festività, aspettiamo di avvicinarci non appena lui finirà i suoi studi venendo a vivere da me, in più mi rimangono i miei nonni materni che vedo su un piedistallo mi sono sempre stati vicini, mia nonna specialmente ha sempre voluto cercare di farmi parlare dei miei pensieri ma purtroppo quando si tocca l'argomento (io, e come mi sento) mi chiudo a riccio e non riesco più a trattenere il magone. Soffro da tanto di sbalzi di umore, ma il più delle volte le due cose che mi fanno sentire di stare bene sono le soddisfazioni negli studi e il mio ragazzo. Purtroppo mi sento in colpa per quello che sto per scrivere, ultimamente sento di non stare più bene vivendo con mio padre, non sopporto quando abbiamo delle divergenze nel modo di vedere le cose. Io una perfezionista, mentre lui non finisce mai una cosa che ha iniziato, e su di lui non si può fare affidamento. Sento di non stare bene nella mia casa, che un tempo era il mio rifugio. Questa cosa mi sta rodendo l'anima e sento sempre più che ci sia bisogno di un cambiamento. Vorrei vedere il mio ragazzo come ancora di salvezza perchè quando sono con lui sto benissimo, soprattutto nella sua famiglia molto calorosa e allegra. Requisiti che nella mia famiglia non esistono. Mi sento in colpa per come mi sento perchè penso che non dovrei pensare così di mio padre, ma purtroppo è diventato più forte di me. Sicuramente ho omesso alcuni particolari che da piccola mi hanno fatto soffrire da parte di mio padre, però non riesco a pensare ancor oggi di stare così per non averli superati. Ultimamente una mia cara amica, mi ha consigliato di consultare uno psicologo, purtroppo però è uno scoglio da sorpassare per me. Non riesco ad accettare di dovermi vittimizzare davanti ad uno specialista, si sono infelice, però nonostante 6 anni fa abbia pensato anche al suicidio più volte (poco prima di conoscere il mio ragazzo) e a volte ho sofferto di disturbi alimentari senza mai sorpassare il limite, sono sempre riuscita ad andare avanti. In più non sopporterei di crollare e cedere al magone mentre elenco ogni pensiero che mi turba. Vi ringrazio infinitamente e anticipatamente.
In breve, la mia vita : vivo attualmente con mio padre con cui non vado molto d'accordo (mia madre è venuta a mancare quando avevo 11 anni), ho una sorella(con la quale ho un rapporto saltuario e fittizio, per il quale molto spesso mi rammarico e mi sento in colpa), frequento un'università che mi piace molto e mi soddisfa in cui do tutta me stessa, sono fidanzata da quasi 6 anni con un ragazzo che amo moltissimo ma che purtroppo vive la sua vita a 1200 km di distanza riusciamo a vivere a casa uno dell'altro una volta al mese per pochi giorni, o
per più tempo nelle festività, aspettiamo di avvicinarci non appena lui finirà i suoi studi venendo a vivere da me, in più mi rimangono i miei nonni materni che vedo su un piedistallo mi sono sempre stati vicini, mia nonna specialmente ha sempre voluto cercare di farmi parlare dei miei pensieri ma purtroppo quando si tocca l'argomento (io, e come mi sento) mi chiudo a riccio e non riesco più a trattenere il magone. Soffro da tanto di sbalzi di umore, ma il più delle volte le due cose che mi fanno sentire di stare bene sono le soddisfazioni negli studi e il mio ragazzo. Purtroppo mi sento in colpa per quello che sto per scrivere, ultimamente sento di non stare più bene vivendo con mio padre, non sopporto quando abbiamo delle divergenze nel modo di vedere le cose. Io una perfezionista, mentre lui non finisce mai una cosa che ha iniziato, e su di lui non si può fare affidamento. Sento di non stare bene nella mia casa, che un tempo era il mio rifugio. Questa cosa mi sta rodendo l'anima e sento sempre più che ci sia bisogno di un cambiamento. Vorrei vedere il mio ragazzo come ancora di salvezza perchè quando sono con lui sto benissimo, soprattutto nella sua famiglia molto calorosa e allegra. Requisiti che nella mia famiglia non esistono. Mi sento in colpa per come mi sento perchè penso che non dovrei pensare così di mio padre, ma purtroppo è diventato più forte di me. Sicuramente ho omesso alcuni particolari che da piccola mi hanno fatto soffrire da parte di mio padre, però non riesco a pensare ancor oggi di stare così per non averli superati. Ultimamente una mia cara amica, mi ha consigliato di consultare uno psicologo, purtroppo però è uno scoglio da sorpassare per me. Non riesco ad accettare di dovermi vittimizzare davanti ad uno specialista, si sono infelice, però nonostante 6 anni fa abbia pensato anche al suicidio più volte (poco prima di conoscere il mio ragazzo) e a volte ho sofferto di disturbi alimentari senza mai sorpassare il limite, sono sempre riuscita ad andare avanti. In più non sopporterei di crollare e cedere al magone mentre elenco ogni pensiero che mi turba. Vi ringrazio infinitamente e anticipatamente.
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Cara Ragazza,
il suo desiderio di autonomia mi sembra sano e normale in una ragazza che cresce, inoltre se desidera consultare uno psicologo per poter fare chiarezza nel versante emozionale e decisionale, non lo immagini come un vittimizzarsi davanti ad un ipotetico professionista, ma come un incontro con caratteristiche di empatia, simpatia e grande accoglienza.
Saluti
il suo desiderio di autonomia mi sembra sano e normale in una ragazza che cresce, inoltre se desidera consultare uno psicologo per poter fare chiarezza nel versante emozionale e decisionale, non lo immagini come un vittimizzarsi davanti ad un ipotetico professionista, ma come un incontro con caratteristiche di empatia, simpatia e grande accoglienza.
Saluti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
"Non riesco ad accettare di dovermi vittimizzare davanti ad uno specialista, si sono infelice, però nonostante 6 anni fa abbia pensato anche al suicidio più volte (poco prima di conoscere il mio ragazzo) e a volte ho sofferto di disturbi alimentari senza mai sorpassare il limite, sono sempre riuscita ad andare avanti."
Gentile ragazza,
forse ora le è più difficile riuscire ad andare avanti in autonomia e forse è giunto il momento per prendere in mano gli elementi che le hanno creato turbamenti che, come lei stessa ci dice, si sono variamente manifestati nel corso degli anni.
Intraprendere un percorso psicoterapeutico, poi, non significa nè vittimizzarsi, nè crollare, ma forse è proprio questa la difficoltà principale, cioè aprirsi e sentire la sofferenza e il dolore che ha accumulato nel corso degli anni. Non si tratta di dover fare un'elencazione dei pensieri che la turbano, ma prenderli in considerazione ed elaborarli in modo tale da contenere la loro carica di sofferenza e da reinserirli nella sua storia come elementi più neutri e che fanno parte di lei per poter vivere serenamente.
Cordiali saluti
Gentile ragazza,
forse ora le è più difficile riuscire ad andare avanti in autonomia e forse è giunto il momento per prendere in mano gli elementi che le hanno creato turbamenti che, come lei stessa ci dice, si sono variamente manifestati nel corso degli anni.
Intraprendere un percorso psicoterapeutico, poi, non significa nè vittimizzarsi, nè crollare, ma forse è proprio questa la difficoltà principale, cioè aprirsi e sentire la sofferenza e il dolore che ha accumulato nel corso degli anni. Non si tratta di dover fare un'elencazione dei pensieri che la turbano, ma prenderli in considerazione ed elaborarli in modo tale da contenere la loro carica di sofferenza e da reinserirli nella sua storia come elementi più neutri e che fanno parte di lei per poter vivere serenamente.
Cordiali saluti
Dr.ssa Federica Meriggioli - Psicologa Psicoterapeuta
Via Roma 131, Spinea Ve
Tel. 3498534295 www.federicameriggioli.com
[#3]
Utente
Carissime Dottoresse, vi ringrazio dell' attenzione e delle risposte. Capisco che possa essere necessario cercare di affrontare le cose che mi hanno fatto star male più volte. Cercherò di superare questo mio limite nel volermi aprire e valuterò appieno la possibilità di consultare uno specialista. Vi ringrazio ancora una volta
Cordiali saluti.
Cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.3k visite dal 01/10/2011.
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