Lutto e fumo
Sono una donna di 45 anni e fumo sigarette dall'età di 16 anni circa (in media un pacchetto al giorno). Ho fatto diversi tentativi per smettere. Il migliore risale a un paio di anni fa, quando sono riuscita a stare senza fumare per nove mesi, per poi riprendere stupidamente perché pensavo di potermene permettere una ogni tanto. Ho ripreso a fumare regolarmente, ma un po' meno (10 al giorno) fino a giugno di quest'anno. Ho smesso di nuovo con le sigarette e ho cominciato a fare un po' di attività fisica (corsa) che mi stava aiutando e appassionando molto.
In agosto purtroppo si è verificata una tragedia. Ho perso una giovane sorella, investita da un'auto. Vi lascio immaginare il dramma e il dolore terribile che sto provando, al quale si aggiunge anche la sofferenza di vedere i miei cari soffrire ancora più di me.
Qualche giorno dopo ho ripreso a fumare. Non so di preciso perché l'ho fatto. Dopo due mesi di astinenza provavo comunque ancora desiderio, sia pure in modo sporadico, e prima di questo tragico evento riuscivo comunque a resistere. Dopo invece il richiamo della sigaretta è diventato un po' più intenso, ma soprattutto credo mi sia venuta meno la forza per continuare a resistere.
E' passato un mese e sono tornata a fumare un pacchetto al giorno. Fumare non mi aiuta di certo a rendere più sopportabile il lutto. Almeno non mi sembra. Credo che mi faccia stare peggio. Sono in balia di sentimenti di angoscia, tristezza, rabbia per ciò che è successo a mia sorella e alla mia famiglia, e fumarci sopra mi fa sentire ulteriormente angosciata, in colpa e inadeguata.
Penso ogni giorno di riprovare a smettere, ma mi ferma la paura. Smettere di fumare è impegnativo e comporta comunque l'elaborazione di un senso di "perdita".
Come posso affrontare questo percorso in un momento come questo? Eppure: come posso continuare ancora a fumare, mettendo a repentaglio la mia salute, proprio in un momento come questo?
Mi domandavo un esperto che tipo di consiglio o di parere potesse dare in questa situazione. Sono eventualmente disponibile a fornire ulteriori dettagli. Grazie in anticipo.
In agosto purtroppo si è verificata una tragedia. Ho perso una giovane sorella, investita da un'auto. Vi lascio immaginare il dramma e il dolore terribile che sto provando, al quale si aggiunge anche la sofferenza di vedere i miei cari soffrire ancora più di me.
Qualche giorno dopo ho ripreso a fumare. Non so di preciso perché l'ho fatto. Dopo due mesi di astinenza provavo comunque ancora desiderio, sia pure in modo sporadico, e prima di questo tragico evento riuscivo comunque a resistere. Dopo invece il richiamo della sigaretta è diventato un po' più intenso, ma soprattutto credo mi sia venuta meno la forza per continuare a resistere.
E' passato un mese e sono tornata a fumare un pacchetto al giorno. Fumare non mi aiuta di certo a rendere più sopportabile il lutto. Almeno non mi sembra. Credo che mi faccia stare peggio. Sono in balia di sentimenti di angoscia, tristezza, rabbia per ciò che è successo a mia sorella e alla mia famiglia, e fumarci sopra mi fa sentire ulteriormente angosciata, in colpa e inadeguata.
Penso ogni giorno di riprovare a smettere, ma mi ferma la paura. Smettere di fumare è impegnativo e comporta comunque l'elaborazione di un senso di "perdita".
Come posso affrontare questo percorso in un momento come questo? Eppure: come posso continuare ancora a fumare, mettendo a repentaglio la mia salute, proprio in un momento come questo?
Mi domandavo un esperto che tipo di consiglio o di parere potesse dare in questa situazione. Sono eventualmente disponibile a fornire ulteriori dettagli. Grazie in anticipo.
[#1]
Cara signora,
mi spiace molto per il suo lutto e posso solo immaginare come sia difficile affrontare una tragedia come quella che è accaduta alla vostra famiglia.
E' passato pochissimo tempo e lei sta cercando una strada per reagire al dolore rivolgendosi ad un'attività che però è molto più dannosa e nociva che utile, come giustamente ha osservato.
L'atto di fumare è un gesto fortemente regressivo, che riporta alle prime gratificazioni dell'infanzia legate alla suzione del latte dal seno materno/biberon, successivamente sostituito dal ciuccio e in seguito da oggetti che si tengono in bocca come appunto le sigarette.
Per questo motivo il gesto è molto autoconsolatorio e lei percepisce l'eventuale interruzione di questa cattiva abitudine coma un'ulteriore perdita.
Penso che per prima cosa potrebbe rivolgersi ad uno psicologo per farsi aiutare a gestire ed elaborare il lutto, e grazie a questo aiuto potrà anche arrivare a diminuire e abbandonare le sigarette.
Qualora essendosi occupata del lutto non riuscisse a smettere di fumare potrà pensare anche ad un intervento più focalizzato, ma le consiglio di iniziare ad occuparsi di quello che al momento le causa sia dolore sia la spinta a fumare e non solo di quest'ultima, perchè agire solo sul tabagismo e non sulle cause potrebbe essere improduttivo.
mi spiace molto per il suo lutto e posso solo immaginare come sia difficile affrontare una tragedia come quella che è accaduta alla vostra famiglia.
E' passato pochissimo tempo e lei sta cercando una strada per reagire al dolore rivolgendosi ad un'attività che però è molto più dannosa e nociva che utile, come giustamente ha osservato.
L'atto di fumare è un gesto fortemente regressivo, che riporta alle prime gratificazioni dell'infanzia legate alla suzione del latte dal seno materno/biberon, successivamente sostituito dal ciuccio e in seguito da oggetti che si tengono in bocca come appunto le sigarette.
Per questo motivo il gesto è molto autoconsolatorio e lei percepisce l'eventuale interruzione di questa cattiva abitudine coma un'ulteriore perdita.
Penso che per prima cosa potrebbe rivolgersi ad uno psicologo per farsi aiutare a gestire ed elaborare il lutto, e grazie a questo aiuto potrà anche arrivare a diminuire e abbandonare le sigarette.
Qualora essendosi occupata del lutto non riuscisse a smettere di fumare potrà pensare anche ad un intervento più focalizzato, ma le consiglio di iniziare ad occuparsi di quello che al momento le causa sia dolore sia la spinta a fumare e non solo di quest'ultima, perchè agire solo sul tabagismo e non sulle cause potrebbe essere improduttivo.
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4k visite dal 26/09/2011.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.