Dipendenza da psicoterapeuta

Salve,
vorrei porre un quesito.
Sono in psicoterapia da circa un anno con diagnosi di "Disturbo d'ansia generalizzato". La terapeuta che mi segue è anche psichiatra.
Dopo vari mesi di resistenze (saltavo le sedute, mi chiudevo nel mutismo, non mi fidavo della terapeuta) ho fatto notevoli passi avanti e sono riuscita a creare una buona alleanza con la terapeuta. I miei problemi di ansia si sono attenuati, attacchi di panico non ne ho più avuti. Il problema è che adesso mi sento troppo dipendente da lei, mi sono affezionata, soffro tra una seduta e l'altra, mi manca molto e sento che il mio benessere dipende unicamente da lei. Sono intrappolata in una dipendenza? Riuscirò ad elaborare questo transfert? Svanirà prima o poi questo patologico attaccamento? Mi sembra crudele che quando sarò guarita dovrò separarmi da chi mi ha aiutata in questo processo di guarigione.
Grazie a chi vorrà rispondermi.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile signora,

ci è impossibile darle una valutazione precisa della situazione senza conoscerla, perchè quello che accade all'interno di un percorso psicoterapeutico è molto delicato e può avere più di una spiegazione.

Certamente non è positivo che lei demandi completamente la responsabilità del proprio benessere alla sua terapeuta, ma questo può anche essere temporaneamente necessario nel momento particolare della terapia che state affrontando.
Intendo dire che il passaggio dalla diffidenza alla dipendenza che lei prova può preludere ad un successivo assestamento intermedio più equilibrato.
L'importante è che lei ne parli con la dottoressa: l'ha fatto? Se sì, cosa le ha risposto?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Utente
Utente
Le ho parlato ma in termini più vaghi...
Mi ha comunque tranquillizzata dicendomi che è, così come lei ha sostenuto, temporaneamente necessario.
Certo è una sensazione non piacevole e spero che, davvero, io riesca a superarla al più presto.
Grazie per la sua risposta.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
In cosa la trova non piacevole?
E' importante che approfondiate l'argomento e che non rimanga un "non detto" che possa danneggiare o anche inficiare il trattamento, creando una frattura fra ciò di cui si parla e ciò di cui non si parla.
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Utente
Utente
Non è piacevole dipendere da qualcuno.
Non è piacevole attendere un abbraccio che non arriverà mai.
Non è piacevole arrivare in seduta col terrore di non trovare più la terapeuta.
Non è piacevole sentire il bisogno di chiamarla e non poter chiamare.
Non è piacevole sentire che tutto questo l'ho vissuto con mia madre.
Non è piacevole sapere che mia madre mi ha, praticamente, abbandonata.
Non è piacevole sapere che dovrò, un giorno, affrontare la separazione dalla persona che mi sta dando tantissima forza in questo momento e che mi sta facendo sentire contenuta per la prima volta nella mia vita.

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Sentire che un'altra persona può fare per noi quello che noi non siamo in grado di fare può generare angoscia, rabbia, invidia, senso di impotenza, e tutte queste emozioni devono essere affrontate e non "ricacciate giù".

E' davvero necessario che lei parli estesamente di questo alla dottoressa: le consiglio di stampare e portarle l'elenco che ha compilato, perchè mi sembra piuttosto dettagliato e materiale utile per la terapia.

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Utente
Utente
Lo farò!

Grazie mille. In effetti a parole sarebbe troppo difficile...

Un caro saluto
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Benissimo, lo faccia e se vuole ci aggiorni.
Buona giornata,
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Utente
Utente
Gent.ma dott.ssa Massaro,
sono andata in seduta.
La dottoressa non ha voluto che leggessi quello che le avevo portato.
Mi ha chiesto di esprimerlo a parole.
Le ho detto che la dipendenza da lei mi spaventa, che ho il terrore che mi possa abbandonare, che tutta la mia vita adesso ruota attorno alle sedute, che ho paura che lei possa morire.
Mi ha detto che senza questa dipendenza la terapia non sarebbe andata avanti. Ha detto che passerà e che non è una dipendenza pericolosa quale può essere quella da una droga. Mi ha detto che andrà tutto bene e che non è vero che mi sono lasciata completamente andare in questa relazione (solo un pochino ha detto lei), c'è ancora molto da lavorare su questo.
grazie per le sue risposte.

Un cordiale saluto
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Mi sembrano spiegazioni più che sensate, c'è qualcosa che non la convince?
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Utente
Utente
Non capisco perché lei non accetti mai che io legga i miei pensieri...
Anche se scrivo un sogno lei preferisce che io glielo racconti così come mi viene in quell'istante.
Forse perché nella comunicazione orale si possono cogliere altri segni che permettono di accedere all'inconscio (lapsus, pause, dimenticanze, etc)?
E' così?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Perchè di solito si preferisce prendere in esame quello che il paziente produce in quel preciso momento, nel contesto della seduta, anche riguardo a cose delle quali ha precedentemente preso nota.
Non è quindi un segno di scarsa considerazione per lo scritto che lei porta, ma un preciso modo di agire motivato da questioni tecniche.
Il fatto di aver stampato l'elenco le ha permesso di ragionarci sopra e di tenere a mente tutto quello che aveva da dire, quindi è servito in ogni caso.
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