Depressione correlata a celiachia?

Salve sono un ragazzo di 22 anni che ha sempre praticato attività fisica a livello agonistico, sono un arbitro di calcio di categoria professionistica. A settembre 2006 A fine settembre accuso parestesie alla mano,che si irradiano alle labbra,palato,metà viso,fino a sfociare in una cefalea fortissima sopra l’occhio opposto al lato delle parestesie. Dopo infiniti controlli neurologici(tutti negativi),gastroenterici e altro,scopro di esser celiaco,con totale atrofia dei villi,ipertrofia delle cripte. Con l’inizio della dieta senza glutine a fine novembre 2006, paradossalmente, perdo peso mi sento un senso di chiusura al petto e all’esofago,senso di vomito,nausea con capogiri,spossatezza e tanti fastidi correlati a una esofagite da reflusso che mi fanno stare malissimo. Inoltre sono costretto a subire un intervento all’occhio per distacco di retina, ho dolori alla schiena e al collo e scopro di avere una piccola ernia alla cervicale. I tantissimi disturbi allo stomaco ancora continuano e oggi, a distanza di più di un anno, mi capita ancora di avvertire alle volte forte nausea, intontimento, e difficoltà digestive molto accentuate. Inoltre gli episodi di emicrania(?)con le parestesie si ripetono soprattutto nei cambi di stagione. Nonostante questo non mi fermo, continuo la mia attività lavorativa (sto costruendo un mio agriturismo con lo stress e preoccupazione che ne derivano), l’arbitraggio e le relazioni sociali(diminuite per via della mia intolleranza al glutine e difficoltà spesso a mangiare in determinati posti). A distanza di un anno eseguo i controlli ematici per la celiachia e endoscopia digestiva in cui si evidenza come i primi sono ancora molto elevati(antigliadine) e come vi sia ancora una totale atrofia dei villi e ipertrofia dei villi con gradi C, ossia l’ultimo. Dopo infinite visite, mi reco da una dottoressa che mi dice chiaramente che nella mia dieta vi sono importanti contaminazioni (soprattutto quando mi reco nei ristoranti),che ritiene che i disturbi a livello psicologico sono dovuti sostanzialmente al non star bene fisicamente e all’essere provato emotivamente.Quindi è da un mese che sono sottoposto a rigido controllo alimentare. Ma il motivo per cui scrivo è un altro:assieme alla celiachia,sono iniziati dei disturbi che mi hanno spinto a recarmi da uno psicologo-psichiatra amico di famiglia: assieme alle parestesie si associavano attacchi di panico, avevo ansia continua durante tutto il giorno e vari sintomi a livello psicologico che il medico definì lieve depressione dovuta allo stress cui sono sottoposto per tutte le disavventure a livello fisico subite e al cambio repentino di abitudini alimentari e di vita a causa della dieta senza glutine. Da 3 mesi assumo una compressa e mezza al giorno di sereupin(il medico tra qualche giorno inizierà a ridurla fino a toglierla del tutto) e devo dire che l’ansia è scomparsa, cosi come gli attacchi di panico che avevo assieme all’emicrania. Restano però i disturbi a livello psicologico che sono pressanti, mi impediscono di vivere serenamente come poco più di un anno fa e in particolare avverto già al mattino, appena sveglio, un magone costante, come se fossi alla ricerca di qualcosa che non va nella mia salute, uno stordimento e una mancanza di concentrazione più accentuata in alcuni frangenti della giornata in particolare la sera, domande continue che mi pongo su chi sono, su cosa sto facendo,su dove mi trovo e sulle persone che ho accanto che identifico come estranei anche se sono i miei familiari,la sensazione di parlare con frasi senza senso e inoltre il pensare che ciò che mi è capitato(celiachia)è irreale,mi sembra ancora assurdo che io mangi cibi diversi dal normale.Sono sintomi continui, che avverto anche quando esco con amici,quando arbitro!Questi sono i disturbi continui e pressanti che avverto assieme ad altri,tipo guardare parti del corpo e non riconoscerle come mie e altro ancora.Lo psicologo-psichiatra mi ha fatto provare con dell’anafranil(1 compressa) ma, in seguito ai forti effetti collaterali che avvertivo,mi ha consigliato di cambiarla con mezza compressa di deniban dopo pranzo.Il medico continua a dirmi che sono disturbi non cronici,che se ne andranno col tempo,che non ritiene necessaria la psicoterapia ma io, ad oggi, non noto alcuna miglioria e vivere cosi sicuramente non è il massimo,anzi, nonostante continui a avere una grandissima voglia di vivere, di raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissato.Cosa dovrei fare secondo voi?Cambiare qualcosa nella terapia o cambiare direttamente specialista?Grazie in anticipo, attendo con anzia e fiducia un Vostro parere!
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Dr. Massimo Lai Psichiatra 832 30
Gentile utente,

credo anch'io che quello che le è capitato possa essere all'origine dei suoi disturbi.
Dal momento che il sereupin sembra aver fatto effetto perché ridurlo?
Aspetterei ancora prima di sospenderlo e assocerei senza problemi una psicoterapia.

Cordiali saluti
Massimo Lai

Massimo Lai, MD

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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
gentile utente,
senza dubbio non possiamo dire che non le sia capitato nulla nell'ultimo anno!

Le problematiche ansioso-depressive, da lei descritte, sembra che non si siano risolte. Il trattamento d'elezione in questi casi è l'associazione tra farmacoterapia e psicoterapia di tipo-cognitivo-comportamentale. Spesso, purtroppo, i medici (soprattutto i medici di base) tendono a focalizzarsi solo sul farmaco, instillando involontariamente nel paziente l'idea che vi sia in esso qualcosa di miracoloso che risolverà ogni problema

Spesso questo non accade, quanto meno perchè il farmaco non può ovviamente agire sulle condizioni ambientali che favoriscono il mantenimento del problema. Allora il paziente, quando vede miglioramenti momentanei in fase iniziale, alla prima difficoltà crolla, e rischia di entrare nel "giro dell'autosomministrazione" del farmaco, aumentando dosi al bisogno, o smettendo del tutto di prenderlo, ecc

io sono per l'associazione dei due approcci, cosa che le consiglio di intraprendere

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it
[#3]
Utente
Utente
Innanzitutto grazie per la vostra cortesia, per il servizio e il prezioso aiuto che offrite. Per ciò che concerne il sereupin, lo psicologo(anche psicoterapeuta,psicologo clinico,psichiatra)vuole continuarlo per qualche mese ancora,almeno per un periodo di 6 mesi dall'inizio dell'assunzione. Per ciò che concerne la psicoterapia il medico ad oggi, nonostante mie domande dirette, ha preferito solo la cura farmacologica, ritenendo che, considerato che i villi intestinali sono ancora atrofizzati e considerato che c'è ancora un malessere fisico marcato(vi sono giorni,come ieri,che non riesco a digerire,ho fortissima nausea,pesantezza alla testa,sintomi tipici da intossicazione alimentare insomma)che in ogni caso,rispetto ai mesi passati è sicuramente minore,una volta finite le sofferenze causate dalla celiachia mi ristabilirò completamente anche a livello psicologico.Non so cosa pensare sinceramente. Mi consigliate di rivolgermi a un altro specialista?E ancora, questi sintomi che accuso possono essere causati da una non accettazione della celiachia?Sono sintomi che possono diventare cronici e non andarsene più?Vivere cosi è proprio penalizzant,ho voglia di tornare quello di una volta,un leader come sono sempre stato,sicuro di me,ho voglia di godere delle piccole cose e di non avvertire quei disturbi descritti nel precedente post.Non abuso della vostra disponibilità, grazie tante ancora e, se vi trovate in Sicilia, nel messinese, vorrei avere il piacere di ospitarvi nella mia costruenda azienda agrituristica. Grazie tante!
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
il discorso del suo medico non fa una piega: aspettare che passino i sintomi fisici, così passa anche il malessere psicologico derivante.

C'è un piccolo problema: Lei sembra non volere aspettare, forse la sofferenza è davvero troppa per aspettare ulteriormente. Forse il problema è legato anche al fatto che Lei non riesce ad accettare completamente una malattia cronica, proprio perchè si sente una persona dinamica ed attiva

Allora, io non cambierei medico, ma gli parlerei direttamente, come ha fatto con noi, magari potrebbe stamparsi queste nostre mail e discuterne con lui, giusto per fargli capire che lei OGGI sta soffrendo e quindi OGGI ha bisogno di sentirsi meglio

Per l'agriturismo, quando lo finisce, mi mandi pure via mail i contatti, se passo dalla sicilia non mancherò di passare a trovarvi

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it
[#5]
Utente
Utente
Grazie ancora!Io ho parlato molto chiaramente al medico,dicendo che ho voglia di tornar quello di prima il prima possibile,dicendogli chiaramente se riteneva opportuno associare la psicoterapia. Ad oggi non la ritiene opportuno, riproverò a chiederlo. Volevo chiederLe se questi sintomi che avverto, pressanti e continui, passeranno o possono diventare cronici, divenendo parte di me.E se ancora attraverso la psicoterapia si può accettare la malattia celiaca o se è solo una questione temporale. Grazie ancora!
[#6]
Dr. Massimo Lai Psichiatra 832 30
Non si può sapere se i suoi attuali sintomi diventeranno cronici in futuro.
Il suo medico è nella condizione migliore per giudicare la sua situazione, ma io le ricordo che lei è libero di fare quello che vuole.
La malattia celiaca è una malattia croinica fastidiosa, ma mi creda, ho degli amici stretti che ne soffrono e si sono abituati, comporta qualche sacrificio ma alla fine ci si abitua: non so se sarà il tempo a darle conforto o una psicoterapia, magari entrambi, deve scoprirlo lei senza confidare in risposte magiche: il problema c'è e ci sarà sempre, cambierà il suo modo di viverlo e, per l'esperienza degli altri, non sarà troppo difficile.
Auguri
Massimo Lai
[#7]
Utente
Utente
Vi ringrazio tanto! Dottor Lai, ritiene quindi che i sintomi che ho elencato nel primo post(magone costante, ricerca di qualcosa che non va nella mia salute,stordimento,mancanza di concentrazione più accentuata in alcuni frangenti della giornata in particolare la sera,domande continue e pressanti che mi pongo su chi sono, su cosa sto facendo,su dove mi trovo,sulle persone che ho accanto che identifico come estranei anche se sono i miei familiari,la sensazione di parlare con frasi senza senso e inoltre il pensare che ciò che mi è capitato è irreale)sono curabili e svaniranno col tempo?Ho deciso di dire al medico che mi ha in cura, di cui comunque nutro una profonda stima professionale e umana,per l'ultima volta di iniziare con la psicoterapia, se si rifiutasse cambierò medico. Conoscete qualche centro nel messinese, o meglio ancora professionista, cui potermi rivolgere?Grazie ancora.
Ps la celiachia,a differenza del passato o comunque degli inizi della dieta, inizio a accettarla anche se ancora non del tutto dopo un anno.Spero col tempo e/o con la psicoterapia di guarire del tutto. Cordiali saluti
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