A-sociale

Salve sono un ragazzo di 21anni.
Cercherò di essere chiaro nell'esposizione del problema anche se per me è difficile riuscire ad essere specifico, ragion per cui mi scuso in partenza.
Inizio col dire che sono una persona molto riflessiva(che poi questi pensieri vadano nella giusta direzione io non lo so) ma è certo che mi chiudo spesso in riflessioni personali che mi portano ad uno stato contemplativo e critico.
Ho pochi amici, potrei averne date le mie conoscenze ma in verità non mi sento legato e non avverto feeling col 99% della gente che conosco, familiari compresi.
Da bambino e durante parte dell'adolescenza ero in modo completamente diverso; il modo di rapportarmi agli altri, la mia idea e voglia di divertimento erano vive... mi ricordo allegro, sempre in mezzo agli altri a fare le cose come tutti. Ho sempre avuto doti artistiche per cui passavo anche molto tempo a disegnare con spensieratezza. Poi arrivò il primo amore mai corrisposto che mi devastò...oggi ripensandoci mi chiedo se sia mai stato innamorato nella mia confusa situazione di quindicenne immaturo. Lei mi insegnò la sofferenza e la cattiveria e se ripenso qual'è stato il momento piu buio nella mia vita, ripenso a quel periodo. Fu subito dopo che iniziai l'uso di droghe leggere; lo stato di permanente leggerezza a cui ormai sono familiare. Fu anche il periodo di grande chiusura dove iniziai ad avere vere e proprie fobie; tra le piu comuni c'era la paura del gruppo...ma anche del singolo, del sesso e la paura di trovarmi in situazioni di gruppo (discoteche, feste).
La cosa peggiorò forse col fatto che vivevo da solo per stare lontano dai miei (stavo bene solo a casa)
In breve iniziai lunghe ed "eccitanti" attività di conoscenza su internet tramite le quali mi scoprii attratto anche dal mio stesso sesso (il mio primo incontro/rapporto fu con un coetaneo)
Tutto ciò che accade dopo è confuso, strano. Facevo scelte motivate dalle mie paure e dovevo trovare il coraggio per fare qualunque cosa. A un certo punto mi accorsi di avere ossessioni compulsive: stavo bene riordinando gli ambienti, la mia camera, gli oggetti. All'inizio la cosa non mi disturbava, adesso è davvero difficile capire come evitarla perchè si ripercuote anche in altri ambiti(ad esempio sono convinto che se prima non avrò sistemato cronologicamente tutte le mie foto non potrò svilupparle o se non avrò sistemato alfabeticamente tutte le canzoni non potrò ascoltarle e poi anche nel pensiero, se prima non finisco di pensare a questa cosa non posso concentrarmi sulla successiva). Da 5 anni ho ansie ricorrenti e paralizzanti. Pensieri negativi su di me, concentrazione assente, insonnia, difficoltà espressive. Giorni che non mangio nulla e giorni che mi abbuffo. Ho le mani fredde e sempre sudate, le palpitazioni. Soffro di orticarie se mi agito. Ho bisogno di stare fuso, distratto. Provo curiosità e poi disprezzo verso gli altri. Ovunque sono poi devo fuggire. Mi sono trasferito a Catania ma le cose non sono cambiate molto.
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Ragazzo,
non è cambiando città che si risolvono le difficoltà, ma affrontandole in qualunque luogo lei si trova ad esperirle.
Valuti l'ipotesi di consultare uno psicologo-psicoterapeuta, che possa lavorare per e con lei, al fine di decodificare le sue paure, le sue difficoltà relazionali ed aiutarla a venir fuori dalla sua solitudine in cui abita.
L'ansia ed i rituali ossessivi, possono essre curati.
Cari saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Federica Meriggioli Psicologo, Psicoterapeuta 354 3
"Facevo scelte motivate dalle mie paure e dovevo trovare il coraggio per fare qualunque cosa."

Gentile ragazzo,
sembra che questo la abbia spinta ad agire tutte le sue scelte di vita, ma che in fondo non sia una soluzione che le appartiene veramente, tanto più che la sua libertà di vita si è progressivamente ridotta con la comparsa di pensieri intrusivi e di riutali.

Le potrebbe essere utile un percorso con uno psicoterapeuta che le consenta di comprendere le origini delle sue paure e di trovare un modo più sintonico a lei per affrontarle.


Cordiali saluti

Dr.ssa Federica Meriggioli - Psicologa Psicoterapeuta
Via Roma 131, Spinea Ve
Tel. 3498534295 www.federicameriggioli.com

[#3]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Caro ragazzo,

se individui chiaramente un prima e un dopo rispetto alla delusione e sofferenza provocate da quel rifiuto è possibile che quanto accaduto sia stato così devastante da segnarti profondamente, ma non trascurerei anche il successivo uso di droghe (è tuttora in corso?) come possibile concausa dello stato in cui oggi ti ritrovi.
La distinzione fra droghe leggere e pesanti è infatti un'illusione, e le conseguenze possono essere anche molto serie (tanto per farti un esempio: www.medicitalia.it/fmassaro/news/573/Cannabis-e-schizofrenia).

Quello che descrivi è un quadro in cui hai addirittura l'impressione di aver cambiato personalità (da estroverso e socievole a introverso ed emotivamente isolato) e non devi prenderlo alla leggera.
Se fai ancora uso di droghe è importante che tu smetta e che inizi a rivolgerti ad uno psicologo psicoterapeuta (o eventualmente ad uno psichiatra) per chiedere una valutazione della situazione e quali possibili soluzioni possono fare al caso tuo.
In ogni caso ti consiglio davvero di non attendere oltre per intervenire.

La tua famiglia sa come ti senti?
Cosa fai nella vita?


Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#4]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Ti suggerisco di rivolgerti a uno psicologo psicoterapeuta, perché i sintomi che descrivi lasciano pensare a un disturbo ossessivo-compulsivo, ma non è possibile esserne sicuri da qui, devi farti vedere di persona.

Ti raccomando anche di farti visitare da uno psichiatra, per verificare l'eventuale effetto che le droghe che assumi o hai assunto possano avere nel causarti lo stato in cui ti trovi.

Non esistono le droghe "leggere", esistono le droghe e basta. Quanto alla cannabis, poi, definirla "leggera" è addirittura un eufemismo, dato che le piante di canapa oggi possono avere un contenuto in cannabinoidi decine di volte superiore a quello di una volta.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#5]
Attivo dal 2011 al 2014
Ex utente
Grazie per le tempestive risposte
Il fatto di essermi trasferito in una nuova grande città doveva servire ad aprirmi e ad uscire da una situazione di stallo. Avevo la speranza che sarei riuscito a trovare un ambiente che mi avrebbe permesso il confronto con delle persone più simili a me, ma ogni qualvolta se n'è presentata l'occasione non ho saputo coglierla.
Ho ricevuto diversi inviti e spesso il tentativo di coinvolgermi c'è stato ma io sempre trovato buone motivazioni per dire di no. Cos'è che mi rende così insicuro? Eppure mi sento dire continuamente di essere un bel ragazzo, che ci si trova bene a "parlare con me".

Sono una persona che predica la libertà d'azione e di pensiero, ma il primo a non sentirsi libero sono io... a volte si, è come se avvertissi una doppia personalità, come se dentro me ci fosse un altro me pieno di buone qualità che però non esce mai fuori.
Sono sicuro che quella delusione abbia influito sul mio status emotivo, tant'è che fu proprio in quel periodo che valutai per la prima volta l'ipotesi di rivolgermi ad uno psicologo ma essendo ancora minorenne mi fu detto che i genitori non potevano non essere coinvolti e così mi recai in un consultorio. Questo dottore prese molto alla leggera il mio caso e mi fece sentire stupido, rinunciai. Qualche anno dopo mi ripresentai in un altro consultorio dove questo dottore prima mi fece parlare di me nei minimi dettagli e poi mi indirizzò ad un altro medico, rinunciai di nuovo. Un altra volta mi recai da una dottoressa che operava in privato ma mi avvertì subito che i costi per la cura sarebbero stati più o meno alti (non lavorando non potevo permettermelo) rinunciai ancora. L'anno scorso per l'ennesima volta mi recai al consultorio sta volta sotto sollecitazione del mio medico di famiglia che mi diagnosticò attacchi di panico (avevo incubi terribili e al mio risveglio la sensazione di un infarto in arrivo).
Quel dottore fu l'ultimo che ebbe il piacere di fare la mia conoscenza dato che dopo appena 30 minuti di seduta (preliminare) mi liquidò prescrivendomi 3 psicofarmaci diversi tra ansiolitici e anti depressivi, salutandomi e dicendomi che ci saremmo rivisti dopo 2 settimane (non li ho mai presi). La Marjuana ad oggi è stata l'unica cosa in grado di rilassarmi ma adesso sento che non va più.
La mia famiglia non sa e non deve sapere (...)
Studio, da un anno sono iscritto in facoltà e mi sono trasferito dal centro sicilia a Catania.
[#6]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Capisco benissimo che queste esperienze negative non ti incoraggino certo a cercare nuovamente aiuto, ma il quadro che ci hai descritto richiede un intervento e la strada è quella.
Spero quindi che cercherai nuovamente aiuto e che non ti arrenderai!
[#7]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazzo,
capisco che tu possa essere scettico considerate le esperienze relative ai precedenti colloqui che ci hai descritto, allora ti invito a prendere in considerazione l'ipotesi del gruppo di auto-aiuto, ci sono anche nella tua città in questo link trovi le informazioni:

http://www.lidapsicilia.it/cosasono.htm

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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